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Speciali

[PlayHalloween] 5 luoghi infestati in cui ambientare un videogioco horror

‘A volte la realtà supera la fantasia’ è una frase che si sente dire spesso e non va molto lontana dalla verità perché nella storia dell’umanità sono accaduti eventi che hanno dell’inspiegabile. I luoghi legati a questi eventi sono poi stati avvolti da un’aura particolare, entrarvi fa scorrere un brivido dietro la schiena a chi prova ad avventurarsi tra i corridoi o le strade che sono state teatro di fatti agghiaccianti.

I film e le serie tv sovente si ispirano a questi accadimenti, ma anche i videogiochi hanno grandi potenzialità da questo punto di vista. Un paio di esempi ci vengono forniti da Kholat, horror ambientato sui monti Urali che narra la vicenda tuttora irrisolta del Passo Dyatlov, e Man of Medan, titolo di Supermassive Games che cerca di dare una spiegazione al naufragio della nave Ourang Medan.

Esistono però parecchi luoghi reali con la fama di essere infestati che potrebbero fare da location a un videogioco horror. In questo articolo ne abbiamo selezionati cinque.

Foresta di Aokigahara

Aokigahara è una foresta situata in Giappone che si estende per 3000 ettari alla base del monte Fuji. Questo luogo è tristemente noto come “foresta dei suicidi” perché ogni anno un gran numero di persone decide di togliersi la vita proprio recandosi lì.

Si stima che circa 30 persone all’anno si tolgano la vita ad Aokigahara, ma questi numeri potrebbero essere molto più alti visto che le autorità giapponesi hanno deciso di non rivelare più i dati per non aggravare la cattiva nomea del luogo.

La foresta di Aokigahara non è fatta solo di fitti alberi, ma anche di rocce laviche e caverne di ghiaccio, inoltre, il vento sembra non riuscire a penetrare la fitta vegetazione rendendo il posto silenziosissimo. All’ingresso della foresta sono stati posti anche dei cartelli che invitano le persone a cercare aiuto presso degli specialisti e a tornare indietro se il loro intento è quello di suicidarsi.

Non è raro trovare corpi inermi al suo interno e chi ci entra per sbaglio o per esplorare potrebbe non riuscire più a uscirne. Più che terrore, Aokigahara ispira desolazione, tristezza, una forte ansia, sensazioni amplificate dalla presenza sui suoi sentieri di oggetti personali di chi si è suicidato.

Un videogioco horror ambientato qui potrebbe avere un fascino eccezionale, come incipit possiamo immaginare il protagonista che si mette sulle tracce di un amico/parente scomparso o appassionato di urbex, cioè esplorazioni urbane, con tante storie parallele che si scoprono man mano leggendo documenti e diari abbandonati. Avrebbe molto senso un titolo story driven, sulla falsariga di The Vanishing of Ethan Carter.

Per approfondire l’argomento —> Foresta dei suicidi

Fattoria Hinterkaifeck

1921, fattoria di Hinterkaifeck, a 30 km da Monaco di Baviera. Qui avviene uno dei fatti più agghiaccianti della storia, si consuma una serie di omicidi ancora senza spiegazione su cui il reale e il paranormale si scambiano di posto continuamente. In quella fattoria abitavano i Gruber, famiglia composta da Andreas, capofamiglia, la moglie Cazilia, la figlia Viktoria e i suoi figli Cazilia e Josef. Con loro abitava una cameriera.

Proprio quest’ultima dà inizio a una serie di fatti inspiegabili, infatti la donna si licenzia preoccupata da possibili presenze che dice di aver udito; a seguito di ciò, un’altra domestica viene assunta, mentre Andreas trova nei giorni seguenti tracce sulla neve che portano alla foresta vicina per poi scomparire nel nulla, sente rumori sinistri provenire dalla soffitta e scopre un giornale all’ingresso che non fu mai richiesto e mai consegnato.

Nonostante ciò, la vita dei Gruber continua normalmente finché, passati i primi giorni di aprile, di loro sembrano essersi perse le tracce. Gli abitanti del paese vicino decidono di cercarli nella loro tenuta dove avviene la macabra scoperta: tutta i membri della famiglia, compresa la cameriera e il piccolo Josef, vengono ritrovati morti, uccisi con un piccone.

Non vi è traccia di effrazione, il cane è ben legato e, fatto davvero inquietante, tutto fa pensare che chi ha commesso gli omicidi sia rimasto nella fattoria anche nei giorni seguenti il misfatto, curandosi addirittura degli animali.

