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Speciali

PlayStation 2 e David Lynch vi danno il benvenuto nel Terzo Luogo

Come qualsiasi altro prodotto di consumo, anche le console per videogiochi hanno bisogno della pubblicità per ingolosire gli acquirenti. Nell’era di Internet, le politiche di marketing sono molto cambiate rispetto al passato, ma ancora oggi resistono gli spot in televisione che informano delle qualità e delle funzionalità di una piattaforma di gioco. Chi ha qualche anno in più sul groppone sa che la televisione era il mezzo maggiormente utilizzato per pubblicizzare una console, sfruttando spesso anche volti noti dell’epoca.

Negli anni ’90, Sega fu molto attiva da questo punto di vista. Il personaggio che in Italia entrava nelle case degli spettatori per convincerli ad acquistare una console era Jerry Calà. L’attore siciliano (non tutti lo sanno ma nacque a Catania e il suo vero nome è Calogero) pubblicizzò Sega Mega Drive, Sega Master System e Game Gear. Erano réclame simpatiche, molto dirette, in linea con la visione giocosa e un po’ bambinesca che all’epoca si dava ai videogiochi.

 

(Video credits: Ludivision)

La pubblicità videoludica si è man mano evoluta e oggi abbiamo spot molto più professionali, impostati dal punto di vista della comunicazione, ma, a ben vedere, anche abbastanza freddi. Una vera svolta dal punto di vista pubblicitario in ambito videoludico è stata data da Sony che ha sempre voluto distinguersi in ogni campo. La visione fanciullesca e un po’ stereotipata della campagna pubblicitaria di Sega fu spazzata via proprio da Sony con trovate geniali e, allo stesso tempo, inquietanti che, a prima vista, non avevano nulla a che vedere con il gioco e la spensieratezza.

Basti ricordare lo spot del 1999 della prima Playstation, in cui quella figura femminile deformata divenne l’incubo di molti ragazzini.

 

Ma il vero capolavoro – perché anche nella pubblicità è possibile concepire capolavori – di Sony entrò nelle nostre case nel 2000, quando uno spot delirante e terrificante ci indusse ad acquistare Playstation 2. La direzione di quell’allucinazione collettiva fu affidata a un nome che ha fatto la storia del cinema: David Lynch.

Playstation 2: la potenza del cambiamento

Facciamo un passo indietro: la presentazione di Playstation 2 avvenuta nel 2000 (il 24 novembre in Europa) cambiò radicalmente la storia dei videogiochi. L’inizio fu stentato a causa di una produzione lenta e delle perplessità che il tool di sviluppo aveva suscitato nei developer. Oggi, invece, PS2 è la console più venduta della storia, con quasi 160 milioni di unità vendute in tutto il mondo, anche se i dati sono stati rilevati solo fino a dicembre 2014.

Dal punto di vista hardware PS2 non era la miglior console sul mercato, perché Nintendo Gamecube e Sega Dreamcast davano molto filo da torcere dal punto di vista tecnico alla piattaforma Sony. Eppure, è PS2 ad essere passata alla storia e ad aver ricevuto un successo di mercato smisurato.

Playstation 2 poteva leggere sia i CD Rom sia i DVD e presentava una funzionalità che oggi sarebbe oro colato: la retrocompatibilità con i titoli della generazione precedente. La compatibilità non si fermava ai giochi, ma permetteva di utilizzare le vecchie periferiche. Altro fattore da non sottovalutare fu la possibilità di usufruire di contenuti online. Non era facile e veloce come oggi, ma all’epoca non si era schizzinosi come in tempi moderni.

Tra l’altro, a differenza di Xbox Live, il servizio PS2Online era gratuito. Ma può bastare questo a spiegare il successo di PS2? Assolutamente no. Certo, ci sarebbe da parlare moltissimo sulla line-up sconfinata messa a disposizione dei giocatori: il solo GTA San Andreas vendette più di 20 milioni di copie.

