Uno degli archetipi più usati nei film e nella letteratura horror è quello del villaggio maledetto o in cui gli abitanti non hanno molto a cuore la salute degli estranei. Il villaggio, meglio ancora se rimasto al periodo d’oro della caccia alle streghe, è spesso usato come centro nevralgico di comunità arretrate e dedite a riti pagani, come luogo in cui il male alberga, in ogni sua forma.
Nei videogiochi non mancano esempi di villaggi maledetti, in cui il protagonista si reca per motivi precisi o ci si ritrova a causa di un incidente. Il 7 maggio, verrà pubblicato Resident Evil: Village che basa l’esperienza di gioco proprio sull’esplorazione di un villaggio “poco accogliente” che Ethan Mars visita alla ricerca di sua figlia Rose.
Qui di seguito abbiamo raccolto altri cinque titoli che vedono un villaggio al centro delle vicende.
Non potevano mancare capitoli proprio della serie Capcom, in primo luogo Resident Evil 4 da cui lo stesso Village prende ispirazione. Leon Kennedy si reca nel villaggio di El Pueblo, in Spagna, per ritrovare Ashley, la petulante figlia del presidente degli Stati Uniti, rapita dagli Illuminados, una setta che ha trasformato gli abitanti del posto in ganados, persone controllate dal parassita chiamato Las Plagas. Anche Resident Evil 5, però, è ambientato in un villaggio, seppur molto diverso dal punto di vista estetico. Infatti, Kijuju non è certo una metropoli, è un insediamento africano in cui Chris Redfield troverà una popolazione locale poco accogliente, a causa dell’effetto dell’Uroboros, virus creato dalla Tricell proprio partendo dalle Plagas.
Villaggio, Transilvania, vampiri, insomma, tutto ciò che in un’opera horror non può mancare. Il videogioco di Microids riprende le vicende del famigerato signore delle tenebre protagonista dell’omonimo romanzo di Bram Stoker. Nel primo capitolo della serie di avventure grafiche, Jonathan Harker segue Mina, ancora sotto l’influsso del conte, in Transilvania per cercare di liberarla e eliminare una volte per tutte il vampiro. Dracula: Resurrection è amore incondizionato nei confronti della Londra vittoriana e soprattutto del genere gotico, con paesaggi rurali, alberi dai rami secchissimi che sovrastano tetri cimiteri e lugubri bettole a fare da sfondo.
Nei videogiochi, i giornalisti sono sempre molto sfortunati (e forse se lo meritano), basti pensare a Miles Upshur, protagonista di Outlast, o alla troupe televisiva di esplorazioni urbane proprio di Resident Evil VII. Anche in Siren: Blood Curse, una troupe americana che fa luce su casi paranormali, si ritrova suo malgrado in un vero e proprio incubo; i suoi membri, infatti, assistono a un rito sacrificale in un villaggio giapponese chiamato Hanuda, più di qualcosa va storto e i poveri protagonisti si ritrovano accerchiati da creature conosciute come Shibito. L’ultimo capitolo della serie Forbidden Siren dimostra che andare in sperduti villaggi non è una grande idea.
Poteva mancare un gioco lovecraftiano? Se di riti e divinità parliamo, certo che no. Nel videogioco ispirato al romanzo di H.P. Lovecraft, abbiamo un ex veterano di guerra che per sbarcare il lunario ha iniziato una carriera da investigatore privato, tal Edward Pierce, il quale riceve un incarico da portare a termine a Darkwater, villaggio di pescatori situato su un’isola in cui l’aria ammorbata e strani accadimenti non lasciano presagire nulla di buono. Call of Cthulhu è una sorta di avventura grafica moderna in prima persona non eccelsa, ma dalla buonissima atmosfera e ovviamente con un villaggio che sarebbe stato meglio non scoprire.
La pacifica e neutrale Svizzera, cosa potrebbe mai accadere di brutto? Eh, insomma, lo pensava anche il protagonista di Mundaun, indie disegnato completamente a mano in cui ci rechiamo nell’omonimo villaggio montano sulle Alpi svizzere alla ricerca della verità sulla morte di nostro nonno. La vallata è ricca di misteri e durante la notte si popola di creature davvero strane e ostili. Tanta esplorazione, qualche enigma e i ricordi del passato ci mettono in guardia sui villaggi in alta montagna, dove nessuno può sentirti gridare.
This post was published on 19 Aprile 2021 13:28
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