Oggi facciamo una cosa un po’ strana: partiamo da un videogioco per consigliare altre cose.
Quella di Red Dead Redemption è una serie che basa buona parte del suo fascino sulla derivazione dal cinema: in quanto serie western per eccellenza, tutte le sue suggestioni visive e di gameplay derivano da un genere che ha attraversato la storia dei film regalando agli spettatori momenti indimenticabili.
In caso abbiate giocato i due capolavori Rockstar, in caso vi manchino e abbiate letteralmente fuso i blue-ray della Trilogia del Dollaro per ingannare la nostalgia, ecco cinque western dalle atmosfere simili a quelle delle avventure di John Marston e Arthur Morgan, da recuperare assolutamente.
Al quinto posto della classifica troviamo i due film dai quali Red Dead Redemption II ha forse piu’ preso da un punto di vista di design e setting, che guarda caso sono entrambi l’approdo al western di un maestro del cinema di genere contemporaneo: Quentin Tarantino.
Film dissacranti, citazionisti e in grado di mescolare generi e stilemi, Django Unchained e The The Hateful Eight sono due delle punte piu’ estreme e autoriali del cinema di Tarantino, mai così in grado di mettere assieme necessità di fare intrattenimento e temi personali.
Giocando RDR II, non sarà difficile identificare i due palesi tributi ai film: Django Unchained e la sua ambientazione tipicamente sudista vengono omaggiati dal segmento di racconto nei presi della tenuta Braithwaite (praticamente ricalcata sulla magione del villain del film, mr. Candy), mentre il tetro paesaggio innevato di The Hateful Hate-con tanto di baita- sembra quasi preso di peso e inserito nel prologo del kolossal Rockstar.
Abbandonati i riferimenti “di design” e andando a cercare film piu’ concordi allo stile “esistenzialista” di Red Dead Redemption II, troviamo quello che forse è il film western col titolo piu’ lungo della storia del cinema: L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, diretto nel 2007 da Andrew Dominik con Brad Pitt nel ruolo del famoso bandito (che fra il 1866 e il 1882 fu protagonista di numerosi atti criminali) e Casey Affleck in quello del suo assassino.
Il film narra infatti uno degli episodi storici piu’ celebri del far west, ovvero la morte di James per mano di un membri della sua banda, attirato dall’idea di intascare la taglia sul suo capo e divenire una figura leggendaria.
Purtroppo per Ford, il suo gesto venne recepito non come un atto di giustizia verso un pericoloso fuorilegge, ma un vile tradimento verso una figura sì negativa, ma comunque recepita come leggendaria e in un certo senso eroica dalle masse.
Un film che ha in comune con i due Red Dead Redemption uno dei loro temi fondamentali, ovvero l’incedere spedito della civiltà in quello che fu il vecchio West, con tutto ciò che ne consegue.
Attenzione però, non si tratta di un film “d’azione”: caratterizzato da tempi narrativi lunghi e meditabondi, con sequenze visivamente bellissime ma estremamente lente, L’Assassinio di Jesse James è quasi una parabola filosofica sull’essere umano, sul ruolo delle “leggende” nella società moderna, sulla fama, persino sulla nascita dell’odierna “industria dei mass media”.
Argomento simile a quello della pellicola con Brad Pitt per uno dei piu’ bei film western anni ’70, Patt Garrett e Billy the Kid.
Nel Nuovo Messico del 1880, Patt Garret, ex-fuorilegge passato dalla parte delle autorità, accetta di dare la caccia a Billy the Kid, suo ex-compagno di banda nonché miglior amico.
Ne deriva una resa dei conti violenta, malinconica e brutale che non solo fotografa bene un momento di passaggio per la storia del far west, ma soprattutto scava nel rapporto fra i due amici/nemici mettendone in luce pulsioni, contraddizioni e soprattutto rammarichi.
A livello cinematografico, la violenza spietata, la regia grezza di uno degli autori piu’ anticonformisti di Hollywood (Sam Peckinpah) e le splendide canzoni di Bob Dylan (che compare nel cast) ne fanno uno western piu’ rivoluzionari e atipici dell’epoca, e un vero capolavoro.
Un film verso cui a ben vedere i due Red Dead Redemption hanno diversi debiti: dall’importanza della colonna sonora nello storytelling all’ambientazione “sporca”, dalla modalità di rappresentazione delle bande criminali al focus su due protagonisti (Arthur Morgan e John Marston) che sono le perfette incarnazioni dell'(anti)eroe sul viale del tramonto.
Cantare le lodi di C’era una volta il West è quasi superfluo e difficile, tanta è la sua fama e tanta è la sua importanza per la storia del cinema: uscito nel 1968, quello che è considerato il capolavoro di Sergio Leone, è anche definito il western piu’ significativo di ogni tempo per la sua capacità di raccontare con lirismo la fine di un’epoca e l’arrivo della “civiltà” (narrato attraverso la metafora dell’arrivo della ferrovia).
Crepuscolare ma insieme romantico, pessimista ma ancora pregno dello spirito pop della Trilogia del Dollaro, C’era una volta il West è una magnifica sinfonia della malinconia sorretta da una colonna sonora che non ha bisogno di altri commenti e da una regia in stato di grazia, in grado di dare nuovi sussulti a ogni visione.
I due Red Dead Redemption sono forse un po’ piu’ pessimisti e struggenti nella loro narrazione, ma il fulcro del loro “discorso” (la fine dell’età d’oro) è tutto già contenuto in potenza in C’era una volta in West.
Considerato “l’ultimo vero film western”, Gli Spietati, scritto, diretto e interpretato da Clint Eastwood, è un film che mai come prima è riuscito a portare a Hollywood un ritratto del tutto antieroico della figura del pistolero fuorilegge.
Ambientato a fine ‘800, quando l’epopea del far west è ormai in procinto di chiudersi (lo stesso periodo di Red Dead Redemption II), Gli Spietati segue la storia di William Munny (Clint Eastwood), leggendario bandito che da qualche anno ha appeso la pistola al chiodo e si è ritrovato a fare il contadino.
Non tutto va però come sperato: la fattoria va male e la sopravvivenza della sua famiglia è a rischio. Perciò, quando il giovane cacciatore di taglie bussa alla porta e gli chiede di aiutarlo a uccidere o catturare due cowboy che hanno sfregiato una prostituta, Munny è costretto ad accettare. Sarà l’inizio di una vera e propria discesa all’inferno, in cui l’iconico antieroe di Eastwood finirà per tirare fuori il peggio di sé.
Con un cast d’eccezione (accanto a Eastwood troviamo Morgan Freeman, Gene Hackmann e Richard Harris), uno degli attori simbolo del western internazionale riuscì a dare degna e violenta sepoltura al suo genere di riferimento, tributandogli un funerale malinconico, brutale e ricco di riflessioni sulla fine del sogno americano.
Queste sono le nostre scelte cinematografiche per combattere la nostalgia di una saga western che ci manca molto e che pensiamo rivedremo (forse) solo fra qualche anno.
Certo la storia del western è lunga e molto ricca, quindi vi chiediamo: ci sono film che secondo voi fotografano benissimo le stesse sensazioni dei due Red Dead Redemption? E se sì quali?
This post was published on 24 Aprile 2021 17:22
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