Non possiamo, però, negare che la pubblicità abbia un’influenza decisiva in questo genere di cose. Sony lo capì e iniziò una campagna pubblicitaria forse ancora oggi senza precedenti. Gli spot di Sony divennero dei cult al pari di capolavori cinematografici di Kubrick o, per l’appunto, David Lynch, regista di The Third Place, la pubblicità dedicata a una console più assurda e controversa mai apparsa in TV.

Benvenuti nel Terzo Luogo

In primo luogo, non possiamo esimerci dal pubblicare qui la pubblicità che prende il titolo di The Third Place.

 

Chi è David Lynch? Una domanda blasfema, ma necessaria. Lynch è un visionario, è un costruttore e distruttore di mondi, è la fantasia di un uomo che diventa incubo per tutti gli altri. Lynch aveva la capacità di creare un “gore mentale”, cioè un’efferatezza non legata a visioni orrorifiche nel vero senso della parola, alla presenza esagerata ed esasperata di sangue e frattaglie. Anzi, ciò era il più lontano possibile dal suo modo di concepire il cinema. La nostra mente vede ciò che vuole vedere. Le immagini proposte da Lynch hanno sempre avuto un senso che si trasforma a contatto con i trascorsi pregressi, con le aspettative e le fragilità dello spettatore. Per questo non esiste una chiave di lettura univoca.

Ok, ma cosa c’entra tutto questo con Playstation 2? Perché noi dovremmo essere invogliati ad acquistare quella console, vedendo uno spot pieno di figure inquietanti e con un messaggio che va nella direzione contraria rispetto all’obiettivo di una pubblicità, cioè essere chiari e diretti per convincere l’acquirente?

The Third Place è destabilizzante, è la citazione di se stesso, è David Lynch in tutta la sua paranoia. Si tratta di un lavoro autoriale che sfregia il target di uno spot, che decide di essere un luogo ideale in cui sfogare la creatività, rassicurante o sconvolgente che sia.

Questo è Playstation 2: è un Terzo Luogo, come spiegò la stessa Sony Playstation Italia:

Nessuno conosce fino in fondo le possibilità e le potenzialità tecnologiche di PS2, che segna un passaggio tra il vecchio e il nuovo, un cancello verso un mondo inesplorato e indefinito: ecco perché il Third Place. Il Third Place non può essere precisato, perché non esiste, se non in ognuno di noi. È uno stato mentale, un luogo spirituale dove vivere liberamente, dove tutto può accadere e dove chiunque può essere realmente se stesso o ciò che preferisce essere.

Quello spot dava una scossa, si faceva ricordare e creava intorno a noi una tavola periodica di interpretazioni che potevamo leggere come meglio volevamo, potevamo agire attivamente sullo splendido lavoro di Lynch. Chi è l’uomo papera? Quel corridoio dove conduce? Cosa vuole dirci la voce che parla attraverso quel megafono? E cosa vogliamo noi dai videogiochi? Cerchiamo titoli che si facciano ricordare e che ci diano la capacità di diventare ciò che desideriamo, come in un Terzo Luogo, una dimensione altrove.

Il video di Lynch ha lanciato un messaggio: vieni a trovarci nel Terzo Luogo e scoprirai che cosa ti attende lì. Per farlo, però, va comprata la Playstation 2, giusto? Ed ecco che questo oscuro caleidoscopio si trasforma in uno spot con le sue regole: attirare acquirenti. Ma farlo in questo modo, converrete con noi, è tutt’altra cosa.

Vi lasciamo con il making of di questo capolavoro e vi chiediamo quali ricordi avete di questa pubblicità? Cosa vi inquietava maggiormente? Il parere di chi scrive è che l’espressione vacua della figura mummificata a fianco dell’uomo-papera era davvero sconcertante.

 

(Video credits: Playstation Generation)

This post was published on 25 Gennaio 2019 12:00

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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