L’attesa per The Last of Us Part 2 è stata molto lunga e travagliata, e le ultime settimane sono state molto difficili soprattutto per coloro che attendono il gioco di Naughty Dog fin dal suo annuncio nel 2016. Per fortuna la data di lancio di questo atteso kolossal è sempre più vicina, e noi tutti non vediamo l’ora di rincontrare Ellie e Joel in un gioco che si annuncia essere fra i più emozionanti e significativi di questa fine generazione.
Tuttavia, in caso vogliate entrare da subito nel mood giusto per affrontare una storia di sopravvivenza, sofferenza e avventura estrema, ecco qualche consiglio per voi: vi presentiamo una serie di storie e di giochi (digitali e non) che secondo noi vi immergeranno subito nelle atmosfere del blockbuster di Naughty Dog.
Ma, prima di iniziare, sigla: una bellissima playlist a tema “post-apocalittico/intimistico” per accompagnarvi durante la lettura…
E ora… via!
Usciti qualche anno prima di The Last of Us, il fumetto e la serie di The Walking Dead hanno senza dubbio rappresentato una grande fonte d’ispirazione per Naughty. Non tanto per il tema comune, ovvero un’apocalisse caratterizzata dalla presenza di mostri umanoidi pericolosi e a caccia di umani, quanto per il taglio innovativo che The Walking Dead ha saputo dare a un genere “vecchio” come questo.
Intendiamoci, TWD non è stata certo la prima storia a mettere in scena il conflitto fra gruppi di sopravvissuti e orde di presenze mostruose che infestano le strade (pensiamo solo agli zombie-movie di George A. Romero).
Tuttavia, grazie al suo formato seriale, sia nella versione cartacea che in quella televisiva The Walking Dead era già ricorsa ad alcuni degli elementi che sarebbero diventati peculiari in The Last of Us: la messa in scena di piccole comunità di sopravvissuti nelle quali esistono diversi conflitti interni dai quali possono scaturire pericoli mortali e un clima da road movie nel quale i personaggi principali devono muoversi fra un rifugio e l’altro e scappare da mostri e predoni. Infine, molto importanti sono le relazioni fra protagonisti, profonde e a volte preponderanti rispetto al resto della narrazione.
Un rapporto, quello fra The Walking Dead e The Last of Us, testimoniato anche dalla scelta di Naughty Dog di dividere la prima avventura di Joel ed Ellie in capitoli strutturati in episodi, con tanto di piccole vicende “verticali” e personaggi che intervengono solo in alcuni dei segmenti di narrato, esattamente come in un serial televisivo.
Il comic book ha da tempo detto la sua sul genere post-apocalittico, ma come molti sapranno questo vale anche per il manga giapponese. Tante sono le opere che dagli anni ’70 a oggi hanno raccontato storie di viaggiatori solitari in lande desolate, a cominciare da Ken il Guerriero, ma c’è una storia in particolare che potrebbe esaltare coloro che cercano le stesse emozioni di The Last of Us.
Il manga in questione è The legend of mother Sarah, pubblicato in originale fra il 1990 e 2004, con i bellissimi disegni di Takumi Nagayasu e, soprattutto, con la sceneggiatura di Katsuhiro Otomo, papà di Akira, uno dei capolavori del manga sci-fi anni ’80.
Ambientato in un mondo devastato dall’inquinamento, in cui l’unica speranza di condurre una vita tranquilla è rappresentata dalla fuga in delle colonie extraorbitali, il manga di Otomo ruota attorno alle vicende di Sarah, una madre alla ricerca dei suoi figli, dai quali è stata divisa nel corso di un attentato terroristico.
Una storia potente sulla maternità e sulla volontà di sopravvivere, anche quando tutto sembra perduto.
Non vi ricorda qualcosa?
Se The Walking Dead è una storia che si avvicina molto alle modalità di racconto di The Last of Us, l’idea alla base di quest’ultimo (affrontare una storia apocalittica dal punto di vista di una coppia di personaggi uniti da un forte legame) è riscontrabile anche in uno dei libri di argomento fantastico “d’autore” più “forti” degli anni 2000: La strada, di Cormac McCarthy (2006).
Ambientato in un mondo post-apocalittico devastato da un disastro ambientale globale, il romanzo racconta una storia concettualmente identica a quella di The Last of Us, la vicenda di un padre deciso a far di tutto affinché il figlio sopravviva alla fame, agli attacchi dei predoni e soprattutto al clima di disastro morale del dopo-apocalisse.
Non si tratta di un libro semplice. Pur essendo una storia “d’avventura”, fatta di ampi spazi, di descrizioni di un’America abbandonata, selvaggia e per questo ricca di sfide/avventure, in realtà il tono de La Strada è quello di un romanzo psicologico e morale, incentrato sulla narrazione di un rapporto d’amore che si sviluppa in un contesto difficile. Una storia nella quale l’avventura è solo uno sfondo.
Tuttavia, se ve la sentite di affrontare una lettura di spessore e di The Last of Us avete amato soprattutto la sua capacità di raccontare una bella storia “umana”, allora non possiamo che consigliarvelo: vi ritroverete davanti una bellissima parabola sulla necessità dell’uomo di non arrendersi di fronte agli orrori, anche quando tutto sembra perduto.
Molto bello anche se abbastanza “derivativo” il film tratto da esso, diretto da John Hillcoat e interpretato, nella parte dell’ostinato e coraggioso padre, da un grande Viggo Mortensen (l’Aragorn de Il Signore degli Anelli).
