Anche prima di Fortnite le skin erano meme ambulanti

Uno delle metodologie con cui Epic Games monetizza Fortnite è chiaramente la vendita di skins e oggetti cosmetici. Il titolo di Epic Games offre al giocatore un grande numero di slot per personalizzare il proprio avatar, includendo costumi integrali, zainetti personalizzabili, cuccioli trasportabili, deltaplani curiosi e chi più ne ha più ne metta. Da quando il titolo è diventato fortemente popolare, gli sviluppatori di Epic Games hanno iniziato a proporre oggetti cosmetici davvero… bizzarri.

Si, in Fortnite puoi andare in giro travestito da banana semovente umana, da Hamburger bipede, da pomodori arrabbiato, da cono gelato vivente, da ibrido uomo pesce, da albero e addirittura da taco. I costumi presenti nel titolo Epic Games sono incredibilmente variopinti e vanno a toccare gran parte dello scibile umano, concentrandosi sopratutto (come ha fatto notare Kotaku in un suo articolo) sul cibo e sui suoi derivati.

Tutti questi costumi cercano di superare sempre il limite della ragionevoleazza umana al fine di ispirare nei giocatori un qualche tipo di reazione o di invidia; un costume in grado di stupire qualcuno è un costume desiderabile, un costume che rende il giocatore riconoscibile all’interno della massa critica di gente che quotidianamente gioca. Il sistema delle rotazioni del negozio messo su da Epic Games rende i costumi non perennemente disponibili, nivogliando il giocatore ad effettuare l’acquisto quando è in grado di vedere una skin di suo gradimento sullo shop.

Questo, unito all’assenza di un vero e proprio mercato secondario (che invece è presente in Valve) rende il fattore shock ed il fattore esclusività molto importante: una specie di dimensione parallela dello streetwear.

Comunque siamo lontani dal dire che Fortnite si sia inventato i costumi più strambi tra quelli presenti nel mondo dei videogiochi. Occhi andiamo insieme a vederne una quindicina, pescando da giochi più o meno anziani dove i costumi erano solitamente la ricompensa per il completismo (o per la curiosità) del giocatore.

Il costume da David Hasseloff in South Park: il bastone della verità.

South Park è uno di quei brand che con l’arrivo delle nuove tecnologie ha finito per ottenere un videogioco degno di tal nome. Quando, nel 2014, uscì South Park ed il bastone della verità nessuno sano di mente si sarebbe aspettato un gioco di ruolo alla giapponese mischiato all’univereso più irriverente del cartoon americano, pieno di battute razziste o decisamente inadatte agli animi più sensibili tra i videogiocatori.

Il risultato fù quello di un titolo in cui si respirava perfettamente la follia della serie animata: la sceneggiatura sembrava quelal di un bizzarro episodio della serie, l’umorismo era rimasto intatto e le gag comiche erano più putride e cattive che mai.
Uno dei momenti forse più wtf dell’intera vicenda è rappresentato da uno dei requisiti necessari per ottenere il trofeo Face Hoff: la plastica facciale per trasformarsi in David Hasselhoff.

Per poter ottenere questo costume infatti è semplicemente necessario andare presso Tom’s Rhinoplasty e selezionare dal menù l’operazione più costosa. Dopo un divertente siparietto che ha del macabro, usciremo dalla sala operatoria con l’aspetto del protagonista di Supercar o Baywatch; un costume davvero più unico che raro.

Un polipo ed un granchio in un horror game: gli strani costumi di Rule Of Rose.

Rule Of Rose è un videogioco più conosciuto per la sua incredibile rarità che per il suo effettivo valore ludico. Un survival horror uscito per Playstation 2 a metà anni duemila sviluppato da Punchline che, dalla sua vantava una trama abbastanza borderline fatta di bambine sadiche e di un ambientazione tutt’altro che comune nel mondo dei videogiochi. Nei panni di Jennifer e del suo cane Brown, nel titolo ci ritroveremo ad affrontare un circolo di bambini piuttosto particolare e ad esplorare una vecchia villa alla ricerca dei suoi segreti.

Se si finisce Rule Of Rose con il migliore finale possibile e si avrà con se, durante il capitolo finale, l’october ticket, durante il new game plus sarà possibile accedere ad una stanza precedentemente sbarrata con dentro una sorpresa molto interessante: una coppia di costumi a tema fauna ittica.

