Dopo le storie di Coldharbour, della Daedric War, della Stagione del Drago e del Cuore Oscuro di Skyrim, per quest’anno il comparto narrativo di The Elder Scrolls Online ci propone la storyline dei Cancelli di Oblivion, che -come di consueto- si apre col dungeon pack Flames of Ambition.
Oltre a due nuovi dungeon, The Cauldron e The Black Drake Villa, questo DLC porta con sé anche l’Update 29, che stravolge completamente il sistema di leveling dei Champion Points. Introdotti nel Marzo 2015 con la patch 1.6.5, i Champion Points hanno sostituito i vecchi Veteran Ranks (VR) con la patch 2.4.5 di Maggio 2016.
Con l’uscita di Flames of Ambition e della patch 6.3.5, avvenuta l’8 Marzo 2021 su PC / Mac / Stadia e il 16 Marzo su Xbox One e PlayStation 4, il sistema dei Champion Points è stato rivoluzionato in diversi aspetti, sia sul fronte delle meccaniche di gioco sia per quanto riguarda l’interfaccia grafica, ma ne parleremo tra poco.
La quest introduttiva per questo nuovo dungeon ci conduce nell’area occidentale della regione di Deshaan; fin da subito respiriamo l’abituale, nonché da me apprezzatissima, ispirazione lovecraftiana nel setting della storia.
Gli abitanti di un pacifico villaggio di Elfi Oscuri iniziano a scomparire un po’ alla volta, e qualcuno inizia a vociferare di un sinistro culto malefico che si riunisce in una miniera abbandonata nei dintorni. Lì troveremo rovine di un passato remoto e perfino siti rituali ormai dimenticati da quasi tutti, tranne che -naturalmente- dagli appartenenti a questa setta oscura.
Ci toccherà indossare i nostri stivali ignifughi d’ordinanza, e attraversare caverne roventi e canali pieni di lava, per affrontare cinque boss fight e mettere così i bastoni tra le ruote ai cultisti della Waking Flame impegnati in un terribile rituale.
Al nostro fianco ci sarà Lyranth, un’alleata problematica, di cui però condividiamo gli obiettivi, almeno per il momento: è una Dremora, cioè in soldoni una dei Daedra, le entità che abitano i reami di Oblivion. Umanoidi e generalmente onorevoli, i Dremora servono spesso i Principi Deadrici come Mehrunes Dagon, Molag Bal, ecc. The Cauldron è pieno zeppo di cultisti di Mehrunes Dagon, appunto, quindi risulta evidente il motivo per cui Lyranth sia un’alleata problematica.
Questa non è una guida al dungeon, quindi ci limiteremo a qualche accenno sulle boss fight del Calderone. Eccole qui, rapidamente:
Oltre ai vari boss dovremo affrontare frotte di cultisti della Waking Flame, questa setta dedicata a Mehrunes Dagon, Principe Daedrico della Distruzione e Signore del Fuoco, dei Terremoti e dei disastri naturali di ogni tipo.
I boss di questo dungeon droppano tre diversi set:
Come per gli altri dungeon di The Elder Scrolls Online, anche The Cauldron offre una serie di achievement e collezionabili, tra cui la skin Dagon’s Viscerent nella modalità Veteran, nma soprattutto questa istanza imposta la narrazione per la futura espansione ESO: Blackwood: molto probabilmente avremo a che fare con la Dremora Lyranth per tutto il 2021.
Nella parte settentrionale della Gold Coast, la regione che ben conoscerà chi ha giocato il DLC Dark Brotherhood, troviamo il secondo dungeon introdotto da Flames of Ambition: una villa abbandonata, costruita per conto del Drago Nero (Black Drake), l’ex-imperatore Durcorach Longhouse, e costellata di accenni e toni vagamente ellenici. E infatti vi incontriamo dei grossi, furiosi minotauri ascia-muniti, che vogliono proprio dircene quattro.
