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Speciali

Black & White compie 20 anni: retrospettiva di un gioco… divino!

Ve lo dirò molto apertamente: il videogioco è arte e, in quanto tale, è figlio dei suoi tempi, soggetto a mode e tendenze che rispecchiano i gusti di masse in cui noi giocatori più “stagionati” non sempre ci riconosciamo. Tuttavia, c’è stato un tempo in cui schiere di creativi cercavano di espandere gli orizzonti del proprio medium di riferimento, tentando nuove soluzioni ed avventurandosi su sentieri non battuti, partorendo spesso delle creature tanto bizzarre quanto affascinanti. Se, nella musica, l’esempio più lampante di questa avanguardia è rappresentato da Frank Zappa con Freak Out!, nei videogame, a qualche decennio di distanza, possiamo individuare Peter Molyneux, con una delle sue opere più celebri: Black & White.

Molyneux è uno degli sviluppatori per antonomasia, capace di dare nuova linfa al genere dei Real Time Strategy (altrimenti chiamati RTS), innovandone le meccaniche ed aggiungendo quel tocco di sana ironia che non guasta mai. È al creativo britannico che si deve la fama dei “God game“, sottocategoria dei summenzionati RTS iniziata con Populous, approfondita con Dungeon Keeper e portata alla ribalta proprio con il videogame di cui vi andremo a parlare.

Il 30 Marzo 2001, Lionhead Studios pubblicò Black & White. Il gioco, in poco tempo, riuscì a mettere d’accordo sia pubblico che critica, totalizzando vendite da capogiro ed affermandosi come uno dei migliori strategici per PC mai realizzati. Lo studio inglese è passato alla storia per essersi cimentato anche con opere del calibro di Theme Hospital, Theme Park e The Movies (di cui vi parliamo qui).

Oggi, 30 Marzo 2021, in occasione del ventesimo anniversario del titolo in questione, cercheremo di ripercorrerne la genesi, analizzando le meccaniche che l’hanno reso il “God game” per eccellenza e tentando di comprenderne la portata ed il lascito.

Essere un Dio, che fatica!

Anche nel secondo capitolo, la domanda è la stessa: ascolterete la vostra coscienza buona o quella cattiva?

Avete mai visto Una settimana da Dio? Bene, a questo punto ho una domanda per voi: se vi foste trovati nei panni di Jim Carrey, quali azioni avreste compiuto? Non cercate di mentirmi: chiunque di voi avrebbe immediatamente accettato di calarsi nei panni dell’Onnipotente (anche per più di una settimana), ma quale sarebbe stata la vostra condotta divina? Che cosa avreste voluto cambiare del mondo? Quali opere avreste realizzato? Avreste voluto essere un Dio benevolo o un Dio malvagio? Bene, Black & White vi consentiva di rispondere a tutte queste domande, e ben due anni prima del rilascio del film menzionato all’inizio del paragrafo!

C’è solo una piccola differenza: in Black & White vige il politeismo e, quindi, dovrete vedervela con una “concorrenza” piuttosto agguerrita!

La vostra avventura ha inizio nel più bizzarro dei modi: salvando una famiglia da morte certa. Voi ancora non lo sapete ma, grazie alla vostra benevolenza, avete guadagnato la riconoscenza di quelle persone e, cosa più importante, la loro fede! Apprenderete presto della presenza di Nemesis, un dio malvagio fermamente intenzionato a distruggere tutti gli altri culti presenti nell’arcipelago in cui siete sbarcati, rimanendo così l’unico essere superiore.

Dopo essere sopravvissuti per il rotto della cuffia, tutto vi sarà più chiaro: l’unico modo che avrete per rivaleggiare con Nemesis consiste nell’eguagliarlo e nel diventare una divinità ancora più potente. Come riuscire nell’impresa? Con poche e “semplici” mosse: aumentando il numero dei vostri fedeli (conquistando altri villaggi, impressionando uomini e donne con i vostri poteri, o con il più classico dei “crescete e moltiplicatevi”), costruendo nuove strutture e luoghi di culto e respingendo ogni minaccia al vostro status divino.

Sotto questo aspetto, potrete contare su un avatar: un animale (a scelta tra un lupo, una scimmia, una mucca ed un leone) che dovrete addestrare per proteggere il vostro villaggio ed il vostro tempio da pericoli che, state sicuri, non tarderanno ad arrivare.

Che tipo di divinità volete diventare?

Quale avatar scegliere per manifestare il vostro potere divino?

