In occasione della Game Developers Conference del 2019, il colosso di Mountain View conosciuto anche come Google ha rilasciato le prime informazioni su quello che sarà il suo primo grande progetto nel mondo dei videogiochi.
Oggi parliamo di tutto quello che sappiamo su Google Stadia, il primo progetto rilevante di Google all’interno dell’industria videoludica.
In seguito alla presentazione ufficiale del 6 Giugno 2019, aggiorniamo questo articolo con tutte le informazioni più interessanti date da Google all’interno della conferenza.
Indice
Annunciati i titoli di lancio di Google Stadia
Ci sarà bisogno di tempo per vedere le esclusive di Stadia.
Rivelata la data d’uscita di Google Stadia
Requisiti di rete per usare Google Stadia?
Che tipi di abbonamento esistono per Google Stadia?
Dove posso giocare con Google Stadia?
Google Stadia: Pacchetto Founder’s Edition
Google Stadia: Pacchetto Premiere Edition
Quali giochi saranno disponibili al lancio di Stadia?
Keynote di Giugno Google Stadia
Dove guardare la presentazione di Google Yeti?
A che ora inizia lo streaming del progetto Google Stadia?
Che Cos’è Google Stadia?
Google Stadia
Le caratteristiche tecniche di Google Stadia
Di che connessione ho bisogno per usare Google Stadia?
Quando uscirà Google Stadia?
Quanto Costerà Google Stadia?
Che giochi gireranno su Google Stadia?
Come sarà il controller di Google Stadia?
Le funzioni State Share e Crowd Share
Come utilizzare Google Stadia sul proprio televisore
Che cos’è Project Stream?
Che rumour girano intorno a Google Yeti?
Annunciati i titoli di lancio di Google Stadia
Google ha ufficialmente annunciato quali saranno i titoli con cui lancerà il suo servizio di Game Streaming, una delle principali novità di questo 2019 videoludico. L’entrata del colosso di Mountain View all’interno dell’industria dei videogiochi sarà accompagnata da alcuni videogiochi differenti, tutti già conosciuti e già celebrati in altre sedi.
In totale al lancio il servizio di Game Streaming di Google avrà dalla sua dodici videogiochi, non una cifra particolarmente alta se la paragoniamo ai quasi trenta giochi che arrivarono tra digitale e scaffale durante l’inizio del ciclo vita di Playstation 4. Nonostante i dodici giochi annunciati dalla compagnia siano tutti già più che usciti in giro, si avrà la reale possibilità di provare al massimo del potenziale tecnico possibile videogiochi esosi come Red Dead Redemption 2 o Shadow Of The Tomb Raider: Definitive Edition.
Ecco la lista di tutti i videogiochi che sarà possibile provare su Google Stadia a partire dal diciannove novembre:
Se avete avuto un brividino di terrore a leggere una lista così striminzita non teme, Google ha già dichiarato che la line up di titoli per Stadia finirà per raddoppiare entro la fine dell’anno con l’aggiunta di videogiochi d’alto calibro come Final Fantasy XV, Borderlands 3 o Metro Exodus. Entro la fine dell’anno corrente Google Stadia sostanzialmente permetterà ai suoi acquirenti di giocare a 26 titoli diversi, con ancora più scelta durante i primi mesi dell’anno venturo.
Ecco la lista di videogiochi che arriveranno su Stadia entro la fine del 2019:
Google ha annunciato di aver aggiunto dieci videogiochi alla sua lineup di lancio, arrivando a ventidue giochi inizialmente disponibili. L’azienda ha plausibilmentei inserito questa nuova mandata di titoli come reazione agli annunci di Microsoft fatti durante il Microsoft X019 di Londra di qualche giorno fa, ove l’azienda di Redmond ha confermato che la piattaforma di game streaming made in Microsoft chiamata XCloud avrà 50 giochi completi al lancio ed avrà anche integrazioni con il ben noto abbonamento per game pass.
Sebbene al momento non ci siano informazioni riguardanti un abbonamento realizzato da Google, ecco la nuova lista completa di videogiochi che saranno disponibili presso Google Stadia al lancio.
Questi sono i titoli in questione:
I titoli in grassetto, Destiny 2: the collection di Bungie e Samurai Showdown di SNK saranno tra le altre cose disponibli gratuitamente fin dal primo giorno; il picchiaduro sul medioevo giapponese di SNK è un’assoluta novità in tal senso visto che sarà un perfetto banco di prova per scoprire i problemi legati alla latenza della piattaforma. Un piacchiaduro competitivo è infatti un ottimo modo per testare i problemi riguardanti la latenza nella risposta ai comandi da parte di Google Stadia visto che, in caso di latenza elevata, a pagare le conseguenze sarebbe l’intero apparato ludicoe non soltanto l’aspetto visivo del titolo a causa di artefatti o mistificazioni dovute alla compressione video.
Ci sarà bisogno di tempo per vedere le esclusive di Stadia
Manca poco meno di un mese all’arrivo di Stadia nelle case degli utenti danarosi che hanno effettuato il preorder; quest’ultimo permetterà alla gente di sfruttare la potenza dei data center di Google per giocare a dei videogiochi al massimo della qualità possibile, senza doversi preoccupare di hardware e problematiche varie.