Come previsto, anche questo dungeon dispone delle modalità Normal e Veteran, ma c’è un piccolo twist: ogni boss ha una Hard Mode attivabile separatamente, un po’ come la cara, vecchia Ulduar di WoW. Ricordate? Non fatemi sentire vecchio, su.
A-ehm. Per questo dungeon ci uniremo a Eveli Sharp-Arrow, che intende recuperare un prezioso libro dalla vastissima biblioteca nei sotterranei della villa; ben presto, però, ci rendiamo conto che il tesoro di pagine e parole sta andando in fumo.
Dopo aver navigato la prima parte del dungeon, e aver superato i trash mob appartenenti ai misteriosi mercenari True-Sworn, potremo affrontare la prima boss fight, Kinras Ironeye: in soldoni bisogna distruggere celermente le salamandre, che buffano il boss, per poi passare ai fastidiosi totem, poi c’è il Roar del boss da interrompere e il consueto fuoco sul pavimento da schivare. Niente di particolarmente complesso.
Molto più irritante è il secondo scontro, Captain Geminus: ci saranno vagonate di mine da evitare, un simpaticissimo stomp che il boss effettua su un personaggio a caso, che va assolutamente schivato con una capriola visto che fa malissimo, e poi ondate di add da interrompere / nukare, oltre a qualche altro add su cui fare danno ad area insieme al boss.
Il terzo e ultimo dei tre boss primari è Pyroturge Encratis: durante la prima fase la sua simpatica Firestorm incendierà tutta l’arena, lasciando solo un’area al centro libera dalle fiamme: l’occhio del ciclone. Ci saranno però i consueti add e effetti AoE da evitare.
Nella seconda fase cambieremo arena: dovremo utilizzare la fossa centrale per sfuggire alle fiamme e cavalcare il getto di alcuni geyser per tornare nell’area principale dello scontro; non mancherà un incremento del danno inflitto dal boss, soprattutto sul tank.
Se la difficoltà dovesse risultare eccessiva, però, potremo usare l’Ice Avatar synergy plate: in questo modo si ottiene l’abilità Whiteout, che stordisce temporaneamente tutti gli avversari, cura i PG impegnati nello scontro e fa addirittura tornare in vita i personaggi a terra.
Ricapitolando: in questo nuovo dungeon introdotto da Flames of Ambition, oltre ai due consueti livelli di difficoltà, i giocatori hanno la possibilità di alzare o abbassare ulteriormente la difficoltà dei singoli scontri, in base alle possibilità del proprio gruppo.
Ma le novità che riguardano The Black Drake Villa non si fermano alle Hard Mode; oltre ai tre boss propriamente detti, infatti, questo dungeon ci propone anche una serie di puzzle, che prevedono l’utilizzo di un sofisticato sistema di specchi piastre a pressione e leve.
Risolti questi semplici puzzle, in cui in sostanza ogni PG dovrà restare in piedi su una piastra, e raccolti i necessari Avatar Fragment in giro per l’area interessata, potremo evocare tre mini-boss opzionali, che ci conferiranno degli sgravissimi buff:
L’intensità dei buff varia in base al numero di Avatar Fragment raccolti, e permangono per l’intera durata del dungeon. A questo punto non ci resta che tornare nella stanza dell’ultimo boss, Pyroturge Encratis, attivare i quattro ricettacoli nella parte Nord-Ovest della stanza, e prepararci allo scontro.
La fight contro il vero e proprio boss opzionale, Sentinel Aksalaz, mi ha fatto venire in mente un mix di Alysrazor (Firelands) e Lich King (Icecrown Citadel): da una parte dobbiamo schivare dei tornado inseguendoli lungo il bordo esterno dell’arena, in modo non dissimile a quanto fatto all’epoca con Alysrazor, mentre dall’altra dobbiamo evitare l’AoE della Frost Nova che il boss esegue al centro dell’area, a cui a un certo punto seguirà il congelamento la parte esterna della stanza, che andrà a rimpicciolire l’area sicura man mano che la barra degli HP del boss scenderà verso lo zero. Un po’ come la combinazione di Remorseless Winter e Quake del buon vecchio Arthas, no?.
