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Speciali

Nintendo Direct e Coronavirus, che succede?

Nella giornata del 20 luglio 2020 è stato pubblicato un Nintendo Direct Mini, timidamente annunciato il mattino stesso. Per quanto siano stati in molti a gioire per l’imminente arrivo di Shin Megami Tensei V, sembra che inizi a serpeggiare un po’ di malcontento tra i fan della grande N.

Nel momento in cui viene scritto questo articolo, il video del Direct Mini presente sul canale YouTube ufficiale di Nintendo registra un alto numero di dislike in tutte le versioni di localizzazione, a eccezione del canale giapponese. Sia chiaro: niente di allarmante, ma comunque qualcosa di sufficientemente preoccupante per un’azienda che negli anni ha fatto degli annunci e dell’hype un’arte.

Insomma, non trovate strano che in questo periodo di quarantena e di allarme globale per il COVID-19, dove tutte le aziende videoludiche hanno deciso di digitalizzare le proprie conferenze, proprio Nintendo, che da anni ci ha abituato ai suoi Direct, non riesca a tenere il passo con i suoi tipici annunci?

Genesi e successo dei Nintendo Direct

Prima di inquadrare la situazione attuale, sarebbe meglio capire cos’è un Nintendo Direct e perché mai la prolungata assenza di un formato tradizionale dei Direct stia generando del malcontento per alcuni fan.

Le conferenze digitali di Nintendo sono nate nel 2011, da un’idea del compianto ex presidente Satoru Iwata. Il format originale prevede la presentazione di annunci di giochi e console da parte di uno o più personalità di spicco di Nintendo, in maniera diretta.

Gradualmente questo tipo di presentazioni si è cementificato nel mondo Nintendo e in generale nel panorama videoludico, puntando molto sul fattore intrattenimento, pur trattandosi a tutti gli effetti di conferenze con sorprese e annunci importanti.

È indelebile nella memoria dei fan più affezionati, per esempio, il Direct dell’E3 2015, dove Iwata, Shigeru Miyamoto (Autore di Donkey Kong, Super Mario e Zelda) e Reggie Fils-Aimé (ex Presidente di Nintendo of America) sono diventati dei Muppets.

Ben presto, i Direct sono diventati degli avvenimenti così importanti e seguiti da sostituire interamente le conferenze dell’E3 di Nintendo. Per spiegare al meglio il valore che avevano assunto queste presentazioni è utile leggere un passaggio del report dell’anno fiscale 2012-2013 scritto proprio dall’allora presidente Iwata.

Siccome abbiamo preso un nuovo impegno con le Nintendo Direct due anni fa, in Ottobre, abbiamo prestato una particolare attenzione al fatto che diverse persone chiedono diversi tipi di informazione da noi. Per esempio, i fan dei videogame sono sempre alla ricerca di informazione riguardi i giochi, e sembra che siano meno interessati agli addetti alle vendite rispetto agli azionisti, gli analisti d’altra parte ripongono in loro molta più importanza, e i colleghi della distribuzione cercano informazioni su come ci presentiamo sul mercato con i prodotti nell’immediato futuro.

[…]

Ora abbiamo strutturato un metodo come i Nintendo Direct, e crediamo che saremo capaci di consegnare i nostri messaggi in maniera più appropriata e più efficace rispetto al farlo individualmente basandoci sui vari bisogni dei differenti tipi di persone.

Dove sono finiti i Direct classici?

Col tempo, il format dei Direct ha avuto diverse declinazioni, a seconda di cosa Nintendo o i suoi partner avevano bisogno di annunciare. Si è passati dai Direct specifici di giochi o console (Pokémon Direct, Wii U Direct, e così via), ai Direct Mini, e all’inserimento dei Nindies Showcase – ora chiamati Indie World – fino ai giorni nostri dove alcune IP di punta di Nintendo vengono confezionate in annunci dalle differenti nomenclature: Dragalia Digest, Pokémon Presents, Feh Channel.

L’anno 2020 è partito malissimo, lo stiamo vivendo tutti sulla nostra pelle: presentimento di una Terza Guerra Mondiale, disastri ambientali, Bugo e Morgan che litigano a Sanremo, proteste di massa e in ultimo, non per importanza, il Coronavirus.

