Una delle sensazioni più belle per un videogiocatore è leggere le “prossime uscite” e accorgersi che ci sarà molto da divertirsi. Certo, quello stato d’animo da bambino felice può anche trasformarsi in leggero turbamento, se ci si rende conto di essere in un momento no dal punto di vista economico. Spesso capita di dover fare delle rinunce, ma rimane il fatto che tante uscite significano un buono stato di salute dell’industria videoludica.
Ebbene, vent’anni fa le cose non erano così diverse. Non avevamo centinaia di siti internet che ci informavano delle ultime uscite, ma un modo per privarci dei nostri risparmi lo trovavamo comunque. Che cosa usciva sul mercato quando eravamo solo dei pischelli? A questa domanda vuole rispondere questa nuova rubrica sul retrogaming, in cui vedremo come spendevamo la nostra paghetta.
Oggi è la volta del 1998, un anno che, come leggerete, è stato pieno di videogiochi memorabili. Leggete anche gli altri articoli della rubrica.
La ciliegina sulla torta, solitamente, si mette alla fine, ma in questa lista di ciliegine ce ne sono molte, quindi, tanto vale cominciare col botto. Non c’è bisogno di presentazioni: Metal Gear Solid, uno dei titoli che ha scritto la storia dei videogiochi e che ancora oggi è, a detta di molti, nella top ten dei giochi più belli mai realizzati (e non nelle posizioni più basse).
Noi europei potemmo giocarci da settembre 1999, a dire il vero, perché il 1998 fu l’anno della pubblicazione in Giappone e in USA, ma cambia poco: da quel giorno fummo tutti un po’ più consci delle potenzialità del videogioco in quanto mezzo di comunicazione e di espressione. Grazie, Hideo.
E che gli vuoi dire? Il miglior capitolo della serie horror Capcom, sempre a detta di molti, e chi scrive è assolutamente d’accordo, nonostante nutra un amore viscerale per Resident Evil 3: Nemesis. Il primo giorno di lavoro del poliziotto Leon Scott Kennedy non andò benissimo: Raccoon City non era più la stessa e dei morti ambulanti lo facevano presagire.
Anche Claire Redfield non se la passava benissimo, alla ricerca del fratello Chris e ritrovatasi invischiata in una storia di mutazioni rivoltanti e aziende farmaceutiche (come no) non esattamente etiche. Nel 1998, più d’uno ruppe il salvadanaio per avere la propria dose di virus-G.
Ti consigliamo di leggere anche la nostra recensione del remake di Resident Evil 2 e 5 videogiochi PS1 che cercavano di emulare Resident Evil.
Anche Nintendo calò l’asso nel 1998. Ocarina of Time per Nintendo 64 è diventato alla velocità della luce un vero e proprio gioco di culto, uno degli episodi più amati dell’intera saga. Link attraversa ostili dungeon sparsi per la terra di Hyrule per fermare le mire di potere di Ganondorf, capo della tribù dei Gerudo, che vuole impossessarsi della Triforza, una reliquia in grado di donare poteri illimitati.
In poco più di un mese, furono vendute circa 2.5 milioni di copie e il successo commerciale del gioco viene evidenziato ancor di più dal fatto che Ocarina of Time è il quarto titolo più venduto per N64.
Il fisico teorico Gordon Freeman si ritrova obbligato a combattere orde di abomini alieni, fuoriusciti da uno squarcio temporale avvenuto, a causa di un guasto, nel complesso di ricerca Black Mesa.
Nel 1998, Valve cambiò le carte in tavola del mondo degli sparatutto. Half-Life è stato acclamato dalla critica per la sua grafica, il gameplay realistico, che si avvaleva di un’IA nemica all’avanguardia e che ancora oggi avrebbe da insegnare a molti, e una narrazione che immergeva il giocatore senza il bisogno di cutscenes. La storia di Half Life, infatti, veniva raccontata in game. Un capolavoro senza tempo.
Inutile che ci sperate: Half Life 3 non lo vedrete MAI.
