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Speciali

Ho provato l’ESO Plus di The Elder Scrolls Online per 7 giorni

In quest’ultima settimana ho avuto modo di infognarmi con giocare a The Elder Scrolls Online usufruendo dell’ESO Plus, cioè l’abbonamento premium mensile, senza dover sborsare un quattrino.

Già, perché ZeniMax Studios e Bethesda Softworks hanno deciso di regalarci una prova gratuita dell’ESO Plus, come avevamo già annunciato non molto tempo fa. È stata offerta a tutti la possibilità di avere tutti i vantaggi del Plus, su tutte le piattaforme, per sette giorni e a titolo completamente gratuito, e credetemi: i vantaggi non sono pochi.

Cos’è l’ESO Plus, e cosa ci offre?

Normalmente per giocare a The Elder Scroll Online dobbiamo acquistare il gioco base, o l’ultima espansione che includa anche la versione originaria, e poi ogni singola espansione che vogliamo aggiungere al nostro pacchetto.

Si tratta di perle come Elsweyr e il futuro Greymoor, quindi sì, possiamo benissimo goderci la tonnellata di contenuti del gioco base, incluso tutto l’arco narrativo di The Planemeld, ma i DLC introducono nuove zone, nuove classi e soprattutto tantissime quest da giocare in singolo, nonché svariate attività di gruppo.

Quindi cosa facciamo? Acquistiamo un DLC dopo l’altro, un’espansione dopo l’altra, un dungeon pack dopo l’altro? No, ci basta acquistare il gioco base (o l’ultima espansione + gioco base) e poi sottoscrivere l’ESO Plus, e avremo accesso a tutti i DLC passati, presenti e futuri, fintanto che rinnoveremo l’abbonamento.

Il pacchetto include ovviamente le zone, i dungeon, le quest, i delve (dungeon in solo, in soldoni) i world event e le varie attività propriamente da MMORPG, come dungeon, raid e affini.

Tutte le espansioni e i DLC di The Elder Scrolls Online

Per comodità, e per fare un po’ di chiarezza, elencherò qui di seguito i DLC che sblocchiamo automaticamente attivando l’ESO Plus, e linkerò su ogni titolo la nostra recensione, le nostre prove o comunque una raccolta di informazioni in merito a ciascun titolo:

  • Imperial City (PvP);
  • Orsinium (al cui termine inizia l’arco narrativo The Daedric Wars);
  • Thieves Guild (aggiunge una nuova area, Hew’s Bane);
  • Dark Brotherhood (introduce la zona della Gold Coast);
  • Shadows of the Hist (dungeon pack);
  • Morrowind (continua The Daedric Wars);
  • Horns of the Reach (dungeon pack);
  • Clockwork City (prosegue The Daedric Wars);
  • Dragon Bones (dungeon pack);
  • Summerset (con cui termina The Daedric Wars);
  • Wolfhunter (dungeon pack);
  • Murkmire (aggiunge l’area omonima, legata agli Argoniani);
  • Wrathstone (dungeon pack, avvia The Season of the Dragon);
  • Scalebreaker (altro dungeon pack di The Season of the Dragon);
  • Dragonhold (con il finale di The Season of the Dragon);
  • Harrowstorm (dungeon pack che dà il via a The Dark Heart of Skyrim).

Attualmente va acquistata separatamente l’espansione Elsweyr, parte di The Season of the Dragon, che si ambienta tra i DLC Wrathstone e Scalebreaker e che, come nei casi degli expansion pack precedenti, include anche il gioco base.

A questo elenco andranno ad aggiungersi i futuri DLC e le prossime espansioni, come l’attesissimo Greymoor, che in origine avrebbe dovuto essere pubblicato il 18 Maggio per PC e Mac, e il 2 Giugno per Xbox One e PlayStation 4; a causa delle difficoltà create dalla pandemia, purtroppo, il lancio è stato posticipato al 26 Maggio per PC e al 9 Giugno per le console.

