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Speciali

IO Interactive e 007: ecco come vorremmo il gioco di Bond dai creatori di Hitman

Per IO Interactive, studio dietro la storica serie di Hitman (qui la storia di questo brand ventennale, e qui quella dell’evoluzione del suo gameplay), il momento sembra essere davvero d’oro. Dopo un fortunato lancio del terzo episodio del reboot delle avventure di 47 (qui la recensione del nostro Michele), lo studio danese ha lanciato una vera e propria notizia bomba, lo sviluppo di un gioco dedicato al più famoso agente segreto della storia dell’intrattenimento, mr. James Bond (qui la notizia).

Le ultime indiscrezioni (riportate da DualShockers) parlano di un progetto ambizioso, strutturato su una versione inedita di Bond, fatto che preannuncia un gioco dalle notevoli potenzialità.

Ma come potrebbe essere un gioco di 007 nelle sapienti mani di IO Interactive?

Ecco qualche idea/speranza, da parte di un fan di Hitman che è accidentalmente anche un discreto estimatore di 007.

Il primo teaser trailer di “Project 007”, di IO Interactive

1) Scene d’azione cinematografiche e spettacolari

Che si tratti di rocambolesche fughe in aereo da basi sperdute fra le montagne dell’ex-Unione Sovietica (Goldeneye) o corse in moto sui tetti di Istanbul (Skyfall) i film di 007 si confermano sempre spettacolari, adrenalinici e assolutamente non realistici, quindi la prima idea che può venirci in mente non può che essere la presenza di scene d’azione davvero al passo con il livello raggiunto dai film.

Una caratteristica che di certo non è mai mancata nei videogiochi della serie, ma che nelle mani sapienti di IO Interactive potrebbe avere un level-up niente male: a questo obiettivo ben si adatta la capacità del team danese di costruire momenti d’azione coinvolgenti e corali, in grado di mettere il giocatore al centro di situazioni complesse, è da sempre un suo marchio di fabbrica (pensiamo solo alla gestione delle masse in alcuni livelli di Hitman).

Per esempio, sarebbe bello vedere meticciato il caratteristico realismo stealth mostrato nella serie di 47 con features più sopra le righe come una sorta di bullet-time che ci permetta di affrontare le sparatorie più frenetiche e spettacolari con piglio comunque tattico e “ingegnoso”.

D’altro canto, possiamo immaginare un sistema di combattimento più arcade e immediato, che permetta al giocatore di non aver paura di estrarre la propria pistola in ogni momento. Da IO possiamo quindi aspettarci momenti action molto appaganti, utilizzando la loro capacità in campo level design.

2) Un sandbox, ma diverso da quello di Hitman

La saga di Hitman è stata una di quelle sempre in grado di unire livelli sandbox vasti, articolati e capaci di dare al giocatore più e più path di completamento con una narrativa d’impatto, ma siamo sicuri che questa caratteristica possa essere riproposta in 007?

Se ci pensiamo, fin dalle sue incarnazioni videoludiche più “antiche” le spy story di James Bond ci hanno aiutato a vicende frenetiche (vedi sopra) più che a situazioni veramente “stealth” tipiche delle storie di 47, quindi aspettarci una semplice trasposizione del modello di Hitman nell’universo di 007 apparirebbe irrealistico e forse anche senza senso.

Per quanto abbiano innegabili punti di contatto, già una run a Hitman basta a rivelare che il suo mood e quello di 007 sono distanti e difficilmente davvero sovrapponibili.

Dobbiamo quindi aspettarci un gameplay del tutto diverso fra Hitman e 007?

Forse no.

Tutto sommato, anche le storie di Bond hanno un lato deliziosamente “strategico”, dato che la spia inglese ricorre a gadget di ogni tipo per ingannare i nemici e arrivare ai suoi obiettivi nel miglior modo possibile. Sarebbe quindi interessante vedere 007 al centro di livelli sì basati sull’azione e le sparatorie (vedi sopra), ma dotati comunque di situazioni risolvibili in più modi, tutti in grado di offrire al giocatore divertimento e spettacolarità.

Per esempio, già solo dotare i livelli di oggetti altamente distruttibili potrebbe permetterci di trovare tanti modi diversi di spazzare via le minacce, dal far saltare in aria casse di esplosivo al creare trappole mortali per i nostri nemici utilizzando gli elementi a nostra disposizione.

3) L’utilizzo delle Opportunità e dei gadget in sinergia

Sempre a proposito di gadget, se c’è una dinamica dell’ultima saga di Hitman che meriterebbe una vera e propria trasposizione in 007 è quella delle Opportunità.

