L’universo videoludico è sicuramente costellato da tanti mondi, ognuno con le sue storie, battaglie, ma soprattutto linguaggi caratteristici che definiscono al meglio i popoli digitali permettendoci una maggiore immersività all’interno dei nostri giochi preferiti. In questo articolo vi parleremo di alcuni esempi di lingue create appositamente per determinati titoli.
Esistono due tipi di persone a questo mondo: chi ha giocato almeno una volta a The Sims e chi mente. Sicuramente dopo aver tolto la scaletta dalla piscina o cercato di sbirciare sotto le coperte mentre i Sim facevano fiki fiki, qualcuno di voi ha aumentato il volume per cercare di capire cosa stessero dicendo i personaggi. Il Simlish è il nome con cui gli sviluppatori della Maxis hanno deciso di chiamare gli strani farfugli dei Sim, diventata col tempo una vera e propria lingua in continua evoluzione. Tutto nacque nel 1996 durante lo sviluppo del primo The Sims quando gli sviluppatori affrontavano una delle sfide più grandi: come dare voce alle tantissime storie che sarebbero potute nascere da un simulatore di vita reale? Fu così che Robi Kauker, direttore audio del gioco, inventò quasi 200 parole senza senso che potessero trasmettere le emozioni dei personaggi al giocatore. Se inizialmente era il sentimento lo scopo principale del Simlish, col tempo si è andato a codificare sempre di più associando alcune parole a determinate sfere semantiche come ad esempio ‘nooboo’ per indicare un bambino o l’età di un sim o in alcuni casi per mostrare la nuova culla ai vicini di casa e quindi la giovinezza. Dopo 23 anni il Simlish si è arricchito di nuovi vocaboli che hanno addirittura preso diverse connotazioni culturali a seconda della zona in cui ci troveremo, ad esempio sulle isole di The Sims 4: Island Adventure sentiremo spesso ‘Sul Sul’, una specie di Aloha.
Nel mondo reale c’è anche qualche pazzoide che ha imparato il linguaggio dei sim, tra questi vi sono anche molti nomi noti della musica internazionale come Katy Perry, Paramore e My Chemical Romance che hanno letteralmente tradotto i testi delle loro canzoni per essere inserite nel gioco ed essere ascoltate dai nostri alter-ego virtuali.
La lingua dei draghi, o come lo chiamano i fan Dovazhul, in Skyrim è forse una delle lingue più iconiche dell’ultimo decennio. Ispirato dal Futhork (antico alfabeto runico usato dagli anglosassoni) la lingua dei draghi si compone di 34 rune scavate nella roccia grazie ai loro potenti artigli, esse includono sia sillabe che singole lettere. Come il gioco ci racconta, solo alcuni individui speciali possono comprendere il Dovazhul ed incanalarne il potere nei Thu’um, potenti urli che se combinati possono lanciare incantesimi devastanti come FUS RO DAH.
Come per The Sims anche qui i fan si sono talmente appasionati alla lingua da studiarne a fondo le diverse sfaccettature fino a creare un traduttore online nel caso dovesse chiedere indicazioni ad un drago per il dungeon più vicino.
Quello di Warcraft, Come ogni mondo fantasy che si rispetti, è un crogiolo di razze e culture differenti caratterizzate da lingue proprie che hanno dato vita col tempo a componimenti originali ed influenzato anche parte del nostro linguaggio su internet. Essendo stati fortementi influenzati dalle opere di Tolkien e Martin, gli sviluppatori della Blizzard non si sono tirati indietro dal creare una serie di nuove lingue per le loro razze e per dare maggiore credibilità al loro progetto nascono così diverse tipologie di elfico, uno fra tutti è stato particolarmente reso famoso dalla canzone Lament of the Highborne del 2011 con il testo completamente in Thalassiano la lingua degli Elfi Alti cantata dalla nota Sylvanas, la Regina Banshee.
Gli Orchi dal canto loro posso vantare il primato di aver coniato un termine ancora in uso su internet: KEK. Le prime testimonianze di questa parola risalgono al primo incontro tra un giocatore dell’Alleanza e dell’Orda che a causa delle evidenti barriere linguistiche vennero alle mani durante una passeggiata al Capo di Rovotorto. Dopo che l’umano giaceva inerme al suolo a causa dei colpi subiti, l’orco cominciò a deriderlo come si confà tra gentiluomini scrivendo semplicemente LOL ma ciò che arrivò alle orecchie del povero umano fu un suono gutturale, ovvero KEK. Ad oggi questa espressione è ancora utilizzata per indicare qualcosa di divertente e proprio per rievocare quella singolare battaglia si propongono delle Kek or Cringe challenge a suon di meme come ci mostra lo Chef Antonino Cannavacciuolo.
Nel mondo di Final Fantasy X è presente una lingua che il giocatore è portato letteralmente ad imparare per poter comprende e sbloccare alcuni dialoghi e quindi trame secondarie: Il dialetto di Al Bhed. Questo dialetto locale è presentato al giocatore come una serie di testi e suoni incomprensibili (che secondo me è tipo come mi vede il resto della redazione quando mi sente parlare in napoletano), per poter decifrare la parlata di Al Bhed il giocatore è portato a cercare, durante tutta la durata del gioco, degli oggetti che gli permettano di imparare nuove parole in modo da comprendere mano mano il linguaggio di questi personaggi. Ma come è strutturato questo dialetto? Prendete una specie di latino, sostituite alcune lettere fra loro dopo esservi bevuti una bottiglia di Amarone, il risultato è una cosa del genere:
Eclnejadaje yhlra ym hucdnu lyhyma ouidipa
Se non riuscite a decifrare questo messaggio non temete perchè anche in questo caso uomini pazzi sono arrivati in vostro soccorso creando un traduttore apposito.
La versione PAL di Star Fox 64, avendo a disposizione i testi in inglese, tedesco o francese dava ai giocatori la possibilità di selezionare la lingua Lylat come tipologia di doppiaggio per ovviare ad eventuali discrepanze tra testo scritto e audio in uscita. Grazie a questa opzione tutti i personaggi cominciavano ad esprimersi attraverso uno strano mix di versi di animali passati nel sintetizzatore come mostrato nel video sopra. Anni dopo i fan hanno trovato alcune similitudini tra la lingua Lylat e il “doppiaggio” di Banjo-Kazooie e Animal Crossing cercando quindi una specie di filo conduttore tra i 3 titoli.
Questi erano solo alcuni esempi di lingue create appositamente per alcuni videogame ma ce ne sono tantissimi altri come lo Sanheili di Halo o l’Hylian di The Legend of Zelda.
La creazione di un intero nuovo linguaggio denota uno studio non indifferente da parte degli sviluppatori ed una cura maniacale per i dettagli che rendono il mondo di gioco ancora più vivo e interessante.
This post was published on 12 Settembre 2019 11:41
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