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Speciali

Wecome to L.A. – Cinque videogiochi ambientati a Los Angeles

Città dello star system per antonomasia, capitale dell’industria cinematografica internazionale e metropoli tentacolare come poche altre, Los Angeles è stata una vera miniera d’oro per scrittori e sceneggiatori, lo scenario ideale per centinaia di film, romanzi, fumetti e-ovviamente-videogiochi.

Oggi, forse per sognare un po’ di sana vita mondana all’ombra della scritta Hollywood, vi proponiamo cinque giochi che non hanno mancato di omaggiare questa magica (e corrotta) città, tanto nei suoi lati più spettacolari quanto in quelli più cupi e brutali.

Pronti? Partiamo.

Black Dahlia

La Los Angeles degli anni ’40, culla del cinema moderno, è da sempre uno scenario molto affascinante per il mistery, soprattutto perché teatro di uno dei casi di omicidio più inquietanti della storia americana: quello della Dalia Nera, alias Elizabeth Short, morte tanto misteriosa e brutale da rivaleggiare con quella delle vittime di Jack lo squartatore.

Proprio questa vicenda è affrontata-non senza un bell’esercizio di immaginazione ed espansione del narrato-in Black Dahlia, avventura grafica in full motion video del 1998.

Nei panni di un agente dei servizi segreti, Jim Pearson, eravamo chiamati a indagare su una scia di sangue che attraversava gli Stati Uniti in lungo e in largo, toccava questioni come il nazismo e l’esoterismo a esso collegato, e verso il termine del gioco ci portava a incrociare il nostro destino con la morte della Short.

Il risultato era un viaggio in una Los Angeles splendente, fra feste in piscina, studi cinematografici, diner in pieno stile dopoguerra e boulevard assolati all’interno di un ottimo noir con venature horror in grado di inquietare e, al contempo, farci assaporare l’atmosfera della metropoli californiana in uno dei suoi periodi più floridi.

Vampire: The Masquerade-Bloodlines

Titolo chiacchierato “di riflesso” negli ultimi mesi per la vicenda del suo sfortunato sequel, nella nostra carrellata non poteva mancare Vampire: The Masquerade-Bloodlines.

Ambientato nel Mondo di Tenebra, e in particolare nei meandri della società vampirica di L.A., il gioco di Troika Games del 2004 era la perfetta narrazione di una Los Angeles quasi speculare e opposta a quella diurna, solare e rilassata che tutti conosciamo.

Mettendo in scena un’avventura che si snodava fra locali notturni, strade desolate, oscure fognature e altri lugubri luoghi di ritrovo dei succhiasangue di White Wolf, Bloodlines faceva di Los Angeles un bellissimo scenario “post-gotico”, da affrontare perdendosi letteralmente nel suo sottobosco, a caccia di sangue e di opportunità per espandere il proprio potere.

Il risultato era un affresco imponente, ancora oggi amato da molti appassionati della cultura goth e del gioco di ruolo di White Wolf.

Vampire: The Masquerade-Bloodlines è disponibile per PC.

True Crime – Streets of L.A.

Figlio dell’onda lunga di GTA, True Crime-Streets of L.A. (anno: 2005) ne è una sorta di risposta “buonista”, con il giocatore impegnato non a interpretare il “solito” gangster in grado di giare la città portando puro caos, ma di un integerrimo poliziotto.

Giocando il ruolo di Nick Kang, giovane “sbirro” impegnato a sfrecciare fra le strade di L.A “per proteggere e servire”, ci ritrovavamo a risolvere casi e combattere contro il crimine organizzato della città in una serie di spettacolari missioni.

La struttura di gioco di Streets of L.A. era in quasi tutto attigua a quella di GTA, un open world in cui muoverci in macchina, a piedi o in moto, ma dalla prospettiva del tutto opposta.

Un gioco perfetto per vestire i panni dell’eroe di turno, al centro di un action metropolitano degno di film come Bad Boys o Die Hard.

Sullo sfondo, la città hard boiled per eccellenza, con tutte le sue meraviglie e miserie.

L.A. Noire

Quasi un bizzarro punto d’incontro fra il noir di Black Dahlia e la formula GTA-con-poliziotto di True Crime, L.A. Noire è forse il più controverso e meno fortunato dei giochi Rockstar Games dell’ultimo decennio.

Uscito poco dopo Red Dead Redemption e sviluppato da un team secondario, sulla carta L.A. Noire aveva tutte le carte in tavola per mettere l’ennesimo gioiellino della casa di GTA: ambientato nel secondo dopoguerra, il gioco ci metteva nei panni di Cole Phelps, simpatico poliziotto impegnato a scalare le gerarchie dell’L.A.P.D. dal grado di semplice agente a quelli di detective.

Per farlo dovevamo risolvere vari casi di difficoltà crescente, ma anche liberare la città da minacce “quotidiane” come rapinatori o bande di svaligiatori. Il risultato era un intrigante incontro fra action, esplorazione e detection, col giocatore chiamato a perlustrare le scene del crimine per raccogliere informazioni che poi andavano messe insieme per arrivare alla risoluzione di ogni indagine.

Tuttavia, la formula di L.A. Noire era talmente anomala e particolare da non far breccia nei fan di Rockstar, e non passò molto tempo prima che la scorribanda della casa di GTA e Red Dead negli incandescenti anni ’40 finisse nel dimenticatoio. In ogni caso, L.A. Noire è un titolo imprescindibile per gli appassionati dei romanzi di James Ellroy e dei film tratti da essi.

L.A. Noire è disponibile per PS4, PS3, Xbox One, Xbox 360 e Nintendo Switch | Leggi la scheda tecnica

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GTA V/San Andreas

Infine, due giochi della stessa serie che, pur rappresentandola attraverso una sua versione fittizia, hanno regalato al mondo del gaming l’omaggio definitivo a Los Angeles e al suo immaginario crime fatto di gang, rapinatori professionisti e americani fuori di testa: GTA San Andreas e GTA V.

Uscito l’uno nel 2005 e l’altro nel 2013, i due open-world di Rockstar non hanno certo bisogno di presentazioni, essendo due dei successi commerciali più clamorosi di tutti i tempi.

Oltre che per i loro indiscussi meriti di gameplay e libertà d’azione, tuttavia, San Andreas e GTA V sono sicuramente passati alla storia anche per le loro impressionanti ricreazioni di Los Angeles, “raccontata” in maniera unica.

Se in True Crime-Streets of L.A. o L.A. Noire la fedeltà alle atmosfere era notevole, in Grand Theft Auto V a stupire è la ricostruzione in scala ridotta ma perfetta di un ambiente urbano enorme, complesso e pulsante in ogni suo lato, dalle periferie estreme ai quartieri delle star per finire con il centro città, e questo vale sia per il gioco del 2005 che per quello del 2013.

In GTA, pur cambiando nome, Los Angeles ha senza dubbio trovato la sua incarnazione migliore, più epica, più viva.

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Siamo sicuri che Los Angeles e la sua “giungla d’asfalto” saranno scenario per molti altri videogiochi, capaci di omaggiarla con affreschi epici e pulsanti, tuttavia i cinque giochi sopra elencati sono stati già in grado di scolpirne la memoria anche nella storia dell’intrattenimento digitale, soprattutto se pensiamo ai colossi di Rockstar.

Di sicuro, in questa breve lista ci saremo dimenticati qualche altro titolo ambientato nella Città degli Angeli: quali altri ricordate? E avete giocato quelli elencati?

This post was published on 18 Marzo 2021 17:00

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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