Proseguiamo sull’oscura via della perdizione, resistendo all’impulso di cedere agli immotivati pregiudizi che, com’è noto a chi segue questa rubrica, da sempre nutro nei confronti del genere J-RPG. Non l’ho mai nascosto, non è una novità, eh!
Dicevamo: in questo appuntamento numero 39 della Tana dell’Orso, andremo avanti nell’analisi mitologica di Shin Megami Tensei: Persona 3, un viaggio che abbiamo iniziato insieme appena la scorsa settimana.
In principio era il Verbo Shuji: un capellone non più giovanissimo ma con ancora tanto da dare al prossimo, che decide di fondare la Specialized Extracurricular Execution Squad. Una squadra d’esecuzione, letteralmente, però formata da liceali. Che combattono contro una specie di demoni d’ombra. Cosa potrà mai andare storto?
Passiamo quindi ad analizzare i membri originari della SEES, conosciuto anche col più pacato nome di Special Extracurricular Activity Department, partendo proprio dal suo fondatore.
Ora: sei a capo di un’organizzazione i cui membri possono, in soldoni, evocare una o più entità primordiali dal proprio subconscio, quindi si presume che tu sia il più potente o almeno alla pari con gli altri membri, no?
No. Shuji Ikutsuki può contare soltanto sul suo dolcevita e sul suo impermeabile da perfetto sex offender. Nient’altro.
Amichevole, pacato e sempre pronto a sganciare un dad joke, il presidente nonché consigliere (fa tutto lui!) della SEES è un’autorità in materia di Dark Hour, la semi-segreta venticinquesima ora in cui le Ombre smozzicano gli ignari umani, e accompagna i protagonisti per quasi tutto il gioco. Alla fine avrà un discreto cambio di personalità, legato in un certo modo a un plot twist che non vado a spoilerare, ma resta il fatto che non possa contare su alcuna Persona.
Le personalità dimostrate sono diametralmente opposte: se da un lato è un bonaccione -seppur un po’ creepy– che combatte indirettamente le Ombre attraverso i suoi allievi, dall’altro è… beh, ho scritto che non avrei spoilerato nulla, quindi diciamo che non sempre quel che luccica è necessariamente oro, e che Shuji Ikutsuki ricopre il ruolo di araldo della transizione, della dualità, dell’inizio ma anche della fine.
Visto che Persona 3 divora religioni e mitologia, per poi restituircene una versione distorta ma interessante, seppur cartoonesca, chi vi ricorda questa figura? Chi, nel mito romano, è considerato il dio della dualità, del principio, della fine e del passaggio da una fase all’altra?
Nient’altri che il celebre Giano Bifronte, primo re del Latium latino, nonché fondatore di uno dei primissimi villaggi sul Colle Gianicolo, che poi andarono a formare il cuore della futura Roma.
Non sto dicendo che la Atlus abbia volutamente costruito la figura di Shuji su quella di Giano, ma ci sono parecchie somiglianze tra i due in questione: la dualità, la transizione, l’inizio e la fine, la fondazione di robe, eccetera.
Figlia di quel Takeharu Kirijo a capo della multinazionale Kirijo Group, Mitsuru è una liceale roscia, sveglia, sicura di sé ma piuttosto severa e formale con i suoi compagni della SEES, a cui in sostanza fa da sorella maggiore e a tratti da madre.
Il suo Arcano, infatti, è quello dell’Imperatrice: la sua Persona e la relativa evoluzione sono basate su figure femminili abituate all’onere del potere e al peso della corona.
La sua Persona di partenza, infatti, è Pentesilea: regina delle Amazzoni del mito greco, figlia di Ares e della prima Amazzone. Dopo la caduta di Ettore nella Guerra di Troia, re Priamo chiese aiuto a Pentesilea; la regina delle Amazzoni accorse con le sue truppe, assestò un colpo devastante al morale degli Achei assedianti, ma infine venne uccisa da Achille.
Una curiosità piuttosto macabra: visto che Pentesilea si dedicava troppo all’arte bellica e troppo poco all’amore, la dèa Afrodite le scagliò contro una tremenda maledizione, secondo cui –sintetizzando brutalmente– la regina amazzone sarebbe stata violentata da chiunque l’avesse vista senza armatura. Achille, che aveva appena colpito a morte Pentesilea, sfilò l’elmo all’avversaria in fin di vita, venne colpito dalla maledizione e abusò del cadavere dell’amazzone.
Questi dettagli non si studiano al liceo, vero?
Ad ogni modo, la Pentesilea di Persona 3 appare come una regina ferrea e severa, con tanto di maschera di ferro, corona e armamenti pseudo-rinascimentali.
