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Speciali

GTA VI: perché abbiamo bisogno di tornare a Vice City

La next-gen è arrivata e sono ormai 7 anni che manca all’appello un nuovo GTA, mentre le voci sul gioco in sviluppo si fanno sempre più insistenti. Tra acquisizioni di nuovi studi da parte di Rockstar e Take-Two, probabili informazioni celate nei trailer degli eventi di GTA online e presunti rumor, la voglia di rubare auto e lanciarsi in sparatorie in GTA VI cresce sempre più di giorno in giorno.

Era il 29 ottobre 2002 quando GTA: Vice City apparve per la prima volta nelle nostre librerie videoludiche. Il giocatore vestiva i panni di Tommy Vercetti, italo-americano appena rilasciato dal carcere dopo 15 anni di detenzione, ritrovatosi all’improvviso nel pieno degli anni ’80 a Miami: cocaina, luci colorate, bikini, petti villosi che fanno capolino dalle camicie scollate, ma soprattutto canzoni di Toto e di Laura Branigan ovunque, come dimostra il video celebrativo del decimo anniversario di gioco pubblicato da Rockstar.

Vice City è anche la città dell’era 3D di Grand Theft Auto che ancora non è stata mai riproposta: in GTA IV abbiamo camminato per le strade di Liberty City, ambientazione ispirata a New York già vista in GTA III, mentre nel più recente GTA V siamo tornati a Los Santos, città che richiama Los Angeles già incontrata in GTA: San Andreas. Con GTA VI potrebbe essere proprio il turno di un revival di GTA: Vice City, magari proprio nel 2022, anno del ventesimo anniversario del gioco.

Sono in molti a sognare un ritorno della città del vizio nel franchise di Grand Theft Auto. Al di là delle presunte schermate trapelate in questi mesi in giro per internet, ci sono una serie di motivazioni che ci consentono di sperare in un GTA VI ambientato a Vice City.

【aesthetic】

Negli anni ’80 Miami divenne il più grande punto di transito di cocaina. Noi videogiocatori lo sappiamo bene anche grazie alle ricostruzioni grottesche e sardoniche di GTA: Vice City. Il traffico internazionale di droga e il fiorire di nuove industrie come quella del turismo e della moda portarono tantissimi investimenti miliardari a Miami, ma anche un crescente clima di violenze e crimini tanto da trasformare la città in una delle più pericolose del mondo.

Le grafiche, i tramonti e i colori della vecchia serie TV Miami Vice non sono vapor. È la vaporwave che attinge anche a materiale della vita e della cultura di Miami.

È in questo scenario che nacque Miami Vice, fortunata serie TV poliziesca che col passare degli anni ebbe influenza sulla città stessa, ma anche sulla moda, sul cinema e sulla musica di tutto il mondo. L’identità “Vice non è nata per caso, ma è il frutto delle estetiche che venivano ostentate in quel periodo, e che grazie anche alla serie TV si sono ancorate per sempre all’immaginario della città. Un immaginario che oggi è ampiamente sfruttato dalle correnti vaporwave, e a dirla tutta è merito perfino dello stesso GTA: Vice City se tale immaginario si è sedimentato nel tempo.

Proprio prima dell’emergenza COVID-19 ho avuto la fortuna di trovarmi a Miami per un viaggio. In quei giorni ho constatato come la città americana non sia mai uscita del tutto da quel periodo degli anni ’80: criminalità a parte che non ho avuto modo di riscontrare per fortuna, ovunque era presente musica di quel periodo, luci e noen spuntavano da qualsiasi edificio e da sotto ogni auto sportiva, le spiagge bianche si stagliano ancora davanti a imponenti grattacieli, e tra le palme è ancora possibile intravedere pattinatrici in bikini.

Dal 2017 i Miami Heat dedicano una maglia di gioco alla propria città. In foto abbiamo le ultime 4: Vice Nights e Sunset Vice della stagione 2018-2019, la maglia Vice Wave della scorsa stagione 2019-2020 e l’ultima Vice Versa presentata nei giorni scorsi per la stagione 2020-2021. All’album manca la maglia bianca Miami Vice della stagione 2017-2018.