Certo, già sono state polemiche (che potete leggere qui sotto) riguardante il non arrivo di Google Stadia al Day one o i problemi riguardanti il Controller Stadia e la sua presunta compatibilità esclusiva con il Chromecast Ultra, ma non si è ancora parlato in modo chiaro di quali videogiochi usciranno esclusivamente su Google Stadia e quanti utilizzeranno in modo intelligente le caratteristiche esclusive dell’avere infinita potenza di calcolo a disposizione.
Per il momento sono stati annunciati videogiochini come Assassin’s Creed Odyssey o Red Dead Redemption, titoli in grado di mettere in ginocchio anche i computer più potenti e carrozzati ma ancora niente che possa scalfire veramente lo stradominio tecnologico in fatto di potenza di calcolo del cloud computing. Lo studio interno di sviluppo messo in piedi da Google, capitano dalla stessa Jade Raymond che produsse il primo Assassin’s Creed, dichiarò durante i primi vagiti del progetto Stadia di aver bisogno di qualcosa come quattro anni di tempo per poter parlare di videogiochi eesclusivi sulla piattaforma.
Secondo quanto rilasciato da Raymond a Gamesindustry.biz, Google ha per i suoi titoli posto ma non ha date di rilascio perché ha una lista delle priorità da rispettare. I primi titoli ad uscire sulla piattaforma saranno quelli third-party, ovvero i videogiochi già presenti altrove; quando Google si riterrà soddisfatta di questi inizierà a pubblicare anche i titoli second party, ovvero i videogiochi indipendenti sviluppati con il supporto e l’aiuto del colosso di Mountain View.
Quando anche questi raggiungeranno il livello qualitativo e la quantità desiderata da Google si passerà allo sviluppo dei videogiochi first-party, ovvero di tutti quei videogiochi sviluppati internamente da Google e dai team di sviluppo ad esso interni. Per Jade Raymon saranno necessari quattro anni prima di vederne qualcuno funzionare sulla piattaforme e usciranno più esclusive all’anno, in quantità crescente di anno in anno.
Per Google il progetto Stadia non è qualcosa da completare in uno scatto bensì una maratona in cui non finire esausti; l’azienda è preparata per ciò ed è pronta a scommettere tutto ciò che è necessario per dimostrare a tutti la potenza della sua infrastruttura.
“A dimostrare la potenza del nostro sistema di cloud computer arrivà una nuova grande IP ed una altrettanto grande scommesso, cose per cui ci vorranno ancora anni di lavoro. Non preoccupatevi in ogni caso, alcuni dei giochi che arriveranno nel corso dei prossimi anni vi faranno intuire le potenzialità del nostro progetto. Per ora vogliamo concentrarci sui videogiochi indipendenti sviluppati con il nostro supporto, sfruttando magari anche le feature esclusive di Stadia come l’integrazioen con Youtube e con i creatori di contenuti”
Google Stadia Controller, funzionalità wireless e cablaggio USB-C: breve spiegazione.
Un aggiornamento della pagina ufficiale di Google Stadia legata ai requisiti di sistema ha rettificato alcuni fatti e confermato alcune paure. Google ha precisato che al lancio lo Stadia Controller potrà essere utilizzato senza cavi unicamente attraverso la presenza di un Chromecast Ultra collegato alla televisione nel proprio Setup; tutti gli altri dispositivi che possono supportare il servizio vanno collegati al controller attraverso un clasico cavo USB C.
Come rivelato durante il mese di luglio, Google ha riconfermato che al lancio il controller Stadia non sarà in grado di trasmettere l’audio di gioco attraverso l’utilizzo di cuffie bluetooth e l’unico dispositivo di output che sarà utilizzabile sarà uno con attacco jack da 3.5 mm (le classiche cuffie che tutti noi conosciamo). Su PC e Mobile invece le cuffie potranno essere connesse tramite bluetooth al dispositovo sfruttando i chip e le licenze di quest’ultimo; non è detto che in futuro tale cosa si possa fare anche direttamente sul controller.
Google ha ufficialmente annunciato la data di rilascio di Google Stadia, ponendo fine ad un silenzio durato nove mesi in cui la piccola rivoluzione del game streaming è cresciuta in grembo all’azienda. Google Stadia Founder’s Edition diventerà disponibile a partire dal 19 Novembre 2019. Chiunque abbiamo preordinato Google Stadia Founder’s Edition sarà in grado di giocare a Red Dead Redemption 2 e Mortal Kombatt 11 comodamente sui dispositivi compatibili a partire dalle 18.00 del pomeriggio del 19 Novembre.
Sia la Google Stadia Founder’s Edition che la Google Stadia Premiere Edition verranno spedite in modo da raggiungere le case degli utenti durante tale giorno. Poco dopo la partenza delle spedizioni Google si preoccuperà di mandare un codice per attivare il proprio account Stadia e Stadia Pro a tutti gli acquirenti del servizio.
Ricordiamo a tutti i lettori che Google Stadia Founder’s Edition e Google Stadia Premiere Edition sono pressoché identiche; la founder’s edition arriverà a casa dell’utente con un’esclusivo controller Night Blue mentre la premiere edition arriverà a casa con un controller in colore Clearly Whyte. Google Stadia Founder’s Edition arriverà a casa anche con un buddy pass; quest’ultimo permetterà ad un utente di godersi tre mesie di Google Stadia senza dover necessariamente acquistare il pacchetto sopracitato. Altro contenuto esclusivo di Google Stadia Founder’s Edition è legato alla possibilità di prenotarsi il nickname da usare in game con i vari titoli.
