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Speciali

Ho ruolato un nano albino vichingo mezzo cieco in Crusader Kings 3: Northern Lords e questo è quello che è successo

Tra i videogiochi che più mi ritrovo a prendere in mano nel tempo libero, Crusader Kings III occupa un posto speciale nella mia libreria di Steam (e nel mio cuore).

La libertà concessa da Paradox Interactive nell’interpretazione del personaggio di turno è incredibile, ne abbiamo già parlato in sede di recensione, ma adesso con la combo Ruler Designer + gli aggiornamenti arrivati con il DLC Northern Lords, le possibilità di gioco si moltiplicano.

Per non parlare delle mod, ma magari di qualcosa del genere ne discuteremo in un altro articolo.

Qui ci focalizziamo sulla storia di un sovrano per il quale risulterà un po’ difficile l’appellativo sua altezza. Una storia di una partita bizzarra nata in contesti bizzarri semplicemente per raccontare cosa succede nel primo DLC assoluto dell’Expansion Pass di Crusader Kings III. Northern Lords è un Flavor Pack, ossia un’espansione minore che va a caratterizzare una singola area geografica di gioco, implementando nuovi costumi, nuove meccaniche minori e nuovi dettagli grafici e audio. In questo caso, come si intuisce dal nome, si tratta di un DLC che influisce sullo stile di gioco delle società tribali vichinghe.

Cosa significa essere nani e vichinghi

Tutto ciò che conta in Crusader Kings III è la propria linea di sangue. Certo, ci sono le nazioni, ci sono guerre e dispute, ci sono intrighi politici, c’è lo sviluppo economico e quello culturale, c’è la sfera religiosa, ma nulla in gioco conta più della propria dinastia. Mi sono chiesto quindi quanto fosse difficile partire da uno dei luoghi più remoti del mondo, come l’Islanda, con uno dei personaggi vichinghi più improbabili di sempre: un nano; e albino; e cieco da un occhio.

Ecco a voi Torfinn di Bebbanburg, una creazione fatta con il Ruler Designer, causata da una birra di gradazione troppo alta bevuta in un sabato qualunque di quarantena. Da notare i nuovi tagli di capelli in stile nordico, le barbe intrecciate, e i tratti considerati bonus per la cultura norrena, come appunto l’avere un solo occhio.

Crusader Kings III permette di impersonare davvero chiunque il giocatore voglia, e il mio Torfinn volevo che fosse un vero vichingo cazzuto, dedito alle razzie, alla guerra, alla birra e alla promiscuità. Solo un po’ sfortunato dal punto di vista fisico.

Sebbene le sue fattezze garantiscano dei malus in gioco, queste non mi hanno frenato dall’interpretare liberamente un pazzo furioso con grandi doti di strategia militare e… grandi doti anche lì sotto a giudicare dai 9 figli avuti con 4 donne diverse (una moglie e 3 concubine, tutte consenzienti).

E immaginate fare tante di queste cose, tra razzie, guerre, banchetti da ubriachi marci, duelli all’ultimo sangue e sacrifici umani, con un sottofondo composto dalle nuove tracce a tema vichinghi contenute nel DLC Northern Lords, tutte orchestrate con strumenti reali, dei quali alcuni sono anche antichi.

Apoteosi.

Testate e sacrifici

Il mio intento iniziale era creare un’enorme dinastia di nani albini che partendo dall’Islanda avrebbero dominato tutta l’Europa. Purtroppo non sono riuscito a trovare delle partner affette da nanismo lungo l’intero corso della vita di Torfinn, quindi questo è diventato solo un’obiettivo a lungo termine della mia campagna che spero di raggiungere prima o poi. Per fortuna tra i 9 figli generati c’è qualcuno affetto da nanismo, anche se tra questi non figura l’erede principale.

In ogni caso, la vita di Torfinn mi ha regalato tantissime gioie da giocatore. Sì, ok, due guerre vinte contro quegli sciocchi invasori dell’Islanda Occidentale. E va bene, i tanti figli avuti sco***do mogli e concubine manco i vichinghi fossero dei conigli.

Ma una gioia su tutte, riguarda la storia del duello, una nuova funzione di Northern Lords che aggiunge un po’ di pepe in forma di eventi di gioco.

Tra un banchetto e l’altro, un Berserker di nome Þorbrandr Lo Spietato è arrivato nel villaggio principale di Torfinn a reclamare tutto il cibo e l’alcol per sé. Per come volevo interpretare Torfinn, questo era un affronto bello e buono nei suoi confronti. Ed è così che è iniziato uno scontro verbale che è sfociato rapidamente in una rissa.