È un retaggio culturale che la stessa città di Miami sa bene di avere, basti guardare anche alle iconiche terze maglie che in questi anni sono state presentate dalla squadra di NBA Miami Heat, visibili qui in alto. Se per noi vaporwave e retrowave sono correnti culturali nate quasi per gioco su internet, a Miami invece la retromania è uno stato mentale dell’intera città.

Palme e tramonti, rosa e azzurro, sintetizzatori e cyber-geometrie: quando si parla di retrowave si parla di Miami e viceversa. Lo skyline del centro città così come il quartiere art déco coi suoi neon rispecchiano esattamente i colori, le forme e il mood della Miami immaginata dalla TV a partire dagli anni ’80 fino alle correnti digitali saltate fuori dagli anni 2010 a oggi, correnti estetiche digitali, con le loro micro-tendenze e i propri sottogeneri, che oggi stanno diventando un fenomeno pop ben riconoscibile da tutti.

In poche parole l’immaginario intorno alla Miami geograficamente esistente e quello relativo alla sua controparte digitale si stanno sovrapponendo. Proprio per questo motivo, il ritorno a Vice City di GTA sarebbe così giusto da risultare anche scontato. Per Rockstar sarebbe utile battere il ferro finché è ancora caldo, ossia fin quando la vaporwave e le altre correnti a essa collegata riescono ancora a catalizzare l’attenzione. In effetti è sorprendente che vaporwave e retrowave non siano state correnti passeggere e che, anzi, continuino tuttora a essere sfruttate in molti campi… ma quanto dureranno ancora?

Come sarebbe una moderna Vice City

Rockstar e in generale il franchise di Grand Theft Auto sono sempre stati all’avanguardia dal punto di vista tecnico e del gameplay, e non ci si può aspettare di meno dal prossimo GTA VI, soprattutto dopo un’attesa che dura da così tanti anni. Guardando al di là delle migliorie tecnologiche e grafiche, se questo nuovo capitolo sarà davvero ispirato a Vice City, ci aspettiamo un salto temporale a giorni più vicini ai nostri, ma soprattutto una mappa di gioco nettamente più vasta di quella di GTA: Vice City.

A guardare il vecchio mondo di gioco con gli occhi del 2020 viene da sorridere per quanto è minuscolo rispetto agli open world moderni, inclusi gli ultimi lavori di Rockstar come Red Dead Redemption II e GTA V. Il lavoro di restyling che servirebbe a rendere una nuova Vice City a misura del giocatore moderno è sicuramente imponente se prendiamo in considerazione il fatto che ogni nuovo titolo di Grand Theft Auto presenta un mondo di gioco sempre più vasto del precedente.

La città del vizio

Per le ristrettezze tecnologiche del 2002 era impossibile rappresentare tutte le sfaccettature di un’area metropolitana grande e particolare come quella di Miami, anche se Rockstar ci ha provato e, in effetti, in alcuni ambiti ci è riuscita. L’isola a destra ad esempio è estremamente simile a Miami Beach, una città turistica situata davanti alla vera Miami.

Una sera qualunque a Ocean Drive – Miami Beach

Se pensate che le discoteche e le auto tamarre viste in GTA: Vice City siano state solo una libertà artistica degli sviluppatori di Rockstar per rappresentare alla meglio gli anni ’80, vi sbagliate di grosso: Miami Beach è la cristallizzazione degli anni ’80, una città che è rimasta ancora all’immaginario Vice. In particolare, la strada di Ocean Drive (foto in alto) è tuttora una vera e propria passerella per le auto sportive che vanno avanti e indietro lungo questa via solo per mettersi in mostra. La strada è posta tra le spiagge bianchissime dell’oceano atlantico e il quartiere art déco, un altro simbolo dello sfarzo e del kitsch di Miami Beach, tra neon luminosi e palme.

Le grandi truffe e gli appalti truccati di Vice City invece si svilupperebbero a Downtown, il distretto finanziario di Miami tra grattacieli e monorotaie. Quest’area in GTA: Vice City era rappresentata dall’isola a sinistra, ma in maniera molto sommaria e poco approfondita visto che al suo interno erano presenti anche altri quartieri caratteristici della metropoli. Confidiamo che in un probabile ritorno a Vice City, l’area Downtown venga estesa.