Ecco una lista con alcuni dei titoli che saranno disponibili al lancio della piattaforma:
Ecco la lista dei giochi che saranno disponibili al lancio.
In seguito al lancio, grazie a Game Trials, Google offrirà circa un gioco gratuito al mese per tutti gli utenti di Stadia Pro e con l’arrivo del 2020 tale caratteristica potrà venire utilizzata anche dagli utenti non paganti, con una selezione molto limitata di videogiochi.
Partiamo dalle basi: sappiamo che Google Stadia è un servizio streaming only che permette ad un utente di giocare ad un videogioco attraverso l’utilizzo della potenza di calcolo dei data center di Big G.
Per poter utilizzare al meglio tale servizio sarà ovviamente necessaria una connessione rispettabile, esattamente come avviene per i servizi in streaming come Netflix o affini. Stadia, a seconda della banda disponibile, si adatterà in modo dinamico proponendo risoluzione audio e video differenti.
In particolare abbiamo:
Per poter sapere se la propria connessione è adatta all’utilizzo di Google Stadia è possibile cliccare su questo indirizzo per eseguire un test in grado di stimare la qualità che la vostra connessione è in grado di generare.
Sappiamo tutti che l’arrivo di Google Stadia rappresenterà, per il mondo dei videogiochi, un deciso passo verso il futuro. Come intuibile da chiunque abbia navigato in internet per più di qualche giorno, l’appoggiare un qualcosa di così grande direttamente sulle spalle della propria connessione porta con sé una serie di problemi che variano da luogo a luogo. Parliamo di velocità di connessione, di data caps (ovvero limiti massimi di download) che potrebbero venir superati in seguito agli enormi traffici di dati di Stadia e di un decrescente senso di possesso delle cose.
Uno dei problemi che forse è più vicino ai giocatori di videogiochi è quello dell’input lag, ovvero del tempo che intercorre tra l’immissione di un comando e la visualizzazione di quel comando a schermo. L’azienda di Mountain View per cercare di risolvere questo problema ha annunciato in un’ intervista con PcGamesn di star lavorando ad un sistema per minimizzare i tempi attraverso la latenza negativa.
Cosa vuol dire questo?
No, niente vasche di deprivazione sensoriale; Google non sembra aver intenzione di fare qualcosa prima che il giocatore prema il pulsante, ne sembra avere intenzione di fare come Lineage II: Revolution che si gioca praticamente da solo; si tratta solo di accorciare le distanze tra i centri di calcolo ed i computer degli utenti.
L’ingegnere informatico Garret Cooper ha provato a spiegare la cosa a IGN:
“Ci sarà sempre un qualche tipo di latenza nell’inviare dati ad una macchina; ipotizzo che Google per ovviare ad un simile problema abbia pensato ad un metodo per preparare questi dati nel miglior modo possibile. Se riescono a preparare i dati facendo saltare loro degli step possono ridurre la latenza, da qui il loro parlare di latenza negativa che ha più vun valore legato al marketing che all’effettiva soluzione adottata”
Madj Bakar, vice presidente del reparto ingegneristico che si occupa della cosa, in un intervista ad Edge (quella riportata da Pcgamesn) ha parlato di come dovrebbe funzionare questo rivoluzionario sistema di latenza negativa. In sostanza, al fine di prevedere le azioni del giocatore ed indirizzare correttamente i dati, i data center di Google finiranno per calcolare dei frames in più per ogni azione del giocatore.
Facciamo un esempio: il giocatore, in un determinato momento, potrà scegliere se saltare, correre a sinistra, a destra o tornare indietro; Google Stadia sfruttando la potenza dei suoi data center proverà a pre-renderizzare alcuni frames di ognuna di queste possibili strade separatamente e sceglierà poi quale mostrare al giocatore. Per fare questo utilizzerà il machine learning e delle banche dati, al fine di comprendere quale serie di frames mandare sullo schermo del giocatore. Ciò è essenzialmente previsione di un ‘ input all’ennesima potenza e, per quanto Google la voglia far apparire come una tecnologia rivoluzionaria, non è altro che il raffinamento di trucchi già utilizzati da decenni nel mondo dei videogiochi in un modo o nell’altro.
Il Build Engine di 3D Software utilizzava già dei rudimenti di input prediction per diminuire il carico operativo sulla CPU e la GPU e nel mondo online esistono numerosi applicativi che cercano di fare una cosa simile per mitigare i problemi di connessione dovuti al ping. Gli appassionati di picchiaduro online conosceranno software come GGPO e software come Retroarch stanno pian piano aggiungendo al loro arco, frecce come quella della previsione degli input. La sostanziale differenza è n ell’ambiente d’utilizzo, stavolta legato a tre dimensioni invece che a due.
