Nella rubrica “Memorie di un videogiocatore” raccontiamo le nostre prime esperienze nell’ottava arte. Cominciai a videogiocare molto giovane, al di sotto dei cinque anni, al pc di mio padre. Gli rubavo preziosi momenti di lavoro per divertirmi con titoli quali Jazz Jackrabbit, Doom II (si Doom II a 5 anni, in barba alla classificazione PEGI), Broken Sworld I e II e molti prodotti su licenza. Poi, grazie ai cuginetti, provai la prima volta lo SNES e la PlayStation, che ho ricevuto come regalo qualche tempo dopo.
Già dall’infanzia ho avuto la fortuna di provare molti giochi e console dell’epoca. Riuscii persino a giocare al Dreamcast da un mio carissimo amico. Ai classici platform e sparatutto, iniziai ad affiancare anche i gestionali e gli strategici. Nel “Memorie del videogiocatore” numero 6 vi parlerò di quelli a cui ho giocato nei miei primi 10 anni di vita.
Il mio primo strategico fu, neanche a dirlo, Age of Empires, o meglio, la demo presente sul CD di Windows 98. Avrà avuto una manciata di mappe e fazioni, ma poco mi importava: ho passato interi pomeriggi davanti a quella demo. Nelle prime partite ero completamente spaesato ma imparai in fretta. Non sapevo leggere, quindi mi aiutavo con le icone dell’hud. Ricordo che utilizzavo sempre l’unità del sacerdote, sapete, quella che fa lo strano verso che è diventato un meme. Mi divertiva moltissimo convertire i soldati nemici. La cosa curiosa è il fatto che non ho mai recuperato il primo capitolo completo. Solo anni dopo giocai al secondo, ma questa è un’altra storia.
Ho sempre amato creare cose e quando mio padre mi portò a casa una copia di Sim City 3000 World Edition per pc fui contentissimo. Per chi non conoscesse la famosa saga di Maxis, Sim City è un gestionale\simulativo nel quale l’obiettivo è costruire e amministrare una città immaginaria. Ovviamente, avendo poco più di sei anni (oppure sette non ricordo con esattezza, di certo facevo la prima o la seconda elementare) non ero per niente capace di giocare.
Le prime partite furono un fiasco totale. Appena il bilancio cittadino scendeva in rosso, abbandonavo tutto e mi divertivo a distruggere la città attraverso i più svariati disastri. Pur tuttavia mi feci coraggio e scoprii che nella sezione “Scenari” si trovavano i tutorial. Li seguii tutti e nel giro di qualche mese raggiunsi una discreta abilità: iniziai a capire il funzionamento delle zone (residenziali, commerciali e industriali), il fatto che i vari servizi avessero un costo e dunque ad avere l’accortezza di non costruire edifici in modo casuale e spropositato.
La prima città “buona” la chiamai Pescara, come quella in cui abito. Non ricordo quanti abitanti raggiunse ma posso dire con certezza che la riempii di edifici storici e di centrali nucleari, da fan dei Simpsons. Ecco, se volessimo evidenziare la funzione educativa dei videogiochi, la mia esperienza personale con Sim City sarebbe un ottimo esempio.
Giocai anche al “cugino” di Sim City, The Sims, molto più popolare, ma anche più appetibile per un bambino. Ricordo che la cosa che preferivo era costruire le case. The Sims segnò anche la mia prima esperienza “internettiana”. Spesso andavo all’ufficio di mio padre (a casa ho dovuto aspettare anni per una connessione) per scaricare gli oggetti creati dagli altri utenti. Recuperai anche un paio di espansioni e la versione PlayStation 2 che, grafica a parte, non mi entusiasmò mai troppo. Probabilmente per il fatto che fosse limitato nella costruzione delle case.
In attesa di un computer nuovo per poter giocare al secondo capitolo, tornai su Sim City, giocando al quarto capitolo che presentava una grafica completamente rinnovata. Questa volta, grazie anche all’interfaccia più chiara e user friendly, ebbi molte meno difficoltà. Recuperai anche l’espansione Roush Hour che aggiungeva una ventata d’aria fresca al gameplay come la possibilità di guidare i veicoli.
Finalmente nel 2005 mi regalarono un pc nuovo. Ricordo che quell’epoca fu per me segnata dalla saga di Prince of Persia che giocai su pc. Ebbene si, credo di essere tra i pochi ragazzi che ha portato avanti la sua carriera videoludica sia su console che su PC sin da piccino. Potei finalmente provare anche The Sims 2 che apprezzai più del primo capitolo, non solo per il 3D ma anche per il fatto che i sims crescevano, si riproducevano e invecchiavano. Poco mi convinsero, invece, il terzo e il quarto capitolo. Quest’ultimo, a dirla tutta, è addirittura un’involuzione rispetto al terzo.
