Con Mass Effect: ritorno al futuro continua la nostra rubrica settimanale #venerdìnostalgia dedicata al retrogaming. Ecco il nostro racconto di un gioco che ha dato vita ad una saga in grado di competere con grandi capolavori di fantascienza.
Se vi siete persi gli articoli precedenti dedicati al retrogaming potrete ritrovarli comodamente tutti a questo link. Troverete God of war, Resident Evil, Silent Hill, Winning Eleven e molte altre chicche raccolte solo per voi!
Sembra impossibile ma sono già passati undici anni dall’uscita del primo capitolo di una delle saghe di fantascienza più belle che siano mai state concepite per essere giocate. Quando misi le mani su questo gioco non avrei mai pensato di essere sul punto di entrare in un universo che avrebbe tracciato per sempre un solco nel mio cuore. Un insieme di personaggi, storie, mondi e avventure degne dei migliori libri di Asimov o delle migliori puntate di Star Trek.
Un’avventura scritta e diretta con l’accuratezza di un film, in grado di emozionare, di immergere, di divertire e, in moltissime occasioni, di far riflettere profondamente. Un gioco che ha saputo unire una componente action molto spiccata all’amore per i dialoghi, per le trame complesse e delle scelte mai banali. Una storia da plasmare a propria immagine e somiglianza tra snodi e bivi, seguendo il corso degli eventi di un capolavoro chiamato Mass Effect.
Anno 2183. La scoperta di una potente tecnologia aliena ritrovata sul pianeta Marte ha aperto nuovi orizzonti alla capacità della specie umana di muoversi attraverso la galassia. Questa tecnologia, grazie alla realizzazione del portale Caronte, ha permesso di scoprire altre forme di vita, di stabilire relazioni commerciali e politiche, di realizzare colonie e di affacciarsi in un nuovo inesplorato universo. Al centro di tutto questo vi è la Cittadella, un’enorme struttura orbitale che racchiude al suo interno una fusione di tutte le specie più importanti della galassia.
Tra tutte le specie ve ne sono tre che, per conoscenze, potenza militare e tecnologia, si ergono a guida di tutte le altre. Queste razze sono le Asari, i Salarian e i Turian. Gli umani sono considerati una razza ancora secondaria, con del potenziale ma non ancora pronta per prendere il proprio posto nel cuore decisionale intergalattico. Il peso politico umano è riconosciuto attraverso la concessione un’ambasciata ufficiale sulla Cittadella e pochi incarichi di rilievo. Inizia qui una storia destinata a diventare leggenda, la storia del comandante Shepard.
Nel primo Mass Effect ci troveremo a impersonare i panni del primo ufficiale della nave spaziale Normandy del capitano David Anderson. Durante una missione di recupero di una sonda, verremo in contatto con un manufatto alieno di incredibile potere e conoscenza. Questa sonda, realizzata da una avanzatissima civiltà ormai estinta, ci mostrerà un passato in cui tutte le razze organiche dell’universo furono distrutte da un’invasione di entità tecnologiche note come “Razziatori“. Inizia così un viaggio all’interno della galassia, nel tentativo di fermare uno spettro Turian, di nome Saren, che sta guidando la prima avanguardia dei Razziatori nel nostro universo.
Viaggeremo tra mondi, venendo a contatto con le peculiarità delle varie razze presenti nell’universo. Scopriremo l’affascinante cultura Asari, formata unicamente da donne, verremo a contatto con i geniali Salarian, in conflitto secolare con i Krogan, specie guerriera modificata geneticamente dai Salarian per impedirgli una riproduzione incontrollata. Scopriremo gli scaltri e abili Turian, razze cibernetiche, insettoidi, pacifiche e ostili. Verremo a contatto con civiltà come i Quarian, costretti a vagare perché cacciati dai propri mondi dalla tecnologia che loro stessi hanno creato.
Il fulcro della narrazione si sposta ben presto dalla trama principale ad una fitta rete di interazioni e intrecci tra le varie razze. Ci troveremo a dover scegliere se salvare o sacrificare i nostri compagni di squadra, a volte i nostri amori, se condannare intere razze all’estinzione oppure provare a salvarle compromettendo la nostra missione. Man mano che viaggeremo da un mondo all’altro scopriremo nuovi particolari sui membri del nostro equipaggio, perdendoci nella scoperta dell’universo stesso più che delle nostre peripezie.
