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Speciali

7 (+1) videogiochi platform per PS1 che in pochi conoscono

Se si pensa al genere platform su PS1, i titoli e i personaggi che vengono in mente sono quasi sempre gli stessi: Crash Bandicoot e Spyro i primi in assoluto, subito dopo la nostra memoria va a ricercare titoli come Oddworld: Abe’s Oddysee, Klonoa: Door to Phantomile, Croc, Tombi e altre chicche come Pandemonium e Paperino: Operazione Papero (leggete il nostro speciale su quest’ultimo).

Sulla prima console targata Sony, però, i videogiochi di genere platform erano una moltitudine e molti di questi sono tuttora sconosciuti ai più. In questo speciale retrogaming, riscopriamo sette (+1) videogiochi a piattaforme usciti su PS1 che in pochi conoscono.

7 (+1) videogiochi platform sconosciuti

Punky Skunk

 

Altro che draghetti viola e marsupiali australiani, anche le puzzole hanno una loro dignità. In Punky Skunk, il giocatore assume il ruolo di una puzzola antropomorfa, Punky, che ha il compito di salvare il mondo dal malvagio Wolf Pack. Il gioco è un classico platform che presenta una serie di strumenti speciali a disposizione di Punky, tra cui uno spray non esattamente profumato, un paracadute, un pogo stick, dei pattini e uno snowboard. Oltre ai livelli con piattaforme e ostacoli da superare, sono presenti anche mini giochi con cui è possibile prendersi qualche piccola deviazione dall’avventura principale. Punky Skunk non ha avuto recensioni benevole ed è rimasto confinato nello stanzino “giochi introvabili per collezionisti”.

Jersey Devil

 

Jersey Devil è un platform 3D con protagonista una strana creatura, una specie di ragazzino con le fattezze e le ali di un pipistrello. Scappato da un laboratorio in cui vengono portati avanti esperimenti genetici, Jersey si ritrova a combattere contro piante antropomorfe e mostri preistorici creati dal malvagio scienziato Dr. Knarf. Molte le abilità a sua disposizione, tra cui la possibilità di spiccare il volo e planare per raggiungere nuove location. Non è mai diventato un caposaldo del genere platform, ma Jersey Devil fu un buon gioco con degli ottimi spunti, ma non abbastanza solidi per battere la concorrenza.

T’ai Fu: Wrath of the Tiger

 

Un bellissimo mix di picchiaduro a scorrimento e platform. T’ai Fu è una tigre abile nell’arte del kung fu che deve farsi largo tra animali antropomorfi che sanno il fatto loro quando c’è da menare le mani. Scimmie, gru, leopardi intralceranno il percorso di T’ai Fu con il loro unico e identificativo stile di arti marziali. Durante l’avventura, sarà possibile apprendere questi stili in modo da eliminare la concorrenza dei clan che compongono il mondo di gioco (clan della mantide, della gru, del serpente, del drago, della scimmia, del cinghiale e tanti altri). Il combat system era divertente e diversificato, mentre le sezioni platform impegnative il giusto. Un buonissimo titolo che non tutti purtroppo conoscono.

Johnny Bazookatone

 

Sembra il nome di una star del cinema porno, ma non è così. Il gioco segue le vicende di Johnny Bazookatone, un personaggio contraddistinto dalla sua capigliatura in stile Elvis. È stato intrappolato da El Diablo, signore degli Inferi, durante l’anno 2050 nella prigione di Sin Sin. La sua chitarra, che lui chiama amorevolmente “Anita”, gli viene tolta, e quindi Johnny decide di intraprendere un epico viaggio per riprendersi il maltolto. Un gioco divertente, molto difficile e con tante scene dissacranti. Un gioco sconosciuto ai più che avrebbe però fatto la loro gioia nel caso lo avessero giocato.

Monkey Magic

 

Il videogioco Monkey Magic si basa sull’omonima serie animata che, a sua volta, è un adattamento del romanzo cinese del XVI secolo Journey to the West. Gioco platform a scorrimento orizzontale con una miscela di elementi simili a giochi di ruolo; in alcuni livelli era data la possibilità di spostare il personaggio sui vari piani dimensionali (primo piano, medio e sfondo) un po’ come avveniva anche in Tombi. Monkey Magic era in grado di utilizzare – quattro incantesimi elementali e non – Fuoco, Ghiaccio, Restringimento e Fioritura –  che potevano essere lanciati per annullare gli incantesimi nemici o direttamente su quest’ultimi come proiettili. Non era raro trovare alcuni riferimenti a Dragon Ball, anch’esso ispirato a Journey to the West.

Pinobee

 

La protagonista di Pinobee è un’ape meccanica costruita da un simpatico vecchietto che, però, non ha potuto ultimare il suo capolavoro. L’inventore, infatti, viene rapito prima che possa dotare l’ape di un cuore. L’ape robot parte così per un lungo viaggio alla ricerca di suo “nonno” e del suo cuore mancante. Pubblicato in principio su GameBoy Advance, fu rilasciato in Europa nel 2003 su PlayStation non superando mai la prova di maturità. Pinobee era un buon gioco, con una grafica accattivante, meccaniche semplici ma inserite in un contesto troppo dispersivo e alla lunga ripetitivo.

Hugo

 

La serie Hugo, sorprendentemente, è una delle più longeve della storia dei videogiochi. Sapete quanti titoli sono stati pubblicati dal 1991 al 2015? Ben 34! Ce n’era bisogno? Propendiamo per un no, ma se li hanno prodotti ci sarà stato un motivo. I videogiochi di Hugo sono tratti da uno show televisivo per bambini in voga in Europa del Nord, soprattutto in Danimarca, intitolato Skærmtrolden Hugo. Il protagonista è un troll socievole che vive beato nei boschi con la moglie Hugoline e i suoi figli. Nella maggior parte dei giochi di Hugo, la trama lo vede impegnato a dare la caccia alla strega Scilla che rapisce la sua famiglia.

Dora the Explorer: Barnyard Buddies

 

Un videogioco inverecondo e che personalmente non lascerei giocare neanche ai miei eventuali figli. Un titolo, ispirato alla serie animata per bambini prodotta da Nickelodeon, che non ha davvero nulla di cui vantarsi o che stimoli ad essere giocato. L’indisponente bambina, con un taglio di capelli ancor più fastidioso, che crede di essere Lara Croft deve attraversare una serie di livelli anonimi in compagnia dei suoi amici cuccioli. Se è così insignificante perché lo abbiamo inserito in questa lista di giochi platform sconosciuti? Perché ci andava. Quel (+1) del titolo si riferisce proprio al videogioco di Dora l’esploratrice, un titolo che deve rimanere occulto.

 

Questa è la nostra lista di videogiochi a piattaforme per PS1 poco noti. Conoscete altri titoli platform a cui pensate di aver giocato solo voi? Diteci nei commenti i platform che avete amato o odiato, ma che non siano i soliti Crash o Spyro.

This post was published on 26 Luglio 2019 12:00

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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