Se da un lato la pandemia ha incrementato a dismisura le vendite e il traffico online, dall’altro lato i piani di marketing delle diverse aziende videoludiche hanno subito stop e ritardi, Nintendo inclusa. Paper Mario: The Origami King per esempio è stato annunciato senza alcun Direct, quasi a sorpresa, e quindi senza il tipico traino per l’hype che è solita scatenare la casa giapponese.

Nel report dell’anno fiscale 2019-2020 pubblicato nei giorni scorsi, Furukawa, attuale presidente di Nintendo, parla delle difficoltà che l’azienda sta affrontando per fronteggiare il Coronavirus anche dal lato commerciale.

I piani di sviluppo potrebbero essere influenzati dalla differenza degli ambienti di sviluppo tra il lavoro da casa e quello in ufficio, poiché lo smart working è implementato presso l’Azienda e i suoi partner. Di conseguenza, potremmo non essere in grado di procedere col rilascio dei prodotti Nintendo e con l’avvio dei servizi come precedentemente pianificato. Nintendo continuerà a condurre le operazioni commerciali adottando le misure necessarie per poter continuare a fornire un ambiente in cui i consumatori possano godere dei suoi prodotti e servizi, tenendo al contempo in debita considerazione la salute e la sicurezza dei suoi consumatori e dei suoi dipendenti.

Eppure, mentre tutte le strategie di marketing di developer e publisher si sono digitalizzate prendendo esempio dalle Direct di Mamma Nintendo, proprio la grande N non segue le sue stesse orme, presentando al pubblico direttamente i trailer di gioco, o conferenze frammentate e in alcuni casi anche sbagliate – mi riferisco nello specifico a Pokémon Unite pre-annunciato come un grande progetto e presentato senza motivo in un Pokémon Presents separato dal precedente da appena una settimana, ma qui forse la colpa è da attribuire a The Pokémon Company.

Tante incognite sul futuro

Allo stato attuale, è dal 4 settembre 2019 che non vediamo un Nintendo Direct tradizionale. In quell’occasione, come al solito, erano stati presentati diversi videogiochi, con un focus maggiore sulle due esclusive Luigi’s Mansion 3 e Pokémon Spada e Scudo, entrambi i titoli di imminente uscita in quel periodo.

Il Coronavirus ha scombussolato un po’ i piani in casa Nintendo, probabilmente impedendo di girare del materiale per un’eventuale Direct generale da presentare in questi mesi.

Il presidente Furukawa aveva già anticipato qualche mese fa che l’azienda volesse sperimentare “nuovi metodi” riguardo le strategie comunicative dei propri prodotti, probabilmente proprio per far fonte all’emergenza sanitaria.

Ma se state pensando che magari il format originale tornerà a settembre, dopo un anno esatto, fossi in voi non ci metterei troppo la mano sul fuoco.

Nintendo ha spento l’entusiasmo di molti quando ha annunciato il Nintendo Direct Mini: Partner Showcase, dato che è stato detto in modo chiaro e tondo che questo formato mini sarà riproposto più volte: “il primo di una serie”.

Che la sospensione dei Nintendo Direct generali sia solo per questa estate o fino al debellamento del Coronavirus, o addirittura permanente, lo scopriremo solo col tempo. Intanto, i dubbi sulle modalità di annuncio di titoli principali e di terze parti di questo periodo permangono: i Direct Mini e i trailer pubblicati senza alcun clamore turbano una parte dei fan.

I più speranzosi, abituati a essere coccolati dai Nintendo Direct, immaginano che la grande N stia preparando una bomba, come un annuncio a sorpresa del sequel di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, di cui l’anno scorso è stato mostrato un teaser, o la tanto chiacchierata nuova versione di Nintendo Switch.

Dicembre, si sà, è un periodo cruciale per il mercato dei videogiochi. Cosa farà Nintendo per contendersi la sua fetta di pubblico quando le nuove PlayStation 5 e Xbox Series X arriveranno sul mercato?

This post was published on 21 Luglio 2020 23:57

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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