Le fasi di gioco si alternano tra il ruolo puro, con dialoghi, scelte multiple, esplorazione e costruzione della propria squadra, e fasi action in terza persona nei quali dovremo affrontare pericoli ed orde di nemici. Per affrontare le situazioni ci sono sempre molte soluzioni differenti, consentendo ad ogni giocatore di affrontare i problemi con i propri metodi. Certo, lasciatevelo dire, rinunciare ad un Krogan nelle nostre spedizioni d’assalto sarebbe davvero un errore imperdonabile.
Fin dalle prime battute del gioco ci viene data l’opportunità di costruire l’eroe che più ci aggrada. Come in ogni buon GDR che si rispetti, non siamo obbligati a giocare per forza il soldato umano per eccellenza, ne siamo limitati ad una condotta morale unicamente positiva. Io, ad esempio, creai una Shepard donna, sulla scia della Ripley di Alien, cinica e risoluta, e vederla crescere in tutto l’arco della storia è stata una delle più belle esperienze videoludiche che mi sia mai capitato di fare.
In questo viaggio, posso dire di essermi davvero affezionato ai Krogan (molto simili ai Klingon di Star Trek), di aver empatizzato con i Quarian riuscendo però a capire le motivazioni profonde dei Geth, divenuti tecnologia consenziente e quindi una nuova razza. Mi sono divertito a cogliere i rimandi a tutta la storia della fantascienza, con più di una strizzatina d’occhio all’universo di Star Wars. Un ambiente vivo, in continuo mutamento, in cui un enorme peso ha avuto la scelta di rendere gli umani una sorta di terzo mondo spaziale, in cerca del proprio spazio vitale tra quelli che contano, e in cui le nostre azioni saranno fondamentali per definirci come specie.
Una delle peculiarità della saga di Mass Effect è quella dei bivi e delle scelte multiple. Nei nostri viaggi ci troveremo spesso a prendere decisioni anche molto pesanti, in grado di avere forti ripercussioni su tutto lo svolgimento della trama. Tralasciando le polemiche sul fatto che tutti questi fili, una volta tirati assieme alla fine della trilogia, riducano in buona parte il peso di tutto ciò che avremo fatto o non fatto, c’è da dire che durante l’avventura avremo davvero la sensazione di plasmare l’universo.
Alla fine del primo capitolo, sotto attacco da parte dei Razziatori, ci verrà chiesto se provare a salvare o condannare a morte il Consiglio della Cittadella, a dire il vero mai troppo generoso nei nostri confronti. In base alla nostra scelta potremo avere una galassia con l’umanità rappresentata in un nuovo Consiglio galattico a quattro specie, oppure una galassia dove è l’umanità stessa ad aver preso le redini del comando. Scelte che si sommano e plasmano una realtà sempre in divenire.
L’universo di Mass Effect, oltre ad essere molto vasto, è anche pieno di curiosità e segreti. Se vi recate sul pianeta Ontarom, potrete trovare una mucca borseggiatrice. Dandole le spalle infatti, vedrete i soldi scendere rapidamente, salvo fermarsi quando vi girerete a fissarla. Un easter eggs figlio di un bug in fase di programmazione. Così come, raggiunto un certo livello, saremo chiamati a risolvere un problema con una IV impazzita sulla Luna. Quella IV impazzita altri non è che IDA, personaggio del terzo capitolo.
Per quanto riguarda gli attori e i doppiatori di Mass Effect, il Krogran Wrex, uno dei personaggi più amati della saga, è doppiatto da Jeffrey Dean Morgan, il Negan di The Walking Dead, mentre Miranda Lawson, una delle eroine più sexy dell’intera saga, è modellata sulle fattezze dell’attrice Yvonne Strahovski, famosa per la sua partecipazione in Dexter.
Una saga, quella di Mass Effect, in grado di unire assieme molti elementi diversi, mescolandoli in un perfetto equilibrio. Un successo senza precedenti che ancora oggi è riconosciuto come uno dei giochi di fantascienza più belli di tutti i tempi.
This post was published on 4 Maggio 2018 14:26
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