Sono ormai due anni che ogni volta che Epic rilascia un gioco gratuito vedo la solita solfa su ogni singolo gruppo di videogiochi a cui sono iscritto:
“Hey ragazzi, è uscito *GIOCO X* gratis, scaricatelo tutti che merita!”
“Che bello, lo volevo giocare da tanto, lo prendo subito! Ah no aspetta, è su Epic Store. Va beh pazienza, aspetto i saldi e lo prendo su Steam”
Ora, sarò strano io, ma arrivare a pagare qualcosa che si può aver gratis mi fa davvero effetto, soprattutto quando dietro non c’è nessun dilemma etico o morale, ma semplicemente pigrizia. D’altro canto però, nonostante il mio supporto incondizionato ad Epic, mi accorgo di essere sempre e comunque su Steam, segno che un problema alla base ci deve essere. Mi sono preso qualche ora e mi sono chiesto perché nonostante abbia una preferenza spassionata per Epic, Steam resti ancora la mia piattaforma di riferimento.
Il motivo principale per cui mi sento di sostenere Epic a spada sguainata è per il ruolo che sta avendo nell’evoluzione dell’industria videoludica. Storicamente Epic era lo sviluppatore di Unreal Engine e basava quasi completamente il proprio modello economico intorno ad esso, prendendo una percentuale di ricavi dalle vendite dei giochi che lo utilizzavano. Al netto di qualche gioco rilasciato negli anni, roba di poco conto come Gears of War e Unreal Tournament (#ironia), Epic non aveva mai fatto davvero cash-in con le proprie IP, non fino all’arrivo di Fortnite, il quale ha riversato una quantità di dollari inimmaginabile sulla compagnia. Ora, a parità di disponibilità economica (praticamente illimitata) per entrambe le software house, Epic ha lavorato per migliorare il mondo dei videogiochi, mentre Valve, proprietaria di Steam, è stagnante e ogni volta che fa un aggiornamento fa incazzare qualcuno.
Negli ultimi anni, Epic ha utilizzato gran parte dei fondi per migliorare lo sviluppo di videogiochi terze parti: non solo Unreal è stato aggiornato più frequentemente e con migliorie tecniche impressionanti, ma Epic ha anche acquistato compagnie che sviluppavano prodotti fondamentali per lo sviluppo e le ha rese spesso gratuite per chi usa Unreal.
Ma non solo, su base quasi mensile Epic rilascia nel marketplace dedicato di Unreal decine e decine di asset gratuiti. Una gigantesca miniera d’oro per gli sviluppatori neofiti e non, che si è arricchita di recente con un capolavoro assoluto come MetaHuman. Notizia fresca di ieri, Epic ha appena acquistato Capturing Reality, una compagnia che si occupa di fotogrammetria e che metterà i propri prodotti a servizio degli sviluppatori Unreal.
Un altro punto a favore di Epic, è la percentuale che prende dal suo store, nettamente inferiore a quella di Steam (18% contro il 30%).
Potrà sembrare una sciocchezza, ma il 12% è una grossa, grossissima somma, che può far la differenza tra guadagno e perdita. E’ vero che al momento Steam offre un servizio migliore sulla distribuzione e sulle feature che gli sviluppatori possono utilizzare nei propri giochi, ma rimane il punto base, Epic tassa meno gli sviluppatori, favorendone lo sviluppo.
Ma non è tutto: Epic ha un piano per investire oltre 100 milioni di dollari (si, 100.000.000 $) a fondo perduto in grant per team che sviluppano nuove tecnologie legate al 3D, non obbligatoriamente ai videogiochi. Valve nel mentre si è adagiata sugli allori, consapevole di non aver bisogno di costruire prodotti propri. Lo sviluppo del Source è trascurabile, Left 4 Dead è una IP morta ed il seguito è stato praticamente regalato a Back 4 Blood, il nuovo Half-Life è praticamente un caso che sia uscito, e il passaggio da Greenlight a Steam Direct è stato un modo per peggiorare la qualità aumentando i guadagni.
In tutto questo non ho ancora nominato la battaglia tra Epic e Apple, perché è una questione molto più spinosa e complessa di quanto non meriti trattare in questo articolo. Inoltre il mio odio per i prodotti con la mela sopra (tecnologici, s’intende, viva lo strudel!) è conosciuto in tutti e sette i mari, e sarei estremamente di parte. Però parliamoci chiaro, se venisse imposto ad Apple di consentire gli store terze parti senza tassarne il guadagno in-game, il vantaggio sarebbe enorme per gli sviluppatori mobile.
