È notte fonda, sono sdraiato sul divano e procrastinando l’ora del letto “faccio zapping” tra i numerosi contenuti che la piattaforma Netflix offre. Mi soffermo su Stranger Things, serie televisiva ambientata negli anni ‘80 diventata simbolo della pop culture. Parte in automatico il trailer e guarda caso già nei primi secondi appare qualcosa di familiare. Il ragazzo dalla riccia chioma con il berretto, quello che piace a tutti, ma di cui io non ricordo il nome, gioca ad un cabinato di Dragon’s Lair: una pietra miliare dello studio Advanced Microcomputer Systems.
Nel gioco, nelle vesti del prode cavaliere Dirk l’Ardito, dobbiamo salvare la principessa Daphne dal malvagio drago Singe che dimora in un oscuro castello stregato. Durante la nostra impresa affronteremo, stanza dopo stanza numerose insidie tra labirinti, trappole e nemici.
Si tratta di un gioco atipico rispetto agli standard degli anni ‘80. Utilizza, infatti, quella che all’epoca era l’avanzatissima tecnologia del laserdisc per offrire una grafica senza paragoni. Quello che appariva sullo schermo era infatti un comune cartone animato. Niente pixel, niente grafica a 8bit e niente suoni “elettronici”, solo disegni, animazione e audio di qualità. Tra l’altro, il designer di gioco era Don Bluth, famoso animatore della Disney che ha lavorato a film di animazione come Robin Hood, Winnie the Pooh e Elliot il Drago Invisibile.
Dove è l’inghippo? Beh, oltre all’elevato costo di un macchinario del genere (che ricordiamo era arcade, da sala giochi) il gameplay si limita alla pressione dei quattro tasti di movimento e quello di combattimento al momento giusto. Il gioco non è altro che un susseguirsi di scene animate collegate da input. Se viene premuto il tasto giusto, nel momento esatto si sente un suono di feedback e si passa alla scena successiva, in caso contrario parte l’animazione di game over.
Non pensate che l’interattività limitata implichi un titolo semplice e lineare. Al contrario Dragon’s Lair offre una sfida impegnativa. Nella versione originale del gioco (e ci teniamo a precisare quella originale) non ci sono consigli sul pulsante da premere in quel preciso momento, dovremo andare ad intuito in base a ciò che sta accadendo nel filmato.
In molti casi, finiremo nella schermata di game over per aver premuto il tasto giusto con meno di un secondo di ritardo. Pensandoci bene, ricorda molto i rytm game e forse anche una versione “primitiva” dei giochi della Telltale e di Quantic Dream, oserei quasi dire un antenato del quick time event.
In base alla nostra abilità le partite possono avere una durata molto varia e superare anche i 25 minuti. Di certo, se siamo inesperti non avanzeremo oltre i primi 3 minuti di gioco. Ci accorgeremo che, dopo una serie di partite, giocare a Dragon’s Lair inizia a diventare un esercizio di memoria.
Il gioco ebbe un enorme successo, al punto che l’anno successivo (1984) uscì un nuovo gioco, sempre in laserdisc: A space Ace. Un avventura dal gameplay identico, questa volta a tema fantascientifico. Del titolo originale invece ci furono delle conversioni per le console casalinghe, le quali, non disponendo della costosa tecnologia del laserdisc prevedevano riadattamenti in versioni 8bit. Ce ne furono molteplici per console come Commodore 64 e Adam. Solo con l’arrivo del compact disc nel 1994 fu riproposta la versione animata con Sega CD (con una qualità comunque inferiore) per poi arrivare su Windows e Mac.
Il gioco ebbe anche dei seguiti: nel 1991 uscì l’arcade Dragon’s Lair II: Time Warp e nel 1993 uscì Dragon’s Lair III: The Curse of Mordread, quest’ultimo solo in versione domestica. Nel 2002 uscì infine il reboot in 3D sviluppato da Ubisoft, chiamato per l’appunto Dragon’s Lair 3D: Return to the Lair.
Essendo nato nel 1995 non ho mai avuto modo di provare la versione arcade del gioco, ma da piccolo ho giocato la versione per Windows e successivamente quella per Android. Quest’ultima è già molto più semplice in quanto offre degli aiuti a schermo. Dragon’s Lair è un titolo che ha fatto la storia e dovrebbe far parte del curriculum di qualsiasi videogiocatore. Lo si trova facilmente su pc Windows e Mac, su Android o su iOs, PlayStation 4 e tantissimi altri dispositivi. È in arrivo, inoltre, una versione speciale su Nintendo Switch. Non avete scuse: dovete recuperarlo!
This post was published on 24 Maggio 2019 14:00
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