La Stagione della Caccia di Destiny 2 è finita da poco e ora ci stiamo addentrando nella nuova Stagione degli Eletti. Dopo aver iniziato a scoprire le profondità di Europa, Bungie ha portato avanti un punto di trama che i fan aspettavano di scoprire dall’inizio del 2019. Tuttavia, ci siamo trovati davanti a una Stagione altalenante, ma procediamo con ordine e andiamo ad analizzare. Mi pare sia ovvio, ma per scrupolo vi avviso che l’articolo conterrà ampie dosi di spoiler.
Un inizio promettente
L’inizio della Stagione è stato introdotto da alcune storie estremamente interessanti. Ormai Osiride, inizialmente una presenza occasionale, è entrato nel vivo della storia e assistiamo alle indagini che lo portano a scoprire la presenza sempre maggiore di Cabal fedeli a Caiatl e di Alveare che si sta rivolgendo a Xivu Arath. Quest’ultima, però, pare essere molto più attiva negli ultimi tempi, perciò Osiride indaga ancora finché le sue ricerche non lo conducono nelle profondità della Luna, luogo in cui incontra l’Alto Celebrante di Xivu Arath e perde la cara vecchia Sagira.
In gioco la Stagione esordisce con una missione sulla Luna in cui soccorriamo Osiride incontrando l’Alto Celebrante, ma soprattutto in cui rivediamo una vecchia conoscenza: Uldren Sov, ora noto come Il Corvo. Insomma, Xivu Arath inizia ad attaccare e la storia di Uldren viene ripresa con un grande ritorno accompagnato dal nome con cui era conosciuto nella prima versione di Destiny, le premesse narrative erano davvero buonissime.
Effettivamente, dal lato narrativo posso solo ritenermi soddisfatto, ma dal lato del contenuto giocabile non così tanto.
La Caccia invecchia presto
Il Corvo ci introduce subito alle Cacce alle Endofurie, la nuova attività stagionale. Fondamentalmente riceviamo un’Esca Criptolite che carichiamo giocando le classiche tre attività rituali e poi sfruttiamo per attirare le Endofurie, ossia boss Caduti (corrotti e controllati da Xivu Arath) e Alveare piuttosto simili ad altri boss affrontati in passato se non per qualche piccola variazione nel move set.
Inizialmente il processo risulta pure divertente, poiché improvvisamente Destiny si trasforma un po’ in Monster Hunter: World con i Guardiani che attirano un’Endofuria minore, la braccano seguendo una scia verde e poi la sconfiggono attirano l’Endofuria che vogliono realmente uccidere. Peccato che in Destiny non ci sia un Corno da Caccia, questo articolo sarebbe stato molto diverso.
Ciononostante, passa davvero poco tempo prima che le Cacce “invecchino”. Nel complesso abbiamo quattro boss poco diversi da altri già esistenti e la cui uccisione può essere comodamente risolta in meno di 30 secondi. Spesso mi sono ritrovato ad uccidere un’Endofuria con un solo attacco pesante di Lamento.
Un boss.
Con un solo colpo.
Se da una parte abbiamo avuto attività stagionali frenetiche come la Meridiana di Stagione dell’Alba, qui ci ritroviamo con qualcosa di estremamente veloce che difficilmente si gioca per il gusto di giocare, ma solamente per completare la sfida settimanale, prendersi l’armamento di punta e passare ad altro. Paradossalmente, i Cala la Notte a difficoltà Gran Maestro hanno attirato molto di più l’attenzione dei giocatori.
Il Falco Lunare
E poi arriva l’impresa del Falco Lunare. Dopo aver consumato le Cacce alle Endofurie avendo come unico interesse quello di ascoltare tutti i dialoghi fra i personaggi coinvolti, mi sono trovato davanti a un’impresa interessante che, oltre ad essere divertente da giocare, ha permesso di scoprire molti dettagli sulla vita del Corvo dalla sua resurrezione in avanti. Troviamo persino il suo nascondiglio con tanti dialoghi opzionali e un oggetto legato all’Aurora. Chi segue attentamente la narrazione scritta di Destiny si ricorderà della prima Aurora del Corvo raccontata nella nave Amnestia-S2, ne ho pure parlato in un articolo. Si tratta di un piccolo dettaglio, ma è un piccolo dettaglio che ho apprezzato molto.
L’impresa intrattiene, ci permette di visitare un nuovo angolo della Zona Morta Europea e, a mio avviso, è narrativamente splendida. Tuttavia, la questione non era ancora finita.
L’Alto Celebrante e l’Araldo
La Stagione della Caccia raggiunge il proprio culmine con due contenuti: l’Alto Celebrante e l’Araldo. Due note positive, ma che evidenziano ancora di più le mancanze del resto della Stagione.
Nonostante il bug visivo che mostra l’Alto Celebrante immune a tutti i danni nonostante li subisca comunque, la missione finale che ci porta alla sua sconfitta è piacevole da giocare. Non è nulla di rivoluzionario e sicuramente ha meno impatto rispetto alle tre missioni della Stagione degli Arrivi, ma fa il suo sporco lavoro e sfata uno dei miei timori più grandi, ossia che Bungie si togliesse velocemente dai piedi Xivu Arath con una breve boss fight raffazzonata. Non è stato così e nel complesso si è pure cementato il nuovo rapporto tra il nostro Guardiano e il Corvo.
L’Araldo mantiene questo trend positivo e si palesa una missione segreta che richiama lo stile di Sussurri, Ora Zero e L’Altra Parte. Anche qui non ci troviamo davanti agli stessi livelli delle due missioni appena citate, ma nel complesso ricaviamo qualcosa che ci porta ad esplorare un ulteriore angolo della Zona Morta Europea e ad affrontare una boss fight impegnativa per ottenere copie più interessanti del Falco Lunare, il quale ora presenta caratteristiche casuali.
Gli Eletti sono meglio
La Stagione della Caccia ha portato con sé una montagna di lore davvero molto interessante, sia da leggere che da ascoltare, ma è la sostanza a mancare. L’Araldo e l’Alto Celebrante sono delle buone missioni, ma il resto della Stagione è stato accompagnato da un’attività che non ha retto minimamente il peso di circa tre mesi di gioco. Le Cacce all’Impero, ed è ironico pensando al nome molto simile, sono decisamente più coinvolgenti rispetto all’attività della Stagione che ha “caccia” nel nome.
La Stagione degli Eletti, al contrario, nel corso di due settimane si è già dimostrata molto più solida tramite due contenuti equivalenti e nuove armi molto più interessanti. Rispetto alle Cacce alle Endofurie, i Campi di Battaglia danno vita a un’attività più prolungata che ti mette davanti nemici non particolarmente alti di potere, ma in quantità tali da rendere tutto frenetico e divertente da gestire, boss fight compresa. L’impresa esotica Presagio, invece, è una martellata potentissima di qualità narrativa e ludica. Sezioni esplorative accompagnate da continui enigmi, sezioni di combattimento che possono mettere in seria difficoltà, un’atmosfera opprimente, una storia misteriosa che si ricollega agli eventi della Stagione dell’Opulenza e infine una gran bella rigiocabilità.
In conclusione, il riassunto della Stagione della Caccia è proprio ciò che ho detto nel titolo. C’è stata tanta lore di qualità, ma le attività discrete sono invecchiate presto e hanno avuto la sola fortuna d’essere accompagnate dall’espansione Oltre la Luce. Il modello stagionale risulta vincente quando riesce a fornire attività coinvolgenti che permettono al giocatore di completarle e dire “Sì, rifacciamolo!”. Purtroppo la Stagione della Caccia non è stata in grado di farlo.