Oggi andiamo a vedere cinque videogiochi realizzati attraverso licenze della Disney o pubblicati sotto il loro marchio che meritano di essere recuperati, specie in ambito retrogame. Tutti i giochi di parliamo oggi sono disponibili attraverso lo store GOG, che ha realizzato anche uno sconto a tema per celebrare il publisher, pubblicando per l’occasione due titoli di cui parleremo all’interno di questa piccola lista.
Bando alle ciance, vediamo quali sono i 5 videogiochi pubblicati da Disney da recuperare su PC!
La prima cosa che salta alla testa quando si osserva la copertina di Maui Mallard In Cold Shadow è la figura del papero, estremamente somigliante al ben più noto Paperino ma dotato di una seconda personalità piuttosto curiosa: quella del Ninja.
Maui Mallard In Cold Shadow è un platform bidimensionale vecchio stile sviluppato da Disney Interactive per Mega Drive e PC a metà anni novanta. Il titolo metterà il giocatore nei panni di un nuovo personaggio del canone disney, Maui Mallard, un detective dotato di poteri Ninja che si ritrova a dover salvare un intera isola il cui idolo protettore è scomparso. Il personaggio di Maui Mallard è il risultato di una serie di esperimenti della compagnia, determinata a creare dei nuovi personaggi in grado di attecchire maggiormente presso un pubblico adolescente.
Se siete cresciuti negli anni novanta avrete già capito, osservando il gameplay, di che titolo si tratta: un platform bidimensionale pieno di oggetti da raccogliere, di nemici da abbattere e di poteri da utlizzare per poter proseguire il proprio cammino. Dopo quasi venticinque anni di latitanza, Maui Mallard arriva sui moderni personal computer con la stessa splendida grafica che contraddistinse la versione originale, rimettendoci nei panni del papero con la camicia hawaiana pù famoso del mondo dei videogiochi.
Curiosità: la colonna sonora del titolo è composta da Michael Giacchino, compositore italo americano diventato famoso negli anni successivi per aver musicato i telefilm di J.J Abrams; questo videogioco è il primo lavoro importante della sua carriera.
Il famoso gioco di Hercules che molti degli attuali ventenni/trentenni hanno conosciuto attraverso la prima Playstation è un videogioco sviluppato da Eurocom nel 1997 pronto a tornare sugli attuali sistemi operativi grazie alla re-release effettuata dai ragazzacci di GOG.
È molto probabilmente che se stai leggendo questo articolo (o guardando questo video) tu sappia già di cosa stiamo parlando, visto che tale videogioco infestava le case di migliaia e migliaia di ragazzini nel periodo parallelo all’uscita del film.
Disney’s Hercules è un platform bidimensionale che mescola sprite di grandissima qualità, un gameplay semplice ma efficace che mischia l’anima collectathon tipica dell’epoca con eventi e bossifight che spezieranno il gameplay. Questi eventi mischiano in maniera abbastanza pionieristica gli sprite bidimensionali con ambienti tridimensionali, per offrire una resa grafica davvero niente male per un videogioco dell’epoca realizzato con un budget non particolarmente importante.
Disney’s Hercules rimane un gioco particolarmente divertente, nonostante duri una manciata di ore e non sia nemmeno particolarmente difficile, motivo per cui vi consigliamo di recuperarlo quanto prima, specie considerando il suo prezzo irrisorio.
Curiosità: il titolo possiede delle scene animate esclusive per le schermate di game over, altrimenti non presenti nel film di Hercules realizzato da Disney.
Se Zak McKracken and the Alien Mindbenders è il secondo videogioco ad utilizzare il motore SCUMM, per altri è la migliore avventura grafica mai realizzata dalla LucasArts ed è considerata, all’unanimità, una delle migliori avventure grafiche della storia dei videogiochi.
