Hitman 3 sta facendo venire l’acquolina in bocca ai veri king dello stealth che considerano un’onta indelebile finire una missione anche con un solo allarme scattato. Non solo, lo stealth in Hitman non è semplicemente accucciarsi e uccidere qualcuno alle spalle, è una vera e propria arte, tanto da permettere ai giocatori più avvezzi al genere e sempre pronti a sperimentare di sfoderare tutta la loro creatività, mettendo a segno uccisioni fantasiose.
Ci sono altri videogiochi che consentono di sprigionare la kills creativity grazie a meccaniche stealth e gadget implementati per rendere ogni uccisione unica e irripetibile. In questo articolo ve ne segnaliamo sei.
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Corvo Attano è uno degli assassini più abili del mondo dei videogiochi, però possiamo osare un’affermazione azzardata: Corvo è avvantaggiato rispetto all’Agente 47. Eh sì, con tutte quelle abilità sovrannaturali che si ritrova non ha bisogno di travestimenti strampalati, ad esempio.
Tra i suoi poteri ci sono traslazione che gli consente di teletrasportarsi (ah, se potesse farlo anche l’assassino pelato!), possessione con cui manovrare a piacimento altri esseri umani, e branco famelico con cui eliminare ogni minaccia grazie a famelici ratti.
Se il giocatore riesce a ottenere anche solo qualcuna delle abilità disponibili, può scatenare tutta la sua creatività combinandole, diventando un vero e proprio dio dello stealth.
Sì, forse in Manhunt le uccisioni sono meno spettacolari e non personalizzabili, però va detto che la brutalità e la cattiveria con cui si può infierire sui nemici è difficilmente reperibile in altri titoli.
Nel videogioco Rockstar, le uccisioni cambiavano in base all’arma usata (coltello, arma da fuoco, busta di plastica, mazza da baseball, etc.) e al colore dell’indicatore del lock on: giallo con pressione di breve durata, arancione con una pressione media, rosso se si teneva il dito sul tasto ancora più a lungo. Ogni colore aveva un grado di brutalità diverso, ciò permetteva una certa varietà di esecuzioni.
Uno stealth non raffinatissimo, ma di sicuro impatto visivo, soprattutto all’epoca.
Qualsiasi cosa pensiate di questo capitolo, è innegabile che The Phantom Pain, nelle mani di un gamer che sa cosa fa, abbia molte frecce al suo arco durante le fasi stealth. Una mappa aperta, armi di svariato tipo, gadget tipici della serie e il sistema Fulton.
Proprio quest’ultimo, utilizzato dai più per reclutare soldati trasportandoli alla Mother Base, può diventare l’arma più ingegnosa per compiere uccisioni fantasiose. Bisogna avere idee chiare, velocità di esecuzione e una giusta dose di follia.
Splinter Cell Conviction non aveva convinto, anzi, aveva proprio fatto arrabbiare i fan della serie. Con Blacklist, Ubisoft si è decisa a tornare alle origini reinserendo alcune feature che avevano reso celebre il franchise: si possono di nuovo spostare i corpi dei nemici abbattuti, torna anche il visore termico a discapito del sonar, è consentito al giocatore finire il gioco senza mai essere scoperto.
Insomma, un vero paese dei balocchi per gli amanti dello stealth sempre alla ricerca di una sfida impegnativa. Le uccisioni di Blacklist sono meno creative di quelle di Hitman 3, essendoci meno percorsi alternativi, e meno spettacolari di quelle di Dishonored, per la natura più realistica dell’approccio allo stealth, tuttavia ci sembrava giusto aggiungerlo.
Per quanto Watch Dogs abbia deluso molti a causa di alcune promesse non mantenute, l’open world Ubisoft mantiene alta la bandiera degli stealth game grazie alle possibilità offerte dall’hacking.
Se il giocatore apprende appieno le dinamiche di gioco e soprattutto come il mondo gira intorno a queste dinamiche, riuscirà senza dubbio a dare sfoggio della sua creatività nelle kill grazie alle opportunità offerte dal ctOS, da un’interazione ambientale di tutto rispetto e da una buonissima mobility negli scenari.
Un gioco dalle atmosfere completamente diverse da Hitman 3 e da qualunque altro titolo citato in questo articolo. Anche il protagonista non sembra adatto a missioni silenziose, al passare inosservato, eppure il goblin Styx è un maestro dell’assassinio, ha dalla sua delle abilità che lo rendono letale e inesorabile, come la visione d’ambra che rileva i nemici, l’invisibilità (e anche con questa l’Agente 47 se la passerebbe diversamente) e la possibilità di creare cloni con il compito di attirare i nemici (come se 47 potesse contare su altre persone pelate).
This post was published on 19 Gennaio 2021 18:29
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