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Speciali

Cinque film e show tv da vedere se vi manca The Witcher 3

The Witcher 3 è stato senza dubbio uno dei giochi piu’ amati di ogni tempo, anche grazie al suo modo originale di reinterpretare il fantasy in una chiave coraggiosamente adulta, verosimile e cupa, per certi versi ancor piu’ iconica di quella presente nei libri di Andrej Sapkowski.

A ben sei anni di distanza dall’uscita, vi regaliamo cinque consigli di film e di serie tv che in modo curioso sono riusciti a offrire piu’ o meno lo stesso mood dark, soprattutto se teniamo conto della componente folk del gioco.

Pronti? Iniziamo!

Black Death (2010)

Fra le caratteristiche principali di The Witcher 3 c’è senza dubbio la sua capacità di raccontare un medioevo dominato sì da figure retoriche del fantasy come razze immaginarie come elfi e nani, ma estremamente simile al nostro, con tutte le sue brutture e violenze.

In caso ad avervi attratto di The Witcher 3 sia stato il suo setting sporco e caratterizzato da pestilenze, guerre campali e brutalità, nonché a superstizioni e pericolosi culti, allora forse dovreste recuperare Black Death, di Christopher Smith.

Inghilterra, tempo della peste nera: un prode cavaliere al soldo della chiesa (Sean Bean) viene incaricato di condurre i suoi guerrieri in una remota foresta per cercare di capire se le voci su un villaggio rimasto immune al contagio siano vere.

A guidare la spedizione viene chiamato Osmund (Eddie Redmayne), frate originario del luogo, che in realtà vuole approfittare dell’inaspettata cosa per fuggire con la sua amante.

Purtroppo, le cose non andranno come sperato e l’incontro con un culto pagano cambierà (in peggio) i piani di tutti.

Per quanto Black Death sia piu’ un crudo folk horror che un racconto cappa-e-spada (anche se le scene d’azione non mancano), a poterlo rendere apprezzabile da chi ha amato l’epopea di CD Projekt Red potrebbe essere l’atmosfera: boschi lugubri, villaggi poveri e desolati, cerimonie che sembrano uscite da The Wicker Man (altro capolavoro del folk horror britannico) riescono a regalare un mood molto vicino a quello di alcune delle location rurali più sperdute e misteriose fra quelle visitate da Geralt (ehi, qualcuno ha parlato di Velen?).

Per il resto, se amate gli horror d’azione o quelli ad ambientazione storica, Black Death potrebbe darvi davvero tanto.

Ironclad (2011)

Ancora Inghilterra, ancora basso medioevo.

1215, il re Giovanni Senzaterra ha preso il potere approfittando dell’assenza di Re Riccardo Cuor di Leone. Riuniti in un’estrema alleanza contro il suo strapotere tirannico, alcuni nobili fedeli al legittimo sovrano si rifugiano nel castello di Rochester per l’ultima, estrema e spietata resistenza. Fra loro un templare, ancora tormentato dagli orrori della guerra.

È solo l’inizio di una vicenda fatta di eroismo, coraggio e fiumi di sangue.

Per quanto Ironclad non sia il film piu’ raffinato del mondo, e sia un film senza un solo tocco di fantasy, gli amanti di The Witcher 3 potrebbero apprezzare l’estetica brutale e sanguinosa dei suoi combattimenti, la messa in scena quasi documentaristica delle fasi di un assedio, la ricostruzione se non realistica per lo meno non del tutto stereotipata di armi e armature.

Il risultato è un racconto epico sì molto classico nei temi (patria, libertà e giustizia, cose così), ma orgogliosamente b-movie nello svolgimento e nello stile, perfetto per chi di TW3 ha amato i combattimenti a fil di spada lontani dai luoghi comuni del medioevo romantico.

The Witch (2015)

The Witcher 3 è un grande racconto d’avventura, ma, come anche Black Death ci ricordava, anche una storia a tratti dai contorni folk horror a base di stregoneria, misteri in ambienti rurali non certo piacevoli da visitare e figure inquietanti.

In caso ad avervi affascinato sia proprio l’atmosfera fanta-horror, e in caso i film su streghe e magia nera non vi stanchino e siate alla ricerca di un horror davvero ben fatto (seppure un po’ pesante), allora The Witch potrebbe fare per voi.