Dopo il plot twist a cui accennavo poc’anzi, la Persona di Mitsuru cambia, e diventa Artemisia. Il nome, evidentemente legato a quello della dèa Artemide, dèa della caccia e sorella di Apollo, rimanda a una sovrana realmente esistita: Artemisia I di Caria, che fu regina della città-stato di Alicarnasso, ma anche moglie del satrapo di Caria nonché alleata di Serse I, il re persiano che molti conosceranno grazie al film 300 oppure a God of War: Chains of Olympus.
Come in qualche altro caso nella serie di Shin Megami Tensei, questa Persona non è una divinità o una creatura mitologica o leggendaria, ma una figura storica con una precisa collocazione temporale e geografica: l’Asia Minore nel 480 avanti Cristo, cioè nel periodo della Battaglia di Salamina, a cui per altro la stessa regina prese parte.
In Persona 3 la nostra Artemisia è rappresentata come una regina che indossa una maschera carnevalesca, una lunga frusta e un’armatura tra il fantasy e il BDSM, sviluppata sulla base di quella di Pentasilea.
Il sarcastico, competitivo e vagamente aggressivo Akihiko Sanada è un altro dei personaggi principali di Persona 3, nonché uno dei primi a entrare nella SEES.
Il suo Arcano è quello dell’Imperatore e, rispecchiando il carattere di Mitsuru Kirijo, si dimostra spesso molto protettivo nei confronti degli elementi più giovani della SEES. La sua persona di partenza è Polydeuces, un nome complesso per una figura mitologica che senz’altro conoscerete con un altro appellativo.
Polydeuces è semplicemente l’originario nome greco di quello che i romani chiamavano Polluce: pugile abilissimo, fratello di Castore nonché figlio di Leda e di un Zeus trasformato in cigno.
Ricorderete che in passato abbiamo già ricordato le prodezze in forma animale di Zeus, sia quando abbiamo analizzato God of War: Ascension sia quando abbiamo discusso di Kaos, una serie TV targata Netflix basata sulla mitologia greca.
L’immortale Polluce partecipò, insieme al fratello mortale, a svariate imprese epiche, tra cui la spedizione degli Argonauti e il salvataggio della sorella Elena di Troia, finché un giorno Castore rollò un 1 naturale e Polluce si vide costretto a condividere con il fratello la propria scintilla divina, finendo entrambi a formare la costellazione dei Gemelli.
Il design di Polydeuces ha un qualcosa di piuttosto inquietante: lunghi capelli biondi, mani e piedi assolutamente sproporzionati e una sorta di siringa gigante al posto del braccio destro, per non parlare poi dell’ibrido tra un moderno giubbotto antiproiettile e una trecentesca cotta di piastre (coat of plates), con tanto di mutandoni corazzati perfettamente abbinati.
L’inevitabile dipartita di Castore porta Polluce a evolvere in qualcos’altro: sempre rispettando l’Arcano dell’Imperatore, Polydeuces diventa Caesar. Sì, quel Cesare. Si tratta di un’altra delle Persone basate su figure storiche più che mitologiche, di cui abbiamo già trattato un esempio. Molti altri casi del genere ci aspettano in futuro, ma per ora concentriamoci su questo.
Più che di Cesare nel senso di Gaio Giulio Cesare, però, questa Persona si riferisce al titolo di Cesare, assegnato all’Imperatore sia nell’impero romano sia in quello bizantino e poi in quello ottomano; nella storia più recente, il titolo di Caesar si trasforma in czar, che poi diventa Zar nell’impero russo e in quello bulgaro, oppure in Kaiser sul versante tedesco e austriaco.
Insomma, più che di G. G. Cesare e di Tu quoque, Brute, in realtà stiamo parlando dell’archetipo dell’Imperatore. Quello senza cappuccio nero e senza Fulmini di Forza, però.
Amico d’infanzia di Akihiko Sanada, Shinjiro ha il classico background edgy da Rogue di D&D: orfano, schivo, un po’ losco, vagamente violento, a volte fuori controllo al punto da causare morti accidentali. Nel caso specifico, la madre di Ken Amada,uno dei personaggi che esamineremo più avanti.
Come ogni PG edgy che si rispetti, dopo l’incidente si auto-ostracizza dal gruppo, diventando un emarginato e immergendosi nella vita della Mala e nella droga, finché un’oscura minaccia che si affaccia all’orizzonte lo costringe a tornare all’ovile. Sul serio: sto banalizzando ma non più di tanto.
