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Speciali

5 videogiochi con una macchina fotografica protagonista

Estate significa vacanze, almeno in teoria, e vacanze significa fare un sacco di foto per immortalare i momenti più felici e goliardici. Anche nei videogiochi è possibile scattare foto a paesaggi, personaggi, momenti salienti e imprese epiche grazie alla photo mode e al tasto share; ci sono però videogiochi in cui la macchina fotografica è fisicamente presente ed è uno strumento fondamentale per andare avanti nella storia o per avere maggiori informazioni su trama, nemici e luoghi.

In questo elenco, vi presentiamo cinque videogiochi in cui i personaggi usano una macchina fotografica e le foto sono un elemento portante della storia.

Beyond Good & Evil

Le sessioni di fotografia presenti in Beyond Good & Evil rappresentavano una delle meccaniche più interessanti. Era possibile fotografare anche i boss durante i combattimenti, facendo anche loro parte della fauna del mondo di gioco. Da microrganismi a esseri mastodontici, da creature innocue a bestie ostili, Jade poteva e doveva fotografare proprio tutto ciò che si muoveva.

Uno dei compiti di Jade, la protagonista di Beyond Good & Evil, è fotografare le specie animali presenti nel mondo di gioco per completare una sorta di censimento della fauna del luogo. Non è un compito fine a se stesso, poiché riempire un intero rullino di foto darà come ricompensa una perla, oggetto molto importante nel titolo Ubisoft. Le perle servono a sbloccare aree di gioco altrimenti inaccessibili e ad acquistare oggetti dai negozi, alcuni di questi fondamentali per proseguire nell’avventura. L’ambientazione di questo videogioco è molto estiva, con un arcipelago tutto da esplorare, dunque le fotografie di Jade vi faranno sentire in vacanza.

Life is Strange

Per Maxine Caulfield la fotografia è tutto. Studentessa dal grande talento artistico, ma con una bassissima autostima che la porta a cercare sempre lo scatto perfetto.

Maxine è la studentessa più promettente del corso di fotografia della Blackwell Academy. Max scopre di avere un potere straordinario: può manipolare il tempo, con la possibilità di interferire con il corso degli eventi e modificarli. Cos’è una fotografia se non un viaggio nel tempo? In Life is Strange, il giocatore è in possesso di una macchina fotografica con cui può scattare immagini mentre vive le giornate di Maxine e Chloe: queste rappresentano i collezionabili e vanno a sbloccare i trofei e gli obiettivi del gioco. Max è sempre alla ricerca dello scatto perfetto. Anche in questo caso, l’atmosfera generale e gli ambienti fanno da ottimo setting per delle foto da gita turistica.

Project Zero (saga)

Il gioco in cui la macchina fotografica è davvero protagonista, ancor più dei personaggi stessi. La camera obscura è l’unica arma a nostra disposizione, cercare lo scatto perfetto è fondamentale per uscire vivi dalle infestate ambientazioni di Project Zero.

Il videogioco in cui probabilmente la macchina fotografica è davvero lo strumento numero uno dell’avventura. Questa volta di estivo e vacanziero non c’è proprio nulla, la saga di Project Zero infatti è una delle più terrificanti della ludoteca horror giapponese, insieme a Silent Hill e Forbidden Siren. La camera obscura è la macchina fotografica che la protagonista della saga deve sempre tenere a portata di mano come fosse un fucile… perché, a conti fatti, lo è. Questa è difatti l’unica arma del gioco, i fantasmi sono vulnerabili soltanto alle fotografie scattate con quella particolare macchina fotografica. Un semplice scatto non provoca loro ingenti danni, ma lo scatto perfetto – quando l’obiettivo diventa rosso – li disintegra.

Bioshock

Anche se in minor parte, la macchina fotografica di Bioshock è uno strumento importante per le sorti del protagonista. Aggeggio dall’aspetto antidiluviano, la camera di ricerca è in realtà un oggetto dalle funzionalità all’avanguardia. È in grado di scoprire le debolezze dei nemici che ingaggeremo durante l’avventura.

La macchina fotografica in Bioshock ha un ruolo molto specifico ed è importante sia dal punto di vista della conoscenza del “bestiario” presente nel gioco sia per le nostre sorti in combattimento. La macchina di ricerca, così è chiamata nell’universo di Bioshock, può essere equipaggiata come un’arma del proprio arsenale e ha bisogno delle pellicole per funzionare. Non fa danno, ma è in grado di raccogliere informazioni sui nemici, cosa che ci permette di sapere qualcosa in più sulla storia di quest’ultimi e, soprattutto, di conoscere i loro punti deboli. Come abbiamo accennato, non produce danni, tuttavia presenta cinque livelli di ricerca, in base alla rarità del nemico, che, se completati, danno accesso a dei bonus in combattimento e a danni permanenti.

The Evil Within 2

In The Evil Within 2, la macchina fotografica non viene utilizzata direttamente dal giocatore, ma l’universo fotografico è essenziale per capire la lore del titolo e per assimilarla. Il villain principale è Valentini, un fotografo sadico e completamente fuori di senno.

In The Evil Within 2, Sebastian Castellanos non possiede una macchina fotografica e non la utilizza dunque per indagare, ma abbiamo inserito questo gioco nell’elenco perché la fotografia è davvero importante nella storia del titolo sviluppato da Tango Gameworks. Uno dei primi boss che Sebastian affronta è Obscura, una creatura formata da varie parti anatomiche di cadaveri con una macchina fotografica al posto della testa. Il detective deve evitare che Obscura scatti una foto e colpirla dritta nell’obiettivo per liberarsene. Il villain principale di The Evil Within, inoltre, è Stefano Valentini, un fotografo pazzo che ha come scopo quello di immortalare il momento preciso in cui la morte coglie le sue vittime.

 

Questi sono cinque videogiochi in cui la macchina fotografica è protagonista delle vicende narrate, strumento imprescindibile per i personaggi e per il giocatore stesso. Ne conoscete altri? Ditecelo nei commenti.

This post was published on 13 Agosto 2019 14:45

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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