Bentrovati cari amici di Player.it, oggi ho deciso che in questo appuntamento di Italy&Videogames vi parlerò di un – semi – sconosciuto Jonathan Danter – Nel sangue di Giuda. Una scelta piuttosto strana questa perché mi coglie totalmente impreparato.
Io stesso non ho mai sentito parlare di questo gioco prima d’ora, quindi non potrò che essere il più oggettivo possibile nell’esposizione dei luoghi italiani che appaiono nel titolo. Una doppia difficoltà insomma: la prima, garantirvi un intrattenimento; la seconda, cercare materiale oltre che attendibile anche in linea con i propositi della mia rubrica. Ci proviamo? Si!
Prodotto nel 2006 dalla dtp Entertainment e sviluppato dall’italiana Artematica come punta-e-clicca, il gioco vede per protagonista un giornalista di origini inglesi, il Jonathan Danter del titolo.
In breve: la trama vede il nostro Jo invischiato in un caso collegato alla morte di suo zio Frank, agente in incognito per conto del Vaticano. A dare una ulteriore sensazione di biblico, il mistero dei trenta denari di Giuda che fa da sfondo alla vicenda, infarcita dagli immancabili Templari. In parole povere, un thriller-religioso con punto focale l’eredità dei Cavalieri del Tempio che prova a cavalcare l’onda del successo di romanzi come Il codice da Vinci che tanto andavano di moda qualche anno fa.
Insomma, un gioco che vuole inzuppare il biscotto nel profondo esoterismo di alcune capitali italiane dell’occulto come Roma, Venezia e Andria comunque in grado di “svelare”e “rivelare” alcuni celebri monumenti del belpaese.
Nel nostro peregrinare ci imbatteremo dunque nelle tombe dei Re d’Italia Vittorio Emanuele II, Umberto I e della Regina Margherita di Savoia, visiteremo le ricche sale dei Musei Vaticani e le sue Stanze di Raffaello (commissionate da Papa Giulio II nei primi anni del suo pontificato), passeggeremo sotto il Colonnato del Bernini realizzato per dare un senso più estetico e funzionale alla Piazza e alla Basilica di San Pietro e sfioreremo il Ponte dei Sospiri a Venezia nei pressi di Piazza San Marco. Una miriade di monumenti quindi, tutti ben distinguibili perché progettati con una cura maniacale, tanto da sfiorare un realismo impensabile per l’anno di uscita del gioco. E sebbene non manchino all’appello altre capitali europee – rappresentate dai bassifondi di Londra o dalle navate della Cattedrale di Chartres – i dettagli di Roma, dagli affreschi di Raffaello come nella Visione della Croce (con soggetto la vigilia della battaglia di Ponte Milvio, quando Costantino si dice abbia avuto la visione di una croce in cielo e della scritta “In hoc signo vinces“), all’Arcana Porta a Piazza Vittorio e i monumenti ai Re Savoia nel Pantheon, cosi come i sotterranei veneziani e Castel del Monte ad Andria, sono sinceramente di livello superiore. Osservate:
E se vi dicessi che a contribuire all’effetto “angelico” della fosca atmosfera della Città del Vaticano, gli autori del gioco hanno posto come sottofondo le note del Dies irae, di Tommaso da Celano, in cui si prefigura il Giudizio Finale?
Giorno d’ira quel giorno, giorno di angoscia e di afflizione, giorno di rovina e di sterminio, giorno di tenebre e di caligine, giorno di nubi e di oscurità, giorno di squilli di tromba e d’allarme sulle fortezze e sulle torri d’angolo.
– Sofonia 1,14-18, Bibbia
Lo trovate geniale? Lo trovate banale? Lo lascio decidere a voi, io mi limiterò a sussurrare un tiepido “evocativo”.
This post was published on 9 Febbraio 2019 17:00
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