I costumi in questione travestono la protagonista Jennifer da octopus gigante ed il nostro cane Brown da granchio, un qualcosa visto decisamente poco all’interno del mondo dei videogiochi. Come se non bastasse, ad aumentare il grado di assurdità di tali scelte, arriva anche l’arma esclusiva presente con tale costume: un tonno gigante usato a mò di spranga.

I nuovi costumi ittici di Fortnite sono decisamente meno bislacchi di questa folle scelta fatta da punchline all’epoca.

Il panda samurai del giappone feudale in Onimusha: Warlords.

https://www.youtube.com/watch?v=hVgYu4fkI20

Onimusha è tornato su console e pc recentemente con una versione rimasterizzata ad hoc del primissimo capitolo della saga conosciuto dai più come Onimusha: Warlords. L’ibrido tra videogioco hack and slash e survival horror mischiava con sapienza le atmosfere di resident evil con il giappone feudale, mettendo insieme demoni e samurai per un risultato niente male e non obbligando il giocatore unicamente a scappare.

Se l’atmosfera del gioco dovesse farsi eccessivamente pesante per il giocatore, quest’ultimo potrà sempre ricorrere ad un arma segreta: indossare un costume da panda. Il protagonista Samanosuke infatti avrà la possibilità di indossare un costume da panda, a patto di aver completato il gioco almeno una volta. Questo abbasserà di gran lunga il tasso di tensione all’interno del gioco e permetterà al giocatore di tirare molto volentieri un sospiro di sollievo.

Il costume potrà essere indossato integralmente tenendo premuto il tasto L2 per vestire anche il cappello da panda e apparirà anche all’interno di tutte le cutscenes. È scontato dire che il panda di Fortnite non ha lo stesso carisma di un cacciatore di demoni samurai bianco e nero; non fatecelo ripetere.

I mille volti del dio della guerra.

Se c’è una cosa che possiamo recriminare all’ultimo capitolo della saga di God Of War è l’assoluta mancanza di contenuti extra con cui prendersi decisamente poco sul serio. I vecchi capitoli di God Of War avevano dalla loro un farcito numero di costumi bislacchi con cui mettere in ghingheri il buon vecchio Kratos, trasformandolo in una lunga serie di differenti personaggi che fanno scomparire la seriosità del titolo.

In God Of War 2, ad esempio, era presente il costume Cod of War: il merluzzo della guerra. Il provero kratos, all’interno di uno scomodo vestito da merluzzo, si ritrovava a far danno per l’olimpo agitando due simpatici uncini. Il primo God Of War si prendeva ancora meno sul serio con ancora più assurdi costumi con cui vestire il nostro dio della guerra preferito.

Eccovi un paio di esempi: il costume Chef Of war, ad esempio, vestiva il nostro spartano con un completo da cuoco trasformando le letali lame del caos in altrettanto pericolose padelle fiammeggianti; il costume Bubbles donava al nostro una muta da sub integrale trasformando i suoi strumenti di morte in pinne da sommozzatore affilate come non mai; il costume Tycoonus trasformava il nostro Kratos in un personaggio proveniente da un’altro universo videoludico, ovvero nell’agente 47 di Hitman sostituendo alle lame del caos una coppia di ventiquattr’ore in accaio inossidabile.

Il costume in assoluto più strano tra quelli di God Of War 1 è quello conosciuto con il nome di Dairy Bastard che trasfigura il personaggio più arrabbiato della storia dei videogiochi in un anzia uomo pelato fuori di sé per la rabbia, armato di due bottiglioni in plastica pieni di latte; il tutto mentre si ha un comodo vestito da mucca con tanto di mammelle in piena vista. Eliminare le minacce dell’olimpo vestiti da bovino è un’esperienza al limite delle sostanze psicotrope che non vi consigliamo più di tanto di fare.

Sono pazzi questi moba.