Leggi anche: GTA 5 | Trucchi e Codici per PS4, PS5, XBOX ONE, PC

Sarebbe interessante vedere anche zone di Miami e dei suoi dintorni che, per motivi evidenti di spazio, Rockstar non è riuscita a portare in GTA: Vice City. Un esempio è Coral Gables, un sobborgo confinante con la metropoli che si sviluppa su un sistema di boulevard e villette, sede per la Università di Miami e di numerosi centri commerciali; insomma, ottime zone ricche per delle rapine in GTA VI. Altro esempio è Wynwood, il quartiere artistico della città del vizio che potrebbe diventare in gioco un coacervo di hipster e bande criminali giovanili.

Le persone viziate

Un altro aspetto della vita di Miami che è stato rappresentato bene già in GTA: Vice City è il multiculturalismo: ad oggi quasi il 60% della popolazione di tutta l’area metropolitana di Miami è nata al di fuori degli Stati Uniti, con una larga maggioranza ispanica (proveniente dai caraibi e dal sud america), tant’è che lo spagnolo oggi è considerato una lingua ufficiale della città. In GTA: Vice City infatti abbiamo incontrato tanto la classica mafia di derivazione italiana quanto i criminali cubani e haitiani, stanziati rispettivamente in Little Havana e Little Haiti, quartieri che nella realtà esistono anche a Miami.

Rubare l’auto del clan Voodoo a Little Haiti era una delle missioni di GTA: Vice City

Oggi a queste etnie andrebbero aggiunti anche i venezuelani, dal 2013 in fortissimo aumento a Miami a causa della dura situazione economica che il paese sudamericano sta attraversando. A tal proposito la piccola cittadina di Doral, posizionata a ridosso dell’aeroporto internazionale di Miami, viene chiamata comunemente Little Venezuela da qualche anno. Se in GTA VI si tornasse davvero a Vice City, potremmo aspettarci magari qualche storyline a tema chavismo, o forse un assalto terrorista comunista a un albergo di Donald Trump presente proprio a Doral.

Un’altra popolazione molto presente e influente a Miami è la comunità ebraica, ben radicata in città. Pensate che quando sono stato lì nel 2019 andai a vedere una partita dei Miami Heat, e l’intera sezione pre-match fu dedicata esclusivamente agli auguri per l’Hanukkah, una festività ebraica, nonostante fosse il 24 dicembre, con tanto di inno americano cantato da un famoso lirico del posto di fede ebraica… eppure la TV ci ha sempre insegnato che negli USA si festeggia il Natale. Chissà se in GTA VI potremmo vedere rappresentate anche delle comunità religiose in lotta o legate in qualche maniera agli ambienti criminali.

Oltre Miami

Se è vero che debba arrivare una mappa di gioco mastodontica, è lecito aspettarsi che GTA VI, per quanto possa focalizzarsi su Vice City, comprenda nei propri orizzonti un po’ tutto lo stato della Florida, il cosiddetto Sunshine State, uno dei luoghi più iconici e singolari dell’intera unione americana.

Per cominciare, rimanendo sulla terraferma, ci si potrebbe spostare leggermente più a nord, nella contea di Palm Beach, un’area metropolitana forse ancora più estesa di Miami, oltre a essere la zona più benestante della Florida con mega-villoni e cittadine che sembrano paesini mediterranei trapiantati negli states. Uno scorcio del genere l’avevamo già visto nelle isolette centrali di GTA: Vice City, rappresentative delle isolette esclusive di Miami come la Fisher Island o le Venetian Islands, luoghi dove dimorano personaggi ricchissimi e VIP.

Vercetti Estate, l’edificio più costoso di GTA: Vice City

Andando molto più a nord si potrebbe arrivare perfino a Orlando, città celebre per i parchi divertimenti; pensate che l’intera area dedicata al Disney World è più estesa della città stessa, e questa contiene solo le decine di parchi a tema di Walt Disney (Nei dintorni ci sono anche i parchi Universal, il SeaWorld, e molto altro). La zona è famosa anche per i numerosi resort a ridosso dei laghi.

Un’altra area che sarebbe interessante esplorare è quella delle Isole Keys, una fila indiana di isolette minuscole che si estendono per diversi kilometri attraversati da una lunga autostrada. Al di là del viaggio evocativo tra pellicani, oceano ai lati e tempeste tropicali, potrebbe essere un’opportunità arrivare all’ultima di esse, la più grande e popolata: Key West.