Shinjiro a un certo punto multi-classa col Barbaro, perché inizia a impugnare una grossa ascia e a puntare tutto su ignoranza e cattive intenzioni. La sua Persona, che va altrettanto sul piano fisico, è l’altro membro del duo dei gemelli Dioscuri: Castore, fratello di Polluce, così come Shinjiro è fratello di Akihiko Sanada.
Anch’egli figlio di Leda, principessa dell’Etolia e regina di Sparta, Castore si becca la pagliuzza più corta e come padre, invece di Zeus come suo fratello, si ritrova Tindaro, Re di Sparta, e quindi nasce mortale.
Castore partecipa in sostanza alle stesse imprese del più fortunato fratello, incluso il giretto con gli Argonauti e la missione per salvare Elena, ma poi a causa di una storiaccia legata alla divisione del loot, sempre per restare in tema D&D, il gemello mortale ci lascia la pelle.
Tra l’altro, almeno secondo Apollodoro, Castore morì perché in pratica fallì il tiro per nascondersi, venne individuato da uno dei due boss che i fratelli stavano affrontando, e si trovò costretto a rifare la scheda, per poi finire nella costellazione dei Gemelli insieme a Polluce.
Insomma, la storia si ripete sempre uguale, ma in Persona 3 l’aspetto di Castore è tanto inquietante quanto il fratello: cavalca un destriero non-morto e apparentemente con una sola zampa, indossa gli stessi mutandoni corazzati del gemello, ma un’enorme punta di lancia lo trapassa da parte a parte.
La Specialized Extracurricular Execution Squad include vari componenti, tra cui anche androidi e cani, quindi prima di passare agli avversari e ai boss più o meno opzionali dobbiamo passare al setaccio anche quei personaggi giocabili che, magari, ricevono una quantità inferiore della luce dei riflettori.
La gentile, leale, sarcastica e profondamente fragile Yukari Takeba è una dei PG di Persona 3, e il suo Arcano è quello degli Amanti. È anche la figlia di un importante elemento del Kirijo Group, piuttosto fondamentale per la trama, ma lascio al gioco il compito di rivelarvi questi dettagli.
Tornando all’analisi mitologica, la Persona di Yukari è Io, una delle sacerdotesse di Era, e protagonista dell’ennesima scappatella di Zeus.
La Io di Persona 3 appare come una fanciulla incatenata a una sorta di trono – sarcofago a forma di capoccia di mucca bianca. C’è una spiegazione per questo suo strano aspetto: come in gran parte dei sistemi mitologici umani, il mito greco è pieno di storie tragiche, ma alcune sono buffe o addirittura esilaranti.
Ora, la sacerdotessa si chiamava Io, e ben presto cedette alle lusinghe di Zeus; i due in sostanza s’infrattavano in una nube dorata, ma l’arguta Era subodorò l’intrallazzo e fronteggiò il marito fedifrago. Quest’ultimo si difese dicendo che in realtà era in compagnia di una mucca bianca, non di una fanciulla. Certo.
Non so come questo potesse migliorare la situazione, ma ad ogni modo Era non abboccò: per prima cosa punì Iunce trasformandola nell’odioso torcicollo, poi si rimboccò le maniche e pretese che Zeus le donasse proprio quella candida mucca, che in realtà era la povera Io trasformata.
Zeus, messo alle strette, non poté che accettare; Era affidò la giovenca al vigile Argo Panoptes, ma prontamente Zeus inviò Ermes a recuperare l’amata. Le cose degenerarono, ovviamente: Ermes finì per decapitare Argo Panoptes, e Io venne inseguita da un terribile insetto (un tafano) inviato da Era, che la rincorse fino in Egitto.
Se siete degli affezionati lettori di questa rubrica, ricorderete che avevamo già trattato questa buffa vicenda in occasione dell’analisi mitologica di God of War: Betrayal.
Forse proprio a causa del legame di Io con l’Egitto, l’evoluzione della Persona di Yukari va a toccare il pantheon egizio: quando la ragazza scopre il coinvolgimento del padre nelle vicende relative al Kirijo Group a cui accennavo poc’anzi, infatti, Io diventa Isis, cioè la dèa Iside.
Anche nel mito Io e Iside vengono spesso accostate, e il culto dell’egizia Iside era relativamente diffuso nel mondo Ellenico.
Dèa della maternità, della natura, della magia e della fertilità, Iside era la primogenita di Geb e Nut, rispettivamente la Terra e il Cielo, ed è particolarmente nota per aver resuscitato il fratello – marito Osiride, assassinato dal fratello Seth, dopo aver riunito le parti del cadavere con l’aiuto dell’altra sorella Nefti.
Le belle storie di famiglia, insomma.