Il titolo parla di Zak, un giornalista annoiato che si ritrova, per colpa di un inchiesta, al centro di un gigantesco complotto organizzato da una civiltà aliena che punta al dominare la mente della gente. Il titolo pesca a piene mani dall’immaginario complottistico che già in quegli anni si faceva sentire attraverso pubblicazioni alternative, controcultura e cinema. David Fox, direttore del titolo, fu aiutato da Ron Gilbert a rendere il titolo meno ansiolitico e più orientato verso la comicità mettendo in piedi un alchimia perfetta tra sacro e profano.
Il titolo al giorno d’oggi è di difficile approccio, complice una difficoltà particolarmente elevata ed una serie di caratteristiche che sono figlie dei tempi (come la possibilità di incorrere nel game over o la possibilità di arrivare a situazioni di stallo a causa di scelte o dialoghi sbagliati). Il modo migliore per giocare Zak McKracken and the Alien Mindbenders è farlo con vicino una guida, in modo da evitare tutte le frustrazioni inutili e potersi godere un videogioco tristemente bistrattato al massimo delle sue possibilità ludiche.
Curiosità: all’interno di Zak McKracken and the Alien Mindbenders è possibile trovare la latta di benzine per motoseghe che era irreperibile all’interno del precedente titolo di LucasArts, Maniac Mansion (anche lui presente su GOG).
Qui andiamo a pescare uno dei videogiochi più assurdi e sottovalutati di sempre: The Incredible Machine.
The Incredible Machine è un puzzle game sandbox dove al giocatore verranno richieste le cose più disparate: accendere candele, gettare palline in buca, muovere oggetti in determinate posizioni e così via.
Per eseguire tali compiti al giocatore verrà richiesto di creare meccanismi stupidamente complicati attraverso una vasta gamme di oggetti e meccanismi che interagiscono tra di loro; vi ritroverete a dover gettare palle da bowling su trampolini elastici, ad accendere razzi con lenti d’ingrandimento o a far fuoco con dei cannoni contro dei pali in metallo per vedere i proiettili rimbalzare.
The Incredible Machine Mega Pack offre ore e ore di divertimento ai giocatori interessati ad un puzzle game d’annata, non particolarmente carino dal punto di vista dell’interfaccia ma sicuramente in grado di donare divertimento scanzonato a chiunque ci si avventuri.
Curiosità: La macchina a cui si riferisce il nome del gioco è quella solitamente definita come macchina di Rube Goldberg, ovvero un meccanismo progettato in maniera stupidamente complessa destinato a eseguire operazioni semplici o di difficoltà trascurabile.
Monkey Island™ 2 Special Edition: LeChuck’s Revenge è un videogioco che crediamo non abbia bisogno di alcun tipo di presentazione. Le avventure di Guybrush Threepwood, giunte al secondo capitolo, presentano il perfetto equilibrio tra narrativa, enigmi e ambientazioni confenzionando quello che al giorno d’oggi è universalmente considerato uno dei migliorei videogiochi di sempre.
L’edizione qui presente è in grado di accontentare qualsiasi tipo di palato: la special edition realizzata nel 2010 rimette a nuovo graficamente parlando il titolo di Ron Gilbert e soci, senza scontentare chi nei pixel vede un motivo di vita. Il titolo possiede due modalità grafiche distinte che coesistono all’interno dell’eseguibile ed è pertanto possibile cambiare tra grafica originale e grafica rimasterizzata con il click di un semplice tasto.
A questo bisognerebbe anche sommare una colonna sonora di pregevole fattura, che riprende le melodie dell’originale e le trasporta con naturelezza ai giorni nostri abbandonando i sintetizzatori MIDI e passando agli strumenti reali. Il resto del titolo è rimasto praticamente invariato dal punto di vista ludico, riproponendo gli stessi enigmi e aggiungendo qualche aiutino per i giocatori meno avvezzi al genere. Un videogioco da recuperare a praticamente tutti i costi, visto il suo status di pietra miliare assoluta all’interno del pantheon dei videogiochi tutti.
Curiosità: Monkey Island 2 Special Edition: LeChuck’s Revenge possiede una caratteristica molto interessante assente da praticamente qualsiasi altro tipo di release del gioco: un intero commento degli sviluppatori alle azioni del gioco.
This post was published on 19 Maggio 2019 16:27
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