C’è un momento nella vita di ogni giocatore in cui si è costretti a deviare dal proprio percorso per compiere uno dei gesti più eroici che ci sia: giocare col fratellino o con la sorellina. Preparatevi perchè in questo articolo vi parlerò di alcune perle videoludiche che, personalmente, mi tengono ancora sveglio la notte come flashback di guerra.
Per chi non lo sapesse ho una sorella di quattro anni più piccola, quel tanto che basta per poterla fregare dandole un joypad non connesso per darle l’illusione di star giocando con te ai tempi della prima Play Station. Quando però mia sorella (e anche i miei genitori) cominciò a farsi comprare dei veri giochi a cui lei potesse realmente giocare. Naturalmente ci sono stati dei tentativi di giocare in multiplayer a qualche gioco, ma la totale inabilità di mia sorella nel far andare dritto qualsiasi personaggio o veicolo rendeva vana ogni speranza e anche quando arrivarono i primi giochi per lei fui comunque tirato in ballo (da bravo fratello) a darle una mano.
Piccola premessa: Da piccoli, prima ancora di qualsiasi teoria gender e GENITORE1/GENITORE2 ma soprattuto di sviluppare un pensiero progressista, per quanto riguarda i giochi eravamo modello Pasqualone: Hot Wheels per Lui e Barbie per Lei.
Meglio noto come Barbie a cavallo, è sicuramente uno dei primissimi giochi presi da mia che presentava uno dei binomi più rosa e letali di sempre. Chi nell’ultimo periodo ha definito Death Stranding un noioso walking simulator non ha minimamente la concezione di cosa sia la noia: immaginate di guardare per ore la nuca di un cavallo che ciondola al centro del vostro schermo, senza musica con il solo cloppete cloppete e qualche cinguettio di sottofondo, immaginate poi di dover fare mini giochi brutti per poi finire nella stalla a scartavetrare il sedere del vostro destriero maledicendo chiunque abbia costruito un maneggio vicino alla palude di Shrek. Il tutto accompagnato dalla non poco fastidiosa voce di Barbie, che con la grafica della Playstation 1 sembrava più una bambola gonfiabile.
Il gioco ebbe la bellezza di 1.93 su GameFAQs quindi non sono io che esagero. Con la PS2 arrivò un seguito spirituale che ebbe anche un discreto seguito.
Cosa c’è di più anni ’90 delle Spice Girls? Il videogioco a loro dedicato ovviamente! Una piccola avventura musicale nella quale guideremo il gruppo, in un’orribile versione super deformed, nella realizzazione della loro prossima performance live. Il gioco presentava una serie di stage rappresentanti le diverse fasi di preparazione. Attraverso diversi minigiochi potevamo preparare la base musicale mixando pezzi di 5 tracce più famosi delle Spice Girls, creare la coreografia e inquadrature del video. Il gioco durava in totale una quarantina di minuti, 20 dei quali erano una serie di spezzoni di varie interviste in inglese fatte al gruppo britannico lasciandoci perplessi davanti allo schermo in attesa di creare un altro Frankenstein musicale nella sezione mixing. Insomma un titolo creato con il solo scopo di instillare nella mente dei bambini le bruttissime Spice Girls versione Bratz pronte a tormentare i nostri incubi.
Questo gioco all’epoca ha ricevuto ben 4 recensioni e con questa siamo appena arrivati a 5.
C’è un motivo per cui spesso vi definisco D E B O L I quando vi lamentate della difficoltà di un gioco paragonandolo magari a Dark Souls, quel motivo è Barbie Explorer. Volete un gioco difficile? Eccovi serviti: Un mix letale tra Crash Bandicoot e Tomb Raider con comandi legnosi, salti storti e hitbox improponibili. Questo titolo avrà sicuramente divertito mia sorella che sadicamente se la rideva mentre cercavo di superarle il livello dell’Anaconda, però c’è da dire che tra le tante bestemmie sicuramente è stato uno di quei giochi che mi ha temprato l’animo.
Dopo l’ananas sulla pizza, Barbie Explorer è stato dichiarato uno dei più grandi crimini contro l’umanità.
Non tutti i giochi di mia sorella riguardavano Barbie, cavalli o Barbie a cavallo ce ne fu uno alquanto diverte, Dog’s Life. Parliamo di un titolo uscito su PS2 e che offriva una parvenza di open world tramite grosse mappe separate da schermate di caricamento. In questo gioco vestiamo i panni (anzi il pelo) di un cane sulle tracce della sua amica/compagna scomparsa, la cosa divertente era che ci trovavamo davanti ad una specie di gdr simulativo canino: correre, saltare, interagire con i tanti personaggi, esplorare ma soprattutto seguire le tracce con la odor-vision. Quest’ultima modalità ci permetteva di passare alla visuale in prima persona grazie alla quale era possibile vedere tangibilmente i diversi odori con quella che era virtualmente la visione reale dei cani.
La parte più bella però erano le sfide contro gli altri cani per sbloccare nuovi trick eseguibili con vere e proprie combo come dare la zampa o lanciare i propri bisogni addosso i bambini, che spasso.
Si avete capito bene, crescendo mia sorella si è rivelata una potenza nei picchiaduro specialmente in Soul Calibur dove eccelle non solo nella creazione dei personaggi ma anche nelle diverse sfide che ci lanciamo. Leggende narrano che qualche volta sia riuscita anche a battermi a CTR, ma la strada lì è ancora lunga.
This post was published on 30 Dicembre 2019 11:49
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