Si avvicinano le festività natalizie e arriva, puntuale e inesorabile, il quindicesimo appuntamento con la Tana dell’Orso: in quella che, forse, potrebbe essere l’ultima uscita dell’anno di questa rubrica per giocatori asociali e appassionati di mitologia e misticismo, parleremo di tutti quegli elementi che legano Darksiders 3 e la Bibbia.
Già, perché i testi sacri dell’Ebraismo e del Cristianesimo sono stati indubbiamente passati al pettine e saccheggiati, se mi passate l’espressione, per la creazione della saga di Darksiders: i temi principali, in particolare, sono stati tratti dall’Apocalisse di Giovanni, conosciuta ai più come Libro della Rivelazione del Nuovo Testamento.
Nelle scorse settimane ci siamo già occupati insieme di questa saga, sviluppata in origine da Vigil Games e pubblicata da quel che all’epoca si chiamava ancora soltanto THQ: dopo aver rivissuto in prima (o in terza) persona le avventure di Guerra -prima- e di Morte -dopo-, adesso è il turno di Furia, l’unico membro di sesso femminile del quartetto dei Cavalieri dell’Apocalisse.
Attenzione: a causa della natura stessa di questa rubrica, sarebbe impossibile evitare gran parte dei possibili spoiler su Darksiders 3.
Se non avete ancora giocato questo capitolo, e se volete scoprire da voi tutti gli elementi principali della trama, tornate qui dopo aver terminato il gioco.
E un’altra cosa: come ho già scritto e ribadito in passato, questa rubrica tratta le tematiche legate al Cristianesimo allo stesso modo dei sistemi mitologici e delle religioni del passato, quali quella greca, quella latina e, in parte, quella norrena. La fede e la religione sono questioni personali, che assolutamente non hanno nulla a che fare con lo scopo di questa rubrica.
Chiariti questi aspetti, iniziamo il nostro cammino.
Il terzo capitolo della saga, sviluppato da Gunfire Games (nata sostanzialmente dalle ceneri di Vigil Games) e pubblicato da THQ Nordic per PC – PlayStation 4 – Xbox One, ha luogo a cavallo del primo capitolo, cioè tra il prologo e l’inizio vero e proprio.
Guerra è ancora imprigionato, condannato a cent’anni di prigionia per aver scatenato precocemente l’Apocalisse, mentre Morte è irreperibile e, a quanto pare, Conflitto è in missione.
Nel corso di Darksiders 2 verremo a sapere cosa sta occupando il tempo di Morte, e nella seconda parte del primo Darksiders accompagneremo Guerra nel suo viaggio di redenzione alla scoperta della verità. Per il momento, però, Guerra è in un’alquanto scomoda posizione, incatenato al cospetto dell’Arso Consiglio, e per sapere in quale missione sia occupato Conflitto… beh, dovremo attendere Darksiders 4, con ogni probabilità. O forse no.
Furia, apparentemente l’unico Cavaliere disponibile, viene convocata proprio dall’Arso Consiglio, che in sostanza dovrebbe mantenere la neutralità tra le fazioni degli Angeli e dei Demoni, e riceve una missione a dir poco epica: rintracciare e accoppare niente meno che i Sette Peccati Capitali, che hanno approfittato della prematura Apocalisse per fuggire dalla prigione in cui erano stati rinchiusi.
La rossa cavalleressa accetta la quest, chiedendo in cambio di essere promossa al rango di leader dei Cavalieri dell’Apocalisse.
Hilarity ‘roid rage ensues.
Rispetto ai precedenti due titoli della saga, in Darksiders 3 noto che l’aspetto mistico e mitologico passa un po’ più in secondo piano: l’equilibrio tra Ordine e Caos, il conflitto tra Angeli e Demoni, l’ordine naturale del Cosmo e il Destino del Creato lasciano il posto, almeno all’inizio, a botte da orbi e a un sistema di schivate dannatamente frustrante.
Tranquilli: questo non significa che non si introduca nessun nuovo elemento in grado di attrarre l’attenzione degli indagatori dell’occulto come noi.
Come abbiamo già visto in precedenza, Guerra e Morte fanno parte del quartetto biblico per antonomasia, ma Furia no: al suo posto, nel mito biblico, troviamo Carestia. Allo stesso modo Pestilenza / Conquista sarebbe la versione canonica del quarto Cavaliere, che nella saga di Darksiders diventa Conflitto (Strife).
