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Speciali

[Opinione] I leak fanno schifo, che siano spoiler o meno

Viviamo la generazione videoludica dei remake e della remastered, si è detto più volte, anche in modo fin troppo forzato, ma almeno con quelli ci divertiamo… no, signori, viviamo in realtà la generazione dei leak e con quelli non ci si diverte più.

E no, non voglio parlare dei leak di The Last of Us: Parte II, perché quelli sono di un’altra pasta, fanno parte di un’altra categoria, sono vigliaccate. Fare spoiler su un’opera narrativa così potente è un atto di una bassezza inaudita perché è una mancanza di rispetto nei confronti di se stessi e degli altri.

Tra l’altro, non erano neanche del tutto veritieri, fattore che li rende ancora peggiori perché generano disinformazione e fanno sentire fini intenditori chi il gioco neanche l’ha provato (ho tuttora degli amici che pensano che Abby sia un personaggio transgender).

La verità è che i leak fanno schifo, che siano spoiler o meno. Tutti. Anche quelli che sembrano innocui e vorrebbero fornire un servizio utile alla comunità, ad esempio rivelando la data di uscita di un prodotto prima che lo faccia il publisher. Ebbene, non c’è nulla di utile in questo, anzi, è irritante, è fastidioso, è seccante.

Saperlo prima è meglio?

Ieri sera, è andato in scena l’Ubisoft Forward durante il quale sono stati mostrati i giochi della line up più prossima dell’azienda francese… ma si sapeva già tutto in anticipo.

Il trailer di Far Cry 6 era ormai stato sbandierato e anche la sua data di uscita non aveva più segreti, i leak l’avevano presa in pieno. Ok, che il sesto capitolo della serie fosse realtà si era capito dopo che lo stesso Giancarlo Esposito, interprete nel gioco del dittatore Anton, si era praticamente tradito da solo, ma da qui a fornire la data di rilascio ce ne passa.

Stessa sorte per AC: Valhalla, la cui data ormai era più chiacchierata di una donna di facili costumi. Allora, l’evento di Ubisoft a cosa è servito? Questi però sono soli i casi più recenti perché è da fin troppo tempo che la faccenda leak sta avvelenando il mondo dei videogiochi rendendolo prevedibile, banale, scontato, senza guizzi e lampi di genio.

Nessuno mi toglierà dalla testa il fatto che Ubisoft non avesse minimamente intenzione di pubblicare quel teaser pre-show, ma che si sia vista costretta a farlo perché ormai del gioco sapevano anche su Saturno.

E questo è vero anche per Star Wars: Squadrons che doveva essere mostrato per la prima volta all’EA Play, il trailer però fece capolino nientemeno che sulla pagina ufficiale di Xbox (errore, marketing?) portando EA a un annuncio più frettoloso.

Perché sì, a volte ci si mettono anche le pagine ufficiali a far casini. Quante volte post pubblici su account ufficiali di Instagram e Twitter vengono eliminati perché “per errore” hanno leakato dettagli che dovevano rimanere segreti? Tante, troppe.

Che sia una cosa voluta o meno, a me, da giocatore, fa schifo.

Tutti pazzi per i leak

Sapere dai diretti interessati informazioni sui videogiochi in uscita è diventata una chimera, sorprendere i giocatori con annunci a sorpresa appare come uno scenario distopico dei migliori romanzi di Philip K. Dick.

Una volta, ai tempi della carta stampata, se avevi uno scoop, dovevi fare un giro interminabile di telefonate alle migliori testate nazionali per vendertelo bene, oggi invece i canali su cui pubblicare i leak sono diventati molteplici, da Reddit a 4chan fino a Resetera.

E questi non sono mica siti del Mariana’s Web, chiunque può iscriversi e pubblicare. Per una testata giornalistica di settore è poi un gioco da ragazzi accumulare leak su leak. rumor su rumor e campare di rendita, gratis, per almeno un paio d’anni.

Io sono un giornalista videoludico (qualunque cosa voglia dire) e non nego di aver scritto articoli basandomi su dei leak, si fa, è prassi, ma esiste, a mio modo di vedere, un limite da non varcare. Lo faccio raramente, non perché io sia migliore, piuttosto perché mi dà profondamente fastidio in quanto giocatore. Non riesco a togliermi i panni del gamer e sapere le cose prima mi urta. Un caso fra tutti: i leak di Dusk Golem.

Io amo la serie di Resident Evil e per questo motivo Aesthetic Gamer, aka Dusk Golem, una delle fonti più affidabili quando si parla di survival horror, sto iniziando a odiarlo nonostante mi stia fornendo (non direttamente, eh) dettagli su RE: Village e abbia praticamente detto al mondo che il remake di RE4 si farà. Lo sto odiando perché sapere le cose prima gonfia il petto di chi non è interessato all’argomento, chi invece è cresciuto con la serie Capcom vorrebbe sentire ancora la fanciullesca illusione della sorpresa. I leak questa illusione la stanno distruggendo.

Impossibile gestire i leak?

Ora, la domanda mi sorge spontanea: possibile che nessuno ai “piani alti” sappia come gestire questo fenomeno? Intendo, è così semplice per un insider divulgare informazioni riservate di aziende che fatturano milioni di euro? È così ingestibile la fuga di notizie da parte di una “gola profonda”?

Quando alla redazione arriva il codice di un videogioco da recensire, il nostro direttore deve firmare pile (virtuali) di fogli che rappresentano, legalmente, un accordo di non divulgazione. In pratica, se io divulgo anche la più piccola e insignificante quisquilia del videogioco che mi è stato dato in carico, sono volatili per diabetici, come affermava un poeta dei nostri tempi.

Esiste un embargo, prima del quale non è consentito aprire bocca, in taluni casi neanche rendere noto il possesso del titolo. E se ne accorgono, eh, eccome se se ne accorgono.

Ritorniamo dunque al discorso che facevamo precedentemente: sono le software house stesse a chiudere un occhio per motivi pubblicitari? Ma anche in questo caso, non capisco… allora perché spendere tempo e denaro per eventi pubblici quando i leak sono parte integrante della politica di marketing di una società?

Anche per questo i leak mi fanno schifo, tutti. Perché non sai fino in fondo di che natura siano, divenendo così ancora più infidi e serpeggianti.


I leak iniziano un po’ a rompere le scatole, anche se non sono spoiler. Il bello nel mondo dei videogiochi sta anche nell’annuncio a sorpresa, nella data di rilascio rivelata alla fine di un trailer che parte senza preavviso durante un evento. I leaker non fanno alcun favore all’industria videoludica.

Dai, è la stessa cosa, o prima o dopo, non ha importanza“. Sicuri? Xbox Media Briefing, Los Angeles, 2019. Parte il trailer di Cyberpunk 2077, alla fine del quale appare Johnny Silverhand interpretato da… Keanu Reeves. Qual è stata la vostra reazione? Siete rimasti senza fiato, giusto? E se ve l’avessero leakato due giorni prima?


Leggi anche: I leak di The Last of Us: Parte II – Come è andata a finire.

This post was published on 13 Luglio 2020 12:47

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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