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Over the Moon, la recensione | La risposta a Disney di Netflix

Il prossimo 23 ottobre arriva su Netflix Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria, una favola d’animazione che non ha nulla da invidiare ad un classico Disney e miscela tutti gli elementi cari all’azienda di Topolino per raccontare una storia dove la perdita è solo l’inizio del viaggio.

Trama: tra leggende antiche e viaggi nello spazio

Prodotto dallo studio cinese Pearl il film riprende la triste storia della principessa Chang’e separata dal suo amato e confinata sulla luna. Una storia che i genitori di Fei Fei, la protagonista della pellicola, le raccontavano spesso quando era bambina. Dopo la perdita della madre però la giovane non accetta il nuovo amore del padre deciso a sposarsi con un altra donna. Fei Fei è disposta a tutto per far rivivere in lui il ricordo della madre, anche andare sulla luna e dimostrargli che Chang’e esiste. Così decide di costruire un razzo per raggiungere la principessa, ma quello che la aspetta nel regno di Lunaria è una vera e propria sfida con se stessa e con i suoi sentimenti.

Co-diretto da Glean Keane (La Sirenetta, Aladdin) e John Kars (Paperman, Ratatouille) e scritto da Audrey Wells (George della giungla, Cambio di Gioco) – tutti nomi che hanno contribuito a rendere Disney il colosso che è oggi – Over the Moon è un film riuscito a metà capace di avvicinarsi alla perfezione delle pellicole disneyane ma incapace purtroppo di andare oltre e dimostrare di poter offrire qualcosa di più. Molte scene sembrano scimmiottate direttamente da un classico Disney, i coprotagonisti come il cane o i tre polli in moto (spaventosamente simili agli Angry Birds) sembrano riciclati da altri film e nel complesso c’è tanta, forse troppa Disney per non essere un film Disney.

Questo, al di la’ di alcune scelte di trama poco azzeccate, è forse il più grande problema del film di Pearl Studio, il pesante intento di emulare che ha finito per svuotare l’opera della sua anima.

Animazione spettacolare: tra tradizione e computer grafica

Fortunatamente l’animazione offerta da Sony Pictures Imageworks è davvero eccezionale: Lunaria è bella da vedere, luminosa e fluida come una lampada lava che da vita a un microcosmo di creature colorate e dalle forme più disparate e alle danze della principessa a metà tra il KPOP e i canti delle leggende.

Il combattimento di ping pong tra Chin, il fratellino acquisito di Fei Fei e Chang’e, è spettacolare, con palline che volano e curvano in ogni direzione mentre i due sfidanti combattono un duello a gravita zero. Così come è spettacolare il viaggio delle rane giganti nello spazio per accompagnare Fei Fei al castello di Lunaria. La città terrestre dei giovani protagonisti presenta invece poche location oltre alla casa, il ponte sul fiume e la stazione del treno. Queste però sono realizzate con una cura quasi maniacale per i dettagli che impreziosiscono ogni scena facendo avvertire allo spettatore il calore di casa.

Infine, alcuni intermezzi sono raccontati miscelando l’animazione tradizionale alla CGI, una scelta interessante che forse poteva essere sfruttata di più e che va ad aggiungere all’opera un tocco quasi magico e antico come una leggenda cinese.

Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria è la risposta di Netflix ai classici Disney. Una risposta ancora acerba e che manca di quell’innovazione tipica dei prodotti Disney, ma che va incoraggiata e che non potrà non piacere ai più piccoli. Con la sua splendida animazione e le sue canzoni (tra cui Volo Via cantata da Elodie) Over the Moon è una favola da godersi sul divano insieme a tutta la famiglia, capace di scaldare il cuore e di catapultare lo spettatore in una grande avventura. Per i più grandi magari le canzoni risulteranno troppo frequenti, oramai anche la stessa Disney ha smesso di usarle in maniera tanto abbondante, ma è un elemento su cui sorvolare e che non guasta troppo il viaggio.

This post was published on 21 Ottobre 2020 13:37

Simone Alvaro "Guybrush89" Segatori

Ritrovato in tenera età su una spiaggia pixelata le sue prime parole sono state "Voglio fare il pirata!" In mancanza di un vero galeone è partito all'arrembaggio del mare della rete depredando le conoscenze di ogni isola su cui è approdato: Ha scritto per Games, VGN, Adventure's Planet, Badgames, FlopTV, Cinefilia Ritrovata, Ridble e creato qualche video per la ciurma di Game Series Network. Nel mentre la taglia sulla sua testa è aumentata e dopo che l'Università di Viterbo lo ha ritenuto un pericoloso "Capitano della Comunicazione", l'Alma Mater Studiorum di Bologna lo ha classificato come "Minaccia Pirata esperta di Cinema, Televisione e Produzione Multimediale". Per circa un anno è quindi rimasto nascosto nella Cineteca di Bologna, gestendo dall'ombra l'Archivio Videoludico e organizzando anche un ritrovo piratesco conosciuto come Svilupparty. Dopo qualche tempo passato in mare tra cinema, fumetti, serie tv, libri, aspirapolvere e videogiochi, senza mai una vera casa, mette l'ancora alla fonda nella baia videoludica di Player.it, dove passa le giornate in compagnia di scimmie, balene e altri animali. Va spesso ad ubriacarsi nella taverna di Tom's Hardware, inoltre va all'arrembaggio di libri e fumetti su Frasix, di gadget e serie TV su Nospoiler e Cinematographe e svolge ricerche su antichi manufatti per conto di Ivipro. Il richiamo dell'oceano però lo trascina continuamente tra le onde e anche se non sa dove lo porterà il vento quello che conta davvero è il viaggio.

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