Nel Libro della Rivelazione il primo sigillo spezzato evoca, a rigor di logica, il leader dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse: Alexandros Mograine Conquista / Pestilenza, sul suo cavallo bianco. Dopo di lui vengono Guerra su un rosso destriero, Carestia su una cavalcatura nera, e infine Morte su di un cavallo pallido.
In Darksiders, invece, impersoniamo i cavalieri in un ordine esattamente speculare.
Se escludiamo il prologo del primo capitolo, infatti, giochiamo prima Morte a cavallo del pallido ed emaciato Disperazione, poi vediamo Carestia (che qui diventa Furia) e il suo adorato e nerissimo Distruzione, in seguito vestiamo i panni di Guerra e del suo fiammeggiante Rovina e, infine, in un futuro quarto capitolo dovremmo poter impersonare Conquista / Pestilenza, con il suo candido destriero, la sua corona e il suo arco le sue pistole.
Ne abbiamo già parlato: all’interno di Darksiders il mito biblico è rovesciato, ed è tutto al contrario.
Il che ci porta a…
Nel corso dell’avventura incontriamo tutti e sette i Peccati Capitali di natura biblica, e cioè: Invidia, Ira, Avarizia, Accidia, Lussuria, Gola e Superbia.
Sempre nell’ottica della filosofia del rovesciamento che contraddistingue la saga di Darksiders, un po’ come la Legge del Contrappasso che ritroviamo anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri, Invidia non è la più debole dell’allegra famigliola dei Sette Peccati -come dovrebbe essere, a rigor di logica-, ma forse è la più potente in assoluto.
E ce ne accorgiamo verso la fine del gioco, credetemi.
Ira viene battuto soltanto quando Furia si placa e domina le proprie passioni, proprio come dovrebbe fare un Jedi.
Avarizia accumula cianfrusaglie e arriva a lanciarcele contro, distruggendo la sua collezione, finché egli stesso non viene aggiunto alla collezione di Furia.
Accidia, a sua volta, viene sconfitto da Furia soltanto quando questi –finalmente– si alza e la smette di usare i suoi rivoltanti scagnozzi contro di noi.
Lussuria, che invece di generare -a volte- la vita ha il potere di evocare la non-vita dei non-morti, utilizza il suo potere per aizzare altri contro Furia, ma alla fine l’insaziabile Desiderio non è abbastanza potente da proteggere Lussuria dalla furia di… Furia, appunto.
È proprio il famelico appetito di Gola a permetterci di causare a questo vorace boss una certa… indigestione esplosiva.
Infine l’aspetto glorioso, quasi angelico di Superbia nasconde in realtà un volto gravemente sfregiato, e la sua stessa arroganza segnerà il suo destino.
Ma il rovesciamento non riguarda soltanto i nemici.
Questo è uno spoiler grosso. Fermatevi qui e andate direttamente alla fine dell’articolo, se non volete ulteriori anticipazioni sul finale.
Ok, proseguite a vostro rischio e pericolo.
Io vi ho avvisati.
Proprio negli ultimi istanti scopriamo che quella figura burbera ma bonaria, barbuta e incappucciata, altri non è che…
Il Cavaliere che mancava all’appello.
Conflitto (Strife) non si era visto, finora, e come già detto sarà quasi sicuramente il protagonista del quarto capitolo della saga di Darksiders.
Oltre a usare le sue iconiche pistole, che vanno a sostituire l’arco del mito biblico, e a portare con un certo stile il suo cappuccio, a sua volta il sostituto della corona, Jones / Strife spinge costantemente Furia a fare la cosa giusta e a sfidare il ruolo che le hanno imposto.
D’altronde è la stessa Furia a dire, nel corso del gioco, che dei Quattro Cavalieri quello più sensibile è proprio Conflitto.
Inoltre Furia si confessa, piuttosto letteralmente, con Jones, ammettendo di aver commesso proprio i Sette Peccati Capitali, e Jones la assolve a modo suo, per poi donarle qualcosa di estremamente prezioso: la speranza.
I particolari li abbiamo già visti insieme, in un precedente articolo: il Cavaliere Conquista / Pestilenza, cioè Conflitto (Strife) in Darksiders, è diverso dagli altri, e secondo molti studiosi rappresenta la forza positiva legata alla bontà alla Giustizia divina, che porta Pestilenza al nemico (Roma, nel caso della Bibbia) e Salvezza per la Cristianità.
Questo Cavaliere è vestito di bianco, porta una corona sul capo e la sua arma è un toxon (arco) che, guarda un po’ il caso, nel Salmo 44 / 45 è anche l’arma che Gesù Cristo usa per abbattere i nemici dei Cristiani. Proprio come Conflitto.