Antico covo di pirati a fare da spartiacque tra Golfo del Messico e Mar dei Caraibi, l’isola di Key West è uno dei posti più folli del mondo, tra galline che scorrazzano libere in giro assieme a pappagalli e lamborghini, musica sempre ad alto volume e rievocazioni piratesche frequenti.

Veicoli singolari

Se prendiamo in considerazione l’intero stato della Florida, dobbiamo tenere a mente la sua caratteristica principale: è per due terzi occupato da paludi. Una soluzione particolare per un GTA con questa ambientazione sarebbe proprio quella di potersi addentrare tra mangrovie e acquitrini con un hovercraft, magari proprio nell’area delle Everglades, una riserva naturale piena di alligatori, tartarughe azzannatrici e altra fauna caratteristica che potrebbe aggiungere un po’ di colore alle solite scorribande di Grand Theft Auto, come ad esempio una bella gara di trattori nel fango.

Una normalissima gara ATV a ridosso di una palude fangosa in Florida

Pensate che nel Parco Nazionale delle Everglades sono presenti percorsi anche in bicicletta, attraversati tranquillamente da animali pericolosi di ogni tipo. Chissà come sarebbe fare il corriere della droga in un percorso del genere, magari pedalando o su un trattore come nell’immagine in alto, inseguiti da alligatori e dalla guardia nazionale, solo per poter arrivare nella Tampa Bay, contea sul versante opposto della Florida che affaccia direttamente sul Golfo del Messico.

Velivoli e imbarcazioni sono stati ben approfonditi da GTA: Vice City e contiamo che in GTA VI ne si aumenti la varietà. Da un lato la presenza dell’aeroporto internazionale di Miami e di piccole piste di atterraggio ed eliporti fanno della Florida uno degli spazi aerei più esplorati anche dai piloti amatoriali, dall’altro lato invece la presenza massiccia di isole e paludi ha reso nei decenni gli abitanti della Florida esperti navigatori. Una funzione che mancava in Vice City era la possibilità di nuotare e di andare sott’acqua, quindi speriamo di poter esplorare anche i fondali marini in GTA VI.

Leggi anche: GTA 5: Guida ai trofei e agli obiettivi!

Oltre a hovercraft e trattori sarebbe interessante avere come veicoli pilotabili anche hoverboard e segway o gli scooter elettrici per anziani e per obesi, tipi di locomozione personale che ho visto in quantità inenarrabili nella mia settimana di soggiorno in Florida, più di quanti non ne abbia visti altrove nella mia intera vita.

Florida Man

La Florida non è famosa solo per Miami, le paludi e le spiagge. Avete mai sentito del gioco social del Florida Man? Se scrivete su Google la frase “Florida Man” seguita dal vostro giorno di nascita, troverete sempre un crimine paradossale compiuto da qualche folle nel Sunshine State.

In altre parole, la Florida incarna lo spirito di Trevor di GTA V: caos puro e idiozia americana. Il Florida Man è il tipico giocatore annoiato di GTA che per fare qualcosa di diverso dalle missioni della campagna di gioco decide di prendere un auto e investire tutti i pedoni, o come nel caso dei risultati di google qui sopra di prendere ad accettate un tizio a caso in un pub, o di spogliarsi in un McDonald’s.

Si tratta ovviamente di uno stereotipo, ma come ogni stereotipo c’è sempre un fondo di verità. GTA fin dai suoi primi capitoli 2D mette nelle mani del giocatore un gameplay che gli consente di compiere qualsiasi cosa, e questo porta spesso a idiozie come quelle sopracitate. Il tutto fa parte di una critica abbastanza velata alla società americana, farcita da sempre di sparatorie e violenze ingiustificate. È per questi motivi che il Florida Man incarnerebbe alla perfezione lo spirito di gioco di Grand Theft Auto.


Se GTA VI ci farà tornare finalmente a Vice City, ci auguriamo di trovare quante più cose possibili tra quelle descritte in questo articolo. Miami e la Florida intera sono ambientazioni perfette per un gioco come Grand Theft Auto, e al limite se proprio non si potranno rivivere in un nuovo capitolo del franchise confidiamo in una remaster di Vice City.

This post was published on 26 Dicembre 2020 14:00

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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