GGPO, ad esempio, funziona in un modo molto simile a quello da noi sopra descritto: il software essenzialmente prevede le azioni degli altri giocatori all’interno del titolo e ne calcola i risultati. In base alle azioni del giocatore reale il programma cerca poi di adattarsi. Google Stadia plausibilmente farà lo stesso ma grazie alla potenza di calcolo infinitamente superiore, cercherà di prevedere una grandissima quantità di altri risultati senza dover fare botta e risposta con il server; i pacchetti che Google manderà al computer del giocatore conterranno i risultati di più frames invece che di un frame solo. Secondo Arstechnica una simile metodologia di streaming era già stata provata durante gli anni passati direttamente da Microsoft e quello che al giorno d’oggi potremmo vedere su schermo grazie a Google Stadia non è altro che tale concetto reiterato all’ennesima potenza.
Dove sta l’inghippo?
Ovviamente negli eventuali errori. In caso di errori del server, di problemi nella trasmissione o di predizioni andate a male lo schermo potrebbe diventare sfocato per qualche millisecondo o ci potrebbe essere un fenomeno di rubberbanding, in cui alcuni frames vanno più veloci di altri per cercare di risolvere il problema. Il punto è che questo scontenterebbe facilmente i giocatori competitivi che continuerebbero a non vedere in Google Stadia la piattaforma adatta per il loro modo di intendere il gaming competitivo, tendendo a preferire dei videogiochi fatti girare in locale invece che sui data center di Google. Nonostante parliamo di problemi che potrebbero durare millisecondi, il timing per determinate scelte o mosse si muove su unità di tempo molto simili e non è ignorabile.
Uno dei dubbi che più maggiormente viene alla mente dei videogiocatori e degli addetti ai lavori è invece legato al limite tecnico. Renderizzare fuori cinque frames invece che uno per ogni frames proiettato a schermo sarà cinque volte più costoso in termini di risorse di quanto precedentemente fatto e potrebbe essere un limite vero e proprio anche sui costosi e potentissimi data center di Google. Il calcolo verrà processato attraverso il cloud ma è lecito chiedersi quanto costerà a Google applicare questa tipologia di struttura per poter eliminare l’input lag e se il gioco varrà la candela. Calcolare cinque frames al posto di uno sarà si costoso dal punto di vista delle risorse ma può essere uno sforzo fattibile visto il nome google dietro, è importante giusto che tutto ciò risulti perfetto alla fine dei conti.
Da Google Stadia potrebbero uscire fuori due scuole di pensiero: una in cui i videogiochi vengono ottimizzati per l’input prediction ed una in cui i videogiochi vengono sviluppati per sfruttare al massimo possibile tutta la potenza che Google utilizzerebbe in quel caso, dando magari il via ad una nuova serie di videogiochi tripla A, una in cui non esistono limiti tecnici che il cloud computing non possa affrontare una volta che ci sono le capacita tecniche di una delle aziende più importanti al mondo.
Pensate a dei videogiochi in cui, nonostante un input lag di qualche decina di millisecondi, si ha la possibilità di avere un mondo completamente in balia dei propri poteri, dove tutti gli oggetti risultino distruttibili e dove in generale non c’è più bisogno di pensare a far comparire nebbia per poter accorciare l’orizzonte. Un nuovo modo per concepire il gameplay, senza stare a pensare alla validità dei modelli poligonali o alla potenza della scelta fatta in quel momento. Dal punto di vista prettamente ludico, un paradigma del genere potrebbe aprire le strade a mondi open world mai così interessanti e mai così interattivi ma anche mai così vuoti; c’è il rischio che il procedurale soccomba sotto il peso dei sistemi di gioco, c’è il rischio che la magia dei messaggi confezionati attraverso i “livelli corridoio” finiscano per affogare.
Google Stadia, al lancio, avrà unicamente un tipo di abbonamento disponibile dalla sua chiamato Stadia Pro.
Stadia pro offre le seguenti caratteristiche:
Stadia Pro in sostanza permette ai proprietari di una connessione degna di tal nome di giocare gratuitamente a videogiochi più o meno recenti senza dover comprare i giochi stessi; in caso di titoli specifici non presenti nel catalogo sarà necessario andare a comprare direttamente lo stesso nello store.
Durante il 2020 arriverà anche un secondo abbonamento chiamato Stadia Base
Stadia Base offrirà le seguenti caratteristiche:
Google Stadia permetterà ai giocatori di portare il loro videogame preferito su di un grandissimo numero di dispositivi, compresi quelli che non sono in grado di far girare i videogiochi.
Ecco dove è possibile giocare a Google Stadia
Google ha annunciato la presenza di un pacchetto denominato Founder’s Edition per tutti quelli che hanno intenzione di supportare il servizio.
Il pacchetto founder’s edition è un offerta limitata nel tempo e contiene i seguenti oggetti:
Il pacchetto è disponibile in numero limitato ed è ordinabile a questo link.
Google ha annunciato un nuovo pacchetto riguardante Google Stadia disponibile presso il Google Store, tale pacchetto andrà a rimpiazzare in modo definitivo il sopracitato Google Stadia Founders Edition dopo che si saranno esaurite le scorte di quest’ultima (cosa che acccadrà abbastanza presto in America e Canada visto che in Europa il sold-out è già avvenuto, almeno secondo le dichiarazioni fatte da Google a IGN).