America del nord, XVII secolo.

Una famiglia di coloni viene esiliata dal suo villaggio e costretta a costruire una fattoria isolata in un bosco inquietante. Come dite? Non può andare a finire bene? Indovinato: presto la famiglia inizia a essere tormentata da una misteriosa presenza e da una serie di eventi disturbanti, che faranno nascere paranoie e sospetti basati su superstizioni che porteranno a esiti disastrosi.

Come nel caso di Black Death, The Witch non è un racconto d’azione e i legami con The Witcher 3 potrebbero fermarsi all’ambientazione “in costume”.

Se però li contestualizziamo nella voga del “fantastico” di derivazione grim e folk, possiamo dire che entrambi mettono in scena un contesto “fantastorico” curato, nel quale superstizione, oppressione sociale e violenza dominano su ogni cosa.

Insomma, in caso la Palude delle Megere sia ancor oggi la vostra location preferita di The Witcher 3, The Witch potrebbe colpirvi.

Game of Thrones (2011-2019)

Se i film precedenti hanno dei legami piu’ sotterranei col mood di The Witcher 3, con Game of Thrones, amata/odiata serie che ha attraversato il decennio appena terminato, il discorso cambia.

La serie tratta dai romanzi di George R. Martin è stata secondo molti una fonte d’ispirazione per la resa finale del terzo capitolo della saga di Geralt: realistica nella definizione del setting, ricca di dettagli presi di peso dal medioevo piu’ sporco e violento mai visto in televisione, GoT sembra aver anticipato molto del mood di The Witcher 3, col suo tono sospeso fra epopea e dramma politico, fra epica e racconto storico e fra fantastico e reale.

La serie ha bisogno di poche presentazioni: nel continente di Westeros, alla morte del legittimo re le piu’ importanti famiglie del reame iniziano una guerra spietata per il Trono di Spade. Come in The Witcher 3, finiranno per intrecciarsi destini di nobili, popolani, soldati e figure prescelte dal destino, in un immenso affresco fantasy realistico che tutt’oggi, a due anni dal (contestato) finale, raccoglie fan da tutto il mondo.

Berserk

Infine, una piccola incursione nel mondo dell’anime e, soprattutto, del manga.

Per quanto Berserk parta da una mitologia tutta sua, difficilmente confrontabile con quella di The Witcher (se non per un tema: quello del confronto fra i potenti che lottano per la propria sopravvivenza politica e le masse preda della guerra e della povertà), l’opera di Kentaro Miura presenta numerose analogie stilistiche con l’epopea CD Projekt, se non altro in termini di raffigurazione.

Ricostruendo un’Europa fantastica ispirata al ‘400 e ‘500, Miura quasi anticipa di qualche anno CD Projekt inserendo i suoi elementi fantasy in una cornice fantarealistica ricca di dettagli: dalle armature dei soldati all’aspetto delle città, tutto è curato a regola d’arte.

Ad avvicinarsi enormemente al mood di The Witcher è tuttavia anche l’aspetto fantastico. Come Geralt, anche Gatsu (l’enorme mercenario protagonista della serie) deve affrontare orde di demoni e altre creature d’incubo in uno scenario in cui bene e male sono spesso indistinguibili.

Seperò per Geralt tutto ciò è a volte dipeso da una sorta di scelta “professionale” (a volte, sottolineiamo), per Gatsu spesso è frutto di una terribile maledizione che ne devasta l’anima e lo costringe ad affrontare costantemente i suoi fantasmi interiori.

Ancora incompiuto, Berserk è senza dubbio una delle opere piu’ significative del manga e dell’animazione giapponese contemporanea, nonché delle epopee fantasy piu’ celebri al mondo.


Questi sono i cinque film che ci vengono in mente pensando a The Witcher 3.

Non si tratta certo di soli fantasy, quanto di sofisticati prodotti che mescolano generi e registri narrativi diversi per dar vita a epopee in costume dal sapore pulp e dark simili al capolavoro CD Projekt Red.

Li avevate visti tutti?

Raccontatecelo nei commenti e, in caso la risposta sia un “no”, buona visione!

This post was published on 16 Maggio 2021 17:00

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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