Il Coronavirus Covid-19 ha raggiunto il nostro paese e sebbene non sia poco sensato farsi prendere dal panico è lecito utilizzare tutte le precauzioni necessarie per evitare la sua diffusione. Quindi al posto di uscire e rischiare di ammalarsi perché non rimanete a casa, accendete il vostro sistema di intrattenimento videoludico e vi lasciate contagiare da uno di questi sette videogiochi a tema pandemia?
Ovviamente, non potevamo non iniziare questa lista con il gioco sulle pandemie per eccellenza: Plague Inc. Si tratta di un simulatore di epidemie nel quale il giocatore, partendo da un paese specifico, deve far evolvere un batterio, un virus o un fungo e diffonderlo in tutto il mondo. Il macabro obiettivo è quello di estinguere la razza umana.
È possibile far evolvere il virus con dei punti DNA e scegliere se rendere la patologia più virale, se aumentare i sintomi e il grado di mortalità.
Vi avvisiamo, non è un’impresa facile: soprattutto se aumentiamo la difficoltà la popolazione reagisce velocemente al diffondersi della malattia chiudendo porti, aeroporti e iniziando ricerche sulla cura.
Il successo del titolo ha permesso al team di sviluppo di collaborare con alcuni brand famosi, come quello de Il Pianeta delle scimmie. Alle prime notizie del Coronavirus il gioco è tornato in trend posizionandosi tra le app più scaricate. Anche se in Cina è stato recentemente rimosso dallo store. Esiste anche una versione migliorata per PC e le console current gen: Plague Inc. Evolved.
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Se volete immergervi un’esperienza pandemica veramente credibile non potete non giocare il primo The Division. La gelida Manhattan è caduta in disgrazia a causa di un’epidemia di vaiolo diffusa tramite le banconote. Il cibo e le risorse scarseggiano e tra i pochi superstiti ha inizio una violentissima guerriglia.
Fortunatamente arriva una squadra speciale chiamata Strategic Homeland Division (appunto The Division) per risolvere la situazione. Nel titolo il giocatore controlla uno degli agenti (che può creare a suo piacimento) che affronta una lunga serie di missioni in cooperativa online assieme agli amici, divertendosi con una delle migliori esperienze sparatutto in terza persona MMO di questa generazione.
Consigliatissimo anche The Division 2 ambientato a Washington D.C durante la stagione estiva. Il seguito, se da un lato offre un gameplay perfezionato, dall’altra non trasmette le medesime cupe e gelide sensazioni del primo capitolo.
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Non poteva mancare a questa lista Resident Evil, la serie videoludica survival horror più famosa di sempre che conta numerosi capitoli tra saga principale, spin-off e remake.
La storia ruota attorno al T-Virus (e alle sue varianti), un virus speciale creato in laboratorio dall’Umbrella Corporation che trasforma qualsiasi essere vivente in un temibile zombie mutaforma.
Che sia la villa del primo capitolo (o quella del settimo), le strade di Raccoon City del terzo o le campagne spagnole del quarto, le ambientazioni dei diversi capitoli ci regalano atmosfere mozzafiato in cui si percepisce la diffusione e il terrore scaturito dall’epidemia zombie. E se non mi credete sulla parola, guardate questo video!
Nel susseguirsi dei vari capitoli la serie cambia stile di gameplay, passando dalle telecamere fisse dell’era PS1 alla telecamera dietro le spalle del 4. Il 7 ha addirittura una visuale in prima persona.
Se volete avvicinarvi a questo franchise vi consigliamo di iniziare dall’HD remastered che contiene il primo capitolo e Zero per poi passare a Resident Evil 2: Re in attesa del remake del terzo in uscita ad aprile.
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Facciamo un passo indietro: Francia 1348. Siamo in piena Guerra dei Cent’Anni, durante l’epidemia di peste. Amicia, un’adolescente di nobile estrazione e il suo fratellino Hugo, nato con una misteriosa malattia, viaggiano per il paese alla ricerca di una cura.
A Plague Tale: Innocence è un’avventura dark fantasy con meccaniche stealth originalissime come il poter utilizzare la stessa epidemia come arma. Il morbo viene infatti diffuso da famelici ratti che divorano tutto quello che incontrano. È possibile “controllarli” con le fonti di luce e indirizzarli verso le truppe dell’Inquisizione o i soldati inglesi.