La Premier Edition (questo il nome del bundle) è prenotabile al momento su Google Store ed ha contenuti decisamente simili a quelli che venivano proposti dalla Founder’s Edition. Il prezzo delle due versioni è praticamente uguali ma il nuovo pacchetto ha qualche mancanza e qualche modifica riguardante gli oggetti che vengono inclusi all’interno dell’offerta.
Google Stadia Premier Edition include al suo interno il solito Chromecast Ultra necessario per poter utilizzare il servizio di streaming sul proprio televisore, un controller Google Stadia in colorazione Clearly White (la colorazione NIght Blue della founder’s edition rimarrà esclusiva per chi ha preordinato quella versione) e tre mesi di abbonamento a Google Stadia Pro.
A mancare è il Buddy Pass, ovverro la possibilità per l’acquirente di condividere il proprio abbonament con un amico per giocare tre mesi in modo del tutto gratuito. Le altre assenze riguardano il badge esclusivo per gli acquirenti della founder’s edition (e ok, ce ne faremo una ragione) e la possibilità di prenotarsi in anteprima il proprio nome utente.
Google Stadia Premier Edition permetterà ai suoi acquirenti di accedere ai servizi dell’azienda di Mountain View poco tempo dopo il rilascio in anteprima di Stadia e finirà per diventare il metodo migliore per iniziare ad utilizzare il servizio dopo la rimozione dal commercio della founder’e edition. Non esistono rischi riguardanti l’impossibilità di accedere al servizio, a restare fuori dall’offerta sono soltanto i contenuti esclusivi della Founder’s Edition.
Poche informazioni riguardanti l’eventuale data di rilascio della Premier Edition; un rappresentate di Google contattato da diverse testate giornalistiche americane ha confermato che presto annunceranno una data precisa per il rilascio del servizio ma ha anche lasciato intendere che con essa arriveranno altre informazioni piuttosto interessanti; che Google abbia in serbo per noi utenti una sorpresa di qualche tipo?
Non esistono variazioni di qualsiasi genere sulla line up dei titoli a cui è possibile accedere acquistando la Founder’s Edition o la Premier Edition; entrambi le versioni del servizio chiederanno al giocatore di acquistare su di uno store a parte le licenze necessarie per il funzionamento del tutto. Destiny 2 sarà l’unico gioco a risultare gratuito durante il primissimo periodo di funzione del servizio e sarà presumibilmente seguito da altri titoli andando in avanti con i mesi.
Google, durante il suo Keynote, ha confermato la presenza di circa una trentina di videogiochi per il lancio di Google Stadia; non sappiamo ancora quali di questi saranno disponibili gratuitamente grazie all’abbonamento stadia pro.
La compagnia ha ricevuto il supporto di moltissimi sviluppatori tra cui Square Enix, Ubisoft e Bandai Namco; ovviamente non saranno i soli ed il carnet di sviluppatori che aderiscono a Stadia potrebbe aumentare vertiginosamente nel corso dei prossimi mesi con nomi altrettanto importanti quali Rockstar, Electronic Arts o Capcom.
Ecco la lista dei giochi che saranno disponibili al lancio.
Secondo quanto dichiarato da Google all’interno delle sue FAQ, la sua piattaforma Stadia avrà la particolarità di permetere sempre al giocatore di giocare ai titoli acquistati, anche se questi ultimi dovessero scomparire dallo store a causa di problemi di licenze o simili magagne. Secondo Google, al di fuori di circostanze imprevedibili, Stadia permetterà sempre ai giocatori di utilizzare i titoli da loro acquistati, anche se questi ultimi dovessero risultare inacquistabili agli occhi e ai portafogli degli altri giocatori.
Sempre all’interno delle sopracitate FAQ Google ha confermato che la sua piattaforma Stadia supporterà a pieno regime i videogiochi multigiocatore, compresi i cosiddetti videogiochi da divano o couch coops. Sarà possibile collegare sino a quattro controller Google Stadia per poter giocare al multiplayer locale. Questi controlller utilizzano il BLE (Bluetooth Low Energy) per configurarsi ma si connettono successivamente tramite la normale wifi durante le fasi di gameplay. Gli Stadia Controller in ogni caso si possono connettere ai dispositivi come telefoni, tablet o pc attraverso i cavi con uscite USB-C.
Si, Google all’interno delle sue FAQ ha dichiarato che al momento dell’uscita del servizio sarà possibile utilizzare stadia per il Gaming unicamente su Pixel 3, Pixel3a (3a, 3aXL, 3 e 3XL) e sui tablet che supportano Chrome OS. L’azienda sta in ogni caso lavorando per espandere la compatibilità del servizio su di un sacco di altri dispositivi. Sarà possibile acquistare i titoli disponibili su Google Stadia da qualsiasi telefono cellulare con iOS11+ o Android m+, ovvero con il sistema operativo minimo necessario per far girare l’applicazione di Stadia.
Al momento Google ha dichiarato che non ha nulla da dire sul supporto alla realtà virtuale legata al mondo dei telefoni cellulari. Il futuro potrebbe riservare sorprese di qualche tipo.
Segnatevi la data, il 6 Giugno 2019, prima dell’E3 verrà annunciato il prezzo e la data di rilascio della piattaforma di gaming Online Google Stadia.