Dulcis in fundo, andiamo velocemente a parlare di alcune delle skin più pazze presenti all’interno del genere videoludico che ha maggior vantaggio ad averne: quello dei multiplayer online battle arena. I moba, da League Of Legends in poi, hanno cercato di generare ricavi attraverso la vendita di costumi per i personaggi invece che appoggiarsi su canoni mensili o altre mestizie di questo tipo. Nel fare ciò gli artisti delle varie aziende si son sempre prodigate al fine di creare il costume più assurdo, l’idea più bislacca o la combinazione meno probabile al fine di mettere mani al portafogli del giocatore.

Ecco tre esempi, uno per moba, di costumi piuttosto WTF che non fanno rimpiangere le stranezze che  vediamo quotidianamente in Fortnite.

Heroes Of The Storm e Azmodunk.

heroes of the storm skin azmodunk funny

Il moba di casa Blizzard, nonostante non abbia avuto lo stesso successo dei due titoli citati dopo, ha una grande quantità di costumi per i suoi personaggi in grado di strappare sorrisi e risate ai suoi giocatore. Il costume che prendiamo buono per questo articolo appartiene ad una serie di costumi sportivi rilasciati da Blizzard per i suoi vari giochi ed è indossato dall’eroe Azmodan, l’orrido comandante demoniaco proveniente da Diablo presente all’interno del moba della compagnia.

Azmodunk, questo il nome della skin, trasforma l’esapode in questione in un giocatore dell’NBA dotandolo di Jersey, bandana, scarpe e cromature del caso.
Una skin bellissima da vedere ed estremamente divertente dal punto di vista concettuale, un modus operandi che Fortnite ha saputo prendere e trasformare in una macchina da soldi.

League Of Legends tra universi alternativi e bobblheads.

League Of Legends, complice anche una carriera quasi decennale nel mondo dei videogiochi, ha un buon numero di skin curiose dalla sua. Draven Draven, ad esempio, è una skin per il champion Draven ( ma dai?) praticamente uguale a quella originale, se non fosse che le proporzioni tra corpo e testa risultano completamente andate e trasforma il personaggio in un vero e proprio bobblehead. La skin fortunatamente non è uscita fuori da sola ma appartiene ad una serie di costumi caratterizzati dalla follia assoluta

Definetely Not è il nome di una serie di skin per personaggi di League Of Legends che va a pescare gli eroi da universi alternativi in cui le cose non sono andate esattamente come previsto: Draven Draven lo abbiamo visto sopra ma anche personaggio come Definetely Not Bltzcrank o Definetely Not Udyr mantengono intatto un certo fascino ed un certo stile, nonostante le differenze con i modelli originali. Blitzcrank ad esempio è ripreso dal fumetto Punches And Plant della Riot ed ha l’aspetto di un rispettoso insegnante universitario, non esattamente quello che ti aspetteresti da un campione interdimensionale.

Dota 2 ed i dinosauri privi di faccia.

Dota 2 skins faceless rex

L’ultimo moba in questione, Dota 2, a differenza di League Of Legends è sempre stato molto più serioso con i costumi che era possibile applicare ad i propri personaggi. Difficilmente ci sono state variazioni importanti per il vestiario degli eroi ed il massimo che era stato fatto prima dell’arrivo del Faceless Rex era legato ad una skin da Alpino per un personaggio dalle sembianze orsine.

Se un orso vestito da alpino non vi fa già sogghignare non vi preoccupate, state piuttosto a guardare quello che Valve ha combinato durante il 2015. In occasione del remodeling di uno dei suoi eroi più popolare la compagnia mostrò al pubblico varie idee che erano state prese in considerazione prima di quella definitiva: versioni elfiche dell’eroe, versioni chimera dell’eroe, addirittura una specie di buffa citazione nei confronti del M O D O K di marvelliana memoria.

dota 2 skins faceless rex

 

Ecco, tra tutti questi uno dei concept scartati era quello del Faceless Rex, un buffissimo dinosauro violaceo privo di volto in grado di controllare il tempo a suo piacemento. Ovviamente tale skin non ha raggiunto il gioco vero e proprio in quel concept, bensì è stata riadattata come modifica estetica per il corriere, uno degli elementi cardine del moba di valve.

Il Faceless Rex, da temibile eroe piega spaziotempo è diventato un facchino richiamabile attraverso la pressione di un comoda tasto, in grado di volare grazie alle sue spaventose abilità spazio temporali.

Questo Fortnite ancora ce lo deve far vedere.