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Speciali

5 film o serie che potevano essere grandi videogiochi

Il rapporto fra film e videogioco è strano e fatto di semplici trasposizioni vicendevoli o di occasioni in cui una pellicola o un gioco approfondiscono il setting della storia di partenza (un altro film o un altro gioco) attraverso un altro linguaggio.

Oggi però questo rapporto sembra essersi evoluto ed espanso in nuove direzioni, grazie a una narrativa videoludica che è riuscita a fondere gameplay e cinema in maniera straordinaria, come in titoli come The Last of Us Parte II.

Sulla base di questi progressi, una domanda si è fatta strada nella nostra mente in questi tediosi giorni di estate passati su Netflix: quali grandi film o serie televisive del passato avrebbero potuto funzionare molto bene come videogiochi, utilizzando l’interattività per raccontare le loro storie?

Ebbene, oggi vi proponiamo una lista di cinque bei titoli provando a immaginare come sarebbe potuta essere una loro possibile trasposizione videoludica.

5) Dirk Gently – Agenzia di investigazione olistica

Bizzarro tanto da apparire folle, condito da un english humor frutto della grande penna che ha scritto il romanzo che l’ha ispirata (Douglas Adams, autore anche di Guida Galattica per Autostoppisti), Dirk Gently – Agenzia di investigazione olistica è una purtroppo sfortunata serie investigativa comica di Netflix del 2016-2017 chiusa in modo prematuro che avrebbe molte carte buone da giocare in una riproposizione videoludica.

Incentrata su Dirk Gently, investigatore convinto che ogni elemento della realtà sia collegato agli altri, e sul suo assistente Todd Brotzman (l’Elijah Wood de Il Signore degli Anelli), la serie presenta dialoghi e situazioni tanto assurdi da mettere alla prova la capacità dello spettatore di seguire la trama e, di conseguenza, momenti comici molto intelligenti e raffinati.

Dirk Gently sarebbe stato un gioco assurdo e magnifico in pieno stile LucasArts

Una caratteristica che forse lo avrebbe reso perfetto materiale per una gustosa avventura grafica della LucasArts che fu, una di quelle nelle quali sceneggiature dalla scrittura solida e talento umoristico andavano a braccetto.

Il tutto magari condito da una bella grafica retrò e da enigmi tanto paradossali da apparire nonsense.

4) Il Silenzio degli Innocenti (Jonathan Demme 1991)

In quarta posizione, concedete all’autore dell’articolo di andare davvero oltre con l’immaginazione e descrivere un suo guilty pleasure: come sarebbe stato un Il Silenzio degli Innocenti, straordinario thriller del 1991, nella veste di una tesa avventura narrativa di David Cage?

Tratto da un romanzo di Thomas Harris, Il Silenzio degli Innocenti è il classico senza tempo che narra la tormentata indagine dell’agente Clarice Starling (Jodie Foster) sul serial killer Buffalo Bill, un’impresa nella quale viene aiutata dal grandioso Hannibal Lecter interpretato da Anthony Hopkins.

Giocando titoli come Fahrenheit o Heavy Rain non è difficile scorgere vari riferimenti ispirativi a thriller/polizieschi come appunto Il Silenzio degli innocenti (è proprio il caso di Fahrenheit, di cui abbiamo parlato in questo articolo) o Se7en di David Fincher e non è quindi così strano immaginare come sarebbe un film del genere nelle mani del director francese.

Vedere l’orrore di Hannibal su schermo è impressionante, figuriamoci quanto lo sarebbe stato viverlo in un videogioco

Il Silenzio degli Innocenti sarebbe stato magari un serrato titolo story-driven con una dinamica che avrebbe sfidato il giocatore a resistere agli incubi che affliggono la povera Clarice nel corso del film così come alle lusinghe del lugubre Hannibal, il tutto mentre proseguiamo la nostra ricerca di indizi nella tetra provincia americana di inizio anni ’90 fra paesini sperduti, boschi immensi e tetri ospedali psichiatrici, e…

Okay, calma, dov’è il mio Il Silenzio degli Innocenti in versione videogioco?! Lo voglio ORA.

3) Black Sails

Assassin’s Creed IV: Black Flag è stato per molti uno degli episodi più interessanti della serie grazie soprattutto alla sua ambientazione piratesca e scommettiamo che molti dei suoi fan hanno seguito la serie tv Black Sails (2014-2017), uscita qualche mese dopo, anche per continuare a vivere le atmosfere della avventure di Edward Kenway.

Incentrata sulla gioventù del pirata Long John Silver, coprotagonista/antagonista de L’Isola del Tesoro di Robert Louis Stevenson, Black Sails è stata una serie in grado di portare su schermo dinamiche storiche e topoi dell’epopea piratesca fra arrembaggi, esplorazioni di luoghi esotici, cacce al tesoro e oscure trame di potere fra capitani rivali.