Chiunque volesse seguire lo streaming relativo al Keynote della GDC può farlo semplicemente dal canale Youtube di Google.
Il colosso di Mountain View ha annunciato che la presentazione relativa al suo nuovo progetto gaming inizierà alle 10 a.m PDT, ovvero alle 18.00 ora italiana.
Secondo le indiscrezioni Google Yeti sarà una console o un qualche tipo di servizio di streaming legato al mondo dei videogiochi, sulla falsariga del Project Stream che ha permesso nel corso del 2018 ad alcuni fortunati di giocare ad Assassin’s Creed Odyssey direttamente sul proprio browser.
Il progetto Google Yeti è in primis comparso sul web in seguito a dei rumour riguardanti dei joypad con il marchio della big G, in seguito un teaser trailer molto sibillino è stato messo dall’azienda su Youtube, riportando semplicemente la data della conferenza della GDC.
Il legame del progetto al mondo del gaming in streaming è una strada piuttosto interessante perché, tra le numerose aziende che cercano di portare avanti questo progetto, Google è quella con le infrastrutture meglio distribuite all’interno del territorio mondiale. La grande presenza di tali infrastrutture permetterebbe ad un eventuale streaming made in Google di essere quasi privo di latenza, difetto che affligge moltissimi altri servizi del genere e che si sente in modo sostanziale quando si possiede una connessione non particolarmente performante.
Il nome ufficiale del progetto Google Yeti è Google Stadia, una nuova piattaforma che metterà insieme giocatori, youtubers e developers.
Questa piattaforma funzionerà attraverso la massiccia presenza dei data center di Google sparsi per tutto il mondo ed è il primo esempio di console full streaming.
Durante la conferenza Google Phil Harrison (vecchio volto di Sony e Microsoft) ha sottolineato come l’obbietivo di Stadia sia quello di portare il mondo del gaming dappertutto, a qualsiasi tipo di consumatore e senza preoccuparsi di barriere hardware. la piattaforma è stata realizzata avendo in mente l’idea di far convergere due mondi: il mondo di chi gioca e il mondo di chi ama guardare gli altri videogiocare, rimuovendo nel frattempo tutte le altre barriere.
Stadia sarà un servizio perfettamente integrato con alcune delle più importanti piattaforme di Google come Google Assistant o Youtube; questo permetterà a Google di espandersi un po’ di più e di accaparrarsi un grande settore dell’intrattenimento odierno utilizzando al meglio possibile tutte le infrastrutture che possiede.
In sostanza abbiamo una nuova piattaforma di gaming che offre al giocatore accesso istantaneo ai suoi giochi preferiti su qualsiasi tipo di schermo: Stadia funziona su TV, Laptop, Desktop, Tablet o cellulari. L’obbiettivo dell’azienda è quello di rendere i giochi disponibili attraverso la potenza della piattaforma cloud al massimo della qualità possibile. L’obbiettivo è quello di fornire ai giocatori i titoli fino alla risoluzione 4K, con HDR e audio surround.
La piattaforma verrà rilasciata negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito e in gran parte dell’Europa.
Durante il corso del Keynote dedicato alla nuova piattaforma di Google sono stati spiegati alcuni dei tecnicismi che si nascondono dietro il mastodontico progetto.
Google Stadia girerà sui dei computer presenti all’interno dei database dell’azienda sparsi per tutto il mondo; saranno animati da una GPU custom realizzata da AMD (che si è anche occupata delle GPU di Xbox One e Playstation 4) che sarà in grado in elargire 10.7 teraflops di potenza (il doppio di Playstation 4 Pro e il 40% in più di Xbox One X). Tale scheda sarà accompagnata da un processore x86 custom clockato a 2.7 Ghz con hyperthreading e tecnologia AVX2 e da 16 GB di memoria RAM.
Tale configurazione sarà scalabile e potrà lavorare in parallelo anche con altri esemplari di Google Stadia per far girare, direttamente sui data center di Google, i giochi richiesti dagli utenti. Al momento della stesura di questo articolo Google ha dichiarato che all’interno di Stadia i giochi inizialmente gireranno a 1080p 60FPS e a 4K 60FPS, in base alla connessione di chi gioca; in futuro si avrà anche la possibilità di poter scalare la risoluzione verso l’alto arrivando a 8K 60FPS e oltre. Le schede video realizzate da AMD avranno pieno supporto alle librerie Vulkan, da tempo alternativa al mondo Direct X in modo da poter venire incontro alle necessità di sviluppo.
Il comparto multiplayer dei giochi sarà gestito internamente dai server di Google che si preoccuperanno di hostare le partite; il cablaggio in Google Fiber secondo quanto dichiarato dall’azienda dovrebbe porre un serio rimedio al problema della lag e la presenza di un anti cheat interno ai server significherà poter giocare senza dover incontrare sorpresine spiacevoli.
Una delle domande più importanti che sono sorte durante la presentazione della nuova piattaforma di Google riguarda la potenza della connessione necessaria al funzionamento del tutto. Secondo quanto dichiarato da Phil Harrison nella sua intervista a Kotaku, il requisito minimo da rispettare per ottenere una risoluzione 1080p a 60 frame al secondo è una connessione con velocità 25 megabits al secondo.