Qui potrei parlare dei collegamenti tra Abaddon, Apollo, Gesù e perfino l’Anticristo, ma per evitare di dover fuggire di nuovo dalle umide e scomode segrete sotto il Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, vi rimando direttamente al precedente articolo su Darksiders e l’Apocalisse di Giovanni, e anche a quello su Darksiders 2 e la Bibbia.
Una curiosità: il rifugio per gli ultimi esseri umani, approntato e difeso dai nani giganti dai Titani dai Maker, si chiama Haven. Al di là del significato letterale, forse si tratta anche di un discreto rimando a Heaven, il Paradiso.
Ma non è tutto: questo rifugio sicuro si trova tra i rami di un gigantesco albero, e lì trovano riparo gli umani sopravvissuti all’Apocalisse, insieme ad alcuni rappresentanti del vecchio ordine cosmico. Ecco, quale altro albero mitico protegge, tra le proprie radici e fronde, i superstiti della fine del mondo, da cui rinasceranno umani e divinità?
Sì, proprio Yggdrasill, l’albero che nella mitologia norrena unisce i Nove Mondi e diventa, dopo il Ragnarok, l’ultimo rifugio per i superstiti del Crepuscolo Destino degli Dèi:
Sono loro che, insieme, ripopoleranno il pantheon e il mondo mortale, per ricominciare di nuovo il ciclo di creazione e distruzione.
E Lifthrasir è l’unica donna del gruppetto, ma questa è un’altra storia.
A noi basti pensare che, per raggiungere Haven, agli umani di Darksiders basta toccare un oggetto chiamato il Ponte. Un po’ come il ponte di Bifrost.
Beh, cari lettori, qua le cose si complicano.
Anche in Dark Souls 3 c’è un Lord of Hollows, e un’interessante speculazione su Reddit mi ha messo la proverbiale pulce nell’orecchio. Secondo alcune teorie, infatti, il Lord of Hollows di Dark Souls 3 sarebbe l’incarnazione della Pietra Filosofale.
Anche il Lord of the Hollows di Darksiders 3, però, ha in sé parecchi elementi tipici dell’alchimia: ad esempio l’Equilibrio, cioè l’obiettivo di unire Luce (Angeli) e Tenebre (Demoni) per creare un mix bilanciato di elementi opposti, insieme agli Umani che, secondo la lore di Darksiders, sono nati dalla materia inanimata (dalla polvere) proprio come gli Homunculi alchemici.
Per non parlare poi dei colori e della simbologia: il nostro Lord of the Hollows impugna un bastone di metallo nero, ha la pelle biancastra, indossa un’armatura con inserti dorati e ha ai polsi delle catene dorate, e infine ha occhi d’un colore rosso ardente.
Nell’alchimia la creazione della Pietra Filosofale si divide in quattro fasi:
E il Lord of the Hollows indossa una corona, oltre a portare sul groppone quella che sembra proprio l’Arca dell’Alleanza che, a quanto pare, nel corso dei secoli è stata considerata anche il contenitore dei segreti alchemici.
Inoltre cos’è la Pietra Filosofale se non la ricerca della saggezza, dell’immortalità e del potere?
Ma non è sempre stata soltanto questo: secondo l’alchimia cristiana, infatti, la Pietra Filosofale è stata accostata alla figura di Gesù Cristo, che dal Cielo è disceso nel Mondo della Materia così da permettere, attraverso la sua Morte e Resurrezione, la rinascita spirituale dell’umanità.
E l’amuleto del Lord of the Hollows non contiene forse le anime dei Mortali, degli Angeli e dei Demoni, nonché del Lord of the Hollows stesso, che vogliono tirarsi fuori dal ciclo di vita, morte e rinascita del Pozzo delle Anime?
Non è forse quell’amuleto, come probabilmente vedremo nel prossimo capitolo, la speranza per la sopravvivenza dell’umanità, o la sua resurrezione?
Potrei andare avanti per ore a cercare riferimenti oscuri e intricati, dato che quando si cerca qualcosa in un’opera artistica, avendo abbastanza tempo a propria disposizione, prima o poi la si trova, che questo qualcosa ci sia o meno.
Per adesso beccatevi la nostra recensione di Darksiders 3 perché qui ci siamo già dilungati a sufficienza, e quindi magari ne riparleremo quando uscirà Darksiders 4.
Non resta che darvi appuntamento alla prossima uscita della Tana dell’Orso, che potrebbe o non potrebbe essere pubblicata prima del tramonto del 2018.
This post was published on 19 Dicembre 2018 18:32
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