Come di consueto, con l’uscita di questa espansione anche Elsweyr dovrebbe rientrare nella lista dei DLC inclusi nell’ESO Plus: a quel punto basterà acquistare direttamente Greymoor e sottoscrivere l’abbonamento per avere a nostra disposizione tutti i contenuti del gioco.

Al termine del periodo gratuito di prova, naturalmente, perderemo l’accesso sia ai DLC che non abbiamo acquistato a parte, sia, purtroppo, agli altri perk inclusi nell’abbonamento premium.

Gli altri vantaggi dell’ESO Plus

Quest’enorme mole di contenuti, però, non è il motivo principale che spingerebbe un giocatore come me a sottoscrivere l’abbonamento dell’ESO Plus. I DLC sono acquistabili separatamente, e la differenza tra una spesa ridotta ma costante e una più importante ma occasionale non è tale da indurmi a gridare al risparmio miracoloso.

Il punto focale del Plus, invece, è l’assoluto incremento della qualità della vita all’interno del gioco: da sempre la gestione dell’inventario è uno dei principali problemi di The Elder Scrolls Online, come ho scritto in molte delle mie recensioni su questo MMORPG, e l’ESO Plus va a eliminare il problema alla radice, con un taglio netto e assolutamente necessario.

La Craft Bag, luce dei miei occhi da looter compulsivo

Normalmente ogni trenta o quaranta minuti di gioco ne trascorro una decina a svuotare le borse, vendere il loot inutile ai fini del crafting, ricavare componenti dagli oggetti ricevuti, migliorare e incantare eventuali pezzi d’equipaggiamento più potenti di quelli attualmente in uso sul PG e quant’altro, e soprattutto a gestire l’incredibile quantità di materiali racimolati in giro, come metalli, legname, stoffe, ingredienti, eccetera.

Con l’ESO Plus, invece, tutti questi materiali finiscono automaticamente in una borsa speciale, la Craft Bag, condivisa fra tutti i personaggi dell’account, che ha una capienza illimitata; oltretutto i materiali vengono ritirati e depositati dal sistema di crafting senza il nostro intervento: non ce ne accorgiamo nemmeno.

Ci accorgiamo, invece, che la necessità di tornare in città si presenta non dopo mezz’ora di gioco ma dopo ore e ore, volendo, perché nel limitato inventario del PG non si accumulano materiali e possiamo finalmente concentrarci sul godere della storia e dell’esplorazione, piuttosto che sul micro-managing delle borse e della banca.

Più spazio in banca e in casa, tra le altre cose

In aggiunta all’accesso ai DLC e alla Craft Bag, inoltre, l’ESO Plus ci fa raddoppiare lo spazio disponibile in banca, ovviamente per ciascun personaggio del nostro account, e oltretutto moltiplica per due anche lo spazio disponibile per gli arredamenti nel sistema di Player Housing di The Elder Scrolls Online.

Otteniamo anche un bonus all’esperienza acquisita e all’oro lootato, nonché un boost alla Crafting Ispiration, cioè alla velocità con cui si skillano le professioni, e alla lunghissima e spesso tediosa ricerca dei Tratti craftabili, che arrivano a occupare anche un mese (un mese!) per ciascun tratto.

Il raddoppio del limite massimo di Transmute Crystal accumulabili, cioè la valuta end-game che ci permette di cambiare i Tratti del nostro equipaggiamento, e perfino la possibilità di colorare i Costumi oltre ai normali Outfit del sistema di Appearance del gioco, sono soltanto le proverbiali ciliegine sulla ricca torta dell’ESO Plus.

Oltre il trial: si torna alla normalità?

Al di fuori del periodo di prova, cioè sottoscrivendo normalmente l’ESO Plus, si ottengono anche 1650 Crown al mese, che sono la valuta premium con cui acquistare elementi cosmetici, mount, DLC e quant’altro nel Crown Store. Si ricevono anche una svariate occasioni speciali riservate agli abbonati, come offerte e promozioni per l’acquisto di case, colorazioni, DLC, quest starter, eccetera.

