C’è una branca di videogiochi di ruolo che basa il suo gameplay su quello che i Pokémon hanno reso incredibilmente popolare. La formula Pokémon prevede che il giocatori dedichi la maggioranza del suo tempo alla cattura di alleati con cui combattere poi gli avversari, catturando anch’essi nella maggioranza dei casi e sfruttandoli per i propri comodi.
Il germe del pokémon game è antico quasi quanto la prima doppietta di capitoli della saga. Dal 1996 in poi il mondo dei videogames si è appoggiato molto spesso sulle meccaniche che reso fortissimo il brand di game freak, offrendo la loro visione del gameplay sotto diverse salse.
Abbiamo il videogioco stylish messo in piedi da Atlus, il pokémon game a tema digimon, il pokémon game ispirato al folklore giapponese, ad un melting pot di folklori e a moltissime altre culture.
Vediamo insieme come nasce questo concept di gioco e quali sono i titoli che al giorno d’oggi ancora meritano di essere giocati per queste motivazioni.
I primi vagiti dei pokémon games si possono trovare in meccaniche appartenenti a videogiochi scollegati dal mondo pokémon. In Final Fantasy V, ad esempio, esiste una classe che ha la capacità di utilizzare i mostri che troviamo in battaglia contro gli altri mostri, domandola per l’occasione.
Tale concept era stato esplorato con maggiore profondità (ma anche minore equilibrio) all’interno di Final Fantasy Legend III, capitolo apocrifo della saga di Final Fantasy uscito nel 1990 su Game Boy.
In tale videogioco i personaggi avevano la possibilità di trasformarsi in versioni particolari dei mostri che affrontavano ingerendo particolari oggetti, trasformandosi di fatto in differenti versioni dei propri avversari. Il primo capitolo della serie Megami Tensei, targato 1992, fu uno dei primi videogiochi a permettere al giocatore di reclutare gli avversari per poter combattere all’interno del proprio party.
La formula, plausibilmente portata avanti anche da altri videogiochi rimasti in giappone, è poi sbocciata con le intuzioni di Satoshi Tajiri durante il periodo di sviluppo di Pokémon Verde e Pokémon Rosso.
Temtem è forse la più smaccata copia di Pokémon che il mercato abbia mai visto nel corso degli ultimi cinque anni di storia videoludica. Già dallo stile grafico, dal character design e dall’impostazione delle battaglie è possibile respirare a pieni polmoni quel mood e quelle idee che hanno reso pokémon uno dei brand più potenti dei nostri tempi.
A differenziare Temtem dall’essere un rip-off dei giochi game freak troviamo la sua natura multiplayer. Il gioco è un MMO a tema e porta quel gameplay all’interno dell’infrastrutture di un videogioco multiplayer massivo; un passo che Pokémon non ha mai voluto fare.
Temtem è acquistabile a questo indirizzo.
Ni No Kuni: Wrath Of The White Witch è un videogioco universalmente famoso per essere uno dei pochi ad avere un impronta diretta dello studio Ghibli, famosa casa d’animazione nipponica, che ne ha curato il comparto visivo e lo ha elevato al di sopra di moltissimi altri videogiochi ispirati al mondo degli anime.
Il gameplay di Ni No Kuni è però decisamente più simile a quello di un Pokémon che a quello di un normale anime game. Il protagonista potrà avere con sé tante piccole differenti creature, cantando di volta in volte serenate al fine di ammaliarle. Queste andranno usate in battaglia per affrontare gli avversari, di volta in volta sempre più minacciosi e pericolosi.
Se avete voglia di un gioco di ruolo nipponico longevo e stratificato, Ni No Kuni Wrath Of The White Witch è il titolo che fa per voi. Abbiamo recensito la versione Playstation 4 del titolo ma esso è disponibile anche altrove.
Monster Rancher 2 è un videogioco nato nel periodo di boom assoluto del genere, dopo il successo esplosivo dei pokémon e prima della saturazione completa del mercato. Il titolo, figlio anche di una delle epoche videoludiche più feconde di sempre, è ricordato ancora oggi per una feature molto divertente che lo trasformava in un videogioco quasi sperimentale.
Per poter ottenere un mostro infatti era possibile seemplicemente inserire un qualsiasi disco all’interno della propria Playstation e l’engine di gioco avrebbe generato un mostro esclusivo a seconda del CD inserito. A questo andavano sommate meccaniche da pokémon game abbastanza solide, in grado di accalappiare i giocatori dell’epoca.
La meccanica del generatore di mostri da CD non è stata riproposta molte altre volte nella storia dei videogiochi ed al giorno d’oggi è praticamente impossibile da riproporre vista la smaterializzazione fisica del medium; se si vuole provare Monster Rancher 2 come videogiocatori si avrà l’obbligo di ripiegare sull’amata/odiata emulazione.
World Of Final Fantasy è plausibilmente il miglior spin off a tema Final Fantasy che Square Enix ci abbia regalato durante il corso dei suoi ultimi dieci anni di vita. Parliamo di un gioco divertente, tecnicamente interessante con belle musiche ed tante piccole chicche per i nostalgici; niente che potrebbe mancare sugli scaffali di un vero appassionato.