Tecnicamente è possibile ottenere tali risultati anche ocn una connessione leggermente meno potente ma secondo i test fatti da Google per un risultato ottimale è necessario un simile numero di megabit per secondo. Fortunatamente, secondo quanto dichiarato, per ottenere un’ esperienza a risoluzione 4K sarà necessaria una connessione a soli 30 megabit grazie ad un notevole numero di miglioramenti che sono stati fatti nel corso degli ultimi anni dagli ingegneri di Google per quanto riguarda il mondo dello streaming e della compressione.
La piattaforma di Google, in ogni caso, è scalabile e funziona anche con connessioni che hanno velocità differenti da quella consigliata; semplicemente non ci si potrà aspettare un’esperienza in Full HD ma bensì esperienze 720p, 480p e via dicendo.
Ma quando arriverà Stadia?
Quanti anni dovremo aspettare per un progetto del genere?
Udite udite, Stadia sarà disponibile entro la fine del 2019, precisamente.
Phil Harrinson ha infatti spiegato, nel corso della presentazione, che Google ha lavorato privatamente ed in gran segreto a Stadia da parecchi anni, e quindi la piattaforma è già pronta per il lancio. Verranno rilasciate ulteriori informazioni quest’estate, probabilmente in vista dell’E3.
All’interno del Keynote della Game Developers Conference 2019 l’azienda di Mountain View non ha rilasciato alcuna dichiarazione riguardo il costo di Google Stadia, ne sulle sue modalità di monetazzazione. Molto probabilmente Google Stadia sarà un servizio in abbonamento, esattamente come Netflix, e avrà un prezzo non particolarmente dissimile da quello dei suoi concorrenti Xbox Game Pass, Playstation Now e EA Access; tra i dieci e i venti euro mensili.
Secondo quanto dichiarato da Phil Harrison durante l’intervista con Kotaku, i prezzi che circondano il nuovo progetto di Google verranno resi ufficiali durante il periodo estivo.
Il colosso di Mountain View attraverso il suo teaser trailer ha mostrato una serie di differenti ambientazioni solitamente legate al mondo ludico che potrebbero essere degli indizi riguardanti le prime tipologie di giochi che troveremo all’interno del suo progetto gaming-related.
Dalle voci e da alcuni dati rilasciati nel corso dei report finanziari sappiamo per certo che Google stia sviluppando internamente alcuni videogiochi attraverso la creazione di studi di sviluppo con professionisti del settore ingaggiati partendo da altre software house.
Due perfetti esempi di ciò sono Phil Harrison e Jade Raymond.
Il primo è un vero e proprio veterano dell’industria che ha lavorato sia in Sony che in Microsoft sui progetti Playstation e Xbox; al momento Harrison è a capo della divisione che si sta occupando del progetto Google Yeti.
La seconda è un noto volto dell’industria ed ha lavorato come producer in numerosissimi videogiochi targati Ubisoft, sfornando ogni volta prodotti commercialmente di successo come Assassin’s Creed o Watch Dogs.
A capo del progetto vi è Jade Raymond, ex-developer di Ubisoft che ha lavorato ai capitoli di Assassin’s Creed fino al 2015, per poi guidare Visceral Games nello sviluppo del famoso titolo di Star Wars prima che la compagnia venisse smantellata da EA.
Raymond ha spiegato che Stadia farà vivere una vera e propria nuova generazione ai videogiochi, comunicandoci il suo entusiasmo per l’enorme potenzialità del progetto.
Stadia si baserà sui server Google, e ciò offrirà una potenza di calcolo incredibile
L’unico limite che ci sarà, spiega Raymond, sarà la nostra stessa immaginazione.
Per Raymond questo è il periodo ideale per i developers, che possono contare sul completo supporto da parte di Google e Stadia grazie ai suoi tool e sistemi di comunicazione diretta con i videogiocatori presentati tra le funzioni di Stadia.
Al momento abbiamo potuto vedere tre differenti titoli al lavoro su Google Stadia: Assassin’s Creed Odissey, NBA 2K19 e Doom Eternal; nel corso della conferenza abbiamo anche potuto vedere una nutrita serie di tech demo atte a mostrare al mondo la potenza grafica della piattaforma, la sua scalabilità e le possibilità che la piattaforma ha riguardo il comparto multigiocatore.
Secondo quanto dichiarato da Phil Harrison durante un intervista a Kotaku condotta da Jason Schreier la piattaforma non vedrà mai una sua versione totalmente fisica, imitando le console che siamo abituati a vedere.
Nel corso degli scorsi giorni abbiamo avuto l’occasione di parlare del rendering del controller pensato da Google e ci abbiamo scritto un articolo sopra.
Secondo le informazioni che girano sul web tale controller sarà in grado di interagire con l’utente in modo innovativo utilizzando una vasta gamma di soluzioni: un sistema di notifiche, ad esempio, potrebbe contattare il proprietario per aggiornarlo su tutti gli avvenimenti accaduti nel corso della sua assenza dalla piattaforma o potrebbe mostrare lui alcune opzioni interne all’universo del gioco senza farlo staccare dal televisore.
Curiosamente nel corso dei passati giorni abbiamo anche potuto assistere ad un aggiornamento di Google Chrome che permetterà al popolare browser di supportare anche i joy-con altrimenti esclusivi a Nintendo Switch.
