Con l’arrivo nelle sale cinematografiche di Spider-Man: Far from Home, Hideo Kojima (uomo pazzo autore di Metal Gear e del tanto atteso Death Stranding) ha voluto raccontare in un’intervista a Famitsu perchè le avventure di Peter Parker sono così popolari in Giappone.
L’arrampica muri di casa Marvel può vantare diverse incarnazioni, come testimonia il lungometraggio animato Un Nuovo Universo, alcune delle quali sono veri e propri tributi al fumetto giapponese, ecco un paio di esempi.
Il cosiddétto Mangaverse era una serie alternativa uscita nel 2002 nella quale i diversi eroi dell’universo Marvel venivano reimmaginati con il tipico stile del disegno giapponese cercando di strizzare l’occhio anche alla narrazione tipica degli Shounen.
In questa versione le origini di Peter Parker sono un tantinello diverse: Il giovane eroe è infatti uno degli ultimi ninja del Clan del Ragno, allenato nelle arti marziali da zio Ben. Dopo la morte di quest’ultimo per mano di Venom e Kingpin, il nostro eroe comincerà la sua crociata contro il crimine per vendicare un giorno l’uccisione del povero zio sensei.
Qui la storia viene completamente stravolta dal canone classico: La città di New York è protetta da SP//dr, un mech pilotato da un umano ed un ragno radioattivo in collegamento telepatico. Il pilota in questione è inizialmente il padre di Peni che scompare in circostanze misteriose, ecco allora che la nostra protagonista viene avvicinata da zio Ben e zia May che la informano che solo lei può pilotare lo SP//dr grazie al suo corredo genetico dopo essere stata morsa dello stesso ragno. Diventerà quindi lei la protettrice della città fino a scontrarsi con l’unità VEN#m (e forse pure qualche Apostolo).
Se si parla di Giappone e Uomo Ragno non si può non citare Supaidaman, serie iconica del 1978 che ci presenta il nostro eroe in salsa Sentai (eroi in tutina come i Power Rangers per intenderci). Qui la fantasia prende proprio il volo: il protagonista è Takuya Yamashiro, un motociclista che per affrontare un organizzazione criminale si trasforma in Supaidaman che con l’eroe americano ha in comune solo il costume dato che qui lo vediamo combattere a bordo di un robottone chiamato Leopardon (e vabbè).
C’è da dire però che questo capolavoro del trash fu il primo a lanciare la moda dei robottoni negli show giapponesi, possiamo quindi dire che Leopardon è il padre di tutti i Megazord venuti dopo.
Proprio durante la sua intervista Hideo Kojima ha voluto tirare un parallelismo tra i cinecomic e gli show Sentai accostando Spider-Man a Kamen Rider (Masked Rider qui in italia).
E’ un eroe con delle preoccupazioni, proprio come gli eroi giapponesi […] Non pensate che le origini di Spider-Man siano simili a quelle di Kamen Rider? Entrambi diventano eroi mascherati a causa di un incidente: il primo viene morso da un ragno radioattivo, il secondo viene rapito da un’organizzazione terroristica e trasformato in una cavalletta mutante. Lo si potrebbe paragonare anche all’Uomo Tigre! In generale gli eroi ricchi e senza spinta emotiva non attirano molto la mia attenzione, ultimamente sono diventato anche fan di Flash grazie alla serie TV.
Insomma non tutti gli eroi vestono un mantello, ad alcuni basta una tutina (e tanti traumi) per mettere d’accordo oriente e occidente.
This post was published on 7 Luglio 2019 21:04
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