Avete presente il film del 2007 con Will Smith in cui il simpatico attore americano doveva sopravvivere a un’epidemia di vampiri in una New York post-apocalittica e invasa dalla boscaglia come la Boston di The last of Us?
Ecco, dimenticate quel film, per favore!
Prima di approdare al cinema in quest’ultima versione, e prima di una precedente con il grande attore horror britannico Vincent Price, Io sono leggenda era solo un bellissimo romanzo post-apocalittico del 1954 scritto da Richard Matheson, riconosciuto come uno dei maestri della narrativa fantastica americana.
Un libro agile e dalla scrittura veloce, che ruota attorno alle vicende di un medico militare, Robert Neville, che si ritrova a vivere completamente solo in una Los Angeles spettrale e ricca di insidie.
Pur non raggiungendo il lirismo moderno e morale de La Strada, il romanzo di Matheson è una bellissima ballata sulla natura umana, qui messa a durissima prova dal fatto che il protagonista è rimasto davvero l’ultimo essere umano sulla terra e vive circondato da mostri a caccia di sangue. Uno spunto un po’ diverso da quello della storia di Ellie e Joel, ma capace di sviluppare quasi gli stessi temi e le stesse suggestioni: l’importanza dell’umanità e gli effetti della sua assenza nelle persone.
Se The Walking Dead e The Road potrebbero essere definiti come “ispiratori” di The Last of Us, per salutarci e concludere la nostra breve lista “di preparazione” consigliamo un film del 2018 che del gioco Naughty Dog sembra aver presto più di un elemento, soprattutto al livello di estetica: A Quiet Place (2018), di John Krasinski, interpretato dallo stesso regista e da Emily Blunt.
Pur essendo anche questa una classica storia di sopravvivenza “umani contro creature cattive-cattive”, il tema di fondo e il concept sono abbastanza diversi dal capolavoro Naughty, con temibili mostri attirati dai rumori prodotti dall’uomo al posto degli infetti umanoidi.
Tuttavia, a dare l’idea di un film “nato” da The Last of Us ci pensa il look da disaster-movie realistico e “rurale”, con un tripudio di fattorie abbandonate e isolate e di resti della nostra civiltà ormai capaci solo di fare da triste e superata cornice a una natura sempre più padrona. Infine, a fare da “collegamento concettuale” c’è anche l’aspetto del protagonista, che richiama vagamente quello di Joel.
Un solido film di suspense per una serata da brivido, abbastanza buono per ingannare l’attesa di TLOU2.
Andando verso la conclusione della nostra carrellata, spostiamo un po’ il focus dalla narrativa al gioco da tavolo: esistono dei boardgame adatti a ricreare la stessa atmosfera di TLOU?
Beh, in questo caso diremmo che la pur bellissima opzione di Zombicide sembra un po’ troppo “leggera” per ricreare il clima della saga, ecco perché vi proponiamo altri due giochi, uno dei quali non esattamente horror o post-apocalittico.
Il primo è Dead of Winter (di cui abbiamo recensito la versione Flick ’em Up), un cooperativo ad ambientazione zombie-e-sopravvissuti che ci vedrà al comando di una colonia di scampati all’epidemia di morti viventi che dovrà affrontare un rigido inverno, resistendo al contempo agli attacchi e alle angherie degli zombie.
Il secondo titolo, invece, ci porterà in uno scenario sì apocalittico, ma tristemente “vero”: si tratta della versione boardgame di This war of mine, bellissimo e struggente videogioco ambientato in una città al centro di un assedio bellico. Nei panni di alcuni civili sopravvissuti, in This war of mine dovremo prendere decisioni difficili, confrontarci con i nostri limiti morali e soprattutto fare di tutto per sopravvivere all’orrore della guerra, in modo non troppo dissimile da come fanno Ellie e Joel in The Last of Us.
È difficile trovare un gioco di ruolo capace di ricreare alla perfezione il setting di The Last of Us, ma se dovessimo fare un nome sarebbe quello di un gioco nostrano forse un po’ particolare nell’ambientazione, ma capace di dar vita a alla stessa atmosfera drammatica e spietata del gioco Naughty.
Stiamo parlando ovviamente di Sine Requie-Anno XIII, l’ormai storico gioco di ruolo horror/distopico di Matteo “Curte” Cortini e Leonardo “Moro” Moretti ambientato in una versione alternativa del 1957 nella quale i morti sono sorti dalle tombe e gli uomini hanno reagito dando vita alle peggiori dittature.
Anche se i divari fra le due ambientazioni sono palesi, un bravo Cartomante (il master/narratore di SR) con una buona conoscenza dei diversi setting non avrà problemi a rielaborare il canovaccio di The Last of Us per farne una campagna gdr basata su drammi umani e sul tema della paternità. In particolare a essere consigliata è l’ambientazione di Terre Perdute, che verte sulla sorte di tutte quelle regioni europee in cui la società è crollata sotto il peso dell’orrore ed è sfociata in una diffusa e spietata anarchia.
Bene, queste sono le nostre proposte fra cinema, televisione, fumetto e letteratura per “prepararci spiritualmente” al ritorno di Ellie e Joel, ma siamo sicuri di aver dimenticato qualche altra opera: cos’altro riterreste opportuno vedere, leggere o persino giocare in attesa di The Last of Us – Part II?
Scrivetecelo nei commenti!
This post was published on 13 Maggio 2020 14:13
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