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Speciali

Google Stadia è l’innovazione che mancava – il punto di vista di Daniele

Per completezza e purezza del discorso premetto che non ho letto l’articolo di Michele, o meglio, non ancora. So solo che abbiamo litigato. (Il suo articolo potete leggerlo qui)

Parlerò esclusivamente basandomi sulle mie impressioni dello streaming di ieri (che potete recuperare qui sotto) e sulla mia conoscenza del mondo videoludico.

Se non conoscete Google Stadia date una letta al nostro articolo completo a riguardo.

Bando alle ciance, tiriamo le somme per quel “poco” che si è visto ieri.

Quali sono i vantaggi di Stadia?

Cercherò di essere estremamente sintetico, i vantaggi sono molteplici:

  1. Portabilità: dal 2020 si potrà giocare OVUNQUE ci sia una connessione;
  2. prezzo: dai, la versione pro costa 9,99€ dannazione;
  3. fa risparmiare tanti soldi in console e pc;
  4. ha la ricerca integrata di Google nel Joystick per guide – trucchi – walkthrough – citazioni – info varie, il tutto in modo INTERATTIVO e IN GAME;
  5. è social, ma tanto social: con un bottone su youtube puoi joinare la partita del tuo amico/a o del tuo beniamino/a;
  6. dal 2020 sarà gratis in Full HD, immaginate che svolta per gli esports;
  7. è democratico.
Le software house che per ora hanno aderito al progetto

 

Cosa cambia nell’industria dei videogiochi con Google Stadia?

Tutto e niente, almeno per ora.
Assodato che il mondo gaming si divide in due macro famiglie, quello delle console e del pc gaming, analizziamo per punti l’innovazione del gioco con l’avvento dello “streaming on-demand“.

Sony, Microsoft e Nintendo hanno traghettato il gioco nelle case di tutto il mondo, a prezzi accessibili, con una politica che strizza da sempre l’occhio alla guerra tra fan per quale sia la migliore, considerando caratteristiche, esclusive e titoli.

Il mercato del PC Gaming con gli anni si è assottigliato, confinandosi tra pc master racer e casual gamer e le guerre tra launcher, vedendo la platea di gamer diminuire per via dei prezzi proibitivi delle periferiche e dal poco ricambio generazionale, i giovanissimi, infatti, preferiscono di gran lunga lo smartphone al pc.

Bene, i due mondi vedono palesarsi un terzo Player, Google. Dal nulla si ficca tra i due mercati urlando al vento “Hey, la potenza di calcolo ce la metto io, i giochi pure, voi ci mettete la vostra connessione e qualche soldino”.

Con questo nuovo approccio al gaming i big player devono adeguarsi, proporre soluzioni smart e iniziare a studiare il fattore singolarità. In sostanza, dare feature ai gamer che esulino dalle funzionalità canoniche.
Se Stadia sarà identico al prodotto presentato su carta non basteranno più le esclusive, la portabilità, i titoli. C’è da inventarsi qualcos’altro. Cosa? Boh, non sono un brand strategist.

Infine per chiudere il discorso, teniamo d’occhio anche Microsoft con il suo Xcloud che verrà annunciato a brevissimo. Promette di sforare i 10,7 teraflops di Google, me lo auguro. La competizione fa bene a tutti.

Google Stadia è Innovativo?

Beh che dire… sì.

Riallacciamoci al discorso del paragrafo sui vantaggi di Stadia; soffermiamoci su questo concetto, innovazione.

Il mercato Console negli ultimi 30 anni ha innovato ogni generazione, apportando modifiche con il contagocce, a volte solo con dei level up grafici. Il mercato PC ha seguito la stessa logica, mettendo carbone nei motori grafici e spingendoli al massimo.

Google invece si sta spingendo oltre: ha la server farm più potente del mondo, se solo volesse riuscirebbe ad eguagliare la potenza di calcolo di tutti i device del globo, investendo qualcosina in più dal proprio bilancio annuale.

Mentre i “Sonari” e i “Boxari” si scannano su quale console sia la migliore Google dal nulla porta un sistema equivalente a quello di un pc di fascia alta, fruibile con una connessione con sottoscrizione di una piccola fee mensile.

Mentre qualche Player sognatore parla di “CrossPlay” Google entra a gamba tesa e offre la possibilità di far giocare chiunque tramite il tasto “join”, in tempo reale, senza loading screen, senza caricamenti. Magari da un punto di salvataggio scelto dal proprio amico o dall’influencer che sta seguendo.

Vogliamo parlare invece del “mero” sviluppo ? Ora grazie a Stadia qualsiasi sognatore/startupper con un’idea e un po’ di folli a seguito può “affittare” la potenza di calcolo del Cloud per tirare fuori il capolavoro del futuro, senza addossarsi i costi del server, dello storage, dell’elettricità e del “luogo fisico”.
Ora Giovannino di Napoli potrà creare un gioco in tempo reale insieme al suo amico Takashi da Kyoto. Senza barriere o ostacoli. Questo significa realizzare sogni, questo significa INNOVARE.

 

Digital Divide o Evil Google?

