Resident Evil, pubblicato nel 1996 da Capcom, ha cambiato la storia dei videogiochi. Considerato il primo survival horror della storia, ha fatto da apripista e ha visto la nascita intorno a sé di tanti altri titoli che hanno cercato di emulare il suo successo, non sempre riuscendo a ottenere risultati esaltanti.
Le caratteristiche su cui si fondava il classico Resident Evil erano principalmente queste: visuale in terza persona, telecamera fissa, scenari pre-renderizzati e, ovviamente, gli zombies. Ebbene, molti altri videogiochi dell’epoca cercarono di erigere il proprio successo su quei muri portanti, con esiti altalenanti.
In questo articolo, elencheremo cinque giochi PS1 che cercavano di emulare Resident Evil.
Chaos Break è uno dei titoli che maggiormente hanno attinto dai giochi Capcom, Resident Evil e Dino Crisis sopra tutti. Ambientato in un laboratorio biochimico abbandonato, all’interno di una struttura di ricerca situata su un’isola, Chaos Break aveva due personaggi giocabili, Mitsuki e Rick, agenti della D.E.F, una task force investigativa, che vengono inviati nella struttura per cercare tracce della contaminazione che ha letteralmente trasformato scienziati e membri dello staff in mostri abominevoli. Il loro compito è “ripulire” i laboratori e trovare i dati di ricerca.
L’ambientazione ricorda molto Dino Crisis e lo scenario dei laboratori di Resident Evil 2 offrendo un’esperienza di gioco molto similare a quella dei due capolavori della software house giapponese. Un buon titolo che miscela enigmi, ricerca di oggetti e combattimenti, ma che non eccelleva in nessuna componente.
Questo gioco era molto simile a Resident Evil: prospettiva in terza persona, telecamera fissa, controlli tank e spesso si andava alla ricerca di keycard e oggetti di questo tipo per andare avanti. Il gioco si concentrava molto sulla risoluzione dei puzzle e sull’esplorazione, piuttosto che sul combattimento.
Il gioco aveva per protagonisti tre personaggi giocabili che, però, non si incontravano mai. Anzi, una delle caratteristiche del gioco stava nel fatto che se i personaggi si fossero incontrati di persona, ci sarebbe stato il game over. Il giocatore poteva facilmente switchare da un personaggio all’altro.
In Martian Gothic, il giocatore prendeva le redini di tre personaggi inviati dalla Terra su una base marziana chiamata Vita-01, il primo insediamento umano sul pianeta rosso. Il nostro compito capire perché da mesi non arrivasse alcuna comunicazione. Potete immaginare da soli come si evolveva la situazione.
Un gioco che, da chi lo conosce, è sempre stato etichettato come un clone di Resident Evil. Le caratteristiche di gioco erano molto simili, ma al posto degli zombies c’erano i vampiri.
La storia parla dell’agente Keith J. Snyder che, come misura disciplinare, viene degradato e mandato a fare da gorilla a dei VIP impegnati nell’inaugurazione di un nuovo casino a tema horror chiamato Desert Moon. Tutto tranquillo a prima vista, ma da un clone di Resident Evil non possiamo aspettarci che tanti guai. Un incendio scoppia nel casino e del liquido nero inizia ad infettare le persone, le quali si trasformano in vampiri.
Fuggire da quel posto e salvare i sopravvissuti erano i nostri compiti. Countdown Vampires non era certo un titolo memorabile, su questo possiamo firmare col sangue.
L’ambasciatore francese si trova sul treno Blue Harvest che da San Pietroburgo lo riporterà a Parigi, ma il mezzo viene preso d’assalto dal gruppo terroristico I Cavalieri dell’Apocalisse che prendono tutti i passeggeri in ostaggio. Qui entra in gioco il nostro protagonista, Jack Morton, tenente della US Air Force e membro della scorta militare dell’ambasciatore.
Definire Chase the Express un clone di Resident Evil potrebbe sembrare forzato e ingeneroso per due motivi: il primo è che si trattava di un gran bel gioco, con una propria personalità, il secondo riguarda l’aspetto narrativo, infatti, Chase the Express era, da questo punto di vista, simile a titoli come Syphon Filter o Splinter Cell. Però, le inquadrature, i movimenti del personaggio, il sistema di puntamento e altre meccaniche a molti hanno sempre ricordato un po’ anche Resident Evil.
OverBlood, che ha avuto anche un seguito, era un videogioco horror ad ambientazione fantascientifica con elementi survival che incorporava i tipici puzzle alla Resident Evil a fasi di combattimento. Il giocatore poteva cambiare la telecamera da prima a terza persona.
Overblood aveva luogo nel centro di ricerca dei Lystra Laboratories, dove un team di scienziati aveva condotto controversi esperimenti genetici. Il gioco inizia quando un malfunzionamento del sistema rilascia il protagonista, Lars Karcy, da un contenitore criogenico. Infreddolito e confuso, Lars si risveglia senza alcun ricordo. Durante il suo tentativo di fuga, i suoi ricordi cominciano ad affluire di nuovo nella sua testa e il piano degli scienziati si svela pian piano.
E voi, quali avete giocato tra questi elencati? Conoscete altri cloni di Resident Evil? Ditecelo nei commenti.
This post was published on 22 Febbraio 2019 12:00
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