La serie Fallout, con le ultime vicende, non se la sta passando bene, ma nel 1998 le cose avevano tutt’altro tenore: Fallout 2 è uno dei capitoli più apprezzati, grazie alle sue meccaniche RPG profonde, e fu accolto benissimo sia dal pubblico sia dalla critica specializzata.
Il protagonista del gioco era chiamato a recuperare il G.E.C.K., uno strumento in grado di ridare vita alle lande desolate che facevano da setting. Visuale isometrica, sistema S.P.E.C.I.AL. e reputazione influenzabile dal karma conseguito con le nostre scelte erano soltanto alcune delle caratteristiche principali di Fallout 2.
Quando si parla di giochi della nostra infanzia o della nostra adolescenza, uno dei primi titoli che viene citato è MediEvil. Nel 1998, vestimmo l’armatura di Sir Daniel Fortesque, “pavido eroe” che fronteggiava l’esercito di non morti del mago Zarok.
La battaglia di Gallowmere consegnò alla storia aneddoti che tessevano le lodi del temerario e risoluto soldato della corte del Re Pellegrino… tutte fandonie. Fummo i primi a perire e con una freccia nell’occhio, per giunta.
MediEvil fu l’action del momento e ancora oggi alcuni livelli sono ricordati con un sorriso sulle labbra, come ad esempio Il villaggio addormentato e La gola delle zucche.
Vi ricordiamo che MediEvil sta per tornare!
Un’icona della storia dei videogiochi e più specificamente del mondo PlayStation. Il draghetto viola volò per la prima volta proprio nel 1998, senza alcuna paura di dover fare fuoco e fiamme con tanti altri titoli in uscita quell’anno. Un plaform colorato e con un protagonista che non doveva solo saltare, ma poteva avvalersi delle sue ali per planare e coprire lunghe distanze.
In un’epoca in cui il genere platform era ancora florido, Sony Computer Entertainment mise al mondo, con lo sviluppo affidato a Insomniac Games, il primo capitolo di quella che sarebbe poi diventata una serie acclamata. Della trilogia originale è stata pubblicata una versione rimasterizzata il 13 novembre 2018.
Non il miglior capitolo della serie Crash Bandicoot, ma in un anno di uscite così pieno, avere anche un episodio di una delle saghe di punta di PlayStation è davvero un lusso. Almeno, ai tempi era praticamente la normalità essere invasi da così tanti titoli da aggiungere alla wishlist.
Tornano i balletti della vittoria di Crash e assistiamo a una Coco alla riscossa su moto d’acqua e a cavallo di una tigre. L’obiettivo: trovare i cristalli e completare i livelli rompendo tutte le casse per collezionare le gemme, per la gioia dei completisti.
Le recensioni dell’epoca dicevano praticamente tutte le stesse cose, cioè che Tomb Raider III offrisse un’esperienza di gioco raffinata, più completa di quanto fosse mai stata, e che fosse il più grande capitolo della serie. TR III confermava le meccaniche dei suoi predecessori, ma li portava a un livello successivo, con una una nuova serie di sfide sempre diverse, grazie anche a buone fasi stealth e sezioni in sella a veicoli.
Lara, tra l’altro, era controllabile con gli analogici, cosa che rendeva i movimenti più fluidi e veloci. Ci sarà un motivo se all’epoca fossero tutti entusiasti.
Un gioco più di nicchia, nonostante le avventure grafiche avessero la loro bella fetta di pubblico. Lucas Arts riscrisse la storia perché Grim Fandango fu la sua prima avventura con grafica tridimensionale.
Una storia dissacrante che si basa sulla concezione azteca della morte, personaggi assurdi e caratterizzati in modo impeccabile, dialoghi fuori di testa e pungenti: Grim Fandango entra di diritto tra i migliori giochi usciti nel 1998.
Manny Calavera, il 30 ottobre 1998, diventò come un caro amico per molti di noi.
E voi quali di questi giochi acquistaste? Riusciste a fare filotto? Quali altri titoli pubblicati nel 1998 meritano una menzione particolare? Ditecelo nei commenti.
This post was published on 8 Marzo 2019 11:58
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