Per quanto mi riguarda, questo periodo gratuito di prova mi ha portato in zone che avevo precedentemente ignorato per carenza di tempo, visto che non sono stato costretto a trascorrere una buona percentuale delle ore di gioco a smistare l’inventario.

Più che altro, però, mi è stato possibile accedere alle zone riservate, come la terra natìa degli orchi, Wrothgar, esclusiva del DLC Orsinium.

Perché proprio lì? Perché è in quelle lande brumose che si trova la stazione di crafting per il set d’equipaggiamento di cui avevo bisogno, il Law of Julianos, che ha potenziato non poco il mio povero Templar, che sottopongo a ogni genere di stress per testare per voi i contenuti di The Elder Scrolls Online.

Sopra ogni altra cosa, questo trial ha evidenziato come la Craft Bag sia un elemento che non dovrebbe mancare nell’arsenale di ogni giocatore: quattro quinti delle problematiche di quality of life svaniscono nel nulla, e così il vero punto di forza di ESO, l’immersività delle quest e l’esplorazione dell’immensa lore di The Elder Scrolls, può tornare finalmente a brillare come merita.

This post was published on 28 Aprile 2020 17:19

Pierluigi Michetti

Pierluigi è un abruzzese di 33 anni, cittadino d'Europa e appassionato non soltanto di tutto ciò che sia vagamente fantasy, ma anche di mitologia, rievocazione storica e rasatura tradizionale. Cresciuto a pane, olio d'oliva, videogame di ruolo, letteratura fantasy, lezioni di pianoforte ed heavy metal, studia Scienze Politiche, prima, Pubblicità e Marketing, poi, e a metà della storia si ritrova a fare il copywriter e il redattore. Dopo aver adorato D&D 3.5, Sine Requie, Il Richiamo di Cthulhu e altri titoli meno celebri, si ritrova quasi per caso a sfogliare il PHB e la DMG di D&D 5E, e lì viene risucchiato in un vortice dimensionale senza via di scampo. Dopo aver giocato il Guerriero / Chierico per una dozzina d'anni, attualmente si diverte con un Barbaro in una campagna, fa il DM in una seconda, e gioca (male) un Warlock Legale-Malvagio in una terza, sempre con lo stesso gruppo. In tenera età, armato di un Amiga Commodore 64 e un SEGA Master System II Plus, inizia a esplorare il multiverso videoludico; la vera passione, però, sboccia soltanto con l'arrivo di un Pentium 1 133 MHz. I titoli amati, in ordine sparso: da Age of Empires a Earthsiege 2, da Earth 2140 a Carmageddon, e poi SimCity, SimCopter, i simulatori di volo, Populous, Black & White, Monkey Island, Wolfenstein, BloodRayne, Planescape: Torment, i Baldur's Gate (inclusi i Dark Alliance), Dark Forces, senza dimenticare Ultima Online, World of Warcraft, i due Knights of the Old Republic (giocati più volte di quel che il pudore mi consente di ammettere), Star Wars the Old Republic, i vari Max Payne, i Vampire the Masquerade: Redemption e Bloodlines, Kingdom Come: Deliverance e naturalmente la saga di The Witcher, quella di Dragon Age, i vari The Elder Scrolls (incluso l'Online) e soprattutto quella di Mass Effect, di cui è perdutamente innamorato. Dopo una primissima adolescenza trascorsa in compagnia dei romanzi di Tom Clancy e Bukowski, spicca il volo con gli autori canonici, tra cui Tolkien, G. R. R. Martin, J. K. Rowling, Weis - Hickman, Terry Pratchett, Stephen King, Gemmell, Howard e -in parte- Terry Brooks; attualmente adora la prosa di H. P. Lovecraft ma non tanto la sua poesia, divora Luk'janenko, Sapkowski, Karpyshyn, Zahn e tutto l'Universo Espanso di Star Wars.

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