Ma se supporto così tanto Epic, perché continuo ad essere sempre su Steam?
Partiamo dall’argomento più comune: la molteplicità dei launcher. Molte, moltissime persone dicono che non vogliono aver troppi launcher sul computer, perché li rallentano, creano confusione, sparpagliano i giochi tra molteplici piattaforme. Vero, tutto verissimo, e con la tendenza delle grandi case a lavorare sulle proprie piattaforme che non tende a diminuire col tempo il problema si farà sempre più grande. Si rischia di avere capitoli di una stessa saga distribuiti tra chissà quanti account per chissà quanti piattaforme, con salvataggi non compatibili o magari perduti tra i servizi che offrono il cloud e quelli che non lo offrono. Per quanto personalmente non mi tocchi visto che sono obbligato ad usare l’Epic launcher per sviluppare con Unreal, se non avessi questo obbligo, non so quanta voglia avrei di tenerlo sulla mia macchina in parallelo con Steam, GoG, Origin e tutto il resto (pur ammettendo che come launcher è molto discreto).
Ma al netto di tutto ciò, ammesso e non concesso che scarichiate anche il launcher di Epic, è chiaro e apparente da subito che i due client non sono neanche lontanamente comparabili. Il vero motivo per cui il launcher di Epic è e rimarrà ancora a lungo una scelta inferiore è la qualità dei client. Per qualche oscuro motivo, nonostante i due anni abbondanti e i fondi a pioggia che Epic si può permettere, l’Epic Store è macchinoso, lento a caricare, pesante, basico, con una interfaccia approssimativa e poco gradevole. Ma non sono neanche questi i difetti maggiori, il problema principale è che Epic Store manca di così tante funzionalità da renderlo una scelta infinitamente inferiore. Dalla componente social, totalmente assente alla impossibilità di utilizzare filtri di ricerca per i giochi, passando per l’impossibilità di mettere più giochi nel carrello per fare un acquisto unico.
L’Epic Store è pervaso in ogni sua schermata da un senso di incompletezza, di solitudine. Sembra una cassa automatica, dove non si deve neanche salutare la cassiera di turno per scambiare quattro chiacchiere. Prendi il gioco che vuoi, lo scarichi, e ci giochi. Purtroppo nel 2021 il mondo non funziona più così, i videogiochi sono prima di tutto aggregazione (competitiva, comparativa o collaborativa che sia). Non importa quanto sia conveniente o moralmente preferibile, Epic Store è meno di un prototipo in confronto a Steam.
Vorrei dire che di qui a qualche tempo questo articolo potrebbe diventare obsoleto, ma non ci credo molto. La costante di entrambe gli store sembra essere l’immobilismo e non ci sono segni di miglioramento. La nuova interfaccia libreria di Steam è stata molto apprezzata dal sottoscritto, ma è solo uno dei mille cambiamenti non richiesti che Steam ha apportato e che hanno davvero avuto un senso negli ultimi anni, a fronte di mancanze che ormai sono diventate sistemiche. A casa Epic invece non si muove una foglia: gli aggiornamenti annuali si contano sulle dita di una mano e la roadmap che hanno su Trello è precisa come i miei “5 minuti” quando mi alzo la mattina.
Nonostante la “linea di principio” mi porti verso Epic, non riesco a non soggigarmi a Valve. E mi sento in colpa, molto, un poco come quelli che odiano le multinazionali ma proprio non riescono a staccarsi dallo yogurt Danone che mangiavano da bambini o come gli ambientalisti che continuano ad andare in giro con una panda a benzina del ’98.
Da un punto di vista puramente ideologico, non solo come sviluppatore ma come persona che vuol vedere il mondo dei videogiochi fiorire e prosperare, Epic Store è la scelta migliore per il presente e per (supportare) il futuro. Però, come utente, i contro di Epic Store sono ancora troppo inspiegabilmente grossi per poterlo paragonare a Steam. E non è soltanto una questione di avere più launcher, è una questione prima di tutto di qualità ma anche di identità. Steam è dove abbiamo tutti i nostri giochi, dove abbiamo costruito la nostra identità videoludica. Epic può anche essere la scelta logica, ma la logica, si sa, perde sempre col cuore.
This post was published on 11 Marzo 2021 21:00
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