Torna la rubrica Retro Release, alla riscoperta delle uscite videoludiche del passato. In questa puntata, elencheremo i migliori videogiochi usciti nel 1994 (in nessun ordine particolare, come sempre, per non fare torto a nessuno). Ricordiamo, inoltre, che non saranno presenti tutti i titoli usciti nel 1994, ma una nostra selezione di quest’ultimi.
Il 1994 è stato un buon anno per i videogiochi, con molti primi capitoli che hanno dato inizio a saghe storiche e un buon numero di giochi che hanno segnato la storia di un genere.
Vediamo insieme con cosa giocavamo nel 1994. Per leggere gli articoli delle puntate precedenti della rubrica, selezionateli dall’indice qui di seguito.
Indice Retro Release
Final Fantasy è una saga che non ha bisogno di presentazioni, una delle epopee videoludiche più affascinanti e magiche della storia. Il sesto capitolo, uscito su SNES e convertito su tante altre piattaforme, tra cui la PlayStation, è stato osannato dalla critica e dal pubblico, tanto da essere considerato non solo uno dei migliori FF mai creati, ma anche un modello di riferimento per il genere j-rpg. In Giappone, vendette più di due milioni e mezzo di copie, mentre negli States divenne l’ottavo gioco più venduto dell’anno.
Se gli sbudellamenti del primo Doom non bastarono a saziare la fame di ultra-violenza dei giovani virgulti dell’epoca, quest’ultimi dovettero aspettare solo un anno dall’uscita del primo capitolo per tornare a fare mattanza di creature demoniache. id Software non si fece pregare e offrì ai giocatori un’esperienza non dissimile da quella precedente e, dunque, altrettanto divertente e appagante. Quella volta, però, le forze infernali andarono alla conquista del pianeta Terra, facendo prigionieri gli esseri umani. Il doomguy non si fece certo impressionare, anzi, più a suo agio sul suo pianeta natale, continuò a massacrare nemici in una festa di sangue e proiettili.
Personaggio simbolo di Nintendo, il gorilla Donkey Kong è protagonista assoluto di questo primo capitolo della serie omonima. Sviluppato da Rareware e pubblicato su SNES, ha ricevuto conversioni per GameBoy Color e GameBoy Advance. I personaggi principali dell’avventura facevano parte della numerosa famiglia di Donkey: Diddy era più agile e poteva sfruttare la sua capriola multipla per sconfiggere più nemici contemporaneamente; Cranky Kong, il nonno, era convinto di essere stato il protagonista di Donkey Kong, il videogioco uscito nel 1981 in cui apparve per la prima volta anche il personaggio di Super Mario; poi c’erano Funky che permetteva a Donkey di utilizzare un barile razzo e Candy Kong, la fidanzata che consentiva al giocatore di salvare la partita.
Primo capitolo della fortunata serie di picchiaduro di Namco. In origine, era un videogioco arcade, poi fu convertito per PlayStation. Nel 1994, i giocatori di tutto il mondo poterono finalmente cimentarsi nel torneo di arti marziali che dà il nome al videogioco per diventare The King of Iron Fist Tournament. I personaggi già sbloccati e utilizzabili fin da subito erano: Paul, Yoshimitsu, Nina Williams, Marshall Law, King, Michelle Chang, Jack e Kazuya. Il roster di quelli sbloccabili era addirittura più lungo e comprendeva Kuma, Heihachi, Anna Williams e Ganryu.
Pubblicato per 3DO nel 1994, il primo capitolo della saga automobilistica fu rilasciato successivamente anche su PlayStation, DOS e Sega Saturn. È proprio da questo capitolo che nasce il mito degli inseguimenti della polizia, uno dei punti nodali di molti capitoli della serie. Electronic Arts collaborò con la rivista automobilistica Road & Track per riuscire ad ottenere tutte le informazioni necessarie e gli strumenti giusti al fine di offrire ai giocatori una vera simulazione automobilistica. Il risultato finale fu molto apprezzato dai consumatori che poterono godere di una resa su strada delle auto molto fedele alla realtà e di alcune chicche, come il diverso rumore del cambio di ciascuna vettura.
Un altro punto fermo della storia dei picchiaduro. Killer Instinct fu osannato dalla critica per la sua resa grafica che, all’epoca, era nettamente superiore a qualsiasi altro competitor del genere. Gli scenari, inoltre, sembravano sviluppati in tre dimensioni, fattore che aumentò di molto il successo tra i giocatori. Non solo la grafica venne fatta risaltare, ma anche il sistema di combo, complesso e che richiedeva tantissimo allenamento per essere padroneggiato a dovere. A questo sistema, poi, si ricollegavano mosse segrete che allungavano le combo e le rendevano ancora più letali e spettacolari.
L’inizio di una serie leggendaria. Per un amante del fantasy e dei giochi di ruolo, The Elder Scrolls è un punto di riferimento. Sebbene siano i capitoli più moderni a essere spesso presi a modello (Morrowind, Oblivion e Skyrim), l’importanza di Arena è lapalissiana: con questo capitolo Bethesda diede l’avvio a un franchise che, nel tempo, ha attirato verso il genere milioni di persone. Fu pubblicato nel 1994 su MS-DOS in due versioni, una su CD-ROM e una su floppy disc (oggi, a sentire una cosa di questo tipo, viene un po’ da sorridere). Un mondo magico interamente racchiuso in un floppy disc, un’epica avventura in cui il nostro compito era salvare dalla sua prigionia a Oblivion Uriel Septim VII, il cui trono fu usurpato dal consigliere Jagar Tharn.
Tanto in questi ultimi mesi si sta parlando del genere cyberpunk. L’uscita imminente (insomma, secondo la nostra opinione è ancora troppo lontana) di Cyberpunk 2077 ha messo al centro dell’attenzione questa corrente fantascientifica del mondo dell’intrattenimento, ma già nel 1994 questa ebbe un ruolo molto importante nell’industria videoludica. È il caso di Beneath a Steel Sky, un’avventura grafica sviluppata da Revolution Software che presentava un contesto distopico oggi molto abusato: l’inquinamento che ha danneggiato il pianeta Terra. In questo contesto, si muoveva Robert Foster, giovane cresciuto da una tribù di aborigeni dell’Australia, un paese devastato da lotte interne di supremazia e indipendenza.
Il nome di Hideo Kojima è legato principalmente alla serie di Metal Gear, ma nel 1994 creò, in quanto ancora designer di Konami, l’avventura Policenauts, un videogioco ad ambientazione fantascientifica con protagonisti agenti di polizia assegnati a una colonia spaziale orbitante della terra. Il titolo è successivo a Snatcher e riprende tematiche e atmosfera di altri prodotti, come Arma letale. Policenauts era una science fiction molto intensa, presentata ai giocatori sotto forma di visual novel. L’interazione del giocatore si riduceva, principalmente, alla scelta delle opzioni di dialogo necessarie a far avanzare, in un senso o in altro, la storia.
This post was published on 9 Agosto 2019 15:29
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