Passano gli anni ma l’icona numero uno dei videogiochi è sempre lui: Super Mario. Il baffuto idraulico nato dalla mente di Shigeru Miyamoto non passa mai di moda e continua a far divertire milioni di giocatori, grazie alla sua capacità di adattamento. I titoli con Mario protagonista sono ancora quelli più amati e venduti sulle console Nintendo.
Negli anni si sono moltiplicati i tentativi di imitare il platform uscito nel 1985 (Mario apparì precedentemente in Donkey Kong e Mario Bros.) con risultati altalenanti. Se è vero che negli anni ’80 i platform la facevano da padrone e non si poteva certo pretendere che i titoli successivi a Super Mario Bros. potessero variare più di tanto la formula originale, va anche detto che in tempi moderni sviluppare giochi tali e quali a quello Nintendo non è esattamente un colpo di genio.
In alcuni casi, siamo di fronte a veri e propri tentativi di frode videoludica. In questo articolo, vedremo sette cloni più o meno spudorati di Super Mario Bros. ripresi sia dal passato sia da creazioni moderne.
Iniziamo questo viaggio tra i sosia di Mario, d’altronde si sa, ognuno di noi ha proprio sette sosia sparsi per il mondo.
Precisiamolo fin da subito: Alex Kidd in Miracle World era un gran bel gioco e non scimmiottava in alcun modo Super Mario Bros. Tra tutti è sicuramente il clone meno spudorato, ma pur sempre clone. All’epoca, infatti, il videogioco era considerato la risposta di Sega al grandissimo successo di Nintendo. Le meccaniche di gioco erano praticamente uguali, anche se Alex Kidd poteva vantare qualche vantaggio in più in alcuni livelli, ad esempio un elicottero a pedali.
Qui iniziamo a tirare fuori gli assi. The Great Giana Sisters è un videogioco del 1987 uscito su Commodore 64, Amiga, Amstrad e altre piattaforme antidiluviane. Le protagoniste sono due sorelle con un nome vagamente italiano (doveva essere Gianna ma una N si perse nei meandri di qualche livello). I primi cinque livelli erano identici a quelli di Super Mario Bros, se non è sfacciataggine questa allora non sappiamo cosa lo sia. Fu inoltre, con molta probabilità, il primo titolo a far girare i cosiddetti a Nintendo che, scoperto il plagio, intentò una causa contro lo studio di sviluppo tedesco che concepì questo clone. Le copie furono ritirate dal mercato.
Arriviamo ai nostri giorni. Jungle Boy Adventure è un gioco per dispositivi Android che riprende in tutto e per tutto le meccaniche dei classici platform. I livelli coloratissimi e ad alta definizione non ingannano nessuno, è una copia bella e buona di Super Mario Bros. Se ci fossero ancora dubbi, basterebbe guardare il protagonista: baffo impregnato di spudoratezza, cappellino rosso taccheggiato da uno store durante i saldi, naso importante cresciuto a dismisura per i continui tentativi di convincerci che non si trattasse di un sosia. Il gioco in sé, comunque, non è malaccio.
Conosciuto anche con il titolo di Lep’s World, questo gioco per dispositivi mobile porta i salti di Mario in terra irlandese. Oddio, i livelli sono talmente simili a quelli di Super Mario Bros che ci viene il dubbio che la terra di San Patrizio non sia proprio così. Io non ci sono mai stato, ma ci potrei mettere la mano sul fuoco. Il protagonista non è più un idraulico con un profondo odio per le tartarughe e i funghi trifolati, ma un folletto avaro che per un tesoro nascosto sotto a un arcobaleno farebbe a pezzi tutta la fauna irlandese. Simpatico.
Non abbiamo capito benissimo la genesi di questo titolo, ma sembra una vera figata. In sostanza, Grand Dad è un progetto fanmade che riprende un bootleg, cioè quelle copie abusive che, partendo dall’originale, smistavano i giochi del momento senza autorizzazione di chi deteneva i diritti, di 7 Grand Dad, clone di Super Mario per NES. In Grand Dad vestiamo i panni di un antenato (?) di Mario che per l’occasione prende le fattezze di Fred Flintstone, i livelli sembrano usciti dalla mente di un daltonico in botta e ci sono spruzzate di run & gun, alla Cuphead. Meraviglioso.
Questo titolo non vi dice nulla? Se non avete la memoria a breve termine accartocciata su se stessa, avete già capito dove possa spingersi la genialità. Un clone di The Great Giana Sisters che, a sua volta, era un clone di Super Mario Bros. Qui ci si alza in pedi e si applaude, punto. Il gioco è del 2004 ma comprendeva solo due livelli, è stata poi creata una versione per Commodore 64 (sì, sull’home computer continuano a sviluppare giochi) estesa e che ora comprende ben tre capitoli.
Il più spudorato di tutti. Gioco per iPhone con un protagonista visibilmente non in grado di intendere e di volere. Probabilmente è stato rapito e portato in quel mondo fatto di blocchi e monete volanti. Il nome la dice già lunga sullo stato di incoscienza degli sviluppatori: Monino. Chiamatelo Gigino, Vittorino, Pipino, cosa mi rappresenta Monino? Imbarazzante sotto tutti i punti di vista, sarebbe potuto diventare un cult ma è stato rimosso dall’App Store. Monino è l’eroe di cui abbiamo bisogno, ma che non meritiamo, o viceversa, fate voi.
This post was published on 17 Maggio 2019 12:00
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