Con Fallout: quando la fine del mondo è solo l’inizio continua la nostra rubrica settimanale #venerdìnostalgia dedicata al retrogaming. Ecco il nostro racconto di un gioco che ha dato vita ad una saga in grado di competere con grandi capolavori di fantascienza.
Se vi siete persi gli articoli precedenti dedicati al retrogaming potrete ritrovarli comodamente tutti a questo link. Troverete Final Fantasy, Resident Evil, Silent Hill e molte altre chicche raccolte solo per voi!
FALLOUT: QUANDO LA FINE DEL MONDO È SOLO L’INIZIO
Il 1997 è stato un anno davvero incredibile per il mondo dei videogiochi. Quell’anno hanno visto la luce capolavori come GTA, Final Fantasy VII, Carmageddon, Tekken 3, Need for Speed 2. Quello che nessuno poteva immaginare, era il grandissimo successo destinato ad essere riscosso da un “gioco di ruolo postatomico” dal nome di Fallout, divenuto una delle più belle e vaste saghe di fantascienza videoludica mai prodotte. Signore e Signori, accendete il vostro Pip-boy, vi portiamo a fare un giro in un futuro che sa di passato.
UN FUTURO CHE SA DI PASSATO
L’idea alla base di Fallout è abbastanza semplice. Immaginare un mondo parallelo, dove piccoli cambiamenti nella storia hanno portato conseguenze totalmente inaspettate al destino dell’intera umanità. Uno di questi cambiamenti è la non invenzione dei transistor. A causa di questa mancanza, non si sono mai verificati fenomeni di miniaturizzazione dei processori e la tecnologia è rimasta interamente basata su valvole termoioniche e unità a nastro magnetico. Questo non ha rallentato il progresso, che anzi è riuscito nell’impresa di domare l’energia della fissione-fusione nucleare, creando reattori miniaturizzati che sono fondamentali per l’utilizzo di armi e veicoli.
Questo particolare sviluppo ha bloccato il mondo in una specie di avanzatissimo futuro anni ’50. Fatto di tecnologia ai nostri occhi buffa, di propaganda dello Zio Sam, di case, abiti, automobili e design dal gusto squisitamente retrò. Un mix di retro-futuro postatomico che è stato così riuscito da essere la base stessa del successo di questa saga. L’altro snodo centrale del futuro di Fallout è la guerra atomica avvenuta tra Cina e Stati Uniti, che nel 2077 ha quasi sterminato la razza umana.
UNA STORIA TOTALMENTE DIVERSA
In questo nuovo corso degli eventi, gli Stati Uniti hanno abbandonato nel 1969 la loro divisione in 50 Stati, tornando alle 13 Commonwealth, come le colonie originarie. Nel 2020 nasce il fondatore della Robco Industries, Robert House, vera mente visionaria in grado di plasmare il mondo del futuro attraverso la sua tecnologia. Nel 2052, il progressivo esaurimento delle risorse naturali (su tutte pretrolio e Uranio) porta gli stati del mondo ad un livello di tensione mai registrato prima. Il Governo degli Stati Uniti inizia la realizzazione di 122 siti antiatomici, destinati a diventare l’unico rifugio per migliaia di persone in caso di una guerra nucleare. Questi rifugi prendono il nome di Vault. Nel 2066 la Cina attacca l’Alaska, gettando le basi per il futuro conflitto mondiale. Il contrattacco degli USA è massiccio e violento.
Il 23 ottobre 2077 alle ore 9:47 di sabato mattina, bombardieri cinesi armati con l’atomica, vengono inviati contro il nemico da Pechino, ormai sul punto di crollare dopo l’Operazione Anchorage degli Stati Uniti. Quello che ne consegue è una spaventosa guerra atomica, durata appena due ore, ma sufficienti a cancellare quasi il 70% del nostro pianeta. Intere città spazzate via, sette miliardi e mezzo di morti, danni da radiazioni di incontenibile portata. I pochi fortunati che, non credendo ad una semplice esercitazione, riusciranno a trovare rifugio nei Vault, saranno tra i pochissimi a poter dire di essere sopravvissuti all’apocalisse.