Nella seconda trilogia di Hitman, le Opportunità sono particolari eventi che accadono nel corso di una missione e che possono essere utilizzate da 47 per ricavare un vantaggio tattico ai fini dell’operazione. Per esempio, un’Opportunità è la presenza nel livello di un particolare PNG che deve incontrare il nostro obiettivo e che, se tramortito e derubato, potrebbe offrirci il travestimento perfetto per andare a un appuntamento col bersaglio.

Qualora IO Interactive mantenesse l’impostazione sandbox, questa meccanica potrebbe essere ripresentata nella forma di occasioni perfette per usare i gadget al fine di innescare dei “vantaggi” durante una sparatoria. Potremmo usare il nostro disturbatore di frequenze per far saltare tutte le telecamere della location in cui stiamo agendo, oppure un jetpack per raggiungere una posizione elevata, e così via.

La stessa formula di Hitman, ma con il focus sulla modificazione del mondo di gioco a nostro vantaggio, anche al centro delle fasi più action.

4) Livelli in macchina: come gestirli?

Se c’è una caratteristica che differenzia in modo innegabile una storia di 007 e una di 47, questa è la presenza di spettacolari scene di inseguimento a bordo di bolidi modificani come le splendide Aston Martin di James Bond.

Nei precedenti giochi di 007 queste scene erano di solito trasposte in livelli dedicati, strutturati su un gameplay da simulatore di guida arcade, una soluzione che funziona bene.

Ci sono modi in cui IO potrebbe evolvere la formula?

Forse sì.

Per esempio, il team danese potrebbe optare per grandi livelli semi-open world, nei quali Bond potrebbe spostarsi in cerca di indizi e di notizie sulle missioni successive. Certo i pericoli non mancherebbero, e potremmo cadere vittime di attacchi di pattuglie nemiche o sicari.

Quest’impostazione permetterebbe di unire una certa libertà d’approccio e movimento (un concetto com’è noto molto caro ai creatori di Hitman) con la natura fortemente cinematografica e spettacolare degli inseguimenti.

Un compromesso che potrebbe portare la versione videoludica del brand a un nuovo, interessante livello di intensità e magari gettare le basi per una futura struttura semi-aperta per i capitoli successivi.

Se ci pensiamo, in fondo, nei suoi film Bond tende a esplorare non solo la location della sua missione, ma anche la città o la regione in cui è chiamato ad agire, studiando i suoi nemici e infiltrandosi fra le pieghe del tessuto locale.

Che gli 007 di IO siano destinati a divenire veri e propri open-world, in futuro?

5) La creazione di una serie che rivaleggi con lo 007 cinematografico

Al di là di tutto questo bell’elenco di desideri nel cassetto, tuttavia, la speranza finale per uno 007 di IO è un’altra.

Stando alle prime notizie uscite negli scorsi giorni, lo studio potrebbe decidere di trattare il franchise in maniera del tutto diversa dalle sue passate incarnazioni videoludiche (avete recuperato il nostro speciale sulla storia dei videogiochi di 007?), per almeno due motivi:

  • La ventilata volontà di sfruttare la licenza attraverso una vera e propria trilogia organica, fatto che permetterebbe agli sviluppatori di imbastire una trama di largo respiro.
  • La scelta di rappresentare Bond in una forma fisica del tutto distaccata da quella di Daniel Craig o dell’attore scelto per i prossimi 007 (ricordiamo infatti che No Time to Die, in uscita quest’anno pandemia permettendo, sarà l’ultimo film con Craig).

Cosa possono significare queste scelte?

Probabilmente, una libertà creativa molto ampia per uno dei migliori team di sviluppo contemporanei, che potrebbe disporre di risorse ingenti utili non soltanto per costruire una delle migliori incarnazioni videoludiche di 007, ma anche per dotare il franchise di una nuova grande stagione che possa competere con quelle dei migliori Bond cinematografici.

Ci pensate? Se fino a oggi lo 007 videoludico è stato di fatto un tie-in con risultati altalenanti (incluso qualche episodio dalla sceneggiatura originale molto interessante), presto potremmo ritrovarci davanti una versione del tutto inedita, autonoma e originale del personaggio.

E questo potrebbe essere l’esito più interessante di tutta l’operazione.


Il progetto 007 di IO è ancora alle primissime fasi e l’acqua che scorrerà sotto i ponti fino alla release potrebbe essere molta, tuttavia negli anni IO Interactive ci ha abituato benissimo e varie delle ipotesi fatte potrebbero rivelarsi fondate.

Una cosa è sicura: non sarà il solito 007, e potrebbe diventare, forse, fra i migliori videogiochi di 007 in assoluto.

Cosa vi aspettate? L’idea vi stuzzica?

Aspettiamo i vostri commenti.

>>Leggi anche: 5 cose che vorrei da un open-world di Star Wars<<

This post was published on 29 Gennaio 2021 17:00

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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