La discussione di ieri con Michele, il mio s̶c̶r̶i̶b̶a̶c̶c̶h̶i̶n̶o redattore verteva su un unico grande tema : “Stadia è bocciato perché se anche una sola persona non può giocarci per questioni NON economiche è un fail“; l’ho immaginato con la bava alla bocca mentre me lo scriveva e lo capisco, ma parliamone.

L’innovazione corre a discapito di ogni cosa, in questo mercato si progredisce come la ricerca scientifica: sbagliando, osando, ripetendo.

Avete presente quei motivatori che urlano “NEVER GIVE UP?” Bene, io Google la immagino un po’ così. Un’azienda forte del prodotto più usato sulla faccia della terra, genitore di migliaia di startup e idee fallimentari. Pensate a Google + (ndr: Rip, eri il miglior social ma lo usavano in due). Eppure ora si sta rimettendo in gioco, cercando di creare la community di gamer più grande al mondo (grazie a youtube e l’integrazione del suo software), innovando e portando una ventata di aria fresca nelle solite console war trite e ritrite.

Tornando al discorso di Michele, la fruibilità in base alla connessione dei player è il punto debole di Google, non ci piove. Ma la colpa è dell’azienda o della nostra nazione che nel 2019 ha lasciato la sua popolazione con la peggiore delle reti in Europa?

Ha senso che il futuro del gaming si pianti con i piedi per terra e freni la sua corsa per via di alcuni Stati nel mondo poco virtuosi?

Fermatevi a riflettere con me: perché siamo arrivati al 5G?
Semplice, perché gli smartphone sono diventati dei veri e propri pc alla portata di tutti: anche la vecchina di montagna può andare “su feisbucche” a postare la sua fake news, può perché c’è equilibrio nel mercato tra domanda e offerta. Può perché la domanda atta a soddisfare un bisogno è aumentata e in risposta l’Italia e i privati si sono adeguati con l’offerta.

Stadia se prenderà piede sarà un piccolo tassello che aiuterà le infrastrutture italiane: un paese è spinto dal volere del proprio popolo, anche il volere economico.

Se ci saranno un milione di giocatori in più che entreranno grazie al costo irrisorio nel mercato, gli stessi Provider dovranno adeguarsi. La rivoluzione digitale si fa anche così.

Per chi ha una buona connessione, ENJOY! Per chi non ce l’ha, pazienza. Potrete continuare ad utilizzare le console e scaricare i giochi.

Come dicevamo all’inizio, NEVA GIV UP (Cit.)

Sarà “Scaffale” ?

Dipende dai titoli, se non ci saranno i giochi sarà scaffale assolutamente. Non devo aggiungere altro.

Perché Google Stadia NON è una merda.

Google Stadia può essere definito “una merda” per un solo motivo, avrebbero potuto chiamarlo “Google Gaming”, ergo GG. Perché chiamarlo Stadia? Folli.

Poi parliamoci chiaro, se la critica è “la GGIENTE ha la connessione lenta” sull’altro lato della bilancia ci metto:

  1. Non devi comprare una console o un pc, basta quello che hai;
  2. dal 2020 puoi giocare in full HD gratis;
  3. costa relativamente poco;
  4. se si è pc master race non ci si dovrà più preoccupare di stare al passo con le periferiche;
  5. beh, diamine, sto ripetendo i punti citati sopra.

I benefici sono maggiori dei difetti, è quasi matematico.

Ho approcciato il discorso nella maniera più propositiva possibile, dando per scontato che la community mondiale apprezzerà lo sforzo e ci giocherà.
Concretamente, vi dirò se avrà davvero futuro tra un anno, non al suo lancio di Novembre, quando ci saranno i fix necessari e si avrà un catalogo degno di una grande azienda chiamata Google.

 

 

This post was published on 7 Giugno 2019 11:49

Daniele Di Egidio

Daniele Di Egidio è il creatore di Player.it e vicedirettore della testata. Videogiocatore da quando ha memoria, prese in mano il primo joypad nel lontano 1997 su un fiammante Super Nintendo regalato dal fratello, da li arrivò l'amore per il mondo del gaming. Dai lontani primi anni 2000 fino ad adesso ha giocato oltre cinquecento titoli, dal retrogaming ai giochi contemporanei, predilige i moba come Dota 2, gli sparatutto classici e i giochi di strategia. La sua fissa attuale è per MTG Arena. Decise di fondare Player con uno scopo ben preciso, portare i giocatori di ruolo "analogici" nel mondo del digitale e viceversa, infatti le due realtà difficilmente in Italia hanno un luogo dove incontrarsi e imparare vicendevolmente la magia che c'è dietro un GDR o un videogioco single play. Al di fuori del mondo del gaming Daniele è un fotografo ben ambientato nel mondo della fotografia dei concerti, ha fotografato in lungo e in largo per l'europa più di 1000 band di caratura mondiale, ha seguito artisti di fama mondiale in tour, è stato fotografo ufficiale di diversi festival da 50.000 e più ingressi e ha avuto diverse pubblicazioni con Metal Hammer italia e con MetalManiac negli anni passati. Ha militato per 8 lunghi anni in SpazioRock dove copre ancora il ruolo di fotografo ufficiale.

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