IL NOSTRO VIAGGIO INIZIA NEL VAULT 13
Dicembre 2161. Il microchip per il corretto filtraggio dell’acqua del Vault 13, improvvisamente si rompe. Il protagonista, ovvero noi, saremo chiamati a trovare il prezioso pezzo di ricambio in grado di garantire la sopravvivenza della nostra “casa” e dei nostri simili. Dopo quasi un secolo saremo i primi esseri umani a uscire dal rifugio, esplorando il nuovo mondo sorto sulle ceneri del conflitto atomico. Lo scenario che ci si prospetta non è dei migliori, i primi nemici (dei ratti mutati) ci aspettano infatti già nella lunga caverna che conduce fuori dal Vault.
Il primo Fallout si svolge in prospettiva isometrica. Come ogni mondo postatomico che si rispetti, anche quello di Fallout è ampiamente popolato. In giro ci sono carovane e commercianti, orridi mutanti e fuorilegge di ogni specie. Pian piano scopriamo che il mondo, a modo suo, è ricominciato. Che persone fuoriuscite da altri Vault hanno dato vita a insediamenti che sono diventate vere e proprie città. Le nostre peripezie alla ricerca del chip di filtraggio ci porteranno a vagare per tutta la California. Incontrando personaggi, storie, pericoli e avventure. Essendo un gioco di ruolo puro, il primo Fallout ci regala una fantastica personalizzazione del nostro personaggio, in grado di risolvere le varie situazioni con gli strumenti che gli sono più congeniali.
IL SISTEMA S.P.E.C.I.A.L.
Alla base del successo di Fallout, oltre ad una storia letteralmente enorme, con un altissimo grado di personalizzazione degli eventi e delle scelte, vi è il sistema di progressione del personaggio. Questo sistema si chiama S.P.E.C.I.A.L. ed è l’acronimo delle parole inglesi: Strength, Perception, Endurance, Charisma, Intelligence, Agility, Luck. Ognuna di questa statistiche ha un punteggio da 1 (minimo per gli esseri umani) a 10 (massimo per gli esseri umani). Questo punteggio non può essere aggirato nemmeno cumulando tutti i bonus o i malus. Oltre alle caratteristiche il personaggio ha anche delle capacità (skills) e altre caratteristiche altamente personalizzabili.
Ognuna di queste caratteristiche porta un vantaggio nel gioco. La forza influenza il peso degli oggetti che possiamo trasportare, il danno degli attacchi in mischia e quali armi possiamo usare. La percezione influenza la nostra capacità di colpire a distanza, la possibilità di maneggiare esplosivi, di scassinare e di percepire pericoli. La costituzione è la nostra resistenza a danni e radiazioni, quanto è dura la nostra “pelle”. Il carisma rappresenta il nostro grado di inflenza verso gli altri personaggi dell’avventura. L’intelligenza è la nostra capacità di pensiero, la velocità di reagire in determinate situazioni e sblocca nuove opzioni di dialogo. L’agilità è la coordinazione e la destrezza nei movimenti, e aumenta i nostri punti azione. La fortuna influenza le nostri sorti al gioco e la possibilità di fare “colpi critici”.
LE TECNOLOGIE DI FALLOUT
L’elemento che più di ogni altro ha caratterizzato la serie di Fallaut è quello della tecnologia. In gioco infatti ci imbatteremo spesso in oggetti o armi che sono diventati dei veri e propri cult tra gli appassionati. Il più importante è sicuramente il Pip-boy. Questo Personal Information Processor è un dispositivo in dotazione a tutti gli abitanti del Vault. Assomiglia ad un grosso orologio da polso, con uno schermo verde ed è dotato di una memoria in grado di immagazzinare numerose informazioni, oltre alla capacità di trasferire dati da altri supporti elettronici. Le armature atomiche sono armature nate con progetti militari in grado di conferire enormi vantaggi e funzionano attraverso i nuclei di fusione.
Tra le armi la più iconica è sicuramente il Fat Man. Quest’arma è ispirata all’M-388 Davy Crockett, sviluppato dagli Stati Uniti durante la Guerra Fredda. Questo “cannone senza rinculo” poteva sparare un proiettile contenente al suo interno una testata nucleare W-54 a fissione, di potenza selezionabile tra 0,01kt e 0,02kt. Nel gioco, l’arma, in gradio di lanciare testate nucleari, è stata chiamata come il prototipo della prima bomba atomica modello 1561 (Mk.2) lanciata su Nagasaki e sviluppata nel progetto Manhattan assieme alla “Little Boy”. Finzione e realtà che si intrecciano, si rincorrono e si fondono in uno dei giochi più belli di tutti i tempi, in grado di dare vita ad una saga degna della grande letteratura di fantascienza.