Il concetto di console war viene spesso demonizzato perché si accostano a esso comportamenti sgradevoli e tossici, come il voler deridere la scelta d’acquisto di una persona o il fare orecchie da mercante quando, ragionevolmente, qualcuno cerca di spiegarci i motivi per cui entrambe le console sono valide.
Tuttavia, la ‘guerra’ può essere intrapresa puntando su concorrenza leale e il dispiego di armi più che legittime, che non fanno male a nessuno. Non sarebbe più una guerra, direte voi, be’, esiste in realtà un termine che può in realtà descrivere ciò che sta avvenendo tra Microsoft e Sony: Guerra Fredda.
Le due aziende si stanno dando battaglia a suon di esclusive e acquisizioni, come USA e Unione Sovietica fecero rincorrendo lo spazio e attraverso una competizione ideologica, sportiva e tecnologica. Manca, però, un tassello, cioè la risposta di Sony all’incredibile bordata assestata da Microsoft, cioè l’acquisizione di Zenimax/Bethesda.
E quale sarebbe, a modesta opinione di chi scrive, la miglior risposta? Acquisire Konami/Prendersi Silent Hill.
Premetto: sono le illusioni/supposizioni/stramberie di un pazzo, ma il mondo dei videogiochi è meraviglioso anche per queste opportunità che regalano. Durante lo Showcase di PS5, Sony ha annunciato l‘esclusività console di Final Fantasy XVI -temporanea? Ok, ma nel mentre è così e, comunque, anche Microsoft ha specificato che non tutte le IP di Bethesda & Co saranno esclusive totali, ma che verranno valutate caso per caso – portandosi così dietro una bella fetta di mercato legata a una serie simbolo della ruolistica orientale.
Le ultime incarnazioni della serie possono non piacere e non andare incontro al gusto dei puristi a causa di un ridimensionamento del combat system a turni (che poi, ci sarebbe da fare un discorso più complesso su come il CS di FF sia legato maggiormente al concetto di ATB, cioè Active Time Battle, ma non è questa la sede), ma nessuno può negare quanto sia importante Final Fantasy per l’industria videoludica orientale. A questa mossa, poi, va affiancata l’esclusività di Demon’s Souls che sì, è un remake di Bluepoint (azienda texana), ma si rifà al concept originale pensato da From Software.
Microsoft come risponde a un giorno dall’apertura dei pre-order delle sue console? Con l’acquisizione di Zenimax, a cui fanno capo Machine Games (Wolfenstein), Tango Gameworks (The Evil Within), Arkane (Prey, Dishonored), id Software (Doom) e soprattutto Bethesda, azienda che invece ha dato vita a due delle serie più importanti della ruolistica occidentale: The Elder Scrolls, in primis, e Fallout.
Può adesso Sony lasciar perdere e dire: “Va bene così?”. No, se a Gagarin non avessero risposto le missioni spaziali Apollo, l’umanità non avrebbe assistito all’allunaggio del 1969. Per questo motivo, riprendendo il discorso – forzato, eh – di Occidente vs Oriente, se Sony prendesse le redini di Silent Hill farebbe un colpaccio che potrebbe, nuovamente, ribaltare le sorti del ‘conflitto videoludico’. La narrativa horror orientale è infatti tra le più acclamate dagli appassionati del genere, basti pensare che oltre a Silent Hill, questa ha saputo influenzare intere generazioni attraverso le terrificanti apparizioni spiritiche di Project Zero e i passi inesorabili degli shibito di Forbidden Siren. Guarda caso, anche queste serie non sono riuscite a superare la settima generazione di console.
Konami è un’azienda simbolo dell’industria giapponese che, nel tempo, ha visto scemare l’entusiasmo dei propri fan a causa di scelte a dir poco discutibili riguardo alle sue IP più famose e apprezzate, Metal Gear Solid e Silent Hill, fra tutte. Appare lontano e sbiadito il ricordo di una Konami che dava filo da torcere a Capcom sul fronte survival horror. Se Capcom ha saputo rimediare (e infatti ora uno dei titoli più attesi della gen è Resident Evil 8: Village), Konami non ha saputo reinventarsi o, meglio, l’ha fatto in modo poco confacente alle esigenze dei giocatori.
Se Sony si accaparrasse le “prestazioni” di Konami prendendo sotto la propria ala protettrice il franchise di Silent Hill, darebbe l’ennesimo colpo di coda in una gen che, tra mille contraddizioni, sembrava essersi ingolfata prima del suo avvio.
Silent Hill è data ormai per morta e sepolta, pertanto una sua riscoperta, quasi come una moderna Atlantide, diventerebbe motivo di orgoglio per Sony che riuscirebbe a riportare entusiasmo in una community sull’orlo della depressione.
Ottenere l’esclusività darebbe modo all’azienda giapponese di accentrare su di sé tutti gli onori del caso, proietterebbe Sony verso una nuova dimensione, quella della “salvatrice” perché se è vero che le IP di Bethesda 6 Co. sono davvero imponenti, nessuna di queste era “a rischio”, avremmo potuto giocarci comunque, ovunque volessimo, mentre Silent Hill è tuttora considerata estinta e l’eventualità che qualcuno possa prenderne il comando è vista come una boutade, roba da meme.
Lungi da noi fare i conti in tasca a Sony, ma assicurarsi Silent Hill non porterebbe altro che benefici, di immagine ed economici. Il fatto davvero significativo è che i veri vincitori in tutto questo sarebbero proprio i giocatori che, tra i due “litiganti”, godrebbero da una parte di TES VI e Fallout 5 sviluppati sotto il controllo di un’unica grande azienda che, può avere tanti difetti, ma di certo non castra la creatività dei suoi studi first party, dall’altra del ritorno della serie horror per antonomasia.
Sicuri che questo matrimonio non s’ha da fare? Al Tokyo Game Show che andrà in scena dal 24 al 27 settembre (Konami sarà presente il 26 e il 27) ne sapremo di più e speriamo che Sony possa ancora una volta sorprenderci.
This post was published on 22 Settembre 2020 19:42
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