Con Syberia – L’avventura di Kate Walker continua la nostra rubrica settimanale #venerdìnostalgia dedicata al retrogaming. Ecco il nostro racconto di un gioco che ha dato vita ad una saga in grado di competere con grandi capolavori di fantascienza.
Se vi siete persi gli articoli precedenti dedicati al retrogaming potrete ritrovarli comodamente tutti a questo link. Troverete Final Fantasy, Resident Evil, Silent Hill, Winning Eleven e molte altre chicche raccolte solo per voi!
Il mondo dei videogiochi è un mondo estremamente particolare. Le emozioni su cui essi fanno leva possono essere molto diverse tra loro. Ci sono videogiochi che devono il loro successo alla capacità di replicare e rendere accessibili a tutti discipline altrimenti elitarie, come le corse automobilistiche, il pilotare aerei o il semplice giocare a calcio. Atri puntano sulla cooperazione simultanea di più giocatori, che siano essi proiettati in pericolose zone di guerra o in mondi fantasy. Vi sono quelli che nascono per mettere alla prova le nostre capacità di gestione e ottimizzazione delle risorse.
Esistono poi titoli che raccontano storie, che ci immedesimano nei panni di un personaggio, facendoci vivere le sue emozioni, accompagnandoci in un percorso. Syberia appartiene a quest’ultima tipologia di videgiochi. Syberia è, con ogni probabilità, uno dei racconti visionari più belli e intensi mai scritti per essere giocati e vissuti in prima persona. Oggi proveremo a raccontarvi una delle più belle pagine della storia dei videgiochi.
Kate Walker ha tutto. Brillante e promettente avvocatessa di New York, felicemente fidanzata con un ragazzo di nome Dan, una donna in carriera come molte altre, la cui vita scorre felice e agiata. Fino al giorno in cui il suo capo non decide di mandarla in un paesino delle Alpi francesi per concludere un accordo. Nel paesino di Valadilène infatti, vi è una storica fabbrica di automi ad orologeria di proprietà di Anna Voralberg, finita nel mirino di un’azienda di giocattoli di cui Kate è la rappresentate legale. L’accordo è già definito, non resta che far firmare le carte all’anziana signora e tornare di corsa alla frenetica vita newyorkese dopo questa parentesi europea. Qualcosa però, non sta per andare nel modo aspettato.
L’anziana signora muore infatti proprio il giorno prima del nostro arrivo, senza lasciare alcun erede. Il notaio, incaricato di disporre le volontà testamentarie, scombinerà per sempre i nostri piani lavorativi e di vita. In una lettera scritta da Anna nei suoi ultimi giorni di vita, essa ci rivela che il fratello Hans, creduto morto da più di sessanta anni, è vivo e vegeto, e la morte era stata inscenata dal padre, infuriato che l’erede naturale non volesse dedicarsi alla fabbrica di famiglia per studiare storia e paleontologia. Inizia così un viaggio epico, che ci condurrà attraverso l’Europa fino nelle più remote regioni della Syberia, visitando posti e città incredibili e cambiando per sempre la nostra vita.
Ad accompagnarci in questo meraviglioso viaggio, sarà una particolare creatura meccanica, il macchinista Oscar. Questo automa, che troveremo in stato di abbandono all’interno della grande fabbrica e che saremo noi a completare, guiderà uno speciale treno costruito appositamente per condurci attraverso la storia di Anna e Hans. Un viaggio fatto di luoghi, di ricordi e di persone. Partendo dal piccolo paesino francese in stile art nouveau, passando per la germanofona Barrockstadt, sede di una prestigiosissima università, dove i rettori coltivano piante in grado di produrre vini pregiati e la stazione è un’enorme voliera per uccelli.