Google Stadia avrà un controller dedicato, molto simile a quello mostrato nei renders dei giorni passati. Oltre alla classica impostazione venuta su con Playstation e Xbox, il controller di Xbox Stadia avrà due tastini dedicati: uno dedicato a Google Assistant e uno dedicato allo share su Youtube.
Il controller di Google Stadia sarà wireless ma non sarà obbligatorio per accedere al servizio, secondo le dichiarazioni rilasciate da Google ci saranno una vasta gamme di controller compatibili con il servizio che permetteranno ai videogiocatori di avere in mano quello che preferiscono. Il controller proprietario di Google sarà l’unico modo per poter utilizzare la piattaforma se si intende giocare attraverso un televisore e Google Chromecast, su PC e altri dispositivi sarà possibile utilizzare gli altri controller comunemente presenti oggi nel mercato dei videogiochi.
Importante funzione utile a molti streamers e content creators sarà invece il Crowd Play.
Questa nuova modalità permetterà di invitare gli spettatori ad entrare in una coda per giocare direttamente alla trasmissione che stanno guardando.
In questo modo, il divario tra spettatore e giocatore diminuisce sempre di più, portando invece i fan molto più vicini ai loro beniamini
Una curiosa ed utilissima funzione, specialmente per i developers, sarà lo State Share.
Questi altro non è che la possibilità di catturare un’immagine della propria sessione, collegarci il link del gioco su Stadia e permettere a chiunque veda lo screenshot di collegarsi immediatamente al gioco partendo da quel preciso istante della cattura.
Non si tratta solamente di istantanee schermo, ma anche interi gameplay pubblicati su social network e YouTube: chiunque possegga Stadia potrà rivivere quell’esatta situazione e provare le stesse emozioni di chi le ha catturate per la prima volta. Questa funzione è una cosa novità assoluta nel mondo del gaming che mai prima d’ora aveva raggiunto un tale livello di interazione con i content creator.
Phil Harrison nel corso dell’intervista con Kotaku ha anche rilasciato alcune informazioni riguardante la possibilità di utilizzare Google Stadia attraverso un qualsiasi tipo di televisore. I requisiti fondamentale per poter utilizzare la piattaforma di streaming sul televisore di casa sono due: è necessario possedere il Chromecast, un particolare dispostivo USB che trasforma in smart qualsiasi tipologia di TV ed è necessario possedere il controller esclusivo di Stadia, l’unico a essere compatibile con la tecnologia utilizzata con il Chromecast.
Project Stream è un progetto che Google ha portato avanti per diversi mesi in cui permetteva a utenti selezionati di giocare ad uno specifico videogioco attraverso l’utilizzo di una semplice scheda di Google Chrome.
Il vantaggio del gaming in streaming è quello di permettere a utenti sprovvisti di hardware specifico per il gaming di giocare utilizzando la potenza di calcolo dei server di google, utilizzando la propria connessione unicamente per scaricare i dati necessari al giocare.
L’hype intorno all’evento di presentazione di Google Yeti è moltissimo e, come in ogni evento di grande imprtanza, altrettanti sono i rumour che si sono susseguiti nel corso dei passati giorni riguardo il contenuto della confenrenza.
Uno dei dati ufficiali che abbiamo riguarda le software house che parteciperanno al reveal della console: Jason Schreier (una delle penne più importanti di Kotaku e del giornalismo videoludico) ha suggerito che sul palco del Keynote saliranno rappresentati di software house come Ubisoft, id Software e Crystal Dynamics (!!!), mentre sembra quasi certa la presenza di Amy Hennig, autrice della serie di Uncharted.
Ubisoft, ad esempio, potrebbe esser lì perché uno dei titoli pubblicizzati attraverso Project Stream era proprio il suo Assassin’s Creed Odyssey; molto più misteriose sono le motivazioni che porteranno nomi come Crystal Dynamics e id Software sul palco.
L’unica informazione praticamente certa sulla questione Google Yeti è la promessa fatta dall’azienda con il suo trailer: voglio presentare il futuro del gaming
Questo futuro del gaming potrebbe essere rappresentata dalla possibilità che Google darà ai suoi utenti di giocare attraverso lo streaming su praticamente qualsiasi tipologia di hardware: PC, Mac, smartphones, televisori e così via.
Questo sarà fatto attraverso uno speciale controller che sarà compatibile con praticamente tutto e che conterrà, al suo interno, l’hardware necessario a processare le informazioni per lo streaming.
Secondo quanto dichiarato da Schreier il progetto di Google è particolarmente ambizioso e abbatterà alcuni dei muri che fino a questo momento hanno caratterizzato il mondo dei videogiochi come la presenza del supporto fisico o la presenza di tempi di caricamento.
Alcune voci parlano di funzioni davvero incredibili che sono novità assolute per il mondo dei videogiochi; il giornalista americano ne segnala due all’interno del suo articolo:
Un’ ultima, interessante voce, parla di come il nuovo sistema di Google potrebbe integrarsi in modo interessante con Youtube; andando parallelamente al proprio gameplay, un walkthrough sulla piattaforma per poterci aiutare nei momenti di difficoltà in caso di richiesta di aiuto da parte del giocatore.
This post was published on 17 Novembre 2019 15:30
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