Ha avuto inizio ottobre, i negozi cominciano a riempire le vetrine di gadget e costumi sanguinolenti, comitive di amici e parenti pensano a come organizzarsi per il 31 di questo mese che, come dicembre con Natale, fa subito venire in mente una festività pagana che fino a qualche decennio fa era relegata ai paesi anglosassoni: Halloween.
Dai videogiocatori, soprattutto se appassionati di storie horror, questo periodo è molto atteso perché consente di entrare nel mood giusto per passare serate all’insegna di jumpscare e corridoi bui da attraversare con sprezzo del pericolo e un po’ di follia.
Abbiamo deciso, così, di redigere per tutta la durata del mese di ottobre degli articoli a tema che vi accompagneranno fino al 31. In questo primo speciale di Halloween, vogliamo stilare una lista di serial killer del mondo dei videogiochi. Queste figure inquietanti, ma allo stesso tempo affascinanti, non sono prerogativa della letteratura poliziesca/gialla o dei film horror, ma hanno avuto una parte importante anche nei videogiochi.
Vediamo insieme cinque serial killer che hanno mietuto vittime nei videogame.
Il serial killer a cui diamo la caccia in L.A. Noire, videogioco poliziesco pubblicato da Rockstar e sviluppato dallo sfortunato Team Bondi. Ambientato nella Los Angeles degli anni Quaranta, L.A. Noire è un open world che ci mette nei panni del poliziotto Cole Phelps, impegnato in una serrata lotta al crimine che ha il suo culmine in efferati omicidi che vedono coinvolte donne sposate con problemi coniugali. A prima vista, sembrano casi di “femminicidio” messi in atto da partner ossessionati e violenti, ma c’è molto di più. Alcune lettere inviate a mo’ di sfida alla polizia non danno adito a dubbi: c’è un serial killer in città. Ogni omicidio ha delle analogie con caso precedente che fece molto scalpore, l’assassinio della Dalia Nera, un’attrice molto famosa dell’epoca (il delitto di Elizabeth Ann Short è reale ed è tuttora insoluto).
Il killer della campana è attivo in Murdered: Soul Suspect, un videogioco sviluppato da Airlight Games e rilasciato nel 2014. Questo titolo non ha ricevuto grandissime lodi e non è riuscito a farsi amare dagli appassionati del genere più esigenti, nonostante ciò aveva nel suo arco alcune frecce che hanno saputo colpire il bersaglio. Murdered è un’avventura dinamica che ci fa prendere il controllo di uno scapestrato detective, Ronan O’Connor, impegnato a dare la caccia al killer della campana. Nella scena iniziale, Ronan giunge nel luogo in cui l’assassino sta compiendo un omicidio – un appartamento a Salem, nel Massachussets – ne scaturisce una colluttazione in cui il detective ha la peggio. Egli, cadendo dalla finestra, si rialza illeso… a prima vista. In realtà, il suo corpo è ancora sull’asfalto disteso, senza vita, a guardarlo è rimasto il suo spirito. Ronan, divenuto un fantasma, continua le sue indagini, tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, perché il killer della campana è intenzionato a non fermarsi.
La figura più potente e pericolosa che imperversa in Deadly Premonition, videogioco divenuto un vero e proprio cult nonostante le sue enormi lacune nel gameplay e dal punto di vista tecnico. Ispirato a I segreti di Twin Peaks, Deadly Premonition ha un incipit molto simile a quello della serie tv di David Lynch: l’agente dell’FBI Francis York Morgan viene inviato a Greenvale, una ridente e tranquilla cittadina in cui non succede mai nulla, a indagare sul brutale omicidio di una ragazza, Anna Graham, ritrovata crocifissa a un albero. L’agente Morgan è un tipo particolare e possiede una sorta di sesto senso che gli permette di visitare un luogo sovrannaturale in cui cerca indizi da usare nel mondo reale. Nel mentre, gli omicidi si susseguono e, proprio in questo “Otherworld”, il detective vede il killer dall’impermeabile rosso, una figura massiccia e incappucciata.
Leggete anche il nostro speciale dedicato a Deadly Premonition.
Personaggio intorno al quale ruotano le vicende della trama di Heavy Rain e i drammi dei quattro protagonisti: Ethan Mars, un padre che farebbe di tutto per ritrovare suo figlio Shaun, rapito dal killer dell’origami, Norman Jayden, criminologo incaricato di studiare il caso, Madison Paige, giornalista che si innamora di Ethan, e Scott Shelby, investigatore privato assunto dai genitori dei bambini rapiti dall’assassino. Il killer dell’origami, così definito perché posa un origami vicino ai cadaveri delle sue giovanissime vittime, non ha scrupoli e ha messo sotto scacco la polizia, impotente di fronte a questa barbarie. Sempre più spesso, piccoli corpicini vengono ritrovati senza vita, mentre una pioggia incessante scroscia pesantemente su una città che ormai non dorme più per la paura e l’angoscia.
In questo caso ci permettiamo di “svelare” il nome del killer, visto che è, fin dalle prime battute di Silent Hill 4, reso noto a più riprese. Fanatico religioso, crede di essere figlio dell’appartamento in cui ha visto la luce, il 302, a South Ashfield, luogo in cui andrà ad abitare il protagonista del quarto capitolo della serie, Henry Townshend. Cresciuto e indottrinato dall’Ordine, Walter rimane ossessionato dal tomo Discesa della Santa Madre – I 21 sacramenti. La sua instabilità mentale viene sfruttata dall’Ordine, nella persona di Dahlia Gillespie, che lo spinge a portare a compimento i 21 Sacramenti, facendogli credere che questo rito avrebbe ridato vita a sua madre. Walter commette così efferati omicidi, durante i quali asporta il cuore alle vittime e incide un numero sulla loro pelle. Anche Henry Townshend diventerà un suo obiettivo, forse il più importante.
This post was published on 1 Ottobre 2019 11:48
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