Non credo qualcuno di voi conosca Father and Son, dunque Italy&Videogames sarà lo strumento adatto per parlarvene. Vedete, tra le particolarità di questo videogame quella che più mi ha colpito è la sua genesi: dovete infatti sapere che questo gioco nasce per volontà del MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli, cito, “al fine di raggiungere a pieno uno degli obiettivi fondanti del Piano Strategico del museo: la connessione con il pubblico, sia quello che visita il museo sia quello virtuale“.
Anch’io (come ora voi) ero dubbioso al leggere queste parole ma ho avuto modo di ricredermi: un museo italiano è in grado di realizzare un prodotto decente? Guardate questo trailer e poi ditemi:
https://www.youtube.com/watch?time_continue=60&v=YaPQifURdLQ
Interessante vero? Entriamo nel dettaglio; sebbene il trailer risulti cosi ben fatto da introdurre al meglio alla trama del gioco, fornire dettagli aggiuntivi non potrà guastare alla completa comprensione di questo “esperimento didattico avanzato”.
Father and Son (come avrete intuito guardando il trailer) è un’avventura grafica a scorrimento laterale; prodotta dal MANN e sviluppata da TuoMuseo, il gioco esplora attraverso l’escamotage del viaggio di un figlio alla scoperta di un padre archeologo mai conosciuto, sentimenti quali amore, sogni, gioia, paura, e chi mi conosce da un pezzo – e si è preso la briga di leggere la mia biografia – sa come quello dell’emozione sia un tema a me particolarmente caro. Se a questo sommiamo come il protagonista non faccia altro che saltare da un’epoca all’altra (dall’antica Roma, all’Egitto, passando per l’età borbonica), presentando in questo modo alcuni dei luoghi più famosi di Napoli, beh, saremo di fronte alla nota “Equazione del Debba” che vuole Emozioni+Storia= Attenzione di Andrea! e dunque motivo di questo appuntamento di Italy&Videogames.
Ma perché presentare questo gioco fatto di due mondi, Storia ed Emozione che dialogano – cosi apparentemente lontani – per sensibilizzare sul complesso tema del rapporto tra presente e passato? Prova a dare una spiegazione Fabio Viola, Game Producer e Presidente di TuoMuseo:
La storia e le storie prendono vita attraverso una pioneristica esperienza di “storydoing”, un nuovo modo di fare storytelling, ponendo al centro il protagonismo ed il coinvolgimento del fruitore.
Va beh, torniamo a noi…
Oltre che per le sale del Museo, nel corso del gioco avremo la possibilità di girovagare per alcune delle strade simbolo della città partenopea. Ci imbatteremo cosi in una serie di storie e situazioni che, attraversando le epoche, avranno ripercussioni e faranno riferimenti a situazioni che vivremo nel presente, conducendo Michael (il protagonista) verso una maggiore coscienza di se e di alcuni aspetti della sua e altrui vita. Quando infatti torneremo presso le rovine della Pompei (che abbiamo visitato nel 79 d.C, ventiquattr’ore prima della devastante eruzione del Vesuvio) saremo nel medesimo luogo in cui abbiamo conosciuto una famiglia alle sue ultime ore di vita, prima della tragedia. Affascinante, vero? Sopratutto se la scena la pensate ambientata in questo peculiare sito archeologico romano perfettamente conservato come era allora. Un ottimo connubio – oltre che efficace sovrapposizione – tra passato e presente.
Altra cosa molto particolare che ho trovato genuinamente interessante è l’utilizzo di grafiche dipinte a mano. A quanto pare, questa soluzione sembra sia stata adottata perché funzionale a dar vita ad atmosfere del passato. In particolare, l’artista inglese Sean Wenham si è proposto di creare una rappresentazione vivida e accurata della vita (attraverso il tempo), cosi da trasmettere al giocatore le medesime sensazioni che è possibile provare passeggiando oggi per le strade di Napoli. Non rimanere colpiti dai “fondali” è infatti difficile, sopratutto se ci si imbatte in luoghi facilmente riconoscibili come Piazza del Plebiscibito, il Palazzo Reale, la Fontana del Gigante, il Museo Archeologico o la già citata Pompei.
Ulteriore punto a favore, molto caratterizzante per il titolo, è il dettaglio riservato ad alcuni luoghi comuni e stereotipi italiani – e partenopei – dell’immaginario internazionale come la vespa e il caffè, cosa che ha assolutamente senso se si pensa a come il titolo sia orientato verso un pubblico straniero piuttosto che italiano. Con il suo Father and Son, insomma, il MANN non solo intende far approfondire la possibilità di creare un collegamento tra il mondo dei musei e quello dei videogiochi: vuole accrescere la sua visibilità nei confronti di un nuovo tipo di pubblico, di caratura mondiale, attraverso il coinvolgimento in una storia di grande impatto emozionale. Un perfetto connubio tra intrattenimento e cultura, oltre che tra Storia ed Emozione.
Pollice su per me!
This post was published on 26 Gennaio 2019 15:30
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