Torniamo un po’ indietro con gli anni, Roller Coaster Tycoon, un altro regalo, questa volta da parte da mio cugino, il quale, vedendo che ero fan del gestionale cittadino, mi regalò un “Sim City del parco giochi”. Il principio era effettivamente il medesimo, ma al posto dei servizi c’erano le giostre e le montagne russe. Sull’editor di queste ultime ci passavo ore ed ore. Ricordo anche che fu il primo gestionale a livelli, con obiettivi da conseguire e questo lo rese molto più stimolante. Mio cugino mi definì un mostro a questo gioco, non so se per la bravura o per il tempo che ci passavo, quel che so e che mi chiese di passargli i salvataggi.
Lo quasi completai in un’estate, credo fosse quella del 2002 che trascorsi interamente in paese. Per “quasi completai” intendo che nel terz’ultimo scenario un bug eliminò tutti i salvataggi. Fu un trauma. Abbandonai completamente il gioco per anni. Nel 2009 lo rigiocai da capo e lo portai finalmente a termine chiudendo una volta per tutte “La maledizione di Roller Coaster Tycoon”. Giocai con piacere su PlayStation Theme Park World che all’epoca reputai superiore per la grafica in 3D. Rivedendolo ora non posso che constatare l’opposto. Un gameplay molto più basilare.
Come già detto, giocai moltissimo alla demo di Age of Empires, ma snobbai il 2 per un bel po’ grazie ad Empire Earth. L’idea di guidare una civiltà dalla preistoria al futuro era molto più allettante, non credete? Il gameplay non mi era nuovo, visto che giocai ad altri strategici. Tuttavia persi molto tempo per le campagne, con un livello di difficoltà che all’epoca trovavo davvero esagerato. Ricordo che per quella Russa ambientata nel futuro (mi pare fosse quella) impiegai più di un mese. Avrei voluto inoltre provare la modalità multiplayer online, desiderio che ho realizzato solo di recente acquistando il gioco su Steam e usando una mod per giocare su server privato, ma pensa un po’…
Infine nel 2004 recuperai anche Age of Empires 2 che giocai, a dirla tutta, per un breve periodo. Volevo qualcosa di nuovo, che unisse le meccaniche di Age of Empires con tutte le ere presenti in Empire Earth. Avrei trovato risposta nel misconosciuto, ma meritevole, Rise of Nations, sempre di Microsoft Games Studios. Questo titolo aveva una componente strategica molto più complessa, oltre alla possibilità di vincere in altri modi che non fossero la forza bruta. Un esempio erano le meraviglie: se ne costruivo un certo numero la partita era automaticamente vinta.
Provai Theme Hospital molto più tardi rispetto al suo periodo di uscita. Si trattava di un simulatore di gestione ospedaliera a livelli divertentissimo, sviluppato dall’ormai defunta (grazie EA) Bullfrog. Il gameplay era stimolante, un misto tra Sim City e The sims, tra amministrazione del personale e organizzazione degli oggetti. Lodevole la creatività dei developer, basti pensare a quanto erano bizzarre le malattie fittizie create dagli sviluppatori (dalla testa grossa, alla scheletrite),
Attualmente credo anche di confonderle con quelle dell’ottimo remake che ho recensito qualche mese fa.
Ricordo con piacere il periodo di Warcraft III che alternavo a GTA Vice City per PlayStation 2. Questo titolo lo giocai dopo aver visto Il Ritorno del Re. Desideroso del gioco ufficiale, sempre, per PlayStation 2, ingannai l’attesa con questo gioco, sempre di fantasy si trattava in fondo! Ok, non lo sapevo ma Warcraft III era spanne sopra.
Un gameplay eccellente e 4 campagne con una storia superba, il meglio che abbia mai visto su un RTS. La difficoltà era ben bilanciata, completarlo per me non fu difficile, avevo già giocato tanti altri strategici dopotutto. L’unica campagna che mi creò qualche problema fu quella degli elfi oscuri. Giocai all’altra espansione The Frozen Throne anni dopo, intanto recuperai anche il secondo capitolo.
Rileggendo quanto appena scritto, mi rendo conto di aver giocato a tantissimi strategici e gestionali dai 5 ai 10 anni, avendone omesso anche qualcuno per evitare di essere troppo prolisso. A questi aggiungiamo tutti gli altri titoli platform, gli fps e le avventure grafiche già citate, ma magari di queste parliamo in un prossimo capitolo.
Tornando ai titoli di cui abbiamo parlato, la loro eredità nella mia carriera videoludica è molto ampia. In seguito ho giocato a molti rts e a vari capitoli di Civilization. L’importanza che avevano Maxis e Bullfrog nei gestionali è stata sostituita da Paradox che ci regala ogni anno ottimi titoli. Basti pensare a Stellaris, Surviving Mars e a Cities Skylines. Proprio su quest’ultimo voglio soffermarmi: è il perfetto erede di Sim City 4, un gioco che ha avuto un reboot imbarazzante (escludendo Societies che non considero proprio). Il Sim City 2013 è scandalosamente limitato. Se cercate il vero Sim City 5, fatevi una cortesia, giocate a Skylines.
Spero che le mie memorie, specificatamente legate al mondo dei gestionali e degli strategici siano state di vostro gradimento.
>> Vi invito altresì a leggere quelle dei miei colleghi Diego, Graziano, Simone, Riccardo e Michele.
This post was published on 11 Luglio 2019 15:59
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