Un nano con un solo occhio contro un Berserker ubriaco. Ho rischiato grosso visto che Torfinn in quel momento ancora non aveva figli a cui affidare la sua eredità una volta morto, ma tra un cazzotto incassato e un altro scansato è arriva la mossa fatidica: Torfinn si è lanciato contro Þorbrandr con una coraggiosa testata nello stomaco. Una testata che nel combattimento non ha sortito alcun danno, anzi, ha esposto ancora di più Torfinn alla forza bruta del Berserker. Risultato: Torfinn in fin di vita con ferite gravi.

Ma il Berserker Þorbrandr, colpito dal coraggio di Torfinn, da quel momento in poi ha giurato fedeltà al nano, diventando suo migliore amico e suo campione. Incredibile come da una testata per un po’ di alcol possa nascere una sincera amicizia. Chissà quali e quanti altri effetti sono presenti in questo tipo di eventi, e chissà quante volte avrò fatto fuggire Torfinn dalla morte visto che tale duello sembrava non finire per tutte le scelte che ho dovuto compiere ogni volta.

Altro momento narrativo di alto livello è arrivato con il Grand Blót, l’enorme rituale religioso che Torfinn ha istituito per dedicare sacrifici animali e umani agli Dei. Si tratta di un evento che è possibile istituire tramite il pannello delle Decisioni e che, ovviamente, è esclusivo dei vichinghi. È stato interessante organizzarlo anche in un periodo nevoso, fenomeno atmosferico tangibile in gioco anche graficamente grazie alle aggiunte stilistiche di Northern Lords.

Il caso ha voluto che proprio in questo periodo scoprissi per caso che la mia Maestra delle Spie e concubina di nome Sif stesse complottando alle spalle di Torfinn per uccidere uno dei suoi figli. Destituirla dal suo incarico di consigliera e dai suoi doveri di amante ufficiale per poi imprigionarla è stata un obbligo. Sacrificarla a Odino una soddisfazione.

Un monumento a Torfinn il Coraggioso

Trattandosi di una dinastia nuova con un regnante sconosciuto, ho dovuto passare molto tempo a cercare di accumulare prestigio per accrescere l’esercito di Torfinn, in preparazione di una battaglia per la conquista intera dell’Islanda, prima di catapultarmi con le successive generazioni in Europa. Il problema è che una sola vita non è bastata: Torfinn è morto prima della dichiarazione di guerra alla veneranda età di 60 anni lasciando numerosi figli e nipoti, una reputazione che gli è valsa il soprannome di “The Brave“, ossia “Il Coraggioso“, e un monolitico monumento runico in suo onore.

Qui finisce la storia di Torfinn, ma è appena cominciata quella della sua dinastia con una bella guerra tra fratelli: il sistema ereditario delle tribù vichinghe ha spezzettato il duplice regno di Torfinn tra i due fratelli maggiori (e legittimi). Dopo aver eretto il monumento al padre Torfinn, il nuovo capofamiglia Buðli ha invaso le terre del fratello Áli riportando una vittoria schiacciante e immediata.

Ora che il regno dell’Islanda orientale è stato ri-consolidato, è giunto il momento di pensare alle mire del padre Torfinn: l’Islanda intera. O forse no? Buðli ha sentito il richiamo dell’avventura…

Si tratta di un evento unico della cultura vichinga aggiunto dal DLC Northern Lords che, come accaduto nella storia medievale reale, fa spostare l’intera nazione da un territorio all’altro. Avrete sicuramente visto eventi del genere nella Serie TV Vikings o nel videogioco Assassin’s Creed Valhalla, aggiungo solo che vedersi implementata una meccanica del genere in un titolo strategico 4X di Paradox è una trovata interessante.

Da sempre in titoli del genere si è ancorati al concetto di territorio e nazione, ma storicamente alcune tribù vichinghe legavano questo senso di appartenenza al concetto di popolo e di identità culturale. Un concetto che si sposa perfettamente con lo spirito di gioco di Crusader Kings III, dove a differenza degli altri videogiochi di strategia legati alla storia conta più l’eredità e la linea di sangue della propria dinastia che il territorio in sé.

Torfinn al centro, con sua moglie e l’erede Buðli ai lati

Purtroppo, date le ristrettezze economiche e di prestigio di Buðli, ancora non sono riuscito a fargli intraprendere questa avventura. Così come la bassa rinomanza della sua casata ancora non mi ha concesso di sperimentare la nuova architettura delle Legacy (“Eredità“), una meccanica già presente nel gioco base ma che è stata modificata ad hoc per il DLC Northern Lords.

Ci sono tante altre piccole novità in Northern Lords che vi invitiamo a scoprire, come nuove campagne e nuovi achievement. Il Falvor Pack è già disponibile sia singolarmente che come parte dell’Expansion Pass di cui faranno parte un futuro Flavor Pack e una prossima Espansione più grande.

This post was published on 18 Aprile 2021 17:00

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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