Questa sarà una delle domande che vi accompagnerà nel corso della vostra avventura in Black & White. Come ogni divinità che si rispetti, dovrete scegliere se incarnare le virtù del bene o se, invece, prediligere un atteggiamento crudele e spietato nei confronti dei vostri fedeli e di tutto ciò che vi circonda. Scegliendo un approccio benevolo, i costi di mana dei miracoli di guarigione che vorrete lanciare saranno più bassi, mentre quelli di attacco (tempeste di fulmini, palle di fuoco, ecc.) saranno più elevati. Nel caso in cui scegliate di essere un Dio vendicativo, invece, oltre ad avere un più facile accesso ai miracoli offensivi, il vostro Tempio acquisirà un aspetto più sinistro ed inquietante, così come anche la colonna sonora si sposterà su tonalità più cupe.

Anche il vostro avatar sarà direttamente influenzato dalle azioni che deciderete di compiere. La bontà farà diventare il vostro “animale da compagnia” più docile e dall’aspetto mansueto, rendendolo propenso a determinate azioni; una condotta malvagia, invece, renderà il suo aspetto più minaccioso (occhi color rosso fuoco, zampe, artigli e zanne più grandi, ecc.) e lo spingerà a comportarsi di conseguenza.

Fedeli e avatar

Non dimenticatevi di proteggere il vostro tempio!

Che siate buoni o cattivi, una cosa non potrà mai cambiare: dovrete prendervi cura dei vostri fedeli e trovarne sempre di nuovi!

Nel momento in cui vi doveste imbattere in un “popolo senza dio”, dovrete cercare di impressionarlo con tutti i miracoli del vostro campionario, così da guadagnare nuovi adepti. Ma fate attenzione a mantenere un approccio sempre vario: perché anche un evento soprannaturale può perdere di efficacia se ripetuto troppe volte.

Non appena avrete acquisito dei fedeli, invece, dovrete scegliere che cosa far fare loro, tenendo bene a mente che più o meno tutti i vostri seguaci dovranno… pregare. D’altra parte, tutti quei miracoli dovevano pur avere un costo! Più uomini saranno impegnati nella preghiera, più sarà il mana a vostra disposizione, consentendovi di dare agevolmente sfoggio dei vostri poteri divini. Tuttavia, i vostri adepti dovranno sia nutrirsi che riposarsi, onde evitare di andare incontro ad una morte prematura, e sarete proprio voi a dover decidere questa alternanza sonno/lavoro.

Anche il vostro fedele avatar richiederà delle attenzioni. Nelle prime fasi di gioco, infatti, l’animale avrà delle dimensioni molto ridotte, rendendolo incapace di svolgere la gran parte dei compiti che potreste assegnargli; tuttavia, più diventerà forte e più le sue dimensioni cresceranno, ma non dimenticatevi di badare anche al suo addestramento, così da consentirgli di apprendere nuovi attacchi e nuovi miracoli.

Il successo di una formula magistrale

Nel secondo capitolo, meno fortunato, furono aggiunte tutta una serie di nuove funzioni.

Come detto in precedenza, i “God Game” non nascono con Black & White, che è stato lo step finale di un cammino iniziato nel 1989 e che, purtroppo, si sarebbe arenato non molti anni dopo la release del titolo in questione.

In ogni caso, la creatura di Peter Molyneux riscosse un incredibile successo. La critica ne apprezzò sia la veste grafica (all’epoca una delle migliori in circolazione) che la scelta di prediligere prevalentemente l’uso del mouse piuttosto che della tastiera: i comandi principali erano quasi tutti rappresentati da pulsanti su schermo, e gli stessi miracoli, per essere lanciati, richiedevano che il giocatore realizzasse dei veri e propri gesti utilizzando il cursore del mouse.

Black & White riuscì subito ad emergere, trovando una sua identità in un genere che sembrava aver già dato il meglio di sé. Il merito principale della creatura di Lionhead Studios fu quello di cambiare gli standard di riferimento degli RTS, ponendo al centro dell’attenzione un’intelligenza artificiale ben studiata e stratificata, nonché delle meccaniche gestionali fresche, originali, ben sviluppate e, soprattutto, diverse da ciò che qualunque videogame avesse mai potuto offrire in precedenza.

Il più grande rimpianto legato a questa serie è che il secondo capitolo non riuscì a bissare il successo del primo, facendo arenare il franchise e, insieme ad esso, un po’ tutto il suo genere di appartenenza. Spieghiamoci bene: i God Game hanno continuato ad esistere fino ai giorni nostri, ma nessuno di essi ha mai potuto neanche solo lontanamente avvicinarsi ai picchi creativi raggiunti da Black & White.

In base a quanto ora scritto, stavolta “fare gli auguri” a questa gemma del nostro passato ci fa salire una botta nostalgica di rara intensità.

Buon compleanno, Black & White, grazie per averci fatto strabuzzare gli occhi con la tua grafica superba, per averci divertito con la tua ironia, per averci ammaliato con le tue meccaniche uniche e, soprattutto, per averci fatto capire che essere un Dio è una faticaccia.

This post was published on 30 Marzo 2021 10:00

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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