Nonostante le piccole imperfezioni del comparto tecnico, le atmosfere del titolo di Asobo Studio riescono a coinvolgere il giocatore trasportandolo nell’Aquitania del XIV secolo.
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La saga di Metal Gear Solid e i virus sono un binomio perfetto. Nel capitolo ambientato nel 2005 a Shadow Moses, Solid Snake è inconsapevolmente ospite di un virus chiamato FOX DIE, creato in laboratorio con lo scopo di uccidere specifiche persone. Celebre il cliffhanger in cui Liquid Snake muore all’improvviso a causa del virus di cui ho fatto un meme parodia.
Nel 2014 in Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots si pensa che l’invecchiamento precoce di Snake sia stato causato dalle mutazioni del FOX DIE. Cosa non vera perchè si scoprirà che l’invecchiamento è scaturito del fatto che il personaggio sia un clone di Big Boss. Ad ogni modo il protagonista viene a contatto con una nuova versione del virus creata dai Patriots che sradica quello vecchio. Le mutazioni del nuovo FOX DIE potrebbero comportare un rischio per l’intera popolazione ma per fortuna, queste non si verificheranno prima di qualche anno laddove l’aspettativa di vita di Snake non supera i dodici mesi.
Anche la storia di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain ruota attorno ad un virus. Nella finzione del gioco il parassita delle corde vocali è già esistente in natura e differenti ceppi del virus, selezionati in laboratorio, attaccano ospiti che parlano una lingua specifica.
Skull Face, il nemico principale del gioco, intende utilizzarlo come arma per distruggere la lingua inglese e “creare un mondo senza lingua franca.”
Il virus è stato anche modificato per essere utilizzato come “potenziamento” in ambito militare. Nascono così le Unità SKULL e la cecchina Quiet.
Molti fan teorizzano che il virus parassita delle corde vocali e il FOX DIE siano in qualche modo imparentati. Non avremo mai una vera risposta considerata la chiusura frettolosa che ha avuto il quinto capitolo e l’abbandono del franchise da parte di Hideo Kojima.
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Ok l’azione, ma cosa c’è di meglio di un gestionale ospedaliero per distrarsi dall’epidemia? In Two Point Hospital i giocatori possono costruire e amministrare l’ospedale dei loro sogni.
È possibile curare ogni aspetto della gestione: del personale medico e non, della disposizione delle stanze, della gestione dei macchinari, della ricerca e ovviamente anche dei pazienti i quali raggiungono l’ospedale con malattie alquanto bizzarre come la “selfite”, la “cefalea a bulbo”, la “clownite” e tante altre patologie ovviamente fittizie al fine di mantenere i toni del gioco allegri.
Aumentando di reputazione saremo pronti ad aprire nuovi centri ospedalieri con sfide sempre più complesse. E nel caso non vi bastasse sono disponibili anche pack di espansione. Two Point Hospital nasce come erede spirituale di Theme Hospital, un gestionale cult di fine anni ‘90.
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Un’altra epidemia questa volta legata al fungo Cordyceps, un fungo realmente esistente che attacca ospiti come formiche controllandone il sistema nervoso. L’idea di Naughy Dog fu: cosa accadrebbe se tale parassita, mutando, attaccasse il genere umano? (Ovvio, scoppia un’epidemia zombie!)
In The Last of Us il giocatore veste i panni Joel, un padre che ha perso la figlia nelle prime fasi dell’epidemia e 20 anni dopo ritrova la medesima figura nella ragazzina che deve scortare da un capo all’altro degli Stati Uniti.
Non è il solito gioco zombie, non è solo uccidere clicker! In The Last of Us il punto di forza è la narrativa e l’analisi psicologica dei personaggi. Un gioco che ci fa riflettere sul concetto di umanità in un mondo in cui di umano non rimane più niente.
Per quanto riguarda il gameplay, il survival horror di Naughty Dog non ha niente di rivoluzionario ma il comparto tecnico è quasi un miracolo per l’hardware PlayStation 3. Non per altro molti considerano The Last of Us il canto del cigno della console Sony di settima generazione videoludica.
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Ci sono tanti altri titoli che trattano di virus e pandemie ma abbiamo selezionato quelli che ritenevamo migliori. Diteci pure nei commenti se condividete le nostre opinioni e quali altri avreste scelto.
This post was published on 28 Febbraio 2020 16:06
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