I culti misterici di Iside perdurarono addirittura fino all’arrivo del Cristianesimo, forse confluendo anche in quest’ultimo e influenzando, probabilmente, la figura di Maria. Nel gioco, invece, Isis acquisisce il copricapo cornuto di Hathor, dèa della maternità, dell’amore e della bellezza, spesso raffigurata proprio come mucca e a volte sovrapposta o assimilata alla figura di Iside.
Pur avendo l’Arcano del Mago, il povero Junpei viene costantemente raffigurato come uno sfigato: ci prova con tutte senza successo, è appassionato di fumetti e videogame, ed è tutt’altro che popolare. In realtà Junpei si dimostra gentile e premuroso, sebbene dietro la facciata da clown della classe si celino insicurezze, problemi con il padre e un pizzico di gelosia nei confronti del protagonista.
A proposito di insicurezze, gelosia e menzogne, la sua Persona è stata scelta in modo piuttosto appropriato: si tratta di Ermes, il più giovane dei dodici dèi dell’Olimpo.
Ermes era il dio dell’inventiva, della medicina, dell’atletica, della letteratura, del commercio, del viaggio, dei ladri e dei bugiardi, nonché di una lunga lista di concetti che oscillano tra il positivo e il negativo, a seconda del contesto.
Il caduceo di Ermes, un bastone da messaggero ornato da due serpenti attorcigliati e da un paio di ali, è ancora oggi il simbolo della medicina, e gli venne donato da Apollo in cambio della lira (lo strumento musicale) appena inventata.
Il messaggero degli dèi, in genere, indossa anche il suo petaso e i suoi talari, rispettivamente il tradizionale cappello alato e gli iconici quanto altrettanto alati sandali volanti.
Ermes rivestiva inoltre il ruolo di psicopompo: aveva cioè il compito di accompagnare le anime dei defunti nell’Oltretomba, luogo da cui egli poteva entrare e uscire a piacimento, come vediamo nell’Odissea in occasione della strage dei Proci per mano di Odisseo / Ulisse.
A Ermes viene attribuita anche l’invenzione del fuoco, e questo aspetto lo accosta al Titano Prometeo che, come sappiamo, rubò il fuoco agli dèi per donarlo ai mortali. Eschilo fa fare ad Ermes una bella chiacchierata proprio con l’incatenato Prometeo, ma non sappiamo come va a finire la vicenda, visto che di quella trilogia non ci restano che pochi frammenti.
L’Ermes di Persona 3 non impugna il suo caduceo, ma ha le iconiche ali e una sorta di stivali – sandali steampunk.
Attraverso la relazione con Chidori Yoshino, un altro personaggio che tratteremo in un prossimo articolo, Junpei diventa molto più maturo e affidabile, e anche la sua Persona cambia: entra in scena, quindi, Trismegistus.
Hermes Trismegistus, o Ermete Trismegisto, è uno squisito esempio del sincretismo tra il pantheon egizio e il mondo ellenico: si tratta, in breve, di una sorta di fusione tra il greco Ermes, di cui abbiamo già parlato, e l’egizio Thot, dio della matematica, della geometria, dei numeri e delle lettere.
Le similitudini fra Ermes e Thot sono innumerevoli: sono entrambi legati alla parola scritta e alla magia, entrambi accompagnano i defunti nell’aldilà, ed entrambi in un certo senso lavorano per altri dèi: uno è il messaggero di Zeus, mentre l’altro è lo scriba di Osiride.
Il nome Trismegisto significa letteralmente tre volte grandissimo, nel senso che è tre volte divino: una per Ermes, una per Thot e una per sé stesso. È anche considerato il fondatore dell’Ermetismo e il leggendario autore del Corpus Hermeticum, che in realtà venne scritto nella metà dell’XI secolo dal bizantino Michele Psello.
L’aspetto di Trismegistus in Persona 3 è molto simile a quello di Ermes, ma presenta alcune aggiunte che fanno riferimento al Rotolo di Ripley, un testo allegorico scritto da un alchimista del Quattrocento, che dovrebbe spiegare il procedimento necessario per creare la leggendaria Pietra Filosofale.
Come al solito ci siamo dilungati troppo, quindi dovremo continuare la settimana prossima il viaggio nella mitologia di questo J-RPG chiamato Shin Megami Tensei: Persona 3, che sta gradualmente incrinando la mia avversione per i videogiochi di ruolo giapponesi.
Nell’attesa che questa barriera mentale crolli definitivamente, la Tana dell’Orso vi dà appuntamento a Mercoledì prossimo, come di consueto.
>>Leggi anche: Religione e mitologia in Persona 3 – volume 1<<
This post was published on 17 Luglio 2019 19:32
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