Tantissime le ipotesi fatte, da quelle soprannaturali a quelle più razionali, tanti i sospetti interrogati, tra cui il marito di Viktoria, creduto morto durante la Prima Guerra Mondiale, ma in realtà ancora vivo e vegeto. Sulla famiglia si scoprono inoltre molti altarini e segreti inconfessabili che potrebbero aver fatto da movente alla strage. Tuttora nessuno riesce a spiegarsi cosa possa essere successo in quella fattoria, proprio per questo riteniamo che un videogioco horror ambientato lì possa essere davvero affascinante.

Lo immaginiamo come un horror investigativo in cui il protagonista potrebbe essere un discendente dei Gruber alla ricerca della verità o un investigatore privato che, appassionatosi al caso, decide di indagare. La fattoria attualmente non è più presente, è stata demolita, ma per finzione scenica si può lasciare lì.

Per approfondire l’argomento —> Gli omicidi di Hinterkaifeck

Glamis Castle

Un antico maniero infestato dai fantasmi o abitato da creature deformi è un classico dell’horror. In Scozia, nel villaggio di Glamis, trova il suo posto uno dei castelli più belli del mondo, residenza natale della madre dell’attuale Regina d’Inghilterra. Il castello è aperto al pubblico ed è teatro di numerose apparizioni, alcune di esse davvero fantasiose.

La leggenda principale che si racconta sul castello di Glamis è quella di un mostro deforme nato proprio dalla famiglia reale che, per la vergogna, lo rinchiuse in una stanza segreta che fu poi murata.

I racconti di alcuni visitatori, invece, parlano di apparizioni davvero angoscianti, come quella di una donna senza lingua che riesce comunque a far udire le proprie urla, quella di un uomo che gioca a dadi con il demonio in persona e quella di un pazzo farfugliante che apparirebbe a certe ore della notte sul tetto.

Tutti questi “personaggi” ci sembrano adatti a un survival horror classico, in terza persona, alla Haunting Ground o il più moderno Remothered: Tormented Fathers. Questi fantasmi potrebbero fare da villain stalker che, di volta in volta, inseguono il protagonista e cercano di ucciderlo mentre esplora le stanze del castello.

Per approfondire l’argomento —> I fantasmi di Glamis Castle

Isola delle bambole

L’Isla de las munecas, cioè l’isola delle bambole, è situata a circa 20 km da Città del Messico, sul lago Teshuil ed è piena di bambole appese che ritraggono bambini sorridenti, una visione che, nell’insieme, risulta inquietante e sa mettere a disagio i visitatori.

Perché appendere tutte quelle bambole? La storia parte dal ritrovamento sulla spiaggia del cadavere di una bambina da parte del custode dell’isola, Julian Santana Barrera. Questi poi trovò anche una bambola e, pensando che appartenesse alla bambina, decise di appenderla per renderle omaggio.

Barrera però notò strani fenomeni e, ritenendo che lo spirito della bambina fosse irrequieto, ritenne di poterlo calmare facendole dei doni, cioè altre bambole. Anche gli abitanti delle isole contigue iniziarono a offrire i propri doni riempiendo l’isola di questi giocattoli.

Le leggende narrano poi che Julian divenne folle a tal punto da arrivare a sfamare le bambole. Il custode morì nel 2001 e fu ritrovato nello stesso luogo in cui egli stesso aveva scoperto il cadavere della bambina.

Immaginate l’isola delle bambole avvolta dall’oscurità, nel più profondo silenzio, e dei ragazzi che si perdono in essa senza sapere come tornare a casa… a noi viene in mente un videogioco adatto alle meccaniche tipiche dei giochi di Supermassive Games. Chissà che in un capitolo della The Dark Pictures Anthology non possa trovare posto proprio questa location.

Per approfondire l’argomento —> Isola delle bambole

Ospedale Changi

L’ospedale Changi si trova a Singapore ed è considerato uno dei luoghi con la maggior attività paranormale al mondo. Fu costruito nel 1935 dai britannici e occupato dai giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale per poi essere convertito in un campo di concentramento, in cui la polizia segreta nipponica perpetrò atroci torture ai prigionieri.

credits: Ghost Files Singapore

Finita la guerra, tornò ad essere adoperato come ospedale, ma fu chiuso definitivamente nel 1997. Ormai all’abbandono, l’ospedale Changi è adesso meta di esploratori urbani e curiosi, i quali asseriscono di essere stati testimoni di fenomeni paranormali, di aver udito urla e voci strazianti all’interno dei vari reparti abbandonati.

In questo caso non abbiamo dubbi: l’ospedale Changi di Singapore ci sembra perfetto per un videogioco horror che possa omaggiare l’atmosfera di Silent Hill. In terza persona, sì, ma anche in 2D, calcando lo stile di Detention, non sfigurerebbe.

This post was published on 6 Ottobre 2020 17:36

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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