Questa settimana sarò io a portarvi alla riscoperta di gioie passate del mondo videoludico parlandovi di un genere che è sempre più passato in sordina con lo scorrere degli anni, il Tamarracing.
Il termine Tamarracing risale ai tempi di PSM ed è uno dei tanti neologismi che si potevano trovare sulle loro pagine. Come è facile capire, non è altro che la fusione di Tamarro e Racing, termini con cui si andavano ad indicare tutti quei giochi di corse che non puntavano ad essere dei perfetti simulatori ma dei divertenti arcade carichi di ignoranza, esplosioni e colonne sonore capaci di far sentire Michael Bay un moccioso con una scatola di petardi, insomma quell’attitude tipica dei primi 2000.
Quando il politically correct non strozzava l’estro creativo di molte software house, l’era PS1 e PS2 fu una delle più floride per quanto riguarda i titoli di questo fantastico genere. Naturalmente non sono mancate le polemiche, ma cavolo se ci siamo divertiti!
Premessa: Vi sorprenderà che tutti i titoli elencati (tranne Carmageddon e Downhill Domination) sono stati sviluppati da EA/EA Sports BIG che prima dei meme e delle microtansazioni era una vera e propria macchina spara tamarracing.
Partiamo con un vero capostipite del genere, Carmageddon, un gioco di corse automobilistiche talmente grottesco e scorretto da inimicarsi i mass media e addirittura far imbestialire il nostro Parlamento che ne ritirò tutte le copie sul mercato per rilasciarne poi una versione censurata con zombie e sangue verde al posto dei pedoni. Per chi non lo conoscesse, Carmageddon era violenza allo stato puro: vinci la gara percorrendo tutti i check point, distruggendo tutti gli avversari o investendo tutti i pedoni presenti. Personaggi come Max Damage e Die Anna (provate a leggerlo velocemente e capirete perché ha avuto problemi anche in UK) sfrecciavano su circuiti urbani accompagnati dalle musiche dei Fear Factory.
Qualche mese fa circolava la notizia che THQ Nordic avesse comprato la licenza di Carmageddon, che possa arrivare un remake?
Cosa c’è di meglio di un gioco con una banda di motociclisti che gareggiano picchiandosi? Un manipolo di evasi di prigione, poliziotti e motociclisti che gareggiano picchiandosi! Road Rash Jailbreak è il sesto titolo della saga di corse motociclistiche a base di calci, pugni, spranghe e cattive intenzioni. Jailbreak raccoglie molti aspetti dei capitoli precedenti focalizzandosi di più sul “””realismo”””, con una maggiore attenzione all’aspetto della competizione e con un gameplay veloce che, per certi versi, fa da precursore a quello che sarebbe stato poi Burnout. Le frenetiche corse nel traffico americano in sella alla nostra Harley Davidson finivano sempre con grossi capitomboli, mentre si cercava di riempire di botte il giocatore al nostro fianco.
Paragonato spesso a Road Rash sulla neve, Sled Storm sostituiva le botte con trick estremi sfrecciando tra le piste innevate a bordo della nostra motoslitta. A farla da padrona in questo gioco era sicuramente la colonna sonora con Dragula di Rob Zombie in apertura e altri gruppi come Econoline Crush, Überzone, E-Z Rollers e Dom & Roland. La vera chicca era che, inserendo il gioco nello stereo o in un qualunque altro lettore CD, si potevano ascoltare le tostissime tracce audio contenute al suo interno. Per quanto riguarda il gameplay aveva tutte le caratteristiche tipiche degli arcade con la possibilità di potenziare le componenti della nostra moto durante la modalità carriera.
Con l’arrivo della PS2 le cose cominciarono a farsi ancora più tamarre. EA Sports BIG, la divisione addetta a creare giochi cafoni come FIFA Street e SSX Tricky (notate quanto capslock?) tirò fuori dal cilindro Freakstyle: un gioco di motocross pieno di esplosioni immotivate, fiamme, personaggi folli fino al midollo e tricks che sfidano le leggi della fisica manco fossero cavalli di Skyrim. I tracciati ricordavano molto di più quelli di un kart game che di uno di motocross ma ciò permise agli sviluppatori di creare tracciati pieni di salti mozzafiato, curve paraboliche e ostacoli da superare.
Per fare un buon Tamarracing a volte non servono i rumori assordanti di motori di bolidi o di moto di alta cilindrata ma un buon Tamarracing può essere fatto anche con delle semplici biciclette. Se scendere il pendio di una montagna in mountain bike non è abbastanza pericoloso, perché non farlo mentre ci si tira delle borracce dietro la nuca? Downhill Domination riprende alcune meccaniche viste in Road Rash e le inserisce su discese ripidissime tra i boschi alpini, antichi templi peruviani e percorsi cittadini per delle gare velocissime mentre si sopravvive agli ostacoli di madre natura e gli schiaffi di padre avversario.
Fino ad ora abbiamo parlato di giochi dalla forte anima metal ma adesso è il momento di cambiare musica: i bassi si fanno più potenti, i vestiti si fanno larghi, i Doors incontrano Snoop Dogg. Need for Speed Underground 2 è forse uno dei titoli più incisivi sul genere del Tamarracing cavalcando con maestria l’onda del successo di film come The Fast and The Furious e programmi come Pimp my Ride. Un vero tributo al tuning automobilistico grazie ad un parco auto vastissimo e completamente personalizzabile per affrontare al meglio le corse clandestine e i set fotografici che troveremo esplorando le strade notturne di Bayview.
Dulcis in fundo parliamo di quella che per me è la summa maxima del Tamarracing, Burnout 3. Immaginate di togliere l’omicidio e gli elementi grotteschi da Carmageddon, di prendere le super car di Need for Speed Underground 2 e di imbottire il tutto con così tanto NoS da far sfocare tutto intorno a voi. Burnout è questo ed altro, un adrenalinico arcade dove infrangere il codice della strada ci premia con turbo extra per poter prendere a sportellate i nostri avversari fino a farli schizzare fuori dalla pista (Takedown appunto). Il terzo capitolo di questa saga è forse la versione più completa del gioco, con un carattere molto più incisivo grazie alla radio Crash FM e al suo DJ Stryker che commenterà ogni nostra azione. Un vero world tour che ci permetterà di sfidare il traffico di diversi continenti utilizzando auto che vanno dalle più semplici utilitarie fino a monoposto da corsa. Le tante modalità presenti avevano tutte un comune denominatore: La totale distruzione delle auto, poco importa se la nostra o quelle avversarie.
Potrei continuare all’infinito questa lista e naturalmente ci sono ancora tantissimi altri titoli validi, ma ora è tempo di sapere qual è il vostro Tamarracing preferito.
This post was published on 10 Maggio 2019 11:59
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