Perché mai dovremmo avere paura di un film horror? È tutto finto, non può accadere sul serio ciò che vediamo rappresentato su schermo, tra effettacci splatter e incarnazioni del male. Tutto cambia, però, quando all’inizio del film appare la scritta “ispirato a fatti reali”. Se è successo davvero, può ripetersi di nuovo! La stessa riflessione può essere rivolta ai videogiochi horror che, solitamente, ci mettono di fronte a situazioni difficilmente verificabili nella realtà.
Eppure, anche i videogiochi horror, ormai, cercano nuovi modi per impressionare il giocatore e uno dei metodi più efficaci è gettarlo in situazioni reali. Ci sono dunque casi di videogiochi dell’orrore basati interamente su storie vere o solo ispirati ad esse, con l’aggiunta di qualche ricamo degli sviluppatori.
In questo speciale di Halloween, abbiamo stilato una lista di cinque videogiochi horror ispirati a fatti reali.
Videogioco horror del 2015 sviluppato dallo studio indipendente polacco IMGN PRO. La storia è ispirata all’Incidente del Passo di Dyatlov, avvenuto nel 1959 sui monti Urali. Nello specifico, il fatto avvenne sul Cholatcachl, una montagna situata in una regione a nord degli Urali, e vide sfortunati protagonisti della vicenda nove escursionisti, capeggiati da Igor Alekseevič Djatlov, di soli 23 anni. I nove ragazzi non fecero più ritorno, furono ritrovati tutti morti in condizioni inimmaginabili: alcuni avevano segni di ustioni, altri organi interni distrutti e il cranio fratturato, ma non furono rilevate tracce di colluttazioni o segni esterni che potessero far capire le dinamiche dell’incidente. Furono fatte varie congetture, tra cui gli UFO, esperimenti del governo sovietico e addirittura lo Yeti. Gli investigatori arrivarono a sentenziare che la colpa fu di una «forza della natura sconosciuta». Kholat non riprende le vicende dei nove escursionisti, ma quelle di un unico solitario personaggio che si reca sul luogo dell’incidente, ormai già avvenuto, per scoprire verità celate negli anni.
Per approfondire l’argomento —> Incidente passo di Dyatlov.
Titolo recentissimo, sviluppato da Supermassive Games, lo studio di sviluppo di Until Dawn, Man of Medan è il primo episodio di una serie antologica denominata The Dark Pictures. Un gruppo di ragazzi appassionati di immersioni subacquee si ritrova coinvolto in un sequestro sulla loro barca per poi venire sballottati da una tempesta su una nave infestata. Non tutti lo sanno, ma Man of Medan non è frutto solo della fantasia degli sviluppatori, perché la nave infestata è l’Ourang Medan, imbarcazione che ha realmente solcato gli oceani per poi fare una fine tragica e misteriosa. La nave era un mercantile olandese che naufragò nelle acque dell’Indonesia con conseguente morte di tutto l’equipaggio. Quando la nave fu ritrovata, lo spettacolo che si parò dinanzi ai soccorritori fu terrificante: cadaveri con volti spaventati e distorti dal terrore, braccia alzate in segno di aiuto e nessun tipo di segno sui loro corpi. Le teorie più accreditate escludono l’intervento degli alieni o di forze sconosciute e si mantengono su posizioni più razionali.
Per approfondire l’argomento —> Il naufragio dell’Ourang Medan.
Leggi anche la nostra recensione.
Neverending Nightmares è un videogioco del 2014 dalle meccaniche semplici e intuitive, ma dalla storia angosciante e claustrofobica. Il protagonista Thomas esplora quella che è presumibilmente la sua casa, tuttavia l’atmosfera di quel luogo è soffocante; sangue, figure inquietanti e rumori agghiaccianti provocano in lui, e nel giocatore, un forte disagio. Il suo peregrinare tra le stanze della casa sembra quasi una maledizione, un incubo senza fine da cui si sveglia per poi ripiombarci senza alcun attimo di sollievo e di respiro. L’incubo si perpetua e andando sempre più in fondo, Thomas rischia di perdere per sempre la sua sanità mentale. Neverending Nigtmares è un titolo in due dimensioni che mostra gli orrori della depressione, una storia quindi che può risultare reale per chiunque ne soffra, ma che in realtà è legata a una persona specifica: Matt Gilgenbach. Chi è costui? Si tratta proprio dello sviluppatore del gioco che, deluso e amareggiato per l’insuccesso avuto dal suo primo videogioco, Retrograde, cadde in depressione. Con Neverending Nightmares, egli mette in scena i suoi incubi e le sue paure su un futuro sempre incerto. Possiamo definirlo dunque un videogioco horror autobiografico.
Per approfondire l’argomento —> Canale ufficiale di Matt Gilgenbach.
The Town of Light forse è stato ed è tuttora definito impropriamente come survival horror in prima persona. La definizione più adatta sarebbe quella di interactive drama perché, nonostante l’ambientazione da brivido e un’atmosfera generale opprimente, la storia che racconta è tra le più realistiche mai raccontate in un videogioco. The Town of Light, titolo italiano sviluppato da LKA, ci mette nei panni di una donna che visita l’ormai abbandonato manicomio di Volterra, in Toscana. L’ex ospedale psichiatrico di Volterra fu istituito nel 1887, mentre la sua chiusura, che l’ha poi portato allo stato di abbandono odierno, avvenne nel 1978 a seguito della legge n. 180, anche conosciuta come legge Basaglia. Tante le storie di fantasmi legate a questo luogo, The Town of Light, però, non si concentra su queste leggende, ma su fatti davvero accaduti quando il manicomio era nel pieno della sua attività. Attraverso il ritrovamento di documenti e di diari, il giocatore viene a conoscenza di pratiche mediche e di trattamenti inumani a cui venivano sottoposti i pazienti.
Per approfondire l’argomento —> Manicomio di Volterra.
Un gioco non particolarmente conosciuto disponibile su Steam che ha come figura centrale quella di Albert Fish. Masochisia è un videogioco horror psicologico dalla forte componente narrativa. Le tematiche affrontate sono la depressione, l’abuso e le malattie mentali. L’esperienza è alquanto disturbante e racconta la storia di un giovane ragazzo che soffre di violente allucinazioni, le quali lo porteranno negli anni a diventare uno psicopatico. Come abbiamo accennato, il gioco è ispirato alla vita di Albert Fish, anche conosciuto come il Vampiro di Brooklyn e il Lupo mannaro di Wysteria. Considerato uno dei serial killer più prolifici ed efferati della storia, ammise di aver ucciso oltre cento bambini. Oltre ad essere un serial killer era anche un torturatore e un cannibale.
Per approfondire l’argomento —> Albert Fish.
Leggi anche —> Videogiochi e malattie mentali.
This post was published on 12 Ottobre 2019 14:46
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