Preso da solo World Of Final Fantasy non è altro che un capitolo di Final Fantasy mischiato con le meccaniche tipiche dei pokémon game: i protagonisti del titolo avranno la possibilità di catturare la maggioranza degli avversari che incontreranno, previa soddisfazione di particolari condizioni, per farli combattere con sé. Il gioco a questo aggiunge tutto un particolare sistema di formazioni che tra personaggi bambini, adulti, taglie e griglie di abilità rende la longevità il punto forte della produzione Square Enix.
Se siete interessati a incontrare nuovamente qualche vecchio personaggio di Final Fantasy in un JRPG leggero e frizzantino non possiamo far altro che consigliarvelo. Qui trovate la nostra recensione, qui trovate un modo per acquistarlo.
Persona 5 uno dei videogiochi più chiacchierati (a buona ragione) della corrente generazione videoludica. Nonostante non sia possibile controllare direttamente le cose che si catturano, è impossibile negare come la maggioranza del gameplay sia incentrata sulla cattura e sulla crescita dei demoni che ci si ritrova a fronteggiare.
Forte di una direzione artistica fuori scala, di un comparto musicale incredibile e di una narrativa assolutamente di primissimo ordine, Persona 5 (fra poco in arrivo anche in italiano, attraverso l’edizione Persona 5 Royal) è un gioco di ruolo nipponico praticamente imperdibile.
Se riuscite a sopravvivere ai fiumi di parole che vi verranno rediretti contro dalla sceneggiatura infinita del titolo, Persona 5 è un videogioco in grado di lasciare un profondo segno addosso ai giocatori che vi si approcciano.
Qui potete trovare la nostra recensione.
I Digimon sono l’unico brand che si è avvicinato ad ottenere, durante il corso della secondà metà degli anni novanta, la popolarità dei Pokémon. Forti di una serie animata di tutto rispetto e di giochi interessanti (i primi Digimon World sono ricordati con affetto da moltissimi giocatori), i Digimon sono riusciti a sopravvivere per vent’anni e ad arrivare ai giorni nostri ancora interi.
L’ultimo videogioco a tema Digimon, chiamato Cyber Sleuth, è un gioco di ruolo ispirato da videogiochi come Perosna o lo stesso Pokémon che riesce a funzionare nonostante gli anni che certi design hanno sul groppone. Saltando dal mondo virtuale al mondo reale, al giocatore sarà data la possibilità di catturare creature per poi allenarle e migliorarli, il tutto per poter sfidare essere sempre più grandi e minacciosi.
All’ordine del giorno, esattamente come in pokémon, troviamo le evoluzioni e a differenza di pokémon troviamo un buon focus sul comparto narrativo. Se cercate un titolo con i Digimon protagonisti avete trovato qui pane per i vostri denti.
Qui trovate la nostra recensione, qui è dove vi consigliamo di acquistarlo
Se avete un Nintendo 3Ds forse è giunto il momento di ritirarlo fuori perché Yokai Watch 2 è un videogioco mai arrivato altrove. Questo titolo è forse secondo giusto a Temtem nell’essere ispirato a pokémon ed è stato un grandissimo successo in giappone, imitando quello che Pokémon fece un paio di decenni fa.
Se Pokémon basava il suo gameplay sulla cattura di strane creature viventi, in Yokai Watch avrete un compito diverso: la cattura di fantasmi appartenenti al folklore nipponico. Il terzo capitolo, ambientato per l’occasione in america, rappresenta ancora oggi un videogioco molto divertente, che raggiunge livelli di difficoltà impressionanti se si punta al completismo nonostante l’animo da gioco per bambini.
Questo videogioco è indirizzato nei confronti di tutti quei giocatori che hanno un debole per la cultura nipponica. Al momento è anche uno degli ultimi modi intelligenti per approcciarsi alla saga, visto che Yokai Watch 4 non è ancora arrivato sul territorio anglofone su Nintendo Switch.
La saga di Mega Man: Battle Network è uno di quelle che su Gameboy Advanced hanno fatto la storia. Questa saga di spin off a tema Mega Man, seconda per prolificità giusto a Mega Man X è un gioco di ruolo nipponico in cui al giocatore viene chiesto di mettere su un mazzo di carte composto con dei chip da battaglia sparsi in giro per un enorme mondo di gioco.
I chip da battaglia, in questo caso, richiamano in più frangenti la cattura dei pokémon e vanno a diventare l’ingrediente principale di un gameplay ibrido tra i deckbuilding games che tanto vanno di moda adesso ad uno stile di gameplay classicheggiante, ormai vetusto per ciò a cui siamo abituati ora.
Con sette capitoli sulle console portatili Nintendo, la saga di Battle Network è un ottimo modo per gettare via qualche centinaio di ore libere. Al momento Capcom ha fatto sapere di avere qualcosina in mente per un eventuale nuovo capitolo della saga, ci deve solo lavorare sopra con attenzione e aspettare che gli astri li allineino per permettere un miracolo del genere.
Purtroppo per poter giocare a questo titolo sarà necessario un emulatore, vista ormai la rarità di certi capitoli e l’assenza dei titoli dagli store digitali.
This post was published on 11 Febbraio 2020 19:52
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