Inoltrandoci poi nella Russia vera e propria, con la tappa nell’installazione mineraria di Komkolzgrad. Qui avremo modo di conoscere i custodi Sergueï Borodine e Boris Tcharov, un tempo responsabili del sito minerario durante il periodo d’oro dell’Unione Sovietica. Avremo modo di vedere un cosmodromo, prima di ripartire alla volta di Aralbad, centro termale vicino ad una costa del Lago d’Aral. Nel Grand Hôtel Kronsky faremo la conoscenza della cantante russa Helena Romanski ormai ritirata dopo i fasti della sua carriera.
Dopo una serie di peripezie riusciremo finalmente a trovare Hans e a fargli firmare il contratto di vendita. Qualcosa però, durante il nostro viaggio, è cambiato. La frenetica vita di New York non sembra più così allettante e, in maniera del tutto inaspettata, Kate deciderà di lasciare la sua vecchia vita per seguire Hans e Oscar in un nuovo entusiasmante viaggio. Questa però, diventerà la storia di Syberia II.
L’elemento centrale della narrazione di Syberia, più che nella trama, comunque curata e avvincente, è nelle sue meravigliose ambientazioni. Il titolo è disegnato in uno stile favolosamente steampunk, delineato grazie agli automi e ai meccanismi che ci accompagneranno dall’inizio alla fine del titolo. All’interno dell’avventura ci saranno tanti piccoli momenti di forte impatto emotivo. Scopriremo il personaggio di Hans poco alla volta, attraverso ricordi, dialoghi, documenti, e man mano che scopriremo lui, capiremo che anche la nostra protagonista sta mutando.
Il vero focus della narrazione si sposta presto dalla voglia di Kate di tornare alla propria monotona e perfetta vita, a quella di inseguire un sogno. Ci perderemo (e ci ritroveremo) nella scoperta di Hans, un ragazzo considerato un idiot savant, in grado di stupire il suo paesino con le sue geniali invenzioni meccaniche. Un genio della paleontologia, pur senza riuscire a superare mai nemmeno l’esame più banale. Un uomo strano, misterioso e avvincente. Il viaggio di Syberia diventa ben presto una metafora della vita stessa, un gioco in grado di trascendere il gioco. Noi, come Kate, ci troveremo a godere di paesaggi, di piccoli dettagli, ci troveremo a fare i conti con l’idea che a volte i muri che vediamo attorno a noi li abbiamo costruiti noi stessi e basta poco per superarli ed aprirsi ad uno stupore che infrange le regole.
Grande merito di tutto questo va ad un vero e proprio genio visionario: Benoit Sokal. Questo artista belga aveva già lavorato con la Microids in un progetto chiamato Amerzone, e di cui vi sono continui riferimenti in Syberia. Sokal ha lavorato alla realizzazione dei fondali del gioco, compiendo grandissimi studi architettonici e stilistici. Ogni area è caretterizzata da da un suo stile ben riconoscibile, che rende l’esperienza di gioco visivamente incredibile. Il gioco trova poi la sua sublimazione nei piccoli dettagli che lo compongono. Vedere Kate avvicinarsi agli oggetti da raccogliere, accovacciarsi per prenderli e metterli nel giaccone, dona un tocco di realismo che altri giochi non avevano saputo rendere fino ad allora.
Anche l’uso del telefono cellulare è funzionale alla storia e all’evoluzione della nostra protagonista. Man mano che ci allontanermo dall’Europa e dalla nostra vecchia vita anche il campo del telefono scomparirà, lasciando il posto alla contemplazione del nuovo e non al rimpianto di quello che abbiamo lasciato. L’altro tassello fondamentale dell’esperienza è rappresentato dalla colonna sonora. Una sound track di rara bellezza, in grado di accompagnare ogni momento del nostro viaggio. Syberia è un vero e proprio capolavoro, un’avventura grafica di una potenza visiva ed emotiva senza precedenti. Un gioco in grado di catturare anche il videogiocatore più scettico o freddo, e immergerlo in un viaggio da cui è impossibile fuggire senza emozionarsi.
This post was published on 16 Marzo 2018 15:12
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