L’ultimo Sony State Of Play con cui abbiamo avuto l’occasione di interagire è stato una discreta manna dal cielo per tutti gli appassionati legati al brand di Final Fantasy, vero e proprio juggernaut del mondo dei videogiochi, grazie alla ricomparsa di Final Fantasy VII Remake.
Il remake del più importante JRPG della storia, in sviluppo presso Square Enix sotto la direzione di Tetsuya Nomura, è un titolo mostrato per la prima volta su schermo ormai quattro anni fa. Da quel momento in poi la realizzazione del titolo avrebbe subito numerose battute d’arresto, dovute anche alla dipartita del team Cyberconnect 2 che hanno costretto la software house nipponica a ricostruire importanti parti del titolo.
Questo nuovo trailer mostra un videogioco su cui è stato profuso un impegno incredibile il quale però lascia intendere alcuni importanti twist: nel corso di questo articolo proviamo a vedere insieme cosa c’è che quadra e cosa non quadra all’interno del progetto.
Il trailer con cui Square Enix si è presentata nuovamente al pubblico, nonostante una durata limitata, ha messo subito in chiaro la natura del progetto.
Final Fantasy VII Remake è un titolo dal budget incredibile che riproporrà con un livello tecnico stellare molte delle cose che hanno reso l’originale settima fantasia un videogioco importantissimo dal punto di vista narrativo/ludico, aggiornando ove possibile le sue componenti per renderle più appetibili a quello che è attuale mercato dei videogiochi.
Il comparto grafico mostrato nel trailer stupisce per precisione e qualità: i modelli poligonali che sono comparsi a schermo, partendo dal buon vecchio Cloud e arrivando a Jesse o al primo boss del titolo, il Guard Scorpion, sembrano animati con enorme perizia e sono estremamente fedeli al titolo originale. Il titolo abbandona completamente il design super deformed che tanto ha fatto ridere e parlare di se nel corso degli ultimi dieci anni di storia videoludica, per approcciarsi ad una grafica molto fotorealistica, mostrando anche stralci di Midgar che rispettano in pieno il lavoro che fu fatto nei filmati in computer grafica dell’epoca.
Quando parliamo di aggiornamento ludico cosa intendiamo?
Dal trailer di Final Fantasy VII Remake è possibile comprendere come Square Enix abbia preso sul serio il progetto ed abbia deciso di modernizzarlo e di renderlo più attuale ibridandolo con una serie di caratteristiche assenti nel gioco finale.
Esempio: nel trailer possiamo osservare il nostro biondino preferito aggrapparsi su di un cavo per superare un grande buco nel pavimento; è possibile e lecito quindi pensare che questo potrà rispecchiarsi in un level design estremamente più stratificato e interattivo di quello presente nell’originale titolo.
Per la prima volta, dopo gli esperimenti di Final Fantasy XV, potremmo avere dei dungeon espansi sia in orizzontale che in verticale, con luoghi raggiungibili soltanto utilizzando le abilità atletiche dei nostri personaggi. Questo potrebbe venir meno all’interno delle battaglie che sembrano molto più vicine a Final Fantasy VII: Crisis Core che al quindicesimo capitolo.
Osservando le scene di battaglia proposte nel trailer possiamo cercare di fare qualche ipotesi basandoci sull’interfaccia di gioco.
Final Fantasy VII Remake mette sul lato destro dello schermo le classiche statistiche legate al gioco di ruolo: HP, MP e barra delle Limit (o mosse speciali che dir si vogliano); ogni personaggio avrà la sua scheda che verrà evidenziata nel caso sia quello controllato dal giocatore.
Il lato sinistro dello schermo sarà invece delegato a donare al giocatore quante più informazioni possibili riguardo le azioni che può compiere: attaccare, aprire il menù dei comandi, eseguire un azione denominata punish e così via; secondo quanto mostrato il menù dei comandi darà la possibilità al giocatore di utilizzare delle tecniche ben precise, come il Braver utilizzato da Cloud all’interno del trailer.
Il feeling del titolo sembra molto più vicino all’arena-like di Crisis Core che al mondo interattivo di Final Fantasy XV; le azioni acrobatiche sembrano essere ridotte al minimo sindacale e lo spazio di manovra per Cloud & soci (anch’essi controllabili) sembra tutto fuorché espanso.
L’utilizzo di questi spazi chiusi potrebbe serrare il ritmo dell’azione in modo consistente, regalando al titolo un feeling quasi inedito per saga.
Le tecniche dei vari personaggi potrebbero venir attivate unicamente soddisfando determinati requisiti, indicati dalla barra delle limit citata qualche riga sopra; il trailer al momento non lascia trasparire alcuna informazione sulle eventuali materie che hanno reso il titolo speciale un vero parco giochi per i min-maxer.
Final Fantasy VII Remake, come confermato da più testate internazionali, sarà un videogioco a episodi.
La distribuzione episodica del titolo sta a significa che Square Enix potrebbe avere una produzione sicuramente più tranquilla di quella che ha caratterizzato progetti mastodontici come Kingdom Hearts 3 o Final Fantasy XV, ma potrebbe anche nuocere gravemente la narrativa del titolo, altrimenti ben compatta; tutto questo ignorando poi quella che potrebbe essere la plausibile reazione della fanbase del titolo, tra le più conservative presenti nel mondo e che non digerirà facilmente la scelta di Nomura e soci.
Il fatto che in tale primo trailer sia stato presentato soltanto materiale relativo a Midgar lascia intuire che il titolo sia ancora in alto mare produttivamente parlando; ricordiamo a quelli che non hanno mai giocato il titolo originale che Midgar rappresenta praticamente l’introduzione narrativa del gioco, le prime 5/10 ore di gioco. Questo dubbio fortunatamente sarà il primo ad essere fugato visto che Square Enix ha promesso di portare altre notizie sul titolo all’E3 di quest’anno.
A questo dobbiamo poi aggiungere il cosìdetto Problema Nomura.
I progetti patrocinati da Tetsuya Nomura, designer di punta della società nipponica, nel corso degli ultimi dieci anni sono sempre stati caratterizzati da importanti debolezze narrative a causa di problemi di produzione e/o scelte opinabili compiute in fase di sviluppo. Final Fantasy XV, ad esempio, è stato riscritto più volte da zero a causa della sua gestazione complicata e lo stesso Kingdom Hearts 3 non ha sicuramente avuto una produzione liscia vista la presenza di mondi estremamente diversi per qualità produttiva al suo interno (Frozen e I Pirati Dei Caraibi, per fare due esempi rapidissimi).
Tetsuya Nomura è anche lo stesso designer che ha messo in piedi la narrativa di Crisis Core, caratterizzata da personaggi non particolarmente brillanti come Genesis o che ha inserito elementi inutili come il geostigma di Final Fantasy VII: Advent Children al fine di poter avere un pretesto su cui poter creare un film; stiamo parlando di uno sviluppatore che spesso e volentieri ha sacrificato interi equilibri narrativi, anche piuttosto delicati, per inserire elementi di fanservice tranquillamente evitabili.
La narrativa di Final Fantasy VII, una storia ecologista anche piuttosto tragica, potrebbe venir scomposta e ricomposta malamente da Nomura, cosa che speriamo sia estremamente lontana. Per scoprirlo, purtroppo, saremo costretti ad aspettare con voi l’arrivo dei vari episodi di questo Remake.
This post was published on 11 Maggio 2019 10:30
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