Proprio questi ingredienti sarebbero stati perfetti per un grandioso open-world sullo stile di AC IV ma svincolato dalla lore della saga degli assassini. Il risultato sarebbe stato un gioco con protagonisti l’equipaggio della Walrus e il suo capitano James Flint impegnati in una serie di missioni alla ricerca della leggendaria nave spagnola Urca de Lima, nonché nell’esplorazione delle lussureggiante isole caraibiche.

Inoltre, un progetto del genere avrebbe avuto al suo interno anche una certa componente politica e gestionale: nei panni del buon capitano Flint avremmo infatti dovuto usare la diplomazia per ingraziarci le altre ciurme e magari impegnarci in emozionanti sezioni stealth fra i vicoli di Tortuga per spiare gli altri equipaggi.

Per non parlare di ciò che sarebbero potute essere le battaglie navali, che siamo certi non ci avrebbero deluso.

Purtroppo Black Sails in formato videogame è solo una nostra fantasia, ma c’è la speranza di rivivere emozioni simili a quelle del telefilm con Skull & Bones, titolo piratesco di Ubisoft incentrato su battaglie navali e arrembaggi.
Sempre che arrivi presto…

2) Inception (Christopher Nolan, 2010)

Nato come un omaggio ai film di 007 (forse una delle serie di film più trasposte nel videogioco, come vi raccontavamo in questo speciale), Inception di Christopher Nolan è un kolossal fantascientifico con protagonista Dom Cobb (Leonardo DiCaprio). In un prossimo futuro dominato da corporazioni e alta tecnologia, Cobb è un rapinatore specializzato nell’infiltrarsi all’interno delle menti delle persone per sottrarre informazioni, utilizzando come porta d’accesso i sogni.

Il film è strutturato come un complesso racconto di rapina con al posto di banche o ville da svaligiare la mente del bersaglio. Nel corso del racconto le proiezioni mentali di Cobb e del suo team devono attraversare i diversi “strati” della mente e i diversi stadi del sonno del soggetto per arrivare fino a quello più profondo, laddove si trovano le idee da trafugare.

Il film di Nolan, pur se criticato per l’eccessivo didascalismo, è uno spettacolare film action che potrebbe essere un grande videogioco. Immaginatelo per esempio strutturato come un Hitman, con un team di professionisti chiamati a dover entrare nella mente di diversi bersagli e con i vari strati delle menti come aree di gioco, nelle quali muoverci con attenzione per sbloccare informazioni, segreti e indizi che potrebbero permetterci il passaggio agli strati successivi.

Dai, il gameplay sarebbe pazzesco

Inoltre, non dimentichiamo che come nel film l’attenta pianificazione di una strategia potrebbe fare la differenza fra il successo e la sconfitta. Dulcis in fundo, data la natura assolutamente irrazionale e imprevedibile dei sogni, immaginate solo quanto sceneggiatori e sviluppatori potrebbero sbizzarrirsi con un titolo così.

1) Twin Peaks

Omaggiato dall’industria dell’intrattenimento da quando è approdato sugli schermi televisivi nei primi anni ’90, Twin Peaks è stato uno dei serial più innovativi della storia. Il videogioco lo ha onorato più volte con diversi titoli (basti pensare a Deadly Premonition, del cui rapporto con Twin Peaks abbiamo parlato qui) e siamo certi che le indagini del detective Dale Cooper sarebbero state il pretesto perfetto per un buon punta-e-clicca vecchia scuola.

Cosa sarebbe successo se anziché intraprendere la carriera di regista David Lynch avesse scelto di studiare programmazione?

Probabilmente avremo avuto un buon titolo investigativo ambientato nella sperduta e celebre città di montagna e il cui fil rouge sarebbero stati da una parte l’ormai iconica dipartita di Laura Palmer, dall’altro le ossessioni di Lynch per la comunicazione su più livelli, per il simbolismo e per la citazione, caratteristiche che forse avrebbero avuto ancor più forza in un contesto interattivo e immersivo come il videogioco.

E chissà se in futuro il buon David non deciderà di sperimentare anche il nostro linguaggio preferito, magari con uno spin-off videoludico della serie. Impossibile dite? Forse, ma sognare non costa nulla!

La storia del videogioco e dell’intrattenimento non si fa certo con sterili esercizi di what if e tutte le serie tv e tutti i film citati sono gemme così come sono, ma queste sono le nostre idee su film e telefilm preferiti che per caratteristiche di trama non avrebbero sfigurato in un gioco digitale.

La lista è come sempre in questi casi molto soggettiva e siamo certi di aver tralasciato qualche film o serie che sarebbe perfetta in pixel, quindi aspettiamo suggerimenti sulla questione.

Nel frattempo chi scrive andrà sul suo divano a rivedere Il Silenzio degli Innocenti, rimuginando su quanto sarebbe stato bello in formato gioco story-driven.

Sigh.

This post was published on 29 Luglio 2020 13:43

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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