A differenza di quest’ultimo, però, Sentinel Aksalaz non evocherà Valkyrie, spettri o apparizioni: richiamerà a sé direttamente i tre mini-boss che abbiamo affrontato per sbloccarlo, uno per volta. Che carino.
La lore relativa a questo dungeon, le motivazioni che riguardano la missione di Eveli, il suo misterioso benefattore e le intenzioni dei True-Sworn verranno probabilmente approfondite nel prologo di Blackwood, o addirittura nel corso dell’espansione stessa. Vedremo.
Oltre a un certo numero di achievement, il completamento di The Black Drake Villa ci farà ottenere una serie di collezionabili; la modalità Veteran, ad esempio, ci ricompenserà con il memento Illusory Salamander Stone: un oggettino in grado di evocare una salamandra di fuoco simile a quelle summonate dai boss del dungeon.
Passiamo ora al pezzo forte. In questo secondo nuovo dungeon possiamo lootare tre set d’equipaggiamento, più l’abituale monster set:
Come ormai sapranno perfettamente i lettori che seguono, e magari giocano anche, The Elder Scrolls Online, questo dungeon pack è acquistabile in due diversi modi: è compreso nell’abbonamento mensile dell’ESO Plus, o può essere acquistato separatamente.
Gli abbonati devono tener presente, però, che allo scadere dell‘ESO Plus perderanno l’accesso ai contenuti introdotti dal DLC, fino al rinnovo della sottoscrizione; ricompense, achievement e oggetti vari naturalmente verranno mantenuti inalterati.
Il Crown Store, dal canto suo, ci offre due opzioni d’acquisto:
Se vi piacciono alci e cerbiatti, vi consiglio di sganciare le 4.000 corone: fatelo per i vostri PG elfici & affini. Vi ringrazieranno.
Personalmente ho optato per la versione base, perché il mio Templar Nord può contare sul suo fido Bloodshadow Wraith Steed, con l’occasionale parata a cavallo dello sbrilluccicoso Dwarven War Horse, mentre la mia Sorcerer Altmer ha una particolare preferenza per Rahd-m’Athra. Gli altri miei PG al di sotto del livello 50, invece, sono come fratelli minori in una famiglia numerosa: si devono un po’ accontentare di quel che trovano!
Noi invece non dobbiamo accontentarci, per quanto riguarda il comparto narrativo di The Elder Scrolls Online; anche quest’anno, infatti, ci apprestiamo a immergerci in un nuovo filone, che stavolta va a toccare vecchie, polverose e adorate corde: quelle di The Elder Scrolls IV: Oblivion.
La storyline di Gates of Oblivion inizia proprio col dungeon pack Flames of Ambition che, come abbiamo visto, ci porta ad affrontare i cultisti della Waking Flame, a combattere i fiammeggianti mercenari True-Sworn e a stringere strane alleanze… daedriche.
Sappiamo che la prossima pietra miliare porterà il nome di Blackwood e che, rispettando lo schema abituale, sarà una vera e propria espansione; a questa dovrebbero seguire un secondo dungeon pack e una seconda espansione finale, nel corso di questo 2021.
ESO: Blackwood introdurrà, direi finalmente, il sistema dei Compagni: potremo reclutare degli NPC che ci accompagneranno nelle nostre avventure, ciascuno con delle skill upgradabili, un equipaggiamento personalizzabile e una propria storia alle spalle. Dal poco che si sa dovrebbe essere un po’ come quello di SWTOR e, almeno in base a quel che leggo, questo mi piace assai.
Di sicuro, invece, c’è che avremo a che fare con Mehrunes Dagon, il Distruttore, ma per il momento possiamo concentrarci sui cambiamenti che The Elder Scrolls Online sta già vedendo, e su quelli che incontrerà nel prossimo futuro.
La Patch 6.3.5 ci porta l’Update 29, un aggiornamento gratuito al gioco di base, destinato a tutti i giocatori di ESO. La patch, oltre a varie migliorie secondarie tra cui la possibilità di scegliere se teletrasportarsi all’interno o all’esterno della propria abitazione, e in aggiunta al simpatico e temporaneamente gratuito pet Ambersheen Vale Fawn, rende più espliciti i bonus / malus derivanti da build, equipaggiamento e quant’altro.
Per fare un esempio: l’armatura leggera protegge egregiamente dagli incantesimi, ma conferisce dei grossi malus alla resistenza agli attacchi fisici; l’armatura pesante ovviamente si comporta in modo diametralmente opposto, e quella media è una via di mezzo.
L’aggiornamento 29, però, apporta soprattutto un enorme cambiamento al sistema dei Champion Point.
Nelle prime due settimane dopo l’aggiornamento ho trafficato parecchio con questi punti, approfittando dei respec resi gratuiti in quell’arco di tempo, e lasciatemelo dire: la cosa si fa dannatamente divertente.
Chi è entrato in gioco subito dopo l’aggiornamento si sarà accorto che sono stati resettati sia i Champion Point sia gli Skill Point; questo perché, oltre a una rivoluzione piuttosto drastica dell’intero sistema, è anche stato ampliato notevolmente il cap dei punti stessi.
Il sistema dei CP è stato introdotto nel 2015 con l’Update 6, e ha sostituito gradualmente quello dei Veteran Rank: dopo il livello 50 non si accumulano più livelli, ma dei “Punti Campione“, appunto. Ogni DLC consecutivo ha aumentato i punti massimi accumulabili di 30 per volta, fino ad arrivare ai livelli pre-patch.
Prima dell’aggiornamento il soft cap era di 810: parliamo, in sostanza, del limite massimo di Champion Point oltre cui il rapporto tra i benefici apportati da un nuovo livello, e gli sforzi necessari per ottenerlo, semplicemente non era più conveniente. Ebbene, ora il soft cap è stato portato a 1.800, mentre l’hard cap, cioè il limite massimo effettivo, è di ben 3.600 punti!
Ora il sistema prevede tre principali rami, Warfare, Fitness e Craft al posto delle familiari nove costellazioni, che non si limitano ad accumulare vagonate di bonus passivi, con relativo power creep eclatante come in precedenza.
Ora ci sono scelte reali da compiere, e non si può avere più -ad esempio- un bonus valido sia per l’output di danno, sia per il potere curativo e sia per la capacità di sopravvivenza.
Se il ramo Warfare (arte bellica) è quello più dedito al combattimento, Fitness (forma fisica) è, comprensibilmente, legato al movimento, mentre Craft (mestiere, arte) riguarda prevalentemente l’utilità out-of-combat.
Anche nel nuovo sistema abbiamo bonus passivi, ma alcuni talenti sbloccabili vanno equipaggiati in un’apposita barra di nuova introduzione, con quattro slot attivi per ogni costellazione, creando sinergie -e build- che dovrebbero essere nuove di zecca.
Gli obiettivi di questo design, però, non mirano a penalizzare i giocatori veterani: un PG che era in grado, ad esempio, di completare la Veteran Maelstrom Arena un minuto prima della patch, è in grado di farlo anche un minuto dopo l’aggiornamento.
Insomma, ricapitolando: il nuovo sistema ci porterà più scelta, più varietà e più divertimento? Staremo a vedere, naturalmente: l’appuntamento con ESO: Blackwood è fissato al primo Giugno, su PC / Mac / Stadia, e all’8 Giugno per PS4 e Xbox One.
>>Leggi anche: La nostra recensione dell’espansione ESO: Markarth<<
This post was published on 15 Aprile 2021 16:11
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