Chernobyl, la nuova mini-serie da cinque puntate del canale HBO (e Sky Atlantic in italia) è un piccolo capolavoro di sceneggiatura, regia e recitazione che racconta in modo accurato le disgrazie del disastro nucleare avvenuto nell’aprile del 1986. Siamo rimasti particolarmente colpiti dal realismo e dalla crudezza delle scene. Il successo della serie ha creato una vera e propria “Chernobyl mania”, aumentando il turismo nei luoghi del disastro del 40%, portando alcuni influencer a compiere gesta sconsiderate come campeggiare tranquillamente a due passi dalla centrale facendo foto a torso nudo, magari sperando di diventare dei deathclaw.
Chi, invece, ha a cuore la propria incolumità ha preferito visitare virtualmente Pryp”jat’ e i luoghi limitrofi rigiocando a vecchie glorie videoludiche, ma anche nuovi titoli in uscita che ripropongono in maniera fedele tali ambientazioni. Esistono molti videogiochi a tema “disastro nucleare”, come la famosa saga di Fallout e il suo antenato Wasteland. Possiamo avvicinarci all’immaginario collettivo creato dall’incidente dell’Unione Sovietica parlando dei tre Metro, tratti dagli omonimi romanzi. Tuttavia in questo articolo vogliamo trattare in modo specifico di titoli relativi alla tragedia di Chernobyl.
Sicuramente avrete sentito parlare della saga di S.T.A.L.K.E.R. della GSC Game World, un fps survival con una forte componente gdr ispirata dall’omonimo film di Andrew Tarkovskij, ambientata in una timeline alternativa che prevede una seconda esplosione a Chenobyl nell’anno 2006 che porta, oltre alle “comuni” conseguenze delle radiazioni anche uno stravolgimento delle leggi fisiche e altre anomalie inspiegabili.
Tutti i luoghi limitrofi al ground zero, soprannominati come “ Zona”, (una mappa di gioco che si estende per 30km quadrati) vengono circondati da forze militari. Nel ruolo di uno S.T.A.L.K.E.R. (acronimo di sciacalli, trasgressori, avventurieri, solitari, assassini, esploratori, rapinatori) di nome Marchiato, ci avventureremo in questi luoghi piene di insidie per recuperare reperti da portare al mondo esterno per una lauta ricompensa.
Senza fare spoiler sulla trama, possiamo assicurarvi che giocare a S.T.A.L.K.E.R. ci darà la sensazione di essere per davvero in quei luoghi, realizzati in maniera impeccabile nonostante l’engine datato. Tale sensazione è accentuata dagli elementi del gameplay survival come i danni procurati da radiazioni o anche la necessità di trovare scorte di cibo, medicine, armi e munizioni che spesso, recupereremo dai nemici abbattuti. Gli oggetti del nostro inventario potranno poi essere rivenduti grazie all’ottimo sistema di commercio presente nel gioco.
Consigliamo a tutti di provare, almeno una volta, la saga di S.T.A.L.K.E.R. o, in alternativa, nel caso voleste qualcosa di più recente in attesa di S.T.A.L.K.E.R. 2, potete provare Escape From Tarkov, erede spirituale del titolo sviluppato da alcuni elementi del team originale ambientato in un luogo fittizio, comunque ispirato a Chernobyl.
Non troppo diverso dal titolo precedente, c’è Chernobylite, un titolo indie ancora in sviluppo della casa The Farm 51 in cui vestiremo ancora una volta il ruolo di uno Stalker alla ricerca della moglie scomparsa. Il gameplay è molto simile a quello di S.T.A.L.K.E.R., ovvero survival con elementi gdr. La differenza più grande riguarda l’area di gioco, suddivisa in ambienti più piccoli.
Ad accompagnare l’ottima realizzazione dei luoghi, anche in questo caso fedelissimi, c’è anche l’aspetto psicologico e introspettivo, talvolta anche onirico. La demo che abbiamo provato non è molto longeva, ma per adesso siamo soddisfatti di questo progetto e troviamo che il 200.000 dollari raggiunti dal Kickstarter siano più che meritati.
L’esempio più famoso di rappresentazione dei luoghi del disastro nel mondo videoludico è la tredicesima missione del primo Modern Warfare. Nei panni di un giovane Price, allora ancora tenente, visiteremo alcuni luoghi emblematici di Pryp”jat’ per raggiungere l’hotel dal quale assassinare il loro obiettivo, Zakhaev.
50000 People used to live here… Now it’s a ghost town.
In questo caso, l’ottima narrativa dei Modern Warfare (ah quando Call of Duty era ancora sinonimo di qualità) si unisce ad una fedelissima rappresentazione di una Pryp”jat’ del 1996 completamente abbandonata e riconquistata dalla natura. La mappa di gioco è lineare, ma la l’accuratezza e il dettaglio della realizzazione dei ragazzi di Infinity Ward è impeccabile. Tra i luoghi riproposti troviamo la chiesa, la piscina e il luna park con la famosa ruota panoramica. Un perfetto contorno ad un’adrenalinica missione a tempo, con tanto di effetti speciali e animaizoni eccellenti per l’epoca.
L’annuncio del remake Call of Duty: Modern Warfare, previsto per questo inverno ci lascia sperare in una rivisitazione di questa mappa con una grafica di attuale generazione. E voi, cari lettori, avete giocato questi titoli ambientati nella zona contaminata di Pryp”jat’? Ne conoscete di altri? Ditecelo nei commenti.
This post was published on 17 Giugno 2019 12:03
Eccole qua, le feste di Natale: per chi vuole guardare qualcosa in tv, ci sono…
Le carte migliori e i nuovi mazzi meta dell'espansione L'Isola Misteriosa, appena aggiunta al gioco…
I lavori sul gioco sono cominciati addirittura nel 2014, ma solo adesso il titolo è…
Ora le insidie informatiche contaminano anche Google Calendar: dietro l'invito imprevisto può nascondersi una truffa.…
Eni Plenitude ha deciso di mettere a disposizione di tutti i nuovi clienti che la…
Il Calendario dell'Avvento di Instant Gaming scopre altre